Analisi realizzata da Davide Carducci, Match Analyst associato AIAPC, abilitato presso il Corso Football Match Analyst – LongoMatch Certification
Luciano Spalletti è arrivato a Napoli nella stagione 2020/2021 succedendo a Gennaro Gattuso, svolgendo da subito un ottimo lavoro culminato con il ritorno in Champions League della squadra partenopea. Grazie anche ad un mercato intelligente e mirato, il tecnico toscano è riuscito a dare un’impronta ben chiara alla squadra, caratterizzata da un gioco spumeggiante prettamente offensivo che sta incantando tutta Europa e che l’ha proiettata in testa al campionato di serie A.
Il modulo di partenza è il 4-3-3 che si trasforma spesso in 4-2-3-1 con Meret tra i pali, portiere che sembrava sul piede di partenza ma che, a causa del mancato acquisto di Navas, è stato confermato e ora si sta riservando delle grandi soddisfazioni con un rendimento davvero ottimo.
I due centrali sono Rhamani, dotato di un fisico possente e molto abile nel gioco aereo e in marcatura, con una buona tecnica e quindi una discreta capacità in fase di impostazione; il suo sostituto naturale è Juan Jesus, difensore mancino, molto rapido e con una buona propensione all’anticipo; e Kim, nuovo acquisto del Napoli, chiamato a sostituire Koulibaly, difensore coreano classe ’96 dotato anche lui di un fisico imponente e noto per avere uno stile di gioco duro e ruvido; molto abile in fase di marcatura e nel gioco aereo anche in fase offensiva, come testimoniano già i due goal effettuati. Fin qui sta stupendo per la sua costanza di rendimento. Terzino destro, nonché nuovo capitano della squadra, troviamo Di Lorenzo, caratterizzato da una buona tecnica, coniugata ad una notevole forza e resistenza fisica; si propone spesso in fase offensiva sulla fascia di sua competenza e si fa valere anche nei calci piazzati sia offensivi che difensivi. Il terzino sinistro è Mario Rui, ormai veterano di questa squadra, molto tecnico e agile grazie al suo baricentro basso, dalla grande costanza e dotato di una grande capacità nell’effettuare cross o traversoni; il suo sostituto naturale è Mathias Olivera, uruguaiano classe ’97, arrivato questa estate e integrato da subito nei meccanismi di mister Spalletti; terzino con spiccate caratteristiche offensive e portato per i cross.
Il regista del Napoli è Lobotka, diventato punto fermo e giocatore chiave per questa squadra, è dotato di una buona visione di gioco, personalità, tecnica e un grande agonismo, oltre che saper muoversi senza palla e reggere i contrasti fisici. Il suo sostituto ideale è Demme, centrocampista tedesco di quantità, bravo in marcatura e nel chiudere le linee di passaggio avversarie, ma anche nel trovare la profondità in avanti. La mezz’ala destra è Zambo Anguissa, arrivato la scorsa stagione dal Fulham, centrocampista dotato di una grande fisicità, abile nel recuperare palloni e dotato di una grande corsa e resistenza; è il “polmone” di questa squadra. Il suo sostituto naturale è Ndombele, giocatore molto duttile e dinamico, con una buona abilità negli inserimenti offensivi. Mezz’ala sinistra è Zielinski, giocatore con notevoli qualità tecniche e eccellenti doti fisiche, molto versatile; abile nell’inserimento senza palla e dotato di un grande dribbling; Quando mister Spalletti sceglie il 4-2-3-1, Zielinski svolge il ruolo di trequartista dove grazie alle sue caratteristiche riesce a servire assist ai compagni.
Per quanto riguarda il tridente d’attacco, troviamo sulla sinistra Kvaratskhelia, georgiano classe 2001, arrivato questa estate e fin qui vera rivelazione di questa serie A. Attaccante dotato di un’accelerazione palla al piede devastante, di un dribbling davvero notevole e di una buona fisicità. Fin qui si sta rivelando l’uomo in più di questa squadra, contribuendo alla causa con 5 goal e 3 assist in 10 partite di campionato. Il suo sostituto è Elmas, macedone, buona tecnica e progressione, bravo sia negli inserimenti che nella fase di interdizione. A destra invece c’è Politano, confermato e protagonista di un grande inizio di stagione; mancino dotato di una buona tecnica, velocità e agilità, è abile nell’effettuare dribbling, predilige tagliare da destra verso il centro per aprirsi lo spazio per il tiro o la verticalizzazione per la punta. Mister Spalletti spesso lo alterna con el Chucky Lozano, abile nell’attaccare la profondità e nelle giocate nello stretto grazie al suo dribbling e alla sua grande tecnica. Il centravanti del Napoli è Osimhen, attaccante moderno che fa della velocità e della forza fisica le sue caratteristiche principali. A campo aperto se innescato può essere devastante. I sui sostituti, a seconda del tipo di attacco che sceglie l’allenatore, leggero o pesante, sono: Raspadori, arrivato quest’anno dal Sassuolo, che, complice anche l’infortunio di Osimhen, si è ritagliato uno spazio importante nello scacchiere della squadra. Molto versatile, agile, veloce e dotato di una buona tecnica individuale.
