INTRODUZIONE
Dopo il 5° posto della stagione 2018/2019 e la finale di Europa League persa contro il Chelsea di Sarri, l’Arsenal decide di ripartire per la nuova stagione ancora con il tecnico Unai Emery in panchina. La squadra sembra cominciare bene in campionato ma i risultati con il tempo si rivelano altalenanti e poco promettenti. Così i Gunners optano per il cambio di allenatore, sostituendo Emery, dapprima con Freddie Ljungberg (soluzione interna dal 29 Novembre 2019) e poi con il definitivo innesto dell’attuale tecnico Mikel Arteta (20 Dicembre 2019).
Fino a quella data, la squadra aveva totalizzato soltanto 23 punti in 18 giornate di campionato (media di 1.27 pt per partita), ottenendo però la qualificazione ai sedicesimi di Europa League. Con il nuovo allenatore, l’Arsenal ha alzato il proprio rendimento, e seppur si trova attualmente al 9° posto in Premier League, con 40 punti realizzati, 42 in meno rispetto al Liverpool capolista (82 pt), ha però migliorato la propria media punti, portandola da 1,27 ad 1,7 punti per gara.
Mikel Arteta, a 37 anni, è il più giovane allenatore attualmente in attività in Premier League. Derivante dall’esperienza come vice di Pep Guardiola al Manchester City, il tecnico spagnolo ha cercato di trasmettere da subito le sue idee di calcio moderno e piacevole alla propria squadra. Il suo Arsenal sembra avere, dopo poche partite, assimilato un sistema di gioco di base orientato su un 1-4-2-3-1 pronto a modificarsi, nelle giocate in fase di possesso e nella sistemazione in quella del non possesso, in base alle caratteristiche e agli spazi lasciati durante le gare dagli avversari. I Gunners sono fra le 7 squadre più giovani della massima competizione inglese, ma al contempo si affidano anche a qualche giocatore di esperienza, come i difensori Sokratis (31 anni) e David Luiz (32 anni), il jolly offensivo M.Ozil (31 anni) ed il prolifico attaccante P. Aubameyang (30 anni ed attualmente vice-capocannoniere con 17 goal realizzati), che conferiscono alla squadra una dose di mestiere e spessore internazionale.
L’analisi si basa sulla partita di campionato Arsenal-Everton del 23/02/2020, conclusasi sul 3-2.
Formazione iniziale: 1. B.Leno, 2. H.Bellerin, 20. S.Mustafi, 23. David Luiz, 31. S.Kolanisac (19’ B.Saka), 8. D.Ceballos (76’ L.Torreira), 34. G.Xhaka, 19. N.Pepe, 10. M.Ozil (82’ M.Guenouzi), 14. P.Aubameyang, 30. E.Nketiah.
SISTEMI DI GIOCO
- Sistema di base statico: 1-4-2-3-1
- Sistema in fase di Possesso: 1-3-1-3-3
- Sistema in fase di Non Possesso: 1-4-1-3-2
FASE DI POSSESSO
L’Arsenal è una squadra a cui piace imporre il suo ritmo, con un possesso palla fatto di pochi tocchi all’interno della propria metà campo, ma con molta mobilità all’interno della stessa. Ciò è importante per muovere le maglie avversarie ed arrivare a portare il pallone sugli attaccanti esterni, devastanti (per caratteristiche) in velocità, attaccando gli spazi alle spalle della linea difensiva avversaria, ma anche creativi ed abili nel saltare l’uomo in situazioni di 1vs1, quando gli avversari stessi si arroccano nella propria metà campo, consentendo ai Gunners di mantenere quella efficace imprevedibilità in ogni situazione.
La costruzione comincia, quasi sempre, dal basso dove il portiere B. Leno gioca il pallone su uno dei due centrali difensivi, con i terzini, S. Kolanisac (TS, sostituito da B. Saka dopo 19’) e H. Bellerin (TD) che si alzano tantissimo posizionandosi sulla linea di metà campo molto larghi sulla linea laterale. Per superare la prima pressione avversaria, quando questa avviene con 2 attaccanti, una volta che il pallone è in gioco, i Gunners arretrano uno dei due mediani (solo sul lato sinistro per scelta) Xhaka o Ceballos, a comporre una linea a 3 di impostazione, con 2 difensori ed un centrocampista. Ciò permette alla squadra di costruire la propria azione in superiorità numerica sin dai primi metri di campo.

