Avevamo lasciato la Seleçao in piena crisi e ferocemente criticata dopo l’eliminazione contro il
Perù nella Coppa America tenutasi negli Stati Uniti nel giugno del 2016.
In seguito a quella debacle, per sostituire Carlos Dunga è stato scelto come commissario tecnico
Adenor Leonardo Bacchi detto Tite.
L’ex attaccante brasiliano alla guida del Corinthians ha conquistato nel 2012 la Coppa Libertadores
e il Mondiale per club battendo il Chelsea prima di concedersi un anno sabatico per dedicarsi allo
studio del calcio moderno: ha rifiutato numerose offerte, si è recato a guardare le partite del
campionato del mondo 2014 in Brasile e ha fatto visita ai centri di allenamento dell’Arsenal e del
Real Madrid di Carlo Ancelotti. In seguito è tornato alla guida del Timão per il campionato 2015.
La stagione si è conclusa con un nuovo successo nel campionato nazionale, il secondo personale
nonché il migliore in termini di rendimento stagionale nella storia della competizione.
Tite ha optato per lo schema che ha portato il Corinthians a vincere il titolo nel 2015: il 4-1-4-1
scegliendo giocatori che si adattano al modulo.
Quando gli domandano come ha fatto a riportare i verdeoro al posto che loro compete, la risposta
è disarmante: “Ho messo i calciatori nel ruolo che di solito occupano nel club”.
In porta troviamo Alisson, portiere che quest’anno è diventato titolare anche con la Roma.
La linea difensiva è composta dai terzini di spinta Dani Alves a destra e Marcelo a sinistra e dai
centrali Miranda e Marquinhos, il primo più esperto e il secondo un giovane talento.
Come alternative il tecnico utilizza soprattutto Filipe Luis o Alex Sandro al posto di Marcelo e
Thiago Silva come prima alternativa al ruolo di centrale.
Casemiro è diventato il perno davanti alla difesa mentre la linea dei 4 trequartisti è composta da
Coutinho a destra, libero di accentrarsi e creare gioco, Neymar a sinistra, ruolo a lui più congeniale
e che gli permette di essere più pericoloso. La zona centrale è occupata da Renato Augusto e
Paulinho, abituati a lavorare con Tite già ai tempi della loro permanenza nel Corinthians.
Le alternative maggiormente utilizzate sono Fernandinho come perno davanti alla difesa ma in
grado di giocare anche come mezzala e Willian nel ruolo di trequartista a destra al posto di
Coutinho. La prima punta è Gabriel Jesus, bomber del Manchester City ed esploso anche in
nazionale, o in alternativa Firmino, in forza al Liverpool.
Dall’arrivo di Tite la nazionale si è trasformata: ha dominato il girone di qualificazione per i
prossimi mondiali staccando il “pass” con 4 giornate di anticipo e ottenendo, dal suo arrivo,
10 vittorie e 2 pareggi, un ruolino di marcia impressionante condito da 30 reti segnate e solamente
3 subite e da una striscia di 9 vittorie consecutive.
In questa analisi si cercherà di mettere in evidenza alcune costanti tattiche del gioco prendendo
spunto anche dalla partita vinta contro l’Argentina.
In fase di possesso i terzini spingono sulle fasce alla ricerca delle sovrapposizioni e dei cross,
favoriti anche dal movimento ad accentrarsi di Neymar e Coutinho.
Casemiro, o in alternativa Fernandinho, resta a protezione della difesa permettendo alle due
mezzali di partecipare attivamente alla fase offensiva.
Nella figura seguente è rappresentata la rete di passaggi relativa alla partita presa in esame: si può
notare come siano marcate le combinazioni lungo le due catene laterali: a destra con
Dani Alves e Coutinho coadiuvati in questo caso da Renato Augusto e a sinistra con Marcelo che
cerca frequentemente Neymar o si appoggia a Paulinho.
In fase di non possesso la squadra si ricompatta nel classico 4-1-4-1 con Casemiro (o
Fernandinho in questo caso) che si mantiene davanti alla difesa per controllare i movimenti dei
trequartisti avversari tra le linee e con gli esterni alti che ripiegano in aiuto ai terzini.
Quando l’azione si sviluppa nella trequarti difensiva, il solo Jesus rimane alto in smarcamento
preventivo in modo da farsi trovare pronto per l’eventuale ripartenza.
Fase di possesso
Costruzione
La costruzione del gioco avviene prevalentemente dal basso con Miranda che si allarga a sinistra,
Marquinhos sul centro destra e Dani Alves più avanzato e largo a destra pronti a far partire
l’azione. Marcelo si alza sulla fascia sinistra mentre Casemiro e una delle mezz’ali si abbassano per
dare più alternative di passaggio cercando di mettersi in zona luce per avviare l’azione.
Per far ripartire l’azione più velocemente viene spesso utilizzato da Alisson anche il lancio lungo
con le mani alla ricerca soprattutto dei terzini che si alzano fin quasi a centrocampo.
Sviluppo
In fase di sviluppo di azione, fondamentale è la presenza di almeno tre giocatori in zona palla: i
due laterali si muovono con una mezzala vicino e Casemiro scivola tra i due centrali di difesa per
dare (o avere) un’opzione di passaggio. Il gioco è orientato sui giocatori vicini all’uomo con la palla
che deve sempre avere almeno due opzioni di passaggio.
Si cerca sempre il fraseggio con palla a terra per trovare spazio tra le linee velocizzando, quando
possibile, il gioco con passaggi di prima anche col tacco in modo da sorprendere l’avversario.
