Federico Di Francesco è un calciatore italiano nato il 14 Giugno 1994. Il suo piede preferito è il destro e il ruolo in cui viene abitualmente schierato è quello dell’esterno alto.
Sulle spalle porta un cognome già noto nel mondo del pallone nostrano: è figlio di Eusebio Di Francesco, attuale allenatore della Roma, nonché ex-giocatore della squadra capitolina con cui ha vinto lo scudetto nel 2001.
Assieme a Palacio e Verdi milita in questo momento nel Bologna, ma è nelle giovanili del Pescara che inizia la sua carriera da calciatore; il grande passo in prima squadra lo fa nel Marzo 2013, quando l’allora allenatore dei Delfini, Christian Bucchi, lo fa esordire in Serie A nella sfida persa contro il Parma. Pochi mesi dopo si trasferisce proprio ai Crociati, con cui però non giocherà mai una partita ufficiale; viene infatti girato in prestito prima al Gubbio, poi al Pescara e infine alla Cremonese.
A causa del fallimento del Parma, nell’estate del 2015 si ritrova svincolato e firma un contratto con la Virtus Lanciano in Serie B; la stagione 2015/16 è quella dell’esplosione, con 38 presenze ufficiali (di cui 37 in campionato e 1 in Coppa Italia) e 8 goal.
Grazie anche a queste prestazioni, nell’estate 2016 il Bologna lo riporta in Serie A prelevandolo a titolo definitivo per una cifra intorno a 1.4 milioni di Euro, e nella stagione immediatamente successiva colleziona 27 presenze ufficiali (di cui 24 in Serie A e 3 in Coppa Italia) e 5 goal.
Federico Di Francesco è un calciatore molto rapido ed esplosivo, dai repentini cambi di passo e in grado di percorrere lunghe distanze in pochi secondi.
Nonostante alti ritmi di corsa, riesce comunque a mantenere il possesso del pallone, talvolta anche dribblando l’avversario, mostrando quindi buon equilibrio e coordinazione.
Le doti atletiche del ragazzo sono dimostrate dal fatto che spesso corre ben oltre i 10 km a partita, di cui oltre un km percorso sprintando ad una velocità media di 31 km/h (fonte legaseriea.it); in queste statistiche è molte volte uno dei migliori del Bologna.
Di Francesco non è, però, tutto corsa&sprint, ma dimostra anche ottime doti tecniche: tra 1vs1 e semplici dribbling compie quasi 7 gesti tecnici a partita, di cui circa l’81% positivo (fonte wyscout.com).
Per quanto riguarda la posizione in campo, Di Francesco viene schierato generalmente come esterno sinistro e, a seconda del modulo scelto da Donadoni, gioca in una posizione più avanzata (per esempio in un 4-3-3) quasi in linea con la punta centrale, oppure leggermente più arretrata (per esempio in un 4-4-2 o 4-2-3-1) con compiti più difensivi.
Il ragazzo, come si può notare, è molto presente anche in fascia destra, poiché durante la partita scambia frequentemente la posizione con l’esterno opposto (solitamente Verdi).
Durante la fase di possesso, Di Francesco si fa trovare spesso molto largo e avanzato, più vicino alla punta piuttosto che ai centrocampisti.
Un vantaggio del giocare così esterno è quello di avere molto spazio e tempo per preparare la giocata, che sia dribbling o corsa in campo aperto. Nel caso in cui, invece, il terzino avversario decida di stare un po’ più vicino a Di Francesco (e quindi di allontanarsi dal difensore centrale), il Bologna riesce comunque a ottenere un vantaggio, allargando le maglie degli avversari per eventuali inserimenti dei centrocampisti.
Di Francesco è assente in fase di costruzione (per ovvi motivi di ruolo) e poco presente in fase di finalizzazione; sono solo due, infatti, in media i tiri e le occasioni da gol a partita (fonte wyscout.com).
Nettamente più presente, invece, in fase di sviluppo e rifinitura, cioè quando il Bologna supera la prima linea di pressione.
Quando il pallone è sulla sua fascia di competenza, Di Francesco si fa trovare libero per uno scambio veloce oppure per ricevere palla e partire in progressione; è 20 il numero medio di passaggi svolti a partita, di cui l’85% concluso positivamente (fonte wyscout.com).
Quando invece la palla è dalla parte opposta, Di Francesco cerca di farsi trovare il più libero possibile, favorendo così i cambi di campo.
Per quanto riguarda la fase difensiva, Di Francesco copre zone di campo differenti a seconda del modulo usato dal Bologna: quando schiera una sola punta (per esempio in un 4-3-3) Di Francesco gioca molto alto, più vicino alla punta che ai centrocampisti.
Nel caso di uno schieramento a due punte, Di Francesco gioca invece più arretrato, sulla linea del centrocampo.
Quando il pallone è sulla sua fascia, il principale compito di Di Francesco è di supportare il proprio difensore abbassandosi nel caso di sovrapposizione del terzino avversario, evitando così pericolosi 2vs1.
Non viene applicata una pressione asfissiante al portatore di palla, né una marcatura a uomo; al contrario, Di Francesco controlla la sua area di competenza stando attento ai movimenti degli avversari.
Quando invece il pallone è nella fascia opposta, è il compagno di Di Francesco (solitamente Verdi) a dover aiutare il terzino, quindi i centrocampisti del Bologna scalano tutti verso la fascia destra; così fa anche Federico che quindi si sposta in una zona più centrale del campo, accorciando le distanze dalla mezzala avversaria.
In conclusione, Di Francesco è un esterno giovane, in grado di giocare agilmente su entrambe le fasce, con ottime doti atletiche e tecniche. E’ perfettamente inserito nel Bologna e nei suoi meccanismi, tuttavia affinando la fase di non possesso (non sempre perfetta) e diventando più incisivo in area di rigore avversaria, potrebbe tranquillamente puntare a traguardi molto importanti.