Una truppa in missione, guidata dal suo sergente, in cui tutti hanno ben chiaro quale sia l’obbiettivo di questo mondiale russo: ottenere un risultato che rispecchi le aspettative; è questa l’impressione che si ha guardando giocare la nazionale belga.
Ordine, disciplina, solidità e tolleranza zero per chi non segue i suoi diktat sia dentro che fuori dal campo, il tutto però senza rinunciare o limitare troppo tecnica ed estro, sono questi i principi su cui si basa Roberto Martinez, tecnico spagnolo, ma di chiara formazione inglese, chiamato sulla panchina della nazionale belga dopo i deludenti risultati ottenuti in Brasile Mondiale 2014 ed in Francia Europeo 2016, sotto la guida di Marc Wilmots.
A lui quindi è stato affidato il compito di portare la Generazione d’Oro del calcio belga a recitare un ruolo da protagonista al mondiale russo, con la speranza che ogni singolo giocatore abbia raggiunto quella maturità calcistica necessaria per ottenere determinati risultati.
Il Belgio arriva in Russia, dopo un cammino alle qualificazioni quasi netto: nove vittorie, un pareggio, zero sconfitte, quarantatre gol fatti e solo sei subiti, ma soprattutto dimostrando una consapevolezza nei propri mezzi, un’unità di intenti ed una coesione di gruppo mai avuti fin’ora.
Le scelte del neo c.t. sono state totalmente in linea con le sue idee e con i suoi principi, mettendo sempre davanti il gruppo rispetto al singolo anche a costo di dover rinunciare ad un giocatore del calibro di Nainggolan, non ritenuto totalmente funzionale per il suo progetto tecnico.
I principi tattici su cui si basa Martinez sono quelli di avere una spina dorsale (difensori centrali, mediani, prima punta) formata da giocatori fisici, atletici, potenti, ma anche dotati di buona tecnica in grado di garantire stabilità, ordine, giocate di qualità e vena realizzativa, mentre nelle zone laterali e di rifinitura del campo, vengono privilegiati giocatori duttili, di movimento, di gran corsa, rapidi e tecnici in grado di creare superiorità numerica ma soprattutto capaci di effettuare quelle giocate di qualità imprevedibili necessarie per affrontare squadre chiuse e difensiviste ed allo stesseo tempo garantire copertura ed equilibrio in fase di non possesso.
Il modulo iniziale con cui si dispone il Belgio è un 1-3-4-2-1, molto dinamico e variabile infatti la predisposizione di diversi giocatori a ricoprire più posizioni in campo e le valide alternative in tutti i ruoli, permettono a Martinez di poter variare moduli e schieramenti, sia in fase di possesso che di non possesso, senza perdere qualità e compattezza, ma soprattutto tenendo invariate idee di gioco, principi difensivi ed equilibrio tra una squadra fisica e solida, ma allo stesso tempo tecnica rapida ed imprevedibile, che riesca a giocare in ampiezza ma esaltando le doti tecniche dei trequartisti nelle zone centrali del campo, riuscendo però a garantire una pressione ed una copertura difensiva in tutte le zone del campo.
Lo schieramento può quindi variare in un 1-4-2-3-1, 1-5-4-1, 1-4-3-3, 1-4-4-2.
FASE DI POSSESSO
La costruzione del gioco è rigorosamente bassa, effettuata da un giro palla tra i difensori più uno dei due mediani che si propongono per ricevere palla senza però abbassarsi eccessivamente, infatti il baricentro della squadra tende, se concesso dall’avversario ad essere alto.
Questo tipo di costruzione, nel caso in cui la squadra avversaria faccia molta densità nelle zone centrali del campo, sfocia in uno sviluppo laterale, tendenzialmente a destra, questa opzione consente di trovare spesso spazi per arrivare a cross o traversoni per la punta centrale o l’esterno opposto ma soprattutto serve ad attirare i giocatori avversari sulle corsie esterne, creando quindi spazi e libertà di azione ai trequartisti in zona di rifinitura.
