Quando si dice che il miglior attacco è la difesa, si pensa immediatamente al calcio italiano e al periodo del catenaccio, una filosofia tattica che ha contraddistinto le vittorie degli anni Sessanta del Novecento sportivo. Quando lo si prova a fare in chiave moderna salta subito all’occhio la classe e l’eleganza di un giovane difensore che ha fatto le fortune di Antonio Conte e Roberto Mancini prima, e Simone Inzaghi oggi: Alessandro Bastoni.
Nasce a Casalmaggiore il 13 aprile del 1999, viene considerato dalla UEFA come uno dei cinquanta talenti più promettenti della sua generazione.
Dinamico braccetto di sinistra nella difesa a 3 interista, può ricoprire anche il ruolo di centrale nella difesa a 4, fortuna che gli ha permesso di essere una risorsa importante nei convocati di Roberto Mancini durante la spedizione vittoriosa degli azzurri ad EURO 2020.
190 cm di altezza, per 75kg di peso gli garantiscono poi una lunga falcata e dei mezzi aerei importanti, tanto da riuscire a vincere il 67% dei duelli aerei ingaggiati con gli avversari, statistiche che talvolta passano in secondo piano rispetto alle sue caratteristiche tecniche di impostazione e dribbling, dove vanta il 69% di dribbling riusciti su un volume ampio di tentativi, ma soprattutto il 90% di passaggi completati su un numero di tocchi inusuali (nel senso positivo del termine) per un difensore.
Il manifesto tecnico con il quale vengono supportate le tesi di quest’analisi è la partita Roma-Inter, sedicesima giornata del girone d’andata, vinta 3-0 dagli ospiti, con una prova totale da parte del difensore cremonese.
1 goal e 3 assist all’attivo in campionato (riferimento ventunesima giornata) arricchiscono le statistiche della prima arma offensiva del 3-5-2 di Simone Inzaghi versione 21/22.
Nella compagine milanese è sicuramente uno dei perni su cui si fonda il presente dei campioni d’Italia 20/21, ma data la sua giovane età e la sua fede nerazzurra sarà per certo uno dei pilastri del futuro azzurro e nerazzurro.
Fase di possesso
La fase di possesso è caratterizzata, quando la palla è nei piedi del portiere, da uno smarcamento preventivo sulla catena laterale sinistra, quasi sulla linea dei centrocampisti che si abbassano, che gli permette una ricezione agevole e con tanto campo davanti soprattutto quando la pressione degli avversari è disorganizzata oppure è attendista come in questo caso. La sua grande padronanza dei mezzi tecnici e di impostazione sono una grande valvola di sfogo per il play nerazzurro Brozovic, il quale si affida molto spesso a Bastoni per la fase di costruzione laterale del gioco nerazzurro quando marcato o costretto a giocare spalle alla porta.

Una volta ricevuto il pallone e passati alla fase di sviluppo offensivo, superata quindi la prima linea di pressione avversaria, la sua capacità nel portare a lunghe falcate il pallone in conduzione gli permette di sviluppare dopo la metà campo numerosi giochi a due con il quinto del lato di sinistra, oppure, se marcato, a cambiare gioco sulla catena laterale opposta, una soluzione che già con Antonio Conte ha fatto le fortune della squadra, alternando questa possibilità ad un gioco di fraseggio con i compagni di reparto.
Una caratteristica importante del gioco di Bastoni è quindi quella di occupare zone del campo inusuali per un difensore statico, infatti è solito esplorare in fase di possesso la tre quarti della catena laterale di sinistra o nei panni di passatore dinamico con l’obbiettivo di una successiva sovrapposizione alle spalle del quinto del lato d’attacco, o grazie alle sue doti di visione e passaggio è in grado di porre cross alla ricerca di un inserimento sul secondo palo del quinto del lato opposto o sulla testa di un riferimento offensivo, soluzione che in figura porta al goal di Dumfries, e cinque giornate successive al goal di Skriniar, rimasto in area come ricevitore di un cross di Bastoni dalla medesima posizione di campo.

