INTRODUZIONE
La squadra a disposizione di Rolando Maran per la stagione in corso (2016/2017) ricalca quella della stagione appena conclusa, uniche novità Sorrentino e De Guzman.
Il Chievo Verona non è una squadra che fa delle doti tecniche una propria virtù, bensì una squadra che conosce bene i propri limiti e che fa dell’intensità e della dedizione in campo la propria arma vincente.
Maran, infatti, può fare affidamento su giocatori rodati e di esperienza: i veneti sono la squadra con l’età media (31 anni nell’undici tipo) più alta del nostro campionato.
FDP
I clivensi si schierano solitamente con il 4312, con l’11 tipo rappresentato qui sotto:
In fase di costruzione i 4 difensori guadagnano campo pazientemente, aspettando l’attimo giusto per la verticalizzazione, mentre il mediano (Radovanovic) è sempre pronto ad offrire l’appoggio ai propri compagni.
Non è un caso che il serbo sia il giocatore del Chievo con il maggior numero di passaggi nei 90 minuti (59.3).
Questo dato però non ci deve trarre in inganno, Radovanovic infatti non è il regista della squadra, i palloni vengono smistati da altri giocatori, su tutti Dainelli e Birsa.
Su quest’ultimo ci sono da fare un paio di considerazioni.
Birsa è un elemento imprescindibile per il Chievo, essendo il giocatore con il tasso tecnico più elevato, lo sloveno diventa il catalizzatore della manovra offensiva; con la sua grande libertà di movimento svaria per tutta la metà campo avversaria, ricevendo palloni dai compagni e ricercando l’ultimo passaggio, ma se la situazione lo richiede arretra la sua posizione e si trasforma in un vero e proprio regista basso.
– Birsa è il giocatore che fa cambiare volto al rombo iniziale; in base ai suoi movimenti in campo la figura geometrica muta, passando da rombo a quadrilatero, dove almeno una delle 2 mezz’ali è sempre più avanzata –
Il Chievo Verona è una squadra che esprime principi di gioco basilari: l’uso del rombo di centrocampo, che per sua natura è scaglionato (cioè disposto su più linee di gioco), sommato alla mobilità delle mezz’ali e del trequartista, elimina i punti di riferimento agli avversari e di conseguenza aumenta le soluzioni di passaggio del portatore, che avrà quindi maggiori possibilità di sviluppare il gioco in varie zone del campo.
La verticalizzazione è il leitmotiv di questa squadra, necessaria sia per conquistare spazio in avanti sia per rendersi pericolosa in zona gol.
Se gli avversari concedono le fasce, ecco allora che si cerca l’ampiezza con i terzini:
-L’Udinese concede gli spazi laterali: Gobbi e Cacciatore si alzano, Birsa in possesso palla, può smistare sulle fasce-
– Cross dalla trequarti: Gobbi si prepara a crossare, Birsa gli va in aiuto, Castro si inserisce in area, mentre le due punte fanno i classici movimenti; Inglese va incontro e Meggiorini va in profondità –
-Situazione simile alle precedente: questa volta è Birsa a verticalizzare: Gobbi si sovrappone sulla sinistra, Castro si inserisce in area, mentre le due punte attaccano entrambe l’area di rigore –
Da segnalare i movimenti delle due punte:
– Spesso vediamo le due punte disporsi sulla stessa linea, una dietro l’altra: in questo caso, Cacciatore verticalizza su Inglese, Meggiorini con un contromovimento attacca la profondità aspettando la sponda del suo compagno di reparto –
FNDP
Anche in fase di non possesso solitamente Maran schiera i suoi con il 4-3-1-2, stretto e scaglionato.
La linea difensiva è bassa e si dispone a zona, pronta ad alzarsi o a scappare all’indietro a seconda che la palla sia coperta o scoperta, con i 2 centrali molto abili nel gioco aereo e Radovanovic che controlla la zona davanti alla difesa.
-La mezz’ala lascia la propria posizione per uscire sul terzino destro avversario in possesso palla-
Il rombo di centrocampo grazie alla sua densità centrale, costringe gli avversari ad uscire sulle fasce, qui mezz’ala e terzino creano una catena laterale con l’intento di riconquistare palla e ripartire in contropiede.
– In FNDP basso, il Chievo indirizza il gioco sull’esterno, Birsa e le due punte si disinteressano dell’azione –
Un’arma offensiva usata da Maran è il contropiede, motivo per il quale il trequartista e le 2 punte giocano sempre sopra la linea della palla:
– Ripiegamento difensivo di Inglese in zona palla, recupero e transizione positiva: le mezz’ali, il trequartista e le 2 punte(una fuori inquadratura) supportano l’azione spingendosi avanti –
Il Chievo Verona è una squadra che sa perfettamente cosa fare, si adatta in base alla situazione di gioco in cui si trova.
In linea generale i giocatori hanno compiti di copertura ma se la situazione lo richiede si esce in pressing.
Il pressing vieni quindi eseguito solo quando i clivensi sanno di avere buone opportunità di riconquistare la palla, ossia, a palla coperta o quando gli avversari si rinchiudono sulle catene laterali o fanno ripartire l’azione dal portiere.
– Situazione di pressing: a seguito di un retropassaggio sul portiere, il Milan si schiaccia sulle catene laterali, qui viene immediatamente aggredito dai giocatori del Chievo-
Arrivati al giro di boa, Maran e i suoi si trovano a metà classifica con 25 punti conquistati sui 54 disponibili, con la solidità difensiva e la sterilità offensiva che la contraddistingue ormai da anni.
Il Chievo infatti non è una squadra molto prolifica, tutt’altro, con una media di 1.06 gol a partita ed è la squadra che ha tirato meno in porta di tutta la Serie A, con soli 61 tiri.
Le due punte con il minutaggio maggiore: Inglese e Meggiorini hanno realizzato solamente 2 gol a testa, con Birsa che conduce la classifica marcatori interna con 4 reti.
La carenza di giocatori tecnici fa si che il Chievo sia una squadra prevedibile, preferisce infatti sviluppare e rifinire il gioco in maniera organizzata piuttosto che affidarsi ai duelli individuali, con il solo Birsa, come già detto, l’unico giocatore a cui viene data maggiore libertà di giocata.