INTRODUZIONE
Pasquale Marino viene chiamato dall’Empoli per sostituire in panchina Roberto Muzzi alla fine della 21esima giornata. Dopo il pareggio in casa con il Chievo Verona, i toscani si trovano al 15° posto. Sono lontani i tempi del primo posto in classifica alla sesta giornata, quando in panchina c’era ancora Cristian Bucchi.
Quando arriva Pasquale Marino l’Empoli è in caduta libera, viene da 3 pareggi e 2 sconfitte ed è passata dal 4-3-1-2 al 4-3-3; ma quello che conta di più, è che la squadra toscana si trova in piena crisi d’identità. Marino, dal turno 22 al turno 28, prima dello stop dei campionati, colleziona 5 vittorie (contro Crotone, Cittadella, Pisa, Perugia, Cremonese), 1 pareggio ( contro il “suo Trapani”) ed una sconfitta (contro il Pordenone) riportando l’Empoli nella parte alta della classifica.
Andremo ad analizzare Cremonese vs Empoli (2-3), partita valida per la 27esima giornata di campionato, che da spunto per tutte le riflessioni tattiche sul nuovo Empoli di Marino. Psicologicamente l’Empoli ha dimostrato grande compattezza e fiducia nei propri mezzi. Nessun segnale di nervosismo e nessun calo di intensità nonostante gli azzurri siano andati in svantaggio per ben 2 volte.
Nella parte finale, nonostante il vantaggio da difendere, il tecnico siciliano non ha cambiato il proprio modulo, dimostrando grande qualità nelle 3 sostituzioni più importanti: Tutino per Ciciretti al minuto 62, Ricci per Stulac al minuto 66 e La Mantia per Mancuso al minuto 85.
FORMAZIONE INIZIALE
I toscani, in Cremonese vs Empoli, hanno utilizzato come modulo base l’1-4-3-3 così formato: Perrucchini in porta; linea difensiva a 4 con Fiamozzi (esterno basso a dx), Sierralta (interno dx), Nikolaou (interno sx) e Bandinelli (esterno a sx); centrocampo a 3 con Stulac (posizione di playmaker), Frattesi (interno a dx) e Balkovec (interno a sx); linea d’attacco a 3 con Ciciretti (largo a dx), Mancuso (attaccante centrale) e Bajrami (largo a sx).
SISTEMA DI GIOCO
- Base: 1-4-3-3
- Possesso: 1-3-4-3
- Non possesso: 1-4-5-1
FASE DI POSSESSO
L’Empoli è una squadra che sviluppa il gioco facendo un intenso utilizzo delle catene di gioco a destra e sinistra. Ogni catena è costituita per ogni lato da un esterno difensivo, da un interno di centrocampo e da un attaccante esterno. Gli esterni difensivi (Fiamozzi e Bandinelli) si spingono molto in avanti ed in questa fase assumono una posizione larga in ampiezza, vicino la linea del fallo laterale. Il playmaker (Stulac) è un vero e proprio punto di riferimento in costruzione, sempre vicino al portatore di palla per garantire un’opzione di passaggio in più al compagno.
Gli esterni offensivi (Ciciretti e Bajrami) partecipano attivamente con movimenti e contromovimenti per ricevere palla sul corto oppure nello spazio alle spalle dell’avversario; mentre la punta centrale (Mancuso) alterna azioni di sostegno allo sviluppo del gioco ad azioni di attacco nello spazio libero dell’area avversaria.
Costruzione
- Veloci verticalizzazioni dopo una riconquista;
- Palla manovrata con l’obiettivo di portare 7 uomini a stazionare nella metà campo avversaria.
Tutto dipende dalla zona di riconquista e secondo il numero di avversari nella propria metà campo nel momento della riconquista. La fase offensiva prevede sempre almeno 7 uomini nella metà campo avversaria.
