Analisi realizzata da Alessandro Rosa, Match Analyst associato AIAPC, abilitato presso il Corso Football Match Analyst – LongoMatch Certification: https://www.elitefootballcenter.com/prodotto/longomatch-fast-track/
INTRODUZIONE
L’Atalanta sta vivendo sicuramente uno dei periodi più rosei della sua ultracentenaria storia, infatti, dopo anni di disperate lotte per rimanere in Serie A, la squadra bergamasca sta riuscendo nell’impresa di imporsi come una delle prime della classe nel nostro campionato ed il merito di tutto ciò lo si deve principalmente ad un grande allenatore: Gian Piero Gasperini. In tre anni, il tecnico piemontese è riuscito a portare la sua squadra ad ottenere una qualificazione in Europa League, una ai preliminari di Europa League e una storica qualificazione alla fase a gironi di Champions League. In questo triennio l’Atalanta ha compiuto un grandissimo e veloce percorso di evoluzione, sfornando moltissimi talenti dal proprio settore giovanile dal quale è riuscita a ricavare elevate plusvalenze; quest’anno, però, la Dea è chiamata a fare il difficile passo di riconfermarsi per dimostrare di essere una solida realtà del nostro calcio e a provare ad ottenere anche importanti risultati a livello europeo.
L’inizio di stagione ha riconfermato quelle che erano le ottime abitudini dell’Atalanta, cioè un calcio molto propositivo ed offensivo, che le ha permesso di ottenere temporaneamente il primato di miglior attacco della Serie A. Per quanto riguarda i risultati, la squadra Orobica si trova nelle zone alte della classifica a ridosso della zona Champions, mentre in campo europeo ha compiuto un vero e proprio miracolo sportivo riuscendo ad ottenere il pass per gli ottavi di Champions League a seguito di un girone di andata molto stentato in cui non era riuscita ad ottenere nemmeno un punto.
La partita analizzata è Shakhtar Donetsk-Atalanta, match in cui i ragazzi di Gasperini sono riusciti a vincere per ben 3 reti a 0 nel difficile campo ucraino e ad ottenere la qualificazione per il turno successivo di Champions League, complice anche la vittoria del Manchester City contro la Dinamo Zagabria.
L’Atalanta si è disposta in campo con un sistema di gioco di tipo 3-4-2-1, con Pasalic e Gomez dietro l’unica punta Muriel; il quartetto di centrocampo era invece composto da Castagne, De Roon, Freuler e Gosens davanti alla difesa a tre formata da Djmsiti, Palomino e Masiello, in porta Gollini. La squadra ucraina ha risposto, invece, con un sistema di gioco di tipo 4-2-3-1, con Moraes prima punta davanti al terzetto di centrocampo avanzato composto da Tete, Kovalenko e Taison, nella zona mediana del campo si è disposta la coppia formata da Patrick e Stepanenko; la difesa a 4 era composta da Dodo, Krivtsov, Matvienko e Ismaily, in porta Pyatov.
Tabellino
Shakhtar Donetsk-Atalanta 0-3
- Arbitro: Felix Zwayer (Germania).
- Gol: 66′ Castagne (A), 80′ Pasalic (A), 94′ Gosens (A).
- Espulsi: 77′ Dodo (S).
- Sostituzioni: 59’ Marlos (Tete), 61’ Malinovskyi (Masiello), 71’ Solomon (Kovalenko), 71’ Ibanez (Muriel), 90’ Hateboer (Gomez).
- Ammoniti: Alan Patrick (S), Dodo (S), Muriel (A), Freuler (A), Hateboer (A).
- Note: Recupero 2’+ 5′.
FASE DI POSSESSO
In fase di possesso l’Atalanta si dispone in campo con un modulo di tipo 3-5-1-1, con Pasalic che rimane sulla linea dei centrocampisti e lascia davanti a sé Gomez, libero di svariare su tutta la trequarti offensiva.
Al momento dell’ingresso in campo di Malinovskyi, Pasalic ha arretrato la sua posizione, mentre De Roon si è spostato sulla linea difensiva. Successivamente, con l’ingesso di Ibanez, De Roon è tornato a centrocampo con il conseguente avanzamento di Pasalic e Gomez, quest’ultimo rimasto prima punta.
Costruzione: l’Atalanta predilige una costruzione dal basso in cui uno dei difensori, specialmente Palomino, riceve palla dal portiere e successivamente scarica su uno dei centrocampisti centrali. In questo momento uno dei centrocampisti arretra sulla linea difensiva permettendo così l’avanzata di uno dei difensori.