È abile nell’attaccare la profondità o nel venir incontro alla palla per cucire il gioco sulla trequarti, dimostrando una buona visione di gioco. Si distingue per l’intensità con cui si muove tra i difensori avversari per creare spazi ai compagni. Poi troviamo Simeone, con buone doti da opportunista e una buona freddezza sotto porta, nonostante non disponga di una grande altezza, fa del colpo di testa una delle sue armi migliori.
SISTEMA DI GIOCO
Iniziale: 4-3-3
Fase di non possesso: 4-1-4-1
Fase di possesso: 2-3-2-3/2-1-4-3
FASE DI POSSESSO

Prima costruzione
La costruzione del Napoli di Spalletti è dal basso. Solitamente avviene con lo scambio tra i due difensori centrali con i due terzini che si alzano andando a formare una linea a tre con Lobotka mentre le due mezzali si portano sulla trequarti; successivamente uno dei due centrali scarica la palla allo stesso Lobotka che si è abbassato, il quale allarga il gioco su uno dei due terzini o direttamente sui due esterni d’attacco o, in alternativa, verticalizza per la punta o per una delle due mezzali che è venuta incontro.
Raramente il Napoli parte con una costruzione diretta: quando questo accade, si va a cercare la fisicità di Osimhen che fa da sponda per l’inserimento degli esterni d’attacco.
Sviluppo
Il gioco si sviluppa principalmente sulle fasce con triangolazioni tra il terzino, la mezzala e l’esterno d’attacco; in particolare, a seconda della situazione di gioco, si possono verificare diverse combinazioni interessanti: la prima, con Di Lorenzo e Mario Rui/Olivera, rispettivamente a destra e a sinistra, che cercano la mezzala tra le linee, di solito Zielinski, la quale lancia di prima l’esterno d’attacco che può andare a puntare l’uomo in una situazione di uno contro uno; la seconda, con i terzini del Napoli che vanno a cercare direttamente l’esterno d’attacco; e infine, la terza, con la verticalizzazione nello spazio per Osimhen, che in progressione può essere devastante.
Lateralità
Spalletti ama sfruttare tutta l’ampiezza del campo per allargare le difese avversarie e creare situazioni di uno contro uno che possono risultare molto per pericolose. Il gioco viene spesso sviluppato a sinistra per sfruttare tutto il talento di Kvaratskhelia, che, grazie alla sua incredibile progressione palla al piede e alla sua capacità di dribbling nello stretto, crea superiorità numerica per poi favorire i tagli delle punte o andare alla conclusione. Una costante che troviamo sempre nelle azioni del Napoli sono le sovrapposizioni dei terzini, in particolare con Di Lorenzo, che spesso si trova a ridosso dell’area avversaria per effettuare il cross per la punta; inoltre, un altro movimento tipico di Di Lorenzo è quello di venire dentro al campo per accompagnare la manovra d’attacco e proporsi per ricevere palla dall’esterno, per poi servire il taglio della punta o della mezzala.
Rifinitura
Nella zona di rifinitura, la squadra di Spalletti punta prevalentemente a servire gli esterni d’attacco, che dotati di grande tecnica e dribbling, riescono a creare superiorità numerica sia saltando il difensore avversario sia grazie agli uno-due; il giocatore chiave in questa zona del campo è Zielinski, che alterna fasi in cui viene incontro a prendere la palla tra le linee per poi verticalizzare per la punta o l’esterno d’attacco e fasi in cui si propone sulla fascia per gli scambi stretti e triangolazioni con l’esterno d’attacco e il terzina che sale.