Quando gli avversari provano ad apportare un pressing ultra offensivo, cercando di non far costruire dal basso l’Arsenal, il portiere B. Leno è libero di “pescare” con un lancio preciso in avanti, uno dei due terzini posizionati, come già detto, molto alti e larghi sul lato esterno del campo, rispetto ai due difensori centrali.
Questo avviene di raro, così, una volta che la squadra di Arteta ha superato la prima linea di pressione avversaria, avanzando palla al piede con uno dei difensori centrali o con il mediano abbassatosi sulla linea difensiva, l’azione viene sviluppata, grazie agli spazi creati dai continui smarcamenti di Aubameyang (AS) ed Ozil (TRQ). Infatti, l’attaccante gabonese, si rivela una vera spina nel fianco per gli avversari in quella posizione, alternando movimenti verso l’interno, se la squadra avversaria difende bassa, lasciando libera la corsia laterale per il terzino di zona, ma al contempo può decidere di rimanere molto largo, quando capisce che c’è spazio per attaccare la profondità, tagliando alle spalle della difesa avversaria ed essere servito per andare a rete, proprio come in occasione del suo 1° goal contro l’Everton.
Se dal lato sinistro, la situazione è perpetua grazie ai movimenti continui di Aubameyang, dal lato opposto le condizioni sono diverse: infatti, il terzino di zona Bellerin, si preoccupa molto di più di lasciare spazio sul lato a Pepe (AD), a cui piace poco venire dentro al campo, ma preferisce rimanere molto largo sulla zona offensiva, ed al contempo l’interspazio di destra è interamente occupato da M.Ozil (TRQ), abile, quindi, ad offrire una soluzione di passaggio intermedia fra l’esterno e l’attaccante centrale. Il movimento del TRQ naturalizzato tedesco, è fondamentale per i meccanismi della squadra di Arteta, perché la sua qualità è proprio quella di ricevere palla in zona di rifinitura, alle spalle dei centrocampisti avversari, apportando il dubbio ai difensori se accorciarlo in marcatura o posizionarsi in scappata, data la sua incredibile abilità nel trasformare una palla coperta in una palla scoperta, con i suoi tocchi di prima intenzione nel liberare gli attaccanti, seppur posizionato di spalle alla porta. Ozil, comunque, può tenere in apprensione il terzino avversario, anche inserendosi proprio fra di esso ed il centrale difensivo, costringendo il primo a ridurre di molto la distanza che lo intercorre dal secondo. Quest’ultima è stata la vera strategia dell’Arsenal, ovvero attrarre “dentro” (al campo) per scatenare “fuori” (sui lati), l’abilità nell’1vs1 di Pepe sul un lato o portare al cross Saka sull’altro. Il primo goal dell’Arsenal contro l’Everton ne è il corretto esempio.
Quando la palla si trova in gioco sui piedi di uno dei due MED nella metà campo avversaria, Pepe (AD) per non rimanere statico, può entrare “dentro” al campo insieme ad Aubameyang, lasciando spazio sulla corsia laterale, con Ozil che può prendere il posto di uno dei due, e si può ammirare come in molte situazioni che i Gunners formano addirittura una vera e propria linea di 4 attaccanti. In questo sembra che la squadra abbia memorizzato situazioni predefinite, chiaramente ricercate e ripetute anche in allenamento, che seppur rischiose, creano grossi grattacapi agli avversari che sono costretti ad abbassarsi perlomeno a formare una linea di difesa di pari numero a quello dell’Arsenal.
Un contributo importante è lo smarcamento in zona di rifinitura degli attaccanti, come fa la sua giovane punta Nketiah (ATT) che, per caratteristiche fisiche, si muove molto fuori dalla zona di marcatura avversaria, tentando di aprirsi dei varchi per attaccare la profondità, ma divenendo comunque una pedina importante per offrire soluzioni di passaggio in appoggio ai compagni nello sviluppo della manovra. In questo caso, per stabilire la già citata linea dei 4 attaccanti durante la manovra, ad alzarsi su un lato sarà uno dei due terzini.