Sviluppo
- Se l’azione parte dalla propria metà campo, l’Empoli costruisce con la catena di destra o di sinistra. L’azione viene innescata da un esterno difensivo o da un centrale difensivo dopo avere ricevuto la palla dal portiere. L’esterno difensivo in conduzione cerca spazio con un passaggio lungo la fascia verso l’interno di centrocampo oppure verso l’esterno d’attacco che viene incontro. Si forma così la catena di gioco con tre giocatori (Bandinelli-Balkovec-Bajrami) a sinistra oppure (Fiamozzi-Frattesi-Ciciretti ) a destra. Se serve un quarto uomo nello sviluppo della catena di gioco, a pochi metri di distanza, vi è sempre Stulac in appoggio. Il numero 8, muovendosi da destra a sinistra e viceversa, rappresenta sempre un appoggio sicuro in ricezione in caso di difficoltà. Se, infatti, l’Empoli non trova sviluppo su un lato perché gli spazi sono occupati, la palla scorre velocemente dalla parte opposta, con passaggi in scarico rasoterra attraverso anche la partecipazione dei difensori centrali sino al raggiungimento della catena di gioco opposta. Le catene di gioco hanno una fortissima propensione all’interscambio posizionale, perciò non è difficile vedere una sovrapposizione dell’esterno difensivo, mentre in copertura si posiziona l’interno di centrocampo. Oppure, spesso vi è il movimento in ampiezza dell’interno di centrocampo che va a ricevere, mentre l’ala fa il movimento inverso venendo incontro al conduttore di palla.

- La seconda opzione di sviluppo della fase offensiva toscana avviene attraverso delle repentine verticalizzazioni con lanci di 20 o 25 metri verso l’attaccante centrale, che, venendo incontro a ricevere, cerca di controllare il pallone per poi innescare una della 2 catene di gioco che si forma velocemente a destra o sinistra. Se la giocata riesce, l’attaccante centrale insieme all’esterno d’attacco rimasto più lontano rispetto il punto della palla aggrediscono lo spazio verso la porta allo scopo di finalizzare.

Rifinitura
- Cross dalla linea di fondo da parte di un esterno d’attacco o di difesa. (Ciciretti e Fiamozzi a destra o Bajrami e Bandinelli a sinistra).
- Traversone dai 16/20 metri verso il secondo palo.
- Filtrante con tentativo di taglio alla spalle dei centrali difensivi.
Sono le tre modalità preferite dall’Empoli quando riesce a portare i suoi uomini nella metà campo avversaria
Finalizzazione
Per finalizzare l’azione, l’Empoli ricorre al gioco aereo con l’inserimento dei centrali difensivi (Sierralta interno di destra e Nikolaou interno di sinistra) oltre, chiaramente, dei suoi attaccanti. Un’altra opzione molto utilizzata è la conclusione dai 16 metri con il mancino di Ciciretti, oppure la conclusione degli ambidestri Mancuso e Bajrami.
TRANSIZIONE POSITIVA
Appena avvenuta la riconquista del pallone, gli esterni difensivi si alzano e vanno ad assumere una posizione molto vicina alla linea di centrocampo. Qui, con il corpo rivolto verso la parte centrale del campo e le spalle rivolte alla linea del fallo laterale, si mettono nella condizione di potere ricevere, lontani da marcature preventive.
Nel caso di ricezione riuscita del pallone, gli esterni difensivi costituiscono il vertice basso di un triangolo che vede posizionato come vertice intermedio l’interno di centrocampo e come vertice alto l’attaccante esterno di riferimento. L’alternativa a questo tipo di transizione è il movimento “a ricevere” da parte del numero 7 Mancuso che cerca di rubare il tempo e lo spazio agli avversari, sfuggendo dalla marcatura diretta dei centrali opposti, posizionandosi nel ruolo di trequartista.
FASE DI NON POSSESSO
L’Empoli di Pasquale Marino ha preferito il recupero per intercetto nella partita contro la Cremonese. Quando necessario, il contrasto più frequente nell’1 vs 1 è il dorsale, soprattutto da parte dei difensori centrali Sierralta e Nikolaou che giocano molto alti e sul corto rispetto ai 2 attaccanti lombardi. In fase difensiva i 2 esterni d’attacco Ciciretti a sinistra e Bajrami a destra, attraverso una pressione sul portatore palla avversario, orientano il passaggio verso la zona centrale, mentre l’attaccante Mancuso resta il giocatore più alto. I 3 centrocampisti, in questa prima fase di non possesso, cercano di formare una linea a 3 davanti la linea a 4 e giocano sull’intercetto.