Il primo, come sottolineato in precedenza, viene sempre incontro a ricevere palla tra le due linee di difesa avversaria nella zona centro-destra per puntare l’uomo e innescare le verticalizzazioni delle due punte o delle mezzali che si inseriscono; il secondo viene anche lui incontro a ricevere palla nella zona centrale del campo staccandosi dai due centrali di difesa avversaria con dei contro-movimenti. Quando non ci sono spazi tra le linee invece, Deulofeu si allarga sul centro-sinistra tra il terzino e il centrocampista destro avversario andando a creare una situazione di uno contro uno. Un’altra costante del Napoli sono i traversoni per la punta, sul secondo palo per il taglio dell’esterno opposto o al limite per l’arrivo a rimorchio delle mezzali. Infine, in caso di sovrapposizione sulle fasce, gli esterni hanno due opzioni: la prima, premiare il movimento del terzino, la seconda, accentrarsi per provare il tiro a giro sul palo opposto o in alternativa dialogare con la punta o la mezzala (in particolare Zielinski).
Finalizzazione
Il Napoli supera l’ultima linea di difesa avversaria per fare goal principalmente con il tiro da dentro l’area degli esterni d’attacco in seguito alle triangolazioni dette in precedenza con la mezzala o il terzino e allo spazio creato dal movimento della punta che attacca il palo opposto a dove si svolge l’azione per costringere i difensori avversari a seguirlo; un’altra giocata spesso utilizzata dalla squadra di Spalletti è il cross o traversone dei terzini per Osimhen, una delle due mezzali che riempiono l’area (in particolare Ndombelè o Zambo Anguissa) o l’esterno che attacca il lato debole. Inoltre, un’altra opzione utilizzata dalla squadra partenopea per finalizzare è la velocità di Osimhen, che, servito in campo aperto, sa essere devastante, bruciando i difensori e andando rapidamente alla conclusione.
Infine, i giocatori del Napoli, grazie allo spazio creatosi con il movimento della punta ad attaccare la profondità e alle sovrapposizioni dei terzini, ricorrono spesso al tiro dal limite dell’area.
FASE DI NON POSSESSO

Prima azione difensiva
La squadra di Spalletti utilizza il pressing come prima azione difensiva; il primo pressing viene portato dalla punta; successivamente, a seconda di dove si sviluppa l’azione avversaria, il Napoli fa densità in quella zona di campo, con l’attaccante esterno che esce sul terzino portatore di palla e Zielinski che va a prendere il regista avversario per impedirgli di costruire l’azione mentre Lobotka va a fare da schermo dietro il polacco, pronto ad accorciare qualora un giocatore avversario venga incontro a prendere la palla o a sfruttare un errore di passaggio dei difensori. Infine, l’altra mezzala va in marcatura su quella rispettiva avversaria.
L’obiettivo è quello di costringere la difesa avversaria al lancio lungo o all’errore tecnico per recuperare il pallone possibilmente nella trequarti e poter quindi verticalizzare verso la punta o i due esterni il più velocemente possibile.
Il Napoli non fa sempre pressing, ma lo alterna a volte con fasi di pressione per poter ripartire con qualità.

Gioco difensivo a centrocampo
I centrocampisti del Napoli non difendono in linea ma scaglionati, con Lobotka che si abbassa verso la propria linea di difesa e le due mezzali che vanno a coprire la zona centrale del campo stringendosi per impedire le verticalizzazioni avversarie ed evitare che i trequartisti o gli attaccanti avversari ricevano palla in fase di rifinitura. Invece, quando un centrocampista avversario si inserisce fra la linea di difesa e centrocampo, la mezzala (di solito Zambo Anguissa o Ndombelè) va in marcatura per evitare che questi ricevi palla, e nel caso questo si verifichi, la aggredisce per impedirgli di ragionare.
Lateralità
Il Napoli cerca sempre di indirizzare l’azione d’attacco avversaria verso il lato in cui crea maggiore densità. Sul terzino esce sempre l’attaccante esterno di riferimento, lo scopo è quello di far lanciare lungo alla difesa avversaria in maniera tale da recuperare la palla con i difensori che accorciano sugli avversari girati di spalle, o altrimenti quello di costringere gli avversari a tornare indietro e fare un possesso palla sterile o ancora quello di indurre i difensori all’errore per poter subito puntare l’uomo e creare situazioni di uno contro uno.
