INTRODUZIONE
L’Hellas Verona è sicuramente la sorpresa di questa prima parte di campionato 2019/2020. In estate, al momento dell’annuncio di Ivan Juric, lo scetticismo regnava sovrano a Verona; questo sentimento è aumentato poi con il proseguo del mercato che aveva portato giocatori semisconosciuti o considerati finiti da molti. La prima uscita ufficiale degli scaligeri aveva confermato i dubbi sul valore della rosa dei gialloblu, infatti, la sconfitta in casa per 1-2 contro la Cremonese era costata la prematura eliminazione al terzo turno di Coppa Italia. La società però, ha sempre creduto in questo gruppo e nell’allenatore e i miglioramenti si sono visti partita dopo partita, diventando quella dell’Hellas una delle migliori difese del campionato e piazzandosi nella parte sinistra della classifica.
Juric è considerato da tutti l’erede del grande Gasperini e, dopo le esperienze a Mantova, Crotone e a Genova, a Verona sta finalmente dimostrando di meritare questo pesante paragone plasmando la squadra a sua immagine e somiglianza. Aggressività e organizzazione le parole d’ordine.
Verrà analizzata la partita tra Hellas Verona e Fiorentina al Bentegodi terminata 1-0 per gli scaligeri.
FORMAZIONE INIZIALE
La formazione è un 3-4-1-2 : Silvestri tra i pali, difesa a tre composta da Rrahmani, Gunter e Bocchetti, in questa partita causa l’assenza di Miguel Veloso la regia è stata affidata a Pessina affiancato dall’insostituibile Amrabat, sugli esterni schierati Faraoni e Lazovic, sulla trequarti Verre dietro la coppia formata da Eddie Salcedo e Samuele Di Carmine tifoso storico proprio dei Viola.
STATISTICHE
In questo campionato l’Hellas Verona ha un possesso medio del 51,53%, con l’82,8% di passaggi completati. La media di 1.56 xG a partita indica che è una squadra che crea e concretizza, poiché ha una media di 1.22 goal ogni match. Ha una media di 12.3 tiri di cui il 35% in porta; solitamente calciano da una distanza di 18/19 metri.
Il gioco del Verona si sviluppa sopratutto sulle fasce, i due esterni hanno una media di 4 cross a partita a testa, di cui il 52% dalla fascia sinistra e il 48% dalla destra. Giocando però molto sugli esterni, Faraoni e Lazovic sono i giocatori che perdono più palla con una media di 7 possessi persi ogni 90 minuti. L’aggressività dei difensori è alla base della filosofia di Juric, infatti, i due giocatori che recuperano più palloni sono proprio Gunter e Rrahmani con una media di 8 e 7 palloni recuperati a partita, seguono i due esterni Faraoni e Lazovic con 6.5 e 5.5.
FASE DI POSSESSO
Il Verona prova a costruire l’azione dal basso partendo dal portiere Silvestri, che si appoggia a uno dei tre centrali; solitamente, si cerca di allargare subito il gioco verso gli esterni dove Faraoni e Lazovic si aprono molto. In questa lavagna tattica viene evidenziata una costante del gioco di Juric: Rrhamani o Gunter aprono immediatamente il gioco sulle fasce per sfruttare tutta l’ampiezza del campo e guadagnare metri, la corsa e i cross dei due esterni scaligeri, infatti, sono fondamentali nello scacchiere tattico dell’Hellas.

Lo sviluppo successivo dell’azione consiste nel sostegno da parte del centrale del lato dove si trova la palla, il movimento incontro di uno fra Pessina o Amrabat e i movimenti di Verre e Salcedo, che si alternano tra l’attaccare la profondità o andare incontro al portatore di palla.
I giocatori del Verona attaccano e coprono perfettamente tutto il fronte offensivo; in questo caso, l’esterno destro ha ben quattro opzioni di passaggio. Faraoni cerca Di Carmine sul secondo palo e solo grazie ad un velo geniale di Pessina la palla riesce a filtrare verso il numero dieci gialloblu, che segna il suo primo goal in Serie A e consegna tre punti pesantissimi agli scaligeri. Questo goal ci fa apprezzare il coraggio e il modo di attaccare molto propositivo del Verona con ben quattro giocatori che attaccano l’area; questa è una costante dell’Hellas e, infatti, capita spesso che in area di rigore ci siano sempre tre o quattro giocatori che sistematicamente attaccano l’area e spesso l’azione si chiude con un cross del quinto di sinistra con il quinto di destra che va alla conclusione (tipico dell’Atalanta di Gasperini con Hateboer/Castagne sulla destra e Gosens sulla sinistra).