Se il pallone non viene recuperato in questa prima fase, l’Empoli arriva a portare tutti gli uomini nella propria metà campo, i due esterni d’attacco, infatti, rientrano completamente formando questa volta una linea di centrocampo a 5 davanti una difesa a 4. La nuova concentrazione di molti giocatori nella propria metà campo copre bene sia la profondità che l’ampiezza, in questo modo la squadra toscana spesso finisce per recuperare palla, favorita anche dalla Cremonese che, per parte propria, non è quasi mai riuscita ad allargare il gioco sugli esterni in maniera veloce, malgrado un centrocampo a 5.

TRANSIZIONE NEGATIVA
Se l’Empoli perde palla in una zona medio alta e centrale del campo, il centrocampista interno più vicino all’azione (Frattesi interno a destra oppure Balkovec interno a sinistra) nel momento della perdita del pallone, dopo essersi posizionato sotto la linea dello stesso, chiama il movimento in pressione dell’attaccante esterno più vicino. L’obiettivo, a questo punto, è indurre la giocata avversaria verso una zona centrale del campo, togliendo tempo e spazio al portatore di palla. Nello stesso momento, la linea difensiva stringe al massimo marcando sul corto tutti i possibili ricettori della Cremonese. Anche in questa situazione il playmaker Stulac assume un ruolo da jolly in qualità d’incontrista sia sul lato destro che sinistro del campo.
Se la palla, invece, viene persa in prossimità di una delle 2 fasce di gioco, la catena che normalmente costruisce il gioco (formata da una punta, un’interno di centrocampo ed un attaccante esterno) si chiude rapidamente intorno al portatore palla avversario allo scopo di recuperare. Quest’ultimo, spesso, viene rallentato dal playmaker Stulac che in questa circostanza diventa incontrista in prima battuta.
PALLE INATTIVE
- Calci d’angolo a sfavore
Sui calci d’angolo contro, l’Empoli si difende con un sistema misto. Sceglie di posizionare 2 calciatori a zona nell’area piccola davanti il portiere, mentre i restanti marcano a uomo i giocatori avversari che si presentano in area.
- Calci d’angolo a favore
Sui calci d’angolo a favore, da sinistra con il piede destro a rientrare batte il numero 8 Stulac, mentre, da destra con il piede sinistro batte il numero 17 Ciciretti a rientrare. Molto spesso vi è la ricerca del secondo palo con 2 dei 4 difensori che costantemente a turno si portano in area a saltare insieme ai 2 attaccanti e 1 centrocampista.
PUNTI DI FORZA
- La catena di destra funziona particolarmente bene dando espressione di qualità e quantità con Ciciretti – Frattesi – Fiamozzi;
- Bajrami, giocatore ambidestro, dimostra di saper giocare su entrambi i lati del fronte d’attacco. Ad esempio, nel secondo tempo della partita presa in esame, è partito dalla zona di sinistra ed ha finito a destra dopo aver lasciato la propria zona di campo a Tutino per andare ad occupare quella lasciata dell’uscente Ciciretti;
- Mancuso difende bene la palla, mostra anche una buona tecnica individuale nell’1vs1 frontale e lavora molto per la squadra dimostrando una grande tenuta fisica.
PUNTI DI DEBOLEZZA
- La marcatura a uomo e la lettura sulle palle alte sono causa di troppi appannamenti in area di rigore;
- In alcune occasioni i difensori dell’Empoli hanno troppa attenzione verso la marcatura a uomo, perdendo di vista gli spazi liberi in area di rigore;
- Si evidenzia un po’ di ritardo nella ricomposizione della linea a 4 sul lato destro del campo;
- In fase di verticalizzazione, dopo la riconquista del pallone, si ha un’eccessiva fretta nel ripartire con dei lanci “forzati” senza il corretto movimento del compagno a ricevere nello spazio. Situazione che può, invece, rappresentare una preziosa occasione per la gestione del gioco.