Proprio per questo motivo, l’Atalanta predilige l’uso di difensori dotati di buone capacità atletiche, specialmente di velocità, perché in caso di errore in fase di avvio dell’azione devono essere molto rapidi a recuperare la posizione. Nel caso in cui l’appoggio su un centrocampista centrale non è possibile a causa del forte pressing avversario, il difensore effettua un lancio per gli esterni, i quali sono molto abili a trovare spazio e liberarsi della marcatura.
Sviluppo: la scaglionatura del centrocampo è molto accentuata; un trequartista arretra per ricevere palla e portare con sé il marcatore avversario in modo da liberare spazio sulla trequarti per l’avanzata degli esterni, questi ultimi hanno il compito di ricevere palla per poi cercare lo scambio con un centrocampista oppure direttamente con la punta e di attaccare la profondità. Così facendo, l’Atalanta porta moltissimi uomini nella metà campo avversaria creando molta densità.
Rifinitura: la squadra di Gasperini predilige lanci per l’esterno che ha attaccato la profondità, oppure, nel caso in cui gli avversari abbiano lasciato spazi tra il centrocampo e la difesa, vanno a cercare un trequartista in questa zona. A volte è la punta stessa che, invece di attaccare la profondità, rientra per offrire un appoggio al compagno. In quest’ultimo caso, uno dei trequartisti effettuerà una sovrapposizione per attaccare l’area.
Finalizzazione: la squadra Orobica effettua dagli esterni molti cross bassi e tesi in mezzo. All’interno dell’area crea infatti una grande densità con l’inserimento dei 2 trequartisti, della punta e di un centrocampista. Per sorprendere le difese avversarie vengono effettuati anche molti cross lunghi a cercare direttamente il taglio dell’esterno opposto. Anche Gomez crea molta pericolosità quando riceve palla fuori area, essendo dotato di ottime capacità balistiche, molte volte prova la conclusione diretta in porta.

TRANSIZIONI POSITIVE
Durante le fasi iniziali e centrali della partita l’Atalanta, appena recuperata palla, cerca un contropiede veloce attraverso lanci per gli esterni oppure per la punta, mentre, nelle fasi finali di primo e secondo tempo, causa la stanchezza, preferisce consolidare il proprio possesso e compiere una costruzione più lenta.
FASE DI NON POSSESSO
Durante la fase di non possesso l’Atalanta si dispone con un modulo di tipo 5-3-2, in cui gli esterni di centrocampo arretrano sulla linea difensiva, un trequartista torna a centrocampo e in zona più avanzata rimangono la punta e un trequartista, solitamente Gomez. Da notare è la grande aggressività con cui gli uomini di Gasperini effettuano questa fase di gioco.
Questo modulo di gioco durante la partita è stato cambiato al 71’ con l’ingresso in campo di Ibanez, diventando un 5-4-1.
1°azione difensiva: la Dea compie un fortissimo pressing con tutta la squadra che si muove in funzione del portatore di palla avversario, compresi i difensori che in caso di necessità arrivano anche oltre la metà campo.

Difesa/centrocampo: in difesa viene effettuata una mercatura a uomo, con uno dei difensori che si stacca per dare pressione su un centrocampista avversario. Gli esterni che convergono in difesa si accentrano molto, lasciando così però ampi spazi sulle corsie laterali. Il centrocampo invece attua una copertura in modo scaglionato.
TRANSIZIONI NEGATIVE
Perso il possesso, il primo obiettivo dell’Atalanta è quello di ricompattarsi il più velocemente possibile. Il difensore che aveva alzato la propria posizione durante la fase di costruzione ritorna e gli esterni si accentrano per creare densità. Successivamente viene ricercato con grande aggressività un veloce recupero del possesso.
CONCLUSIONI
Questa Atalanta di Gasperini è sicuramente una squadra molto organizzata che interpreta al meglio il gioco voluto dal suo allenatore. Si può individuare come suo punto di forza principale la capacità di non dare punti di riferimento agli avversari, inoltre, ha la capacità di avere sempre a disposizione più soluzioni in fase offensiva. Ciò che stupisce però, è la grande duttilità dei giocatori, infatti, da partita a partita e durante la partita stessa, accade frequentemente che i giocatori si trovino ad eseguire ruoli diversi dai loro “naturali”. Nonostante ciò, riescono ad interpretarli al meglio. Quest’ultimo aspetto è segno di come l’allenatore è riuscito a trasmettere la sua mentalità e le sue idee di gioco ai giocatori in modo eccellente.
Un suo punto debole, invece, è il contropiede avversario. Se l’avversario è abile a saltare la prima linea di pressione con un dribbling o un passaggio, molto spesso la difesa bergamasca si trova in inferiorità numerica ed è costretta a fare fallo.
Se questa squadra riuscirà a continuare questo percorso di crescita intrapreso e ad acquisire esperienza avrà ancora molto da dire sia nel campionato italiano sia in campo europeo, sorprendo sempre di più.