Inizio positivo di Juric alla sua prima esperienza in serie A dopo la promozione con il Crotone dell’anno scorso. Alla 14° giornata il Genoa ospita la Juventus reduce dalla vittoria in Champions League contro il Siviglia. La squadra di Juric presenta un ruolino di marcia positivo in casa: 2 vittorie, 4 pareggi, 0 sconfitte, con 8 gol fatti e 3 subiti ( tra queste la vittoria con il Milan per 3-0 e il pareggio con il Napoli a reti inviolate).
FASE DI POSSESSO
Il Genoa si schiera con un 3-4-1-2 apportando alcuni cambi di uomini causa squalifiche ( Cofie e Munoz rispettivamente al posto di M. Veloso e Orban) e infortuni (Simeone per Pavoletti). Dietro alle due punte non c’è un trequartista tipico ma Luca Rigoni, centrocampista centrale che funge da bilanciere tra centrocampo e attacco.
L’azione si sviluppa la maggior parte delle volte con un lancio lungo diretto nella zona forte del Genoa, ovvero il lato sinistro composto da giocatori bravi tecnicamente come Laxalt, Ocampos e il centrocampista di zona Rincon.
In alternativa al lancio lungo i due centrocampisti si abbassano a ricevere palla e danno possibilità ai 2 laterali di difesa di spingersi in avanti.
Importante in questo Genoa è la posizione di Rigoni capace di fungere da raccordo smistando palla da una fascia all’altra e inserirsi sui cross degli esterni( come in occasione del 2 gol) o restare in appoggio ai due attaccanti.
Infatti il gioco è costruito prevalentemente sulle fasce avendo sugli esterni uomini capaci di saltare l’avversario e creare superiorità numerica ( Laxalt ma soprattutto Lazovic sul lato destro).
FASE DI NON POSSESSO
Caratteristica fondamentale del Genoa di Juric è l’intensità, quella che ha permesso ai suoi giocatori di essere avanti 3-0 già nei primi 30 minuti. Il principio adottato è la marcatura ad uomo, con l’attaccante centrale a disturbare i difensori centrali avversari pronti ad impostare. Quindi si creano dei veri 1 vs 1 in mezzo al campo con i 3 difensori del Genoa pronti a seguire ad ombra gli attaccanti che si presentano nella loro zona nonostante il rischio di lasciare spazi liberi per eventuali inserimenti avversari ( Rincon / Khedira, Cofie/Pjanic, Lazovic/Alex Sandro, Laxalt/Lichsteiner, Izzo/Cuadrado, Munoz/Mandzukic). Menzione speciale per Rigoni che, nella posizione di trequartista, deve preoccuparsi del play avversario( in questo caso di Hernanes). Questo è il motivo per cui Juric lo preferisce ad altri giocatori di qualità come Ninkovic o Gakpè, proprio per la sua intelligenza tattica e le sue qualità di sacrificarsi in fase di non possesso, nonostante qualitativamente sia quello meno bravo rispetto ai suoi compagni di squadra.
Vista la difficoltà di mantenere ritmi alti per tutta la partita, il Genoa in alcuni momenti della gara decide di non pressare e sistemarsi con un 5-4-1 nella sua metà campo aspettando gli avversari. Lazovic e Laxalt si posizionano vicino ai 3 difensori centrali, Rigoni arretra sulla linea dei centrocampisti e rimane la sola punta centrale in avanti. La squadra rimane corta e stretta creando densità nella parte centrale, pronta a ripartire subito una volta conquistata palla cercando la velocità di Ocampos abile nel puntare l’uomo.
Un vero e proprio osso duro il Genoa di Juric , capace di dare un’identità precisa alla propria squadra nonostante questa ogni anno venga stravolta completamente. Con un po’ di continuità in più potrebbe certamente ambire a posti alti in classifica.