Per scardinare le linee di pressione ci si affida alle giocate dei due fantasisti esterni Neymar e
Coutinho che si abbassano per ricevere palla e cercano di creare superiorità numerica andando all’
uno contro uno o mediante triangolazioni con i compagni di reparto.
Altra giocata ricercata è il movimento incontro di Gabriel Jesus, pronto a ricevere palla muovendo
la difesa avversaria e a fare da sponda per gli inserimenti in velocità degli esterni, come in
occasione del secondo gol di Neymar.
Rifinitura
Sulla trequarti avversaria la costante è lo sbocco sulla fascia laterale per arrivare poi al cross in
area e sfruttare anche le doti di inserimento e senso del gol di Renato Augusto e Paulinho.
I terzini si sovrappongono sfruttando il movimento ad accentrarsi di Neymar e Coutinho, sostenuti
dalla mezzala di zona. Altra giocata ricercata in rifinitura è il passaggio filtrante sul taglio di Jesus,
effettuata prevalentemente da Neymar dopo una delle sue continue accelerazioni o dopo uno
degli ennesimi duelli uno contro uno.
Zona laterale
La squadra, come detto, utilizza molto le fasce laterali con sovrapposizioni dei terzini e con le
triangolazioni che a Tite stanno molto a cuore e sono alla base del suo gioco: Renato Augusto con
Marcelo e Neymar a sinistra, Paulinho con Daniel Alves e Coutinho a destra.
Finalizzazione
In fase di finalizzazione la squadra si affida molto all’estro e alla fantasia di Neymar e Coutinho.
Il primo è diventato quello che Tite chiama “galleggiante”: uomo che parte lontano dalla porta ed
è difficile da marcare per i difensori: viene incontro centralmente a prendere palla e svaria da un
lato all’altro del campo scambiandosi di posizione con Coutinho. In alcuni frangenti i due fantasisti
giocano vicini per dialogare sullo stretto e sfruttare le loro doti tecniche anche nei tiri dal limite
dell’area, come nell’ occasione che porta al primo gol dell’incontro.
Sfruttata parecchio è la zona laterale con cross e traversoni per cercare gli inserimenti anche delle
mezzali, in modo particolare di Paulinho, autore di ben 6 reti nelle qualificazioni.
I terzini o Neymar provano spesso anche l’attacco diretto sfruttando i movimenti di Gabriel Jesus
in attacco alla profondità o tagliando per ricevere palla dietro la linea di difesa avversaria.
Transizioni positive
In questa fase è fondamentale il lavoro di Paulinho e Renato Augusto che riescono ad abbinare
quantità e qualità velocizzando la manovra e permettendo alla squadra di ribaltare l’azione in
maniera repentina spostando 6/7 giocatori dalla fase difensiva a quella offensiva.
Si va alla ricerca della transizione veloce sfruttando la tecnica in velocità e le doti di velocista palla
al piede di Neymar e di Coutinho.
Fase di non possesso
In fase di non possesso la squadra si dispone con un 4-1-4-1 e si utilizza la marcatura a zona.
Fondamentale è il ruolo di Casemiro, deputato a chiudere i varchi lasciati liberi dai compagni
rimasti in avanti e primo nelle statistiche di squadra sia per recuperi palla che per duelli aerei vinti.
Gli esterni alti Neymar e Coutinho ripiegano in aiuto ai terzini.
In genere la squadra effettua una pressione offensiva coprendo le linee di passaggio per
costringere il portiere al rinvio lungo in modo da cercare una rapida riconquista della palla.
Con la squadra avversaria in possesso a centrocampo, la pressione diventa più aggressiva: sul lato
destro si alza Paulinho in pressione alta mentre Coutinho rimane in copertura sull’esterno.
Nella partita in esame Tite dimostra di essere un tecnico pragmatico quando, dopo venti minuti
circa, inverte le posizioni di Renato Augusto e Paulinho: spostando quest’ultimo nella zona di
Messi sfrutta le sue maggiori doti di marcatura e aggressività rispetto al compagno per controllare
meglio l’avversario più pericoloso.
Transizioni negative
Quando la squadra perde il possesso della palla cerca subito la riaggressione per la riconquista
immediata portando più giocatori in zona palla.
Questo anche per rallentare l’azione avversaria e permettere il rientro soprattutto dei terzini
rimasti alti, cosa che non sempre riesce bene soprattutto da parte di Marcelo.
Punti di forza e debolezza
L’arrivo di Tite sulla panchina verdeoro ha rilanciato alcuni giocatori come Paulinho, finito nel
campionato cinese e che ora si è ripreso il calcio che conta approdando al Barcellona e ne ha
lanciati definitivamente altri come Gabriel Jesus, che ha stregato anche Guardiola al Manchester
City. La difesa è diretta con personalità da Miranda, in grado anche di impostare il gioco senza far
perdere qualità alla manovra. La crescita dei singoli, unita alla grande organizzazione tattica e
all’equilibrio garantito da Casemiro e dalle mezzali, hanno portato il Brasile a diventare una
nazionale alla quale è difficile segnare. Un punto di debolezza, invece, potrebbero rivelarsi le palle
inattive: dei 5 gol subiti, 3 vengono da azione da corner o da calcio piazzato.
La marcatura a zona pura adottata non sempre riesce bene e un altro punto da sfruttare è
l’attacco in ampiezza in transizione, per cercare di approfittare dei ripiegamenti non sempre veloci
dei terzini.