Fase di non possesso
La fase di non possesso è caratterizzata da un lavoro più tipico rispetto alla grande fantasia e dinamismo con il quale interpreta il gioco nella fase di attacco.
Difensore arcigno sui duelli aerei, soprattutto quando la palla viene rinviata nella propria metà campo, è in grado con questo gesto tecnico di dare sicurezza al reparto trasformando la linea mediana dell’inter in un terreno impervio per gli attaccanti avversari in fase di costruzione diretta.
Buoni tempi di anticipo permettono poi al giovane difensore italiano di poter occupare qualche metro più in avanti rispetto alla solida linea a 5 che la squadra di Simone Inzaghi crea in fase di non possesso.
Per quanto riguarda l’uno contro uno, Bastoni non spicca per grandi doti di contenimento e di anticipazione, soprattutto nello stretto, date le sue lunghe leve, anche se risulta difficile saltarlo palla al piede perché dotato di una discreta velocità in fase di ripiegamento.
La cosa che contraddistingue però la fase di non possesso del giocatore nerazzurro è la grande attenzione nell’evitare passanti o tagli alle sue spalle, rendendo impermeabile una linea già molto solida come quella dell’Inter. Adotta principalmente un atteggiamento di diagonale corta nei confronti del quinto del lato, essendo in grado di portare un raddoppio efficace che limita gli attacchi avversari sulla catena laterale di sinistra.

Fase di transizione
La fase di transizione offensiva (o positiva) è sicuramente un’arma propria e performante nel contesto squadra di cui fa parte Alessandro Bastoni, infatti è molto spesso dai suoi recuperi a metà campo che partono transizioni decise ed organizzate, nelle quali emergono il coraggio e la comprensione del gioco di un difensore capace di occupare zone di competenza più offensive con una corsa lineare efficace ed una grande sintonia con il centrocampista Barella, che gli permettono di farsi trovare in area come ricevitore su un’azione di contropiede.
Per quanto riguarda l’azione di transizione difensiva (o negativa), l’atteggiamento del difensore azzurro è attendista e ordinato, con l’obbiettivo di ricreare la linea difensiva organizzata a 5 uomini che ha garantito alla sua squadra due titoli di miglior difesa nelle ultime tre stagioni.
Palle inattive
Come descritto in sede di presentazione del giocatore, Bastoni gode di un’altezza sopra la media della Serie A, ma se difensivamente i suoi 190 centimetri vengono sfruttati a pieno, grazie alle sue abilità di marcatura stretta, a uomo quando necessario, al centro dell’area, offensivamente il discorso è differente: la tendenza è quella di rimanere nei pressi del limite dell’area di rigore quando il calcio d’angolo viene battuto alla destra del fronte offensivo, così da poter sfruttare le sue doti balistiche nel tiro dalla distanza, soluzione che non disdegna e che gli ha riservato la prima gioia in campionato nel match del 9 gennaio 2022 contro la Lazio, vinto dai nerazzurri per 2-1.
Punti di forza
– Grandi doti tecniche e di conduzione palla che gli garantiscono strappi utili a creare superiorità offensiva sulle catene laterali divenendo un esterno offensivo in alcune situazioni;
– ottima padronanza del gesto tecnico del passaggio, che gli permette di essere considerato il primo regista della squadra nerazzurra;
– elevata esperienza in campo internazionale nonostante la giovane età che gli permette a livello psicologico di affrontare le partite, anche quelle più importanti, con la tranquillità e il carisma di un leader;
– visione di gioco che combinata ad un preciso lancio lungo gli permettono di essere un discreto uomo assist (vedi goal Barella in Inter-Juventus 2-0 stagione 2020/21).
Punti di debolezza
– Abuso negli anticipi, soprattutto nella metà campo offensiva;
– il duello uno contro uno, fondamentale da migliorare soprattutto in fase dianticipazione del gesto tecnico avversario;
– carente solidità fisica nel duello corpo a corpo.