Nel caso in cui, invece gli avversari concedano spazi centrali, ecco che la costruzione si svilupperà tra i difensori, un mediano ed i trequartisti, cercati spesso nella zona di rifinitura. Se dovessero ricevere palla spalle alla porta avversaria e pressati, prediligono giocate rapide, basse di prima verso l’altro trequartista oppure verso la punta centrale, mentre se riescono a ricevere palla fronte porta avversaria, tendono a puntare la difesa cercando a quel punto di finalizzare l’azione tramite: triangolazioni con altro trequartista o punta centrale, tagli e passanti per punta centrale o esterni di centrocampo, situazioni di 1vs1 e tiri da fuori.
L’alternativa della costruzione diretta, viene usata raramente ma sempre con molta intelligenza e valutando la disposizione dell’avversario. Questo tipo di costruzione viene infatti usata nel caso in cui il mediano riceva palla sulla sua trequarti e la squadra avversaria sia un po’ sbilanciata, ed abbia la possibilità di effettuare un lancio cercando la profondità attaccata dalla punta centrale sfruttando le sue doti fisiche ma soprattutto per cercare l’immediata riconquista della seconda palla respinta dalla difesa avversaria con i due trequartisti, molto bravi e propensi ad attaccare gli spazi di campo lasciati liberi.
FASE DI NON POSSESSO
Squadra corta ed aggressiva, soprattutto con le due linee più vicine alla palla, sono queste le chiare e definite idee che attua per la fase difensiva la nazionale belga. Su costruzione bassa da parte dell’avversario, la prima linea viene sempre affrontata con una pressione centrale della prima punta, indirizzando il gioco verso l’esterno a cui segue un pressing dei trequartisti soprattutto nelle zone laterali quindi sui terzini avversari e dei mediani scaglionati, nelle zone centrali della trequarti avversaria. Nel caso in cui non avvenga un recupero palla immediato, lo schieramento in campo varia principalmente in 5-4/1: ai tre difensori si aggiungono i due esterni di centrocampo formando cosi una linea difensiva molto ampia andando a difendere la zona laterale del campo, mentre ai due mediani si aggiungono i due trequartisti, i 4 giocatori di centrocampo disposti su due linee formano quindi un quadrato dando densità e copertura nella zona centrale del campo. I tre difensori effettuano difesa della zona con delle diagonali molto lunghe, in questo caso, un mediano è sempre molto vicino alla linea difensiva per andare a coprire eventuali inserimenti avversari in quello spazio lasciato libero.
In situazione di costruzione diretta avversaria, i tre difensori effettuano un marco copro con il difensore centrale che tendenzialmente va in marcatura ed in duello aereo mentre gli altri due danno copertura, anche in questa situazione la disposizione tattica è quella di un 5-4/1 con il già citato quadrato a centrocampo.
TRANSIZIONI
La particolare disposizione dei trequartisti a formare un quadrato insieme ai due mediani, nella zona centrale del campo, da la possibilità agli stessi trequartisti in caso di transizione positiva di effettuare dei contropiedi sia diretti che manovrati sfruttando anche degli smarcamenti preventivi della prima punta che si allontana dalla zona di competenza dei diretti marcatori andando ad occupare una zona di campo più decentrata.
La riconquista immediata della palla caratterizza particolarmente l’atteggiamento difensivo della squadra di Martinez, ed è per questo che in caso di transizione negativa, avvengono sia una pressione che un pressing da parte di prima punta, trequartisti ed esterni di centrocampo,supportati anche da delle marcature preventive da parte di uno dei due mediani.
Riprendere subito il possesso però non viene considerato come un’ossessione e di conseguenza non sempre in caso di transizione negativa vengono effettuate marcature preventive e pressing; infatti nel caso in cui prima punta e trequartisti siano tagliati fuori dopo la perdita della palla, la linea difensiva ed il centrocampo tendono a concedere spazi e profondità rimanendo comunque molto corti ed effettuando azioni ritardatrici.