Tra le compagini europee che da anni dominano nel proprio campionato nazionale figura senz’altro il Basilea di Urs Fischer, tecnico svizzero classe ’66, originario di Triengen (cantone lucernese) che da due anni siede sulla panchina dei renani.
I numeri del Basilea nel campionato svizzero negli ultimi anni sono spaventosi. Otto campionati vinti consecutivi (dal 2009-2010) e nove trionfi negli ultimi dieci anni, arricchendo tutto ciò anche con quattro double, cioè vittoria anche della coppa svizzera (2007-2008, 2009-2010, 2011-2012, 2016-2017).
Le statistiche di questo ultimo campionato svizzero appena concluso sono impietose per tutti gli avversari del Basilea, che con 86 punti in 36 partite ha vinto la Super League rifilando ben 17 punti alla seconda classificata (Young Boys). Miglior attacco con 92 gol fatti (oltre venti in più rispetto alla seconda), e migliore difesa con 35 gol subiti (nove in meno rispetto alla seconda).
Un campionato giocato a sè sin dalle prime battute, dove già dopo otto giornate il vantaggio sulle seconde (il trio Young Boys, Lucerna, Lugano)aveva già raggiunto 11 punti, diventati poi 13 la giornata successiva. Una partenza sprint segnata da nove vittorie consecutive, praticamente tutta la prima fase della Super League.
Il sistema di gioco base è un 4-2-3-1.
Vaclik tra i pali, Lang terzino destro e Traore terzino sinitro, i due centrali difensivi sono Akanji e Souchy. In mediana troviamo Xhaka e Zuffi, mentre a supporto dell’unica punta Doumbia (capocannoniere della squadra e della Super League con 20 reti) ci sono il capitano Delgado, con Steffen a sinistra e Elyonoussi a destra.
I numeri che catturano le attenzioni sono senz’altro le 20 reti di Doumbia, ma anche le 13 di Marc Janko (giocatore che spesso è subentrato a partita in corso), per arrivare ai 13 assist e 10 gol di Elyonoussi e le 9 segnature stagionali del terzino destro Michael Lang. E sono proprio i numeri di quest’ultimo, tornante anche della nazionale svizzera, quelli maggiormente curiosi e tra poco analizzeremo il perchè.
PARTITA ANALIZZATA: Basilea – Sion (Finale Coppa Svizzera) 25-05-2017
FASE DI POSSESSO
Uno dei punti di forza di questa squadra è che possiede svariate soluzioni per poter provare a mettere in difficoltà l’avversario. Quando costruiscono l’azione dal basso la maggior parte delle volte (soprattutto nel primo tempo) è Xhaka il giocatore sulla mediana che cerca di farsi vedere nella zona luce per dettare il passaggio ad uno dei centrali.
Se in quel caso non si trovano compagni liberi smarcati per un passaggio facile, ecco che viene incontro per dettare il passaggio il centroavanti Doumbia.
Una soluzione differente porta il capitano Delgado, vero uomo a tuttocampo della squadra, ad abbassarsi a ricevere palla dai centrali di difesa, lasciando cosi liberi Xhaka e Zuffi di andare a supporto di Doumbia, Steffen ed Elyounossi.
In questi casi il Basilea porta addirittura sette uomini nella tre quarti avversaria (i due terzini a dare la massima ampiezza, i due mediani, le due ali offensive e la punta).
Altra opzione nella costruzione dell’azione è il lancio verso il terzino che si spinge in proiezione offensiva.
In questo caso il difensore centrale con maggiori compiti di impostazione grazie ai piedi più educati (Suchy) alza la testa e a memoria lancia la sfera in profondità sulla corsia di destra dove è certo di trovare Lang. I terzini che si spingono in avanti sono una vera a propria costante della squadra di Urs Fischer, non solo in fase di costruzione del gioco per dare ampiezza ma anche in fase di sviluppo del gioco per dare sostegno alla manovra, portandoli addirittura a finalizzare l’azione in qualità di attaccanti aggiunti.
Quando invece i difensori non hanno soluzioni immediate per far partire l’azione passando dal centrocampo, viene cercata la verticalizzazione immediata verso la punta centrale (Doumbia), sfruttandone la fisicità. In questo caso la punta centrale ha il compito di fare da sponda per il compagno più vicino, che a sua volta cerca una rifinitura veloce o per la punta stessa – che dopo aver fatto la sponda attacca la profondità – o per l’attaccante esterno.
FASE DI NON POSSESSO
In questa partita contro il Sion, schierato in campo con un 4-3-3, con il risultato ancora fermo sullo zero a zero, si è potuto notare come in fase di non possesso i due esterni alti (Elyonoussi e Steffen) vanno a effettuare una pressione sui terzini avversari, in contemporanea i due mediani (Zuffi e Xhaka) seguono le due mezz’ali del Sion, mentre i terzini (Lang e Traore) seguono come un’ombra i due attaccanti esterni avversari, rispettivamente Constant e Akolo.
