L’Ascoli di Serse Cosmi, nell’ultimo campionato di serie B, ha conquistato una sofferta salvezza grazie al doppio pareggio nelle sfide play-out contro la Virtus Entella. I bianconeri hanno cominciato la stagione con il duo Maresca-Fiorin (che adottavano un 4-3-3, 4-2-3-1 o 4-3-1-2) ma, a seguito dei risultati negativi, la società ha deciso di sollevarli dall’incarico ingaggiando il tecnico umbro. Dopo aver affrontato un lungo periodo di stallo in fondo alla classifica, Cosmi ha portato fuori l’Ascoli dalle sabbie mobili sino a conquistare l’agognata salvezza.
Il modulo più gettonato da Serse (utilizzato anche nel match oggetto di analisi) è stato il 3-5-2, con Agazzi a difesa della porta e una linea difensiva completata da De Santis (o Padella) e Cherubin come centrali di destra e sinistra; Gigliotti (o Mengoni) centrale puro. A centrocampo il ruolo di centromediano era occupato da Addae o Buzzegoli. Le due mezzali erano Bianchi e Baldini (o Kanoute); sugli esterni spazio a Mogos sulla destra e Pinto sulla sinistra. Davanti la coppia d’attacco era formata da Clemenza e Monachello.
DISPOSIZIONE – FASE DI POSSESSO: 3-5-2 – NON POSSESSO: 5-3-1/1
FASE DI NON POSSESSO
In fase di non possesso l’Ascoli si dispone con un 5-3-1/1. Gli esterni Mogos e Pinto arretrano fino a disporsi in linea con i 3 centrali di difesa. Uno dei due attaccati, perlopiù Clemenza, rimane dietro la linea della palla.
Quando l’Ascoli non è in possesso della palla inizia ad arretrare e apporta una prima leggera pressione attorno al cerchio di centrocampo, presidiato dai 2 attaccanti.
Talvolta le mezzali Baldini e Bianchi, supportati da Clemenza o Monachello, abbozzano una pressione su centrale e terzino avversari. Bisogna però precisare che non è una costante della squadra di Cosmi.
DC = Difensore Centrale – TS = Terzino Sinistro
La vera prerogativa dell’Ascoli è di formare densità nella zona centrale del campo, chiudendo gli spazi agli avversari e costringendoli ad orientare il gioco verso l’esterno, dove mezzala ed esterno di centrocampo hanno i principali compiti di copertura.
Man a mano che la squadra rivale alla il baricentro le linee di difesa e centrocampo si stringono sempre di più assottigliando gli spazi.
FASE DI POSSESSO
Impostazione e sviluppo del gioco: Agazzi spesso sceglie il rinvio lungo indirizzato nelle zone laterali del campo in fase di impostazione, questo però causa uno sviluppo più confuso. Invece, quando i bianconeri si trovano a impostare dal basso, si forma un rombo costituito dai 3 centrali di difesa e dal centromediano Addae, che arretra per favorire la manovra.
DC = difensore centrale; DCD= difensore centrale destro; DCS= difensore centrale sinistro; CMED= centromediano; MD=mezzala destra; MS=mezzala sinistra.
Importantissimo il compito svolto dalle mezzali. Una di esse si avvicina in appoggio al centromediano (Addae), mentre l’altra si mantiene in posizione più avanzata e libera da marcature. Una condizione da sfruttare eventualmente per creare pericolosità in fase di rifinitura.
La via preferenziale per lo sviluppo del gioco sono le triangolazioni tra centromediano-mezzala-esterno di centrocampo.
CMED= centromediano; ED=esterno destro; MS=mezzala sinistra.
Rifinitura e finalizzazione: Solitamente sono 3 le soluzioni per rifinire e finalizzare il gioco.
- Lo scarico per Clemenza che, grazie alle sue caratteristiche da trequartista maturate nella Primavera juventina, arretra e si libera sulla trequarti per ricevere lo scarico dall’esterno o dalla mezzala e puntare la porta. Clemenza tra le sue skills ha anche una buona propensione per il tiro dalla distanza o dal limite dell’area.
- sviluppo azione sulla fascia grazie alle avanzate degli esterni, che puntano ad arrivare al traversone verso il centro dell’area, dove si posizionano i due attaccanti e una delle mezzali (solitamente quella più avanzata, citata qualche riga fa).
- Filtrante dell’esterno di centrocampo indirizzato verso il taglio esterno di uno dei due attaccanti (vedi foto).
ED=esterno destro; ATT= attaccante.
FASE DI TRANSIZIONE
Transizioni positive: Sulle transizioni positive l’Ascoli non ha una vera e propria organizzazione. Nel caso in cui c’è spazio il giocatore che riconquista il pallone cerca di avanzare il più possibile, altrimenti scarica sul compagno libero più vicino.
Transizioni negative: Nelle transizione negative i giocatori più vicini alla zona nel quale è stato perso il pallone si occupano di chiudere le linee di passaggio per limitare lo sviluppo dell’azione avversaria.
PUNTI FORTI
- Creando una forte densità in zona centrale del campo non è sempre facile sviluppare l’azione e creare pericoli per gli avversari degli ascolani.
PUNTI DEBOLI
- Il pressing non è organizzatissimo;
- La copertura degli spazi tra le linee di difesa e centrocampo non è sempre impeccabile, lasciando agli avversari spazi in fase di rifinitura;
- In fase di costruzione la manovra non è sempre fluida.