A tutti, grandi e piccini, piacciono le favole, in particolare a Bergamo dove da due anni a questa parte c’è una squadra che trasforma le favole in realtà: questa squadra si chiama Atalanta. Nel calcio, come si sa, nulla è impossibile e da quando sulla sua panchina siede Gian Piero Gasperini non c’è sogno che non possa diventare realtà.
Gian Piero Gasperini, sessant’anni, originario di Grugliasco, con un passato da calciatore, ha iniziato nel 1994 la sua carriera da allenatore nel settore giovanile della Juventus e ci resterà per 9 anni vincendo anche un Torneo di Viareggio con la formazione primavera. Nel 2003 la sua prima esperienza con una prima squadra, il tecnico di Grugliasco siede sulla panchina del Crotone in serie C1 e al primo anno conquista una storica promozione in Serie B, resterà per altre due stagioni alla guida dei Calabresi, intervallate da un esonero. Nel 2006 passa al Genoa in Serie B e alla fine della stagione la sua squadra ottiene il terzo posto e la conseguente promozione in Serie A. Gasperini grazie al suo 3-4-3 fa innamorare i tifosi del grifone, collezionando ottimi risultati e prestazioni, in particolare nel 2009 porta la sua squadra ad ottenere un quinto posto e la storica qualificazione all’Europa League. Resterà alla guida del Genoa fino al novembre del 2010, quando viene esonerato e sostituito da Ballardini. Nel luglio 2011 per Gasperini arriva una grande occasione, diventa allenatore dell’Inter, ma la sua esperienza sulla panchina nerazzurra è breve e negativa, dura infatti solo quattro giornate di campionato, al tecnico è fatale la sconfitta con il neopromosso Novara per 3-1 e il 21 settembre 2011 viene esonerato. Dopo una breve e sfortunata parentesi al Palermo, nel 2013 torna alla guida del Genoa e ci resterà per tre stagioni conquistando anche una qualificazione in Europa League poi revocata (alla società rossoblù non viene concessa la licenza Uefa). Nell’estate del 2016 passa all’Atalanta dove è ancora l’attuale allenatore. È proprio a Bergamo che Gasperini scrive le sue pagine migliori. Dopo un inizio difficile, il tecnico sembra vicino all’esonero, ma la società decide di dargli ancora fiducia, e lui la ripaga iniziando a scrivere una Favola: la squadra ingrana un pareggio e sei vittorie in sette partite, Gasperini punta sul suo marchio di fabbrica la difesa a tre e dà grande fiducia ai giovani, lanciando nel “calcio che conta” i vari Kessiè, Caldara, Spinazzola, Gagliardini e Cristante. A fine stagione l’Atalanta raggiunge uno storico quarto posto che vuol dire Europa League. La stagione appena terminata vede la squadra di Bergamo insegnare calcio in Italia e in Europa, grandi prestazioni frutto di duro lavoro, seria programmazione e grande attenzione al settore giovanile. È infatti da qui che provengono molti “gioielli” della squadra. Nell’ avventura europea, dopo aver vinto il suo girone, l’Atalanta viene eliminata ai sedicesimi di Europa League dal più quotato Borussia Dortmund, mentre raggiunge le semifinali di coppa Italia, eliminata dalla Juventus, e in campionato arriva settima qualificandosi per la prossima Europa League.
I meriti di Gasperini in queste due stagioni sono evidenti: al primo anno il tecnico è stato molto bravo a puntare sui giovani e farli diventare assoluti protagonisti; nella sua seconda annata, nonostante le cessioni eccellenti e gli impegni europei, ha saputo mantenere la sua formazione competitiva, creando altri nuovi giovani talenti e portando la squadra a qualificarsi di nuovo per l’Europa League.
L’Atalanta di Gasperini si caratterizza per la ricerca del bel gioco e per l’intensità e la grinta espressa in campo. I Bergamaschi in questi due anni si sono presentati con diversi moduli, ma costante è rimasta sempre la difesa a 3 e il giocare uomo su uomo a tutto campo. Nella stagione appena conclusa Atalanta si è spesso schierata con modulo di base 3-4-2-1, costituito da una difesa a 3 con difensori grintosi e rocciosi, guidata dal giovane Caldara (ora alla Juventus), centrocampo di corsa e qualità che si concentrano nella figura di Cristante (ora alla Roma), esterni instancabili e sempre pronti a macinar chilometri, due trequartisti fantasiosi e tecnici come “il Papu” Gomez e Ilicic e in attacco soluzioni differenti in base agli interpreti scelti, o la fisicità degli “arieti” Petagna e Cornelius o la rapidità e la classe del giovane Musa Barrow classe 1998.