L’alternativa per i centrali di difesa è giocare palla ad Amrabat, che si propone abbassandosi. Raramente uno dei tre centrali cerca l’imbucata a trovare direttamente il trequartista tra le linee, infatti, quando l’azione si sviluppa al centro con palla del centrale ad Amrabat si cerca subito Verre sulla trequarti oppure si allarga immediatamente verso Faraoni o Lazovic.
L’ultima possibilità che hanno i tre centrali viene usata solo in caso di assenza di compagni liberi; si calcia lungo a cercare una sponda di Samuele Di Carmine verso Salcedo o Verre che attaccano lo spazio o ricevono muovendosi intorno al fulcro del gioco, oppure a cercare i due esterni per poi andare in area a ricevere il cross. La fase offensiva dell’Hellas Verona è molto organizzata, ogni giocatore ha un compito ben preciso e conosce a memoria ogni singolo movimento che compone un’orchestra egregiamente diretta da Ivan Juric che ha stupito tutta Italia guadagnando un posto nella parte sinistra della classifica vincendo e convincendo con prestazioni di altissimo livello.
FASE DI NON POSSESSO
In fase di non possesso l’Hellas Verona di Juric adotta un atteggiamento altamente aggressivo con un pressing a uomo e a tutto campo con tutti i giocatori coinvolti; gli esterni si alzano molto e vanno a prendere i terzini avversari in fase di costruzione, il trequartista marca a uomo per tutto il campo il regista, in questo caso Verre su Badelij, le punte vanno sui centrali per evitare la costruzione bassa e obbligare Dragowski al lancio lungo o alla palla su uno degli esterni dove però, come detto prima, Lazovic e Faraoni sono molto aggressivi e recuperano palla, mentre uno dei tre centrali (in foto Gunter) segue ed aggredisce la punta avversaria (Ribery) che scende a prendere palla sulla linea dei centrocampisti; questo avviene, appunto, anche in zone molto avanzate come si può ben vedere dalla lavagna tattica dove Gunter segue il suo uomo anche fino a metà campo. In caso di recupero palla, il centrale deve immediatamente allargare il gioco o cercare Verre tra le linee. Questo atteggiamento dei centrali è una costante degli scaligeri e i due difensori Gunter e Rrahmani sono i giocatori che hanno riconquistato più volte palla, seguiti dai due esterni Lazovic e Faraoni; questi quattro giocatori sono anche quelli che commettono più falli dell’undici di Juric.

Quando il Verona deve difendersi da azioni più manovrate da parte degli avversari, i due esterni si abbassano sulla linea dei difensori e questo permette più libertà ai centrali che possono provare l’anticipo senza correre il rischio di lasciare buchi in difesa, poiché, con l’abbassarsi di Faraoni e Lazovic, si forma una difesa a 4 con i due esterni che diventano terzini. Questi movimenti devono essere fatti alla perfezione perché basta l’errore di un membro della linea difensiva per far andare in porta gli avversari.
A testimonianza dell’ottima fase difensiva, parla chiaro la classifica delle migliori difese della Serie A. Ecco i goal subiti:
- Juventus 15
- Inter 13
- Roma e Hellas Verona 17
Solamente le due corazzate del nostro campionato hanno una difesa migliore di quella di Juric; la retroguardia, quindi, è alla base del successo degli scaligeri.
Solitamente la difesa è formata da Rrahmani-Gunter/Kumbulla-Bocchetti/Dawidowicz.
TRANSIZIONE POSITIVA
Il Verona punta a recuperare la palla in modo molto aggressivo e, in caso di recupero pulito senza fallo, si gioca subito sul trequartista o su uno dei due esterni che immediatamente si propone sulla fascia di competenza. In caso di squadre lunghe si cerca anche il lancio in profondità per sfruttare la velocità e la tecnica di Salcedo.
TRANSIZIONE NEGATIVA
Quando perdono la palla aggrediscono immediatamente e non hanno problemi a spendere un fallo prendendosi un cartellino; l’Hellas, infatti, è quarta in Serie A per falli commessi (210), ottava per quanto riguarda i cartellini gialli (208) e terza per rossi (3).
PUNTI DI FORZA
L’organizzazione di questa squadra la rende un meccanismo perfetto, aggressività e intensità sono due principi fondamentali nella filosofia di Juric. Prendendo in prestito una frase che Guardiola ha usato per definire l’Atalanta direi che giocare contro il Verona è come andare dal dentista, anche se ne esci felice sei sicuro di soffrire.
PUNTI DEBOLI
Sicuramente fino a d’ora gli attaccanti non hanno soddisfatto le aspettative. Si aspettano i goal di un deludente Stepinski su cui la dirigenza ha investito nella sessione estiva di mercato e anche più goal dei centrocampisti.
GIOCATORI FONDAMENTALI
- Amrabat: la rivelazione di questo campionato. Per far capire l’importanza di questo giocatore basta citare il suo allenatore Juric che, alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se Sofyan avrebbe avuto un turno di riposo, ha risposto: ”No no, Amrabat gioca finché non muore”. Su di lui per Gennaio sono già interessate Inter e Napoli;
- Faraoni: esterno destro di centrocampo che abbina quantità a qualità, terzino affidabile quando si abbassa sulla linea dei difensori ed esterno sempre pericoloso nel centrocampo a cinque;
- Silvestri: se l’Hellas è la terza miglior difesa del campionato lo deve anche a questo portiere che, dopo l’esperienza al Leeds, ha trovato la sua dimensione al Verona dove la scorsa stagione ha ottenuto la promozione in Serie A;
- Rrahmani: il difensore kosovaro è sicuramente quello che sta interpretando e rispettando al meglio i dettami tattici del suo allenatore. È il difensore che ha vinto più duelli aerei in campionato, ben 43.