Linea di difesa
La linea di difesa a quattro della squadra di Spalletti la troviamo normalmente sulla propria trequarti. I 4 di difesa non sono quasi mai in linea ma scaglionati; a seconda di dove arriva la palla, uno dei difensori va ad aggredire immediatamente l’attaccante spalle alla porta. In particolare, quando il gioco si sviluppa centralmente, uno dei difensori centrali esce tentando l’anticipo sull’attaccante, anche se questo si abbassa nella propria metà campo. Invece, quando il gioco si sviluppa nella zona laterale, è il terzino che va ad aggredire il trequartista avversario tra le linee che detta il passaggio al proprio compagno, per impedirgli di girarsi o ragionare. L’obiettivo principale di questa soluzione è quello di non mettere gli attaccanti o i trequartisti, che riescono a ricevere palla in rifinitura, nella situazione di poter puntare i difensori in velocità.
Tuttavia, quando uno dei quattro difensori esce in aggressione o per l’anticipo e non viene fatta la scalata dal compagno di reparto, viene lasciato uno spazio nella sua zona di competenza; questo permette ai centrocampisti o magari i terzini avversari, di inserirsi alle spalle del terzino o nella zona centrale del campo e attaccare la profondità per andare nell’uno contro uno o effettuare un cross, situazioni che possono creare un grande pericolo per la difesa.
TRANSIZIONI
Offensive
La squadra di Spalletti è molto pericolosa in contropiede; questo perché dispone di giocatori dotati di grande fisicità e atletismo che riescono a ribaltare il fronte in maniera molta rapida, come Zambo Anguissa, Ndombelè o Kvaratskhelia. Principalmente il Napoli recupera palla nella propria trequarti per poi cercare subito la verticalizzazione nello spazio verso Osimhen che a campo aperto diventa imprendibile e può arrivare direttamente in porta. In alternativa si cercano gli esterni che fanno in generale due tipi di movimenti: allargarsi per andare o a puntare l’uomo in velocità o a dialogare con le mezzali per andare alla conclusione, e venire dentro al campo per creare lo spazio sull’esterno e favorire la sovrapposizione dei terzini.
Difensive
Il Napoli quando perde il possesso, riaggredisce subito il portatore, andando a creare densità nella zona della palla per poterla subito recuperare; qualora venga elusa la pressione, tutta la squadra si compatta dietro la linea della palla, con i difensori che temporeggiano, indietreggiando, per permettere alla squadra di rientrare nelle loro posizioni.
ANALISI SWOT
Punti di forza
- Il Napoli è una squadra molto fisica, che dispone di un grande atletismo e dinamicità. Esempi ne sono Zambo Anguissa, Ndombelè, Kim, Osimhen.
- Contropiede: grande velocità e grande facilità nel ribaltare il fronte grazie alla progressione di Zambo Anguissa, le verticalizzazioni di Lobotka, la tecnica di Zielinski, la conduzione e la velocità degli esterni, in particolare di Kvaratskhelia e la progressione di Osimhen.
- Pericolosità derivante dai cross o traversoni da parte, a destra, di Di Lorenzo, a sinistra, di Mario Rui che riescono a servire con precisione Osimhen o le mezzali che si inseriscono.
- Kvaratskhelia: leader tecnico di questa squadra, la maggior parte delle azioni offensive passano dai suoi piedi. Possiede una facilità nel saltare l’uomo impressionante e una progressione palla al piede davvero notevole. È sicuramente l’uomo in più di questa squadra.
- Difesa: molto compatta e rocciosa, è difficile da scardinare grazie soprattutto al nuovo arrivato Kim, baluardo della difesa partenopea, grosso fisicamente, alto e molto aggressivo in marcatura; possiede questa capacità di rafforzare le sue doti quando avverte un pericolo in difesa.
Punti di debolezza
- Profondità: quando uno dei quattro difensori esce per l’anticipo e non viene fatta la scalata, si crea uno spazio alle sue spalle e questo permette ai centrocampisti o magari i terzini avversari che vengono dentro al campo, di poter attaccare la profondità ed effettuare un cross o un traversone che possono creare un grande pericolo per la difesa.
- Costruzione: la squadra di Spalletti cerca sempre di costruire dal basso buttando poche volte la palla in avanti; perciò, quando la squadra avversaria fa pressing, può verificarsi un errore tecnico da parte dei difensori, e se questo avviene, soprattutto nella zona centrale del campo, la squadra partenopea diventa vulnerabile.
- Sviluppo del gioco: quando la squadra avversaria va in marcatura a uomo su Lobotka, il gioco del Napoli fa fatica a svilupparsi e ciò fa si che arrivino meno verticalizzazioni nella zona di rifinitura e quindi c’è più prevedibilità nella manovra. Inoltre se viene marcato a uomo anche Zambo Anguissa o Ndombelè con un giocatore che può reggere il confronto fisico, la squadra partenopea fa più fatica nel ribaltare il fronte.