Nell’estate del 2012, la Fiorentina acquista Borja Valero, convinta di aver portato in Italia un buon giocatore, esperto e preciso, ma ormai all’apice della sua carriera.
Ed invece il centrocampista arrivato dal Villareal dimostra in pochissimo tempo di ambientarsi perfettamente al calcio italiano, evidentemente molto più tattico rispetto a quello spagnolo, in cui Borja non era mai riuscito ad esprimere tutto il suo vero potenziale.
Il giocatore riesce così a dimostrare tutto il suo “genio”, frutto di una grande intelligenza tecnico e sopratutto tattica, che lo hanno reso un punto fermo delle ultime 5 stagioni di vertice della Fiorentina.
Firenze lo “adotta” completamente, e lui ricambia con grande attaccamento alla maglia e alla città. Ma non sono solo i tifosi fiorentini ad esserne “innamorati”, infatti pure i suoi allenatori, prima Montella ed ora Sousa, difficilmente hanno lasciato fuori Borja dalla formazione titolare, e spesso descrivendolo come un giocatore unico, e quindi per loro fondamentale.
Ma vediamo più nel dettaglio le caratteristiche principali del giocatore.
Caratteristiche tecniche
Borja Valero è un centrocampista molto versatile, può infatti ricoprire con ottimi risultati quasi qualsiasi posizione del centrocampo, da qui nasce infatti l’appellativo di “tuttocampista”.
Non è dotato di un fisico potente ed esplosivo, ma offre comunque prestazioni molto generose, svariando su tutti i fronti e apportando il suo aiuto in fase di interdizione.
Ma Borja riesce a dare il meglio di sé in situazioni di possesso palla. È infatti dotato di una grande tecnica personale, che gli permette spesso di portare palla con facilità nonostante la pressione avversaria, esibendosi in dribbling di pregevole fattura, ed eseguendo dribbling decisivi per i suoi compagni.
La sua grande visione di gioco e questa sua grande padronanza della palla, ne fanno un giocatore fondamentale in fase di costruzione e di rifinitura.
Anche quando non è lui ad essere in possesso di palla, risulta essere un giocatore molto importante per lo sviluppo dell’azione, poiché con i suoi movimenti intelligenti riesce a creare spazi per i compagni oltre che fornire continuamente appoggi e/o inserimenti.
Borja Valero nel centrocampo a 3 di Montella
Montella nel suo triennio fiorentino costruisce la squadra partendo da un centrocampo a 3 molto tecnico, in grado di fare del possesso palla il suo punto di forza. Cosa che risulta facile con giocatori dall’alto tasso tecnico come Aquilani, Pizarro, Borja Valero, Mati Fernandez e Badelj.
Questo centrocampo si disponeva spesso con Pizarro nel ruolo di regista davanti alla difesa, e con i due interni, Aquilani a destra e Borja a sinistra, che fungono da appoggio ai giocatori sulle fasce e sfruttano gli spazi che si creano in avanti per gli inserimenti in area avversaria.
Ma in tutto questo, Montella sfrutta le grandi doti del centrocampista iberico, assegnandoli dei compiti su misura per lui. Egli decise infatti di far partire la costruzione del gioco da quello che fu poi chiamato “doppio regista”, ovvero dal duo Pizarro – Borja Valero. Il “tuttocampista” infatti si abbassava spesso insieme a Pizarro per ricevere palla e per costruire la manovra offensiva, favorendo così gli inserimenti del terzino sulla sua fascia, in genere Pasqual, e di Aquilani.
Ma differentemente da Pizarro, che aveva un ruolo di classico regista, cioè che restava abbastanza statico in posizione davanti alla difesa, Borja Valero accompagnava sempre lo sviluppo dell’azione, cercando spesso di attirare la marcatura avversaria su di sé per liberare i compagni oppure smarcandosi lui stesso con inserimenti precisi e letali.
In assenza di Pizarro, Montella ha inizialmente provato più volte a spostare Borja Valero nel ruolo di regista puro, ma difficilmente è risultato essere incisivo come quando giocava con maggiore libertà di movimento, e quindi in seguito decise di adottare altre soluzioni, come addirittura spostare Aquilani nella posizione di Pizarro, lasciando così maggiore libertà per l’estro dello spagnolo.
Borja Valero trequartista con Paulo Sousa
Ma è con il nuovo allenatore della Fiorentina, Paulo Sousa, che Borja Valero fa il suo definitivo salto di qualità, mostrando in pieno la sua grande intelligenza tattica.
