Squadra dal prestigioso blasone e dalla grande storia, nella stagione in corso l’Hellas Verona si è presentata sulla linea di partenza della Serie B 2016/2017 come assoluta favorita del campionato di cadetteria e pronta a ritornare subito nella massima serie; missione compiuta, anche se non da prima della classe, e pazienza per qualche patema di troppo.
La squadra si è rivelata un’armata invincibile solo all’apparenza, che porta a casa l’obiettivo dopo aver affrontato imboscate impreviste, grazie soprattutto all’avvio di stagione senza il minimo cedimento, trascinata dalla regolare essenzialità dell’istinto da killer di Giampaolo Pazzini, un lusso per la cadetteria sfruttato sino all’ultima esultanza; organico che sicuramente spicca, pregiandosi anche di gente come Bessa, Siligardi, Luppi e Romulo capaci di fare la differenza soprattutto in zona gol. Nonostante una stagione non sempre all’altezza quindi i ragazzi di mister Pecchia riescono a far ritorno subito in serie A, mostrando un buon gioco corale, non sempre costante, esaltato dalle buone e ottime capacità individuali.
La compagine veronese si dimostra preparata su diversi sistemi di gioco, nonostante alcune incertezze difensive, e capace di interpretare bene più moduli di gioco durante la stessa gara a seconda della situazione e uomini a disposizione. Il sistema di gioco più utilizzato resta comunque il 4-3-3.
In fase di non possesso la squadra cerca spesso di non snaturarsi quando gli avversari sono in fase di costruzione e sviluppo, ed i giocatori cercano di aggredire subito l’avversario in pressing ed aiutano i compagni con raddoppi e coperture. Il pressing parte già dalla punta centrale aiutato anche dalle ali, con queste che spesso si scambiano con i centrocampisti centrali. Con lo svilupparsi dell’azione avversaria le linee si compattano ed un centrocampista centrale indietreggia sulla linea dei difensori centrali, con la linea difensiva che diventa a 5. Di grande sostegno alla fase difensiva sono anche le ali che si sacrificano spesso per coprire gli spazi lasciati liberi dai terzini in precedenti proiezioni offensive. I difensori centrali preferiscono giocare molto vicini tra loro ed aiutarsi a vicenda.
Da segnalare che i meccanismi difensivi non sono sempre perfetti, in particolare sulla fascia destra dove capita di trovare spazi liberi a causa della precedente azione del terzino, molto coinvolto in fase di attacco.
In fase di possesso la squadra appare spesso ben organizzata, costruendo numerose buone azioni offensive nell’arco del campionato che hanno portato la squadra ad essere tra le più realizzative della categoria. Come già detto, la possibilità di disporre di giocatori abituati a calcare i campi di serie A, Pazzini su tutti, ha fatto la differenza in diverse partite, assicurando alla squadra molte segnature.
La costruzione avviene a partire dai difensori centrali che cercano di passare la palla ai centrocampisti che vanno incontro o danno palla sulle zone laterali dove i terzini, in particolare a destra, hanno spiccate doti offensive. La squadra ama governare la partita ed essere padrone del campo cercando di imporre il proprio gioco; se la costruzione dal basso non risulta efficace spesso i giocatori tornano dal portiere che usa i lanci lunghi per saltare il centrocampo e trovare gli attaccanti che sono abili ad usare la loro velocità e fisicità per creare occasioni con cross o azioni individuali. Spesso i terzini, come già detto, si propongono in fase offensiva cercando spazi liberi in avanti, ed una delle soluzioni più utilizzate da loro è il cross dalla trequarti per velocizzare la giocata e provare a sfruttare la fisicità della punta centrale, che spesso e volentieri si fa trovare proponendosi come fonte di gioco, liberandosi dalla marcatura dei difensori. La fase offensiva è creata e gestita da almeno 5-6 giocatori, con almeno un centrocampista che si propone spesso come soluzione al limite dell’area di rigore. In fase di sviluppo gli attaccanti spesso sono molto vicini tra loro per darsi soluzioni ed appoggi a vicenda ed ai compagni, e le ali sono molto mobili, andando a calcare ogni zona del campo per dare il riferimento ai compagni.
In generale la squadra sembra più organizzata e pronta in fase di possesso, con la fase di transizione positiva più efficace grazie ai movimenti di smarcamento preventivo; i meccanismi difensivi invece non sono sempre precisi, con la transizione negativa che è più lenta ed i rientri dei giocatori non sempre pronti.
Senza dubbio si può dire che la squadra di Pecchia ha legittimato la promozione in A questa stagione con buone prestazioni e buoni risultati e ci sono le possibilità di ben figurare anche nella serie maggiore durante la prossima stagione, magari grazie anche a qualche innesto di qualità in tutti i reparti.