Arthur Henrique Ramos de Oliveira Melo, meglio noto come Arthur Melo o semplicemente Arthur, è un centrocampista brasiliano nato a Goiania il 12 agosto del 1996. Muove i suoi primi passi nel settore giovanile del Goias, per poi trasferirsi in quello del Gremio. E’ proprio con la maglia del “tricolor” e sotto la gestione di Luiz Felipe Scolari che esordisce tra i professionisti l’11 dicembre 2016, in occasione dell’ultima giornata di campionato, nella partita persa in casa per 1-0 contro il Botafogo. Nella stagione seguente si mette in luce totalizzando 29 presenze; proprio in questa annata, precisamente il 30/11/2017, il Gremio riuscirà a trionfare nella prestigiosissima Coppa Libertadores dopo aver battuto gli argentini del Lanus sia nella finale di andata, che in quella di ritorno. Con il Brasile viene convocato in Nazionale maggiore per le sfide contro Bolivia e Cile, valide per le qualificazioni ai Mondiali 2018, senza tuttavia debuttare. Il 10/3/2018 viene annunciato il suo acquisto da parte del Barcellona, valido però a partire solo da luglio 2018 per 31 milioni + 9 di bonus, firmando un contratto di 6 anni, fino al 2024, con un clausola rescissoria di 400 milioni di euro.
AREA TECNICA:
Arthur è un centrocampista di grandissimo spessore tecnico, un vero e proprio metronomo che ama dettare i tempi di gioco della sua squadra.
Per descriverlo e farlo inquadrare anche a chi non lo conosce, basta questa sua frase: “mi piace avere la palla tra i piedi, amo i passaggi corti ed il gioco rapido”; effettivamente in queste poche parole c’è Arthur a 360°, poiché nel dominio, nei controlli orientati e nei passaggi è davvero un talento. Per comprendere quanto sia al centro del gioco ci basta pensare che è il recordman di passaggi riusciti nel Brasileirao 2017. Possiamo aggiungere che non ci stupisce il fatto che sia stato acquistato dal Barcellona, poiché si sposa alla grande con la filosofia del club catalano: lui stesso ha dichiarato “il Barça sfrutta il possesso palla e sa giocarla, ed è il mio modo di vedere il calcio”.
Gioca per gran parte del match a 2-3 tocchi e grazie alla sua grande capacità di anticipazione riesce a trovare sempre la soluzione più vantaggiosa per la sua squadra; non sa solamente fraseggiare con i suoi compagni, ma delle volte alterna “il gioco corto” con delle serpentine in solitaria, con il pallone incollato al piede, tra gli avversari che consentono la superiorità numerica nelle zone centrali del campo.
È un destro naturale ed è raro vederlo usare il piede debole: quindi può migliorare nell’utilizzo del sinistro, per diventare ancora più completo. Ha un calcio molto preciso da fuori, come dimostra nel gol siglato nel match analizzato contro il Santos. Aprendo una parentesi su quest’ultimo aspetto diciamo che Arthur potrebbe fare qualcosina di più in zona gol, infatti 3 reti in 50 presenze da professionista sono un po’ poche… Ma compensa ciò dando del “tu” al pallone e nell’organizzazione di gioco ad alta velocità.
AREA TATTICA:
Il suo ruolo naturale è quello di playmaker in un centrocampo a 3: infatti come vertice basso esalta tutte le sue caratteristiche principali, riuscendo a dare fluidità alla manovra della sua squadra. All’occorrenza può fare anche l’interno nel 4-3-3 o il mediano nel 4-2-3-1.
Per il ruolo che va ad occupare in campo e per le sue caratteristiche tecnico-tattiche, ricorda (con le dovute proporzioni) Xavi.
In fase di non possesso è ordinato ed equilibrato, non va mai fuori dalla sua zona di competenza.
In fase di possesso quello che impressiona di lui è la capacità di essere sempre al posto giusto al momento giusto; riesce a mettersi costantemente in “zona luce” con la postura giusta per ricevere palla e smistare il gioco.
FASE DI COSTRUZIONE: Più volte con palla al portiere, si abbassa tra i due centrali per cercare la costruzione bassa.
FASE DI SVILUPPO: prova sempre a farsi trovare “smarcato”/”libero”, preferibilmente in zona centrale; se non ci riesce va a ricercare questo spazio lateralmente: infatti con il terzino che sale, Arthur si abbassa.
Ci sono altre due varianti nello sviluppo che riguardano i centrocampisti del Gremio e nello specifico anche Arthur:
- I due mediani fanno una sorta di pendolo in fase di possesso, se uno si alza l’altro si abbassa, mettendoli in verticale o in diagonale tra loro
- I due mediani si aprono, quando Luan (trequartista centrale del 4-2-3-1) si abbassa a prendere palla; e si forma una sorta di centrocampo a 3 con Luan vertice basso, Arthur e Maicon come interni.
AREA FISICO-ATLETICA:
Fisicamente non è un gigante (172 cm x 67 kg); nonostante ciò ha discreti parametri di forza nelle gambe; pecca un pochino di dinamicità nella fase di non possesso e di velocità nell’allungo; nel breve invece è molto reattivo sia con il pallone, che senza. Dotato di una ottima resistenza, infatti ha un altissimo minutaggio ed i parametri non calano durante l’arco della gara.
Non è un portento, quindi non lo vedremo quasi mai duellare nel gioco aereo, dove per struttura fisica è carente.
È molto coordinato ed elegante nelle movenze, soprattutto nel dominio del pallone e nello stile con cui va ad impattare la palla quando calcia.
AREA PSICOLOGICA:
Mostra una grandissima personalità, chiedendo sempre il pallone e gestendolo in tutte le situazioni, comprese quelle ad alto rischio, senza mai buttarlo. È un calciatore molto continuo per tutta la durata dei 90 minuti ed in generale nel corso della stagione, il rendimento è sempre garantito.
Sembra che sia molto inquadrato caratterialmente nonostante la giovane età; un ragazzo molto umile che sa bene che Barcellona sia una tappa fondamentale della sua carriera, infatti alla sua conferenza da giocatore blaugrana ha ammesso di aver sempre sognato di giocare nel Barça e di voler imparare moltissimo dai suoi nuovi compagni lavorando sodo tutti i giorni.
CONCLUSIONI:
Arthur si è meritato ampiamente questa chance nel calcio che conta e per di più nella squadra più affine alle sue caratteristiche; con l’addio di Iniesta e di Paulinho si ritaglierà il suo spazio; calciatore senza dubbio pronto, ma che essendo classe ’96 può ancora perfezionarsi vicino a dei mostri sacri del calcio mondiale. Per esplodere ed imporsi anche in Europa deve migliorare ed applicarsi di più nella fase difensiva, nell’agonismo e nell’uso del piede debole (il sinistro) ma siamo di fronte ad un ragazzo che ha tutto nel DNA per diventare un campione.