Nella gara contro l’Everton, in cui la squadra di Arteta si è ritrovata subito in svantaggio, questa soluzione si è rivelata essenziale per ribaltare la situazione, pur rischiando molto di subire possibili ripartenze avversarie.
I due MED (Xhaka e Ceballos) sono giocatori simili con qualità tecniche importanti, abili sia nei passaggi corti che nei lanci lunghi, con tanta corsa e buona impostazione ma quasi sempre costretti a rincorrere troppo in fase di non possesso. Soprattutto Ceballos è dotato anche di buon tiro dalla distanza, ma è chiaro che il dover coprire (in due) un ampio raggio di campo, porta molte volte i centrocampisti a perdere lucidità nei passaggi, anche nei più semplici. Come detto antecedentemente, Saka (TS) predilige attaccare la linea di fondo per andare al cross, mentre Bellerin (TD) ha anche dei dettami nel venire dentro al campo con la palla per cercare di alternare le soluzioni, servendo palloni incontro agli attaccanti o al TRQ ed andare a ricevere un loro possibile pallone in scarico, intrufolandosi in zona di rifinitura e provando ad offrire superiorità numerica ai suoi.
Quando i Gunners, invece, attaccano da un lato, portano almeno 3 uomini a finalizzare in area di rigore, frutto appunto delle giocate sopra menzionate, nelle quali sono in 4 o 5 giocatori ad attaccare gli ultimi 20 metri di campo: 1 o 2 in ampiezza e 3 nel cuore dell’area.
TRANSIZIONI POSITIVE
L’Arsenal possedendo giocatori veloci ha capacità di fare davvero male in ripartenza. Nketiah, è molto abile negli smarcamenti preventivi, Aubameyang è capace di coprire 60 metri di campo in contropiede, così come Pepe. I Gunners, anche grazie alle caratteristiche dei propri centrocampisti capaci di effettuare lanci lunghi e cambi di fronte precisi, una volta riconquistato il pallone hanno 3 soluzioni:
- Contropiede veloce, con fuori linea di Nketiah per servirlo nello spazio lasciato sul lato da uno dei due terzini avversari che a quel punto si trova fuori zona.
- Attacco dello spazio esterno opposto alla palla, da parte di Aubameyang e Pepe, con cambi di fronte immediati da parte dei centrocampisti. È chiaro che questa ultima soluzione avviene di raro, perché sia Aubameyang che Pepe, corrono tanto e si abbassano molto per aiutare i compagni in fase di non possesso.
- Uscita veloce, una volta riconquistato il pallone, per servire la sfera incontro ad Ozil, che cerca di farsi trovare smarcato, aiutando meno la squadra in fase di non possesso, ma offrendo soluzione di passaggio immediata in caso di riconquista, cercando di congelare il pallone e consolidare il possesso ritrovato.
Nella gara contro i “Toffies” si riscontrano soprattutto l’attacco degli spazi esterni, una volta riconquistato il pallone in zona centrale. Questo perché l’Everton, attaccando molto con gli esterni difensivi, lascia molto campo da attaccare sui lati, con l’Arsenal che ha creato più di una occasione pericolosa derivante da questa situazione.
FASE DI NON POSSESSO
Nella fase di non possesso l’Arsenal si applica a quelli che sono i concetti del nuovo allenatore, ma deve migliorare davvero molto. Arteta, non disponendo di abili incontristi in mezzo al campo, né di insuperabili marcatori in difesa, sta provando a trasmettere alla squadra una fase “difensiva” differente ed abbastanza complicata. Visto che lo sviluppo del gioco dei Gunners si basa sull’attacco alla linea difensiva avversaria con 4 o 5 giocatori in avanti e con i terzini spesso molto aperti, è facile capire che, a palla improvvisamente persa, la squadra possa ritrovarsi molto scoperta con i reparti “sfilacciati” e distanti. A questo va aggiunto che la linea difensiva non è assolutamente impeccabile nelle “scappate”, né tantomeno insuperabile nei cross da lato.