Quando invece gli uomini di Urs Fischer riescono a portarsi in vantaggio, si posizionano con un 4-4-2, dove la pressione per la riconquista della palla diviene meno esasperata e ci si occupa perlopiù di una copertura degli spazi, in cui solo Delgado e Doumbia sono esentati da compiti di sacrificio, a differenza dei due esterni offensivi (Elyonoussi e Steffen) che invece rientrano sulla linea dei centrocampisti.
TRANSIZIONE OFFENSIVA
Appena riconquistata palla i renani ripartono molto velocemente cercando di portare più uomini possibili ad attaccare lo spazio che si è venuto a creare. Verticalizzazione immediata a cercare la punta, che a sua volta cerca di effettuare una sponda di prima intenzione per un compagno che viene a rimorchio, quasi sempre Delgado (come già spiegato durante lo sviluppo del gioco), che a quel punto ha il compito di innescare i compagni che stanno arrivando per sostenere la transizione. Nella partita analizzata è embletica l’immagine a fine transizione che ha portato la squadra di Fischer a concludere l’azione con ben sei giocatori nei pressi dell’area di rigore avversaria nonostante il punteggio fosse già a loro favore per due reti a zero.
TRANSIZIONE DIFENSIVA
Quando perdono palla, i renani cercano solitamente di riconquistarla nel più breve tempo possibile. Nei casi di palla scoperta, la squadra cerca di scappare coi difensori a protezione della porta ed effettuare un tentativo di recupero palla o di disturbo con l’uomo più vicino al giocatore in possesso palla.
Nei casi in cui la palla viene invece persa nella tre quarti offensiva, il tentativo degli uomini di Fischer è quello di effettuare immediatamente una riaggressione al portatore palla con tutti quei giocatori a lui vicini, cercando cosi una superiorità numerica in quella zona di campo.
La volontà è quella di riconquistare velocemente il possesso della sfera, obbligando l’avversario ad una giocata veloce e approssimativa.
Concetto evidentissimo in questo caso negli ultimi quindici metri avversari, in cui il giocatore appena ricevuto il pallone viene costretto a buttarlo in avanti alla cieca, a seguito di una riaggressione esasperata dei rosso-blu, con ben quattro uomini in zona palla pronti a pressare e a togliere tutte le linee di passaggio più semplici all’avversario.
IN CONLUSIONE
Il Basilea quando deve costruire e sviluppare il proprio gioco non ha un concetto esasperato nel cercare immediatamente il mediano che viene a posizionarsi tra i centrali a svolgere una funzione da regista. Se la giocata non è sicura, si opta tranquillamente per altre soluzioni, e questo è senz’altro un loro punto di forza: dalla verticalizzazione per Doumbia che fa la sponda al lancio in profondità sulle corsie laterali per i terzini. Durante lo sviluppo del proprio gioco, i campioni di Svizzera non si preoccupano dei rischi che potrebbero correre portando molti uomini ad accompagnare la manovra. Abbiamo visto anche sette uomini sopra la linea della palla. Solo i due centrali difensivi e un centrocampista rimangono in una posizione di protezione della propria zona. Quello che traspare è una squadra molto sicura di sè e della sua superiorità nei confronti dell’avversario. Non perde mai la pazienza, neppure come in questa partita col Sion, dove l’avversario attua una tattica di copertura degli spazi con tutti gli effettivi in fase di non possesso. I renani rimangono convinti di essere in grado di trovare la giocata giusta entro il novantesimo minuto. La chiave dei successi di questa stagione, cosi come quella degli ultimi anni di dominio all’interno dei confini elvetici, è senz’altro una supremazia nei confronti degli avversari sia sotto un profilo tecnico (i giocatori migliori del campionato elvetico militano nella maggior parte nel Basilea), che sotto un profilo tattico (la squadra è sempre ben preparata tatticamente con idee sempre chiare sia in fase di possesso che di non possesso). L’unico punto debole che può essere attribuito al Basilea è la difficoltà eccessiva nello sbloccare il risultato contro una squadra che possiede una fase difensiva ben organizzata. Nella partita analizzata i renani hanno trovato il vantaggio sfruttando un infortunio del difensore avversario, sbloccando così una partita che fino a quel momento era bloccata sullo zero a zero. I campioni della Super League svizzera potrebbero trovarsi in difficoltà contro formazioni che uniscono un’ ottima organizzazione difensiva a ripartenze rapide sfruttando gli spazi che i giocatori renani lasciano alle proprie spalle quando si sbilanciano con sei o sette uomini in proiezione offensiva.