Infatti, sin dall’inizio della sua avventura a Firenze, l’allenatore portoghese, vede in Borja Valero non solo un jolly di centrocampo, come era già con Montella, ma bensì un vero e proprio jolly a tutto campo.
Nell’ormai collaudato 3-4-2-1 di Sousa, Valero si schiera come trequartista di centro sinistra, sulla stessa linea di Ilicic, ma spesso e volentieri, nelle situazioni di emergenza, il suo allenatore decide di usarlo anche in ruoli apparentemente a lui non consoni, come ad esempio quello di esterno, o addirittura di attaccante.
Tatticamente il ruolo di Borja Valero affidatogli da Sousa è quello più complicato di tutta la Fiorentina, fungendo da baricentro sia in fase di non possesso e di possesso. Infatti nelle rare occasioni in cui il giocatore spagnolo è risultato indisponibile, l’intera squadra ne ha risentito, poiché non esiste un suo sostituto naturale all’intero della rosa della Fiorentina, e probabilmente in tutta Italia.
In fase di possesso Valero, bravo nello smarcarsi tra le linee, rappresenta sempre la prima possibilità di appoggio per i costruttori del gioco viola, cioè i due centrocampisti, Badelj e Vecino, il difensore centrale, Gonzalo Rodriguez, e l’altro trequartista, Ilicic.
Ma oltre che contribuire al palleggio nella zona centrale del campo, il giocatore madrileno funge da esterno aggiunto sulla corsia di sinistra, con continui inserimenti senza palla dal centro verso la zona laterale per dare la possibilità di allargare il gioco, immediatamente seguiti dal successivo ritorno in zona centrale, per favorire così l’inserimento del terzino sinistro, oppure degli altri centrocampisti.
Con questo continuo spostamento tra la fascia sinistra ed il centro, Borja riesce a far muovere i suoi diretti marcatori, liberando spazi preziosi per i suoi compagni, ed riuscendo inoltre a liberarsi lui stesso dalla marcatura avversaria.
Ma nonostante questa sua posizione leggermente spostata sulla sinistra, non si tira indietro nemmeno quando deve dare una mano sulla corsia opposta, giocando speso così una partita a tutta ampiezza.
Oltre a ciò, Valero, a differenza dell’altro trequartista, affianca l’attaccante centrale, Kalinić, nelle ripartenze. I due infatti hanno il compito di ricevere palla, proteggerla e far così salire la squadra, durante le transizioni positive.
Poi, oltre a tutto ciò, Borja ha il compito di effettuare continui inserimenti in area di rigore avversaria, in modo da liberarsi per il tiro o di servire i compagni davanti al portiere.
In pratica gli viene lasciata una grande libertà di azione e di interpretazione del ruolo, favorendo in questo modo l’estro e l’inventiva del giocatore.
Già da queste indicazioni si nota un’enorme mole di lavoro affida ad un singolo giocatore, ma è nella fase di non possesso che Borja Valero si sacrifica maggiormente, andando a ricoprire ruoli e situazioni tattiche naturalmente non sue, ma riuscendo comunque ad adattarsi con eccellenti risultati.
In fase difensiva infatti, l’esterno sinistro viola si abbassa con gli altri difensori andando a formare una classica difesa a 4, e quindi Borja Valero scala anche lui, spostandosi in posizione di centrocampista esterno di sinistra, andando effettivamente a formare un 4-4-1-1, con le linee dei difensori e dei centrocampisti molto strette tra loro.
In questa posizione lo spagnolo ha il compito di raddoppiare, insieme al terzino sinistro, sulle avanzate delle ali avversarie, ma allo stesso tempo deve cercare di farsi trovare libero nel caso venga recuperata la palla.
Infatti, nonostante questa sua posizione al fianco degli altri centrocampisti, Valero cerca comunque di restare tra le linee avversarie, favorendo così le sue possibilità di smarcamento.
Oltre alla copertura della zona e al raddoppio sull’avversario, Borja Valero è anche il primo giocatore, insieme a Kalinić, che porta pressing sui portatori di palla avversari, sopratutto quando la costruzione del gioco avversario si sviluppa a partire dalla loro difesa.
Tutto questo ha fatto di Borja Valero un giocatore praticamente insostituibile per Sousa e per questa Fiorentina, che sembra preparata apposta attorno a lui.
Purtroppo però, effettuare molte partite di questo tipo durante un stagione intera, cioè partite che richiedono un’enorme sacrificio da parte del giocatore, hanno un notevole effetto sul suo fisico. Il che porta inevitabilmente a partite in cui Valero appare stanco e sottotono, facendone risentire il gioco dell’intera squadra.