Ciò che l’Arsenal prova a fare in fase di non possesso, quindi, è posizionarsi con Nketiah ed Ozil quasi in orizzontale fra loro, atti ad uscire in leggera o veemente pressione sui due difensori centrali avversari, a seconda della situazione. Contro l’Everton questo avviene sin da subito con pressing alto e forte, perlomeno fino al goal del pareggio, proprio perché la squadra si trova a recuperare uno svantaggio sin da subito. I due attaccanti esterni si vanno a contrapporre ai terzini avversari (o ad uno dei centrocampisti che si abbassa sul lato nello spazio lasciato libero dagli stessi esterni difensivi), mentre uno dei due mediani si alza per andare in pressione verso il centrocampista dei Toffies per evitare di farlo impostare liberamente. Il MED che rimane in copertura, per quel che può, cerca di assorbire gli inserimenti dei centrocampisti avversari. Alla linea difensiva non resta che cucire i reparti ma questo avviene spesso in colpevole ritardo oppure in maniera errata. Si viene a formare, quindi, tanta distanza tra centrocampo e difesa, con degli spazi lasciati liberi in zona di rifinitura che, qualora annullata dai difensori stessi, avviene spesso maldestramente, concedendo di conseguenza troppa profondità agli avversari. Questa sorta di 1-4-1-3-2 in fase di non possesso è ricorrente nei Gunners e si riscontra durante la gara con l’Everton per evitare che la squadra si schiacci all’indietro.

Quando la squadra è arroccata negli ultimi 30 metri di campo forma due linee da 4 uomini + 2 attaccanti, in cui Aubameyang e Pepe tendono a dare una mano, mentre Ozil e Nketiah non si posizionano dietro la linea della palla. È chiaro che gli attaccanti esterni lo fanno con diversi limiti che, però, paradossalmente possono trasformarsi in contropiedi letali.
L’Arsenal fa fatica soprattutto sui lati dove, se puntati i terzini, vengono spesso e volentieri saltati perché più devoti alla fase di spinta che di copertura. Saka (TS) e Bellerin (TD) vengono spesso dribblati dagli esterni avversari ricorrendo spesso al fallo. I Toffies hanno messo in ampia difficoltà l’Arsenal sulle palle aeree, con David Luiz e Mustafi spesso in colpevole ritardo di posizionamento o in cattiva marcatura sugli avversari, con l’Everton che non ha saputo approfittarne. Anche il MED di copertura si fa trascinare spesso dalla palla o dagli avversari lasciando sguarnita la zona per un possibile cross arretrato da parte dell’Everton. Entrambi i goal subiti nella gara contro la squadra di Ancelotti sono avvenuti da cross o traversoni, con gli avversari che hanno sovrastato per tempismo e fisicità l’Arsenal su queste situazioni.
Da questo si evince che c’è ancora bisogno di tempo per rodare i meccanismi e le idee dell’allenatore spagnolo, da mettere in pratica nella fase di non possesso.
TRANSIZIONI NEGATIVE
Quanto spiegato fin ora va ad avvalorare ancor di più le situazioni di ripartenze avversarie. L’incondizionata posizione d’attacco di tanti giocatori dell’Arsenal, orientati sulla linea degli attaccanti, l’utilizzo dei terzini molto alti e larghi, il portare almeno 6 calciatori oltre la linea del possessore del pallone, fa riscontrare ai Gunners diverse situazioni di contropiede avversario. L’Everton aveva probabilmente studiato bene l’Arsenal, esacerbandone molte problematiche. La maggior parte venute fuori proprio nelle transizioni negative. Come detto, i due mediani sono costretti a coprire da soli un’ampia zona di campo, correndo molto e divenendo anche meno lucidi con il passare dei minuti nella gestione del pallone.
Le numerose palle perse dalla squadra londinese sono avvenute proprio dai due centrocampisti, ma anche dai ripetuti tentativi di “imbucate” fra le linee da parte dei difensori centrali o dai terzini. Le marcature preventive nell’Arsenal avvengono soltanto nella zona centrale del campo, proprio perché sull’esterno i terzini devono occupare spazi in ampiezza per rendere la manovra ancor più offensiva. Così quando la squadra avversaria recupera il pallone, l’Arsenal tenta di riconquistare il pallone “aggredendo” in avanti l’avversario, ma solo con gli attaccanti e con l’aggiunta di uno dei due mediani. Gli altri giocatori, invece, si vedono costretti a scappare ed allargare le maglie, perché l’Everton tenta, soprattutto con Richarlison, di attaccare gli spazi lasciati sguarniti dai terzini, costringendo i centrali difensivi a scivolare sul lato. Per rimediare a questo, spesso, Bellerin rinuncia a dare manforte alla sortita offensiva, coprendo preventivamente gli spazi e marcando preventivamente Richarlison (se in zona). Infatti, la maggior parte delle azioni in costruzione e sviluppo da parte dell’Arsenal avviene sul lato sinistro del campo, contro l’Everton, e pertanto la spinta di Saka sopperisce alcune volte quella di Bellerin, che, accortosi dei continui pericoli che la squadra riporta in situazioni di contropiede, decide (nella seconda frazione) di rinunciare a spingere contemporaneamente su tutte due i lati, offrendo una migliore copertura.