In fase di possesso il modulo è un 3-2-4-1, con gli esterni che si alzano sulla linea dei trequartisti. In fase di non possesso il modulo si trasforma in un 5-4-1, con gli esterni che si abbassano sulla linea difensiva e con i trequartisti che ripiegano molto verso i centrocampisti.
Questa la formazione iniziale dell’Atalanta nella partita analizzata contro il Torino:
Atalanta modulo 3-4-2-1:
1 Berisha PORT, 3 Toloi DCD, 13 Caldara DC, 28 Mancini DCS; 33 Hateboer ED, 15 De roon CCD, 11 Freuler CCS, 8 Gosens ES; 4 Cristante TRD, 10 Gomez TRS; 99 Barrow ATT.
FASE DI POSSESSO
In fase di possesso l’Atalanta si schiera con il modulo 3-2-4-1, difesa a tre, mentre nella zona mediana due centrocampisti centrali, davanti a loro una linea a 4, con due trequartisti liberi di svariare e due esterni che partono molto larghi e sfruttano il campo in ampiezza, in attacco una sola punta, che spesso tende ad abbassarsi o a spostarsi lateralmente per creare spazi di inserimento centralmente.
COSTRUZIONE
Nei rinvii dal fondo la costruzione bergamasca è principalmente alta, cercano di indirizzare i lanci lunghi nella zona di centro destra, dove stazionano i giocatori più fisici. Esclusi i rinvii la costruzione atalantina è principalmente bassa, la prima palla passa da uno dei tre centrali difensivi, che spesso utilizzano una guida strategica di palla per attirare gli avversari e creare una linea di passaggio. In corrispondenza di questa tipologia d’impostazione della manovra, un centrocampista centrale a turno si abbassa sulla linea difensiva per ricevere.
SVILUPPO
In fase di sviluppo del gioco la dislocazione è quella di un 3-2-4-1. Lo sviluppo inizia nella parte mediana del campo, con i tre centrali difensivi che cercano i centrocampisti centrali. Quando uno dei centrocampisti centrali riceve palla intorno a lui i compagni formano una specie di esagono, fornendogli così numerose soluzioni di giocata.
I centrocampisti ed i trequartisti spesso ruotano di posizione tra loro e sono molto bravi ad inserirsi in fase offensiva.
Spesso in fase di sviluppo dell’azione di gioco, da centrocampo cercano di sfruttare le catene laterali, utilizzando entrambe le corsie tramite cambi di gioco, sovrapposizioni e interscambi. Quando il gioco si sviluppa sulle fasce progredisce tramite la formazione di triangoli e rombi mobili che forniscono al portatore di palla, in maniera dinamica, soluzioni in appoggio e in profondità.
RIFINITURA E FINALIZZAZIONE
In fase di rifinitura i Bergamaschi cercano spesso uno dei due trequartisti, che si accentra e cerca di ricevere palla tra le due linee. Protagonista di questo tipo di giocata è anche la punta, che solitamente si abbassa per ricevere tra le due linee e servire gli inserimenti dei trequartisti e dei centrocampisti. Uno degli strumenti principali di rifinitura dell’Atalanta è dato dai cross: entrambe le fasce vengono utilizzate per questo tipo di giocata, e i Bergamaschi attaccano l’area con almeno quattro uomini pronti a liberarsi dalle marcature con tagli e fuori-linea. I nerazzurri ricorrono spesso al tiro dalla distanza e i suoi giocatori più tecnici, Gomez e Ilicic, sono molto abili nei dribbling e nell’uno contro uno.
In fase di finalizzazione gli uomini di Gasperini utilizzano spesso triangolazioni e uno-due, sia nelle corsie laterali, sia nella zona centrale del campo, per attaccare la profondità e sfruttare al meglio gli inserimenti senza palla di centrocampisti e trequartisti.
FASE DI NON POSSESSO
In fase di non possesso Atalanta si schiera con un 5-4-1, con gli esterni che si abbassano sulla linea difensiva, i trequartisti ripiegano verso i centrocampisti centrali. Sia gli esterni che i trequartisti convergono molto centralmente facendo densità, ma lasciando spazi in ampiezza agli avversari.
