Il nuovo calciatore della Juventus è Douglas Costa, funambolico brasiliano prelevato dal Bayern Monaco.
L’ex Gremio dovrà inserirsi nel 4-2-3-1 di Massimiliano Allegri per ovviare ai problemi dello scorso anno intrinsechi nel modulo, ovvero disporre di 5 giocatori per 4 ruoli offensivi ma il sistema di gioco del tecnico bianconero ha due peculiarità molto evidenti a differenza di altri sistemi che prevedono lo stesso modulo perché da un lato agiva uno tra Cuadrado e Dani Alves, mentre a sinistra c’era (c’è?) Mandzukic che ha garantito predominio fisico sui terzini avversari con una percentuale di duelli vinti semplicemente imbarazzante per i difensori che si infrangevano contro la diga croata. La sua lentezza ha però limitato le sortite offensive sulla sua corsia concentrando il fulcro del gioco juventino tra i piedi di Paulo Dybala che riceveva sul centrodestra creando pericolose azioni con i sudamericani presenti in squadra. Con Douglas Costa ci potrà essere un incremento numerico di giocatori offensivi ed un conseguente aumento del tasso tecnico, ma che giocatore è Douglas Costa de Souza?
Fase difensiva
Partiamo dalla fase difensiva perché è di poco conto. Douglas Costa è un brasiliano tipico, non rientra, non contrasta, e sarà un arduo compito quello di Max Allegri, cercare di inculcare una mentalità più italiana in un calciatore così profondamente brasiliano come il pupillo di Lucescu ha dimostrato di essere col tempo. La scelta di prendere l’11 del Bayern costringerà anche la Juventus ad abbandonare l’idea del 3-4-2-1 perché non potrà essere un tornante, a meno che non verrà schierato nei due dietro la punta.
La statistica dei contrasti di Douglas Costa evidenzia il dato: l’80% dei contrasti sono persi.
Essendo piuttosto piccolo, soffre i duelli aerei.
Fase offensiva
Si parte dalla fine: Douglas Costa non è un goleador. Una cinquantina di gol in oltre 300 partite da professionista non sono un gran bottino ma è un calciatore unico a sfruttare gli half-spaces e a creare gioco.
La costruzione difficilmente passa dai suoi piedi proprio perché resta quasi sempre in proiezione offensiva ma ha una buona visione di gioco e predilige un passaggio semplice, che gli permetta poi di essere più libero di agire.
Il primo pensiero è sempre il dribbling e in numerosi passaggi, dato che si ritrova spesso e volentieri marcato stretto, si libera con un numero e poi cede il pallone al compagno più vicino.
Bravo nel trovare la linea di passaggio nei corridoi ma preferisce puntare l’avversario e poi scaricare.
Crossa bene con il sinistro, unico e solo piede usato, ma se costretto è un mancino che usa piuttosto bene anche il piede destro. I cross sono tesi, precisi, potenti. Un mix letale di cui hanno beneficiato negli anni Lewandovski, Muller, lo stesso Luiz Adriano che non ha lasciato un bel ricordo a Milano, allo Šachtar di Lucescu con i suggerimenti di Costa ha fatto la differenza.
Tira benissimo con il sinistro, fatica col destro ma la precisione e la potenza del suo tiro mancino lo rendono temibile da ogni posizione.
Calci piazzati
Nel corso della sua carriera ha battuto sempre i piazzati nelle squadre in cui ha giocato. Il mancino precisissimo che si ritrova lo ha reso un battitore affidabile, soprattutto dalla lunga distanza dove può sfoggiare il suo mancino vellutato per la testa delle punte. Buon rigorista.