Questo è un problema che l’Arsenal ha cercato di correggere ulteriormente negli ultimi minuti di gara, inserendo il centrocampista Guenouzi, al posto di M. Ozil, e Lucas Torreira, al posto di Dani Ceballos in mezzo al campo. Il centrocampista argentino, con caratteristiche diverse rispetto allo spagnolo, ha provato a dare più equilibrio, mentre il francese è stato inserito come mezzala, stabilendo quindi un centrocampo più folto ed una maggiore copertura alla possibile continua spinta dei terzini, ammortizzando meglio i contropiedi avversari. Ciò che colpisce di più però nell’Arsenal, è la mancanza di equilibrio e la facilità di concedere occasioni da goal agli avversari. Se la fase di possesso sta cominciando ad essere più brillante e pericolosa, nella fase di non possesso l’allenatore spagnolo deve lavorare su tanti concetti per rendere l’Arsenal capace di sfruttare il suo alto potenziale offensivo, senza incorrere in così tanti pericoli da concedere agli avversari.
SWOT
PUNTI DI FORZA:
- Giocatori di grande qualità tecniche, abili nell’ 1 vs 1, capaci di creare superiorità numeriche in qualsiasi zona del campo.
- L’Arsenal è bravissima a giocare sia “dentro” al campo che, soprattutto, sull’esterno, indifferentemente da entrambi i lati, mescolando corsa, dribbling, cross e grande senso del goal degli attaccanti.
- I mediani sono capaci di giocare bene sia sul passaggio corto che sul lungo, sfruttando sia il consolidamento del possesso che le ripartenze veloci.
- La facilità con cui l’Arsenal arriva a concludere è davvero impressionante, le soluzioni offerte alla squadra da parte dell’allenatore Arteta, in fase di possesso, sono molte.
- La giovane età del suo allenatore e soprattutto della rosa, offre garanzie di ampi margini di miglioramento e soprattutto di grande applicazione nei dettami dell’allenatore.
Giocatore Chiave: Pierre Aubameyang. Un giocatore che ha tutto, può giocare centravanti ma anche sull’esterno, sta riuscendo anche ad applicarsi nella fase difensiva. Un senso del goal invidiabile, che attualmente lo hanno portato ad essere il vice capocannoniere del campionato. Può segnare in qualsiasi maniera, offrire assist per i compagni ed ha anche la giusta fisicità per aiutare la squadra in fase di non possesso e ripartire velocemente una volta riconquistato il pallone. Tutto queste qualità, lo rendono uno dei migliori giocatori della Premier League. Insostituibile per l’Arsenal e per Arteta.
PUNTI DI DEBOLEZZA:
- Fase difensiva con troppe pecche, con i 4 difensori più abili a costruire che a distruggere. Troppi errori in marcatura e nei duelli individuali.
- I mediani sono entrambi troppo simili per caratteristiche, nessuno dei due ha caratteristiche di rottura, ma entrambi sono costruttori di gioco. Quindi in situazioni dove ci sarebbe da “randellare” e farsi sentire, hanno grosse lacune.
- La catena di destra con Pepe e Bellerin, traballa. Il primo aiuta poco nei raddoppi difensivi, il secondo è troppo spesso fuori posizione. Dall’altro lato Saka deve imparare ad assorbire meglio gli 1vs1 difensivi, a volte è frenetico e sbaglia forzando giocate inutili. Gli avversari approfittano degli ampi spazi ed errori sulle fasce dell’Arsenal.
- La fase di non possesso e la distanza fra i reparti vanno rivisti, e migliorati.
- È chiaro che l’età anagrafica determina molto e l’Arsenal è una squadra molto giovane. Ma la squadra deve assumere maggiore solidità ed equilibrio.