PRIMA PRESSIONE
In fase di non possesso l’Atalanta tende a fare pressing molto alto giocando a uomo a tutto campo. Uno dei principi generali di Gasperini è quello di difendere in maniera aggressiva e recuperare il prima possibile palla, per far questo utilizza marcature a uomo a tutto campo. Questa estrema aggressività è bilanciata dalla costante ricerca di superiorità numerica in fase difensiva. Se la costruzione avversaria dal fondo, al contrario, non passa dal basso ma è diretta, i bergamaschi tendono a cercare di fare densità nella zona dove viene indirizzata la palla.
DIFESA BASSA
Nella propria metà campo l’Atalanta difende con un 5-4-1. I trequartisti ripiegano molto verso i centrocampisti. In fase di non possesso nella zona mediana del campo i nerazzurri giocano scaglionati ed eseguono spesso il marco e copro. Gli spazi liberi concessi si concentrano tra le due linee ma soprattutto sulle corsie laterali, dal momento che gli esterni convergono molto verso i tre centrali difensivi: questo concede spazi sulle fasce e fa sì che la compagine bergamasca si trovi a soffrire le sovrapposizioni e la superiorità avversaria nelle catene laterali. A queste debolezze cercano di ovviare, applicando i raddoppi sul lato forte con l’aiuto dei centrocampisti e dei trequartisti che ripiegano molto in fase difensiva.
LINEA DIFENSIVA
Stile difensivo a uomo su uomo a tutto campo. Quando la palla è sugli esterni, i centrali difensivi eseguono la diagonale corta. Generalmente la squadra di Gasperini dimostra una buona reattività nell’attaccare la seconda palla.
TRANSIZIONE POSITIVA
Ricerca immediata della giocata in profondità, sia centralmente che sulle fasce, attraverso immediate triangolazioni tra la punta e i trequartisti. I bergamaschi possono essere molto pericolosi in transizione offensiva.
TRANSIZIONE NEGATIVA
Una volta persa palla si cerca subito la riaggressione. In transizione negativa concedono spazi sulle corsie laterali.
PALLA INATTIVA
–A FAVORE: i calci d’angolo vengono battuti da entrambi i lati dal “Papu” Gomez. La formazione bergamasca può essere molto pericolosa su palla inattiva e cerca di utilizzare dei blocchi per liberare i suoi saltatori migliori. La formazione orobica può essere pericolosa anche su calcio piazzato, vista la presenza in rosa di ottimi tiratori, su tutti spiccano Gomez con il destro e Ilicic con il mancino
–CONTRO: la squadra di Gasperini su palla inattiva marca a uomo. Nei calci d’angolo mettono un calciatore a protezione del primo palo. Nelle punizioni laterali tendono a tenere la linea difensiva alta.
CONCLUSIONE
In questi anni l’Atalanta è passata da squadra rivelazione a solida realtà del calcio italiano, questo grazie al lavoro e alla programmazione della società e ai principi tattici di Gian Piero Gasperini, che ha saputo costruire un gruppo coeso sempre pronto a lottare su ogni singolo pallone, dimostrando che con il duro lavoro si possono realizzare risultati importanti. Il tecnico di Grugliasco ha saputo esaltare le caratteristiche dei suoi giocatori, valorizzandoli tutti al massimo, esaltando le doti tecniche tramite un gioco propositivo e grazie all’utilizzo di triangolazioni, uno-due, ricerca della superiorità numerica e attacco della profondità.
I punti deboli della squadra bergamasca sono le transizioni negative, gli spazi concessi sulle corsie laterali e la tenuta atletica. Il calcio proposto da Gasperini è infatti molto dispendioso per la continua aggressività richiesta alla squadra e la costante ricerca di giocare a uomo a tutto campo, questo alla lunga ha penalizzato le prestazioni fisiche della squadra visto che è stata impegnata su tre fronti.
L’Atalanta e Gasperini si apprestano ad iniziare la stagione sportiva 2018/19 con grande entusiasmo e non ponendosi troppi limiti sia in campionato, dove lo scopo è quello di lottare per raggiungere la qualificazione all’Europa League, sia nella competizione europea dove l’obbiettivo è quello di andare il più avanti possibile e dimostrare ancora una volta a tutti che non si è mai troppo grandi per continuare a sognare e dalle parti di Bergamo questo ormai lo sanno bene.