Eugenio Corini siede sulla panchina del Brescia Calcio, attualmente capolista nel campionato di Serie B 2018-19.
Durante la sua più che ventennale carriera ha giocato con le maglie di Brescia, Juventus, Napoli, Sampdoria, Piacenza, Verona, Chievo, Palermo e Torino, totalizzando quasi 600 presenze tra i professionisti. Con Chievo e Palermo ha giocato anche la Coppa UEFA.
Appesi gli scarpini al chiodo e fatta un po’ di gavetta con Portogruaro, Crotone e Frosinone, a partire dal 2012 guida il Chievo in serie A per due stagioni intervallate da un breve periodo di inattività.
Dopo le esperienze con Palermo e Novara, il 18 settembre 2018 firma un contratto di un anno con il Brescia, prendendo il posto dell’esonerato David Suazo.
Sistema di gioco
Sistema di gioco di base: 4-3-1-2
Sistema di gioco in fase di possesso: 3-1-4-2
Sistema di gioco in fase di non possesso: 4-3/1-2
Il sistema di gioco adottato dal Brescia di Eugenio Corini è il 4-3-1-2. Il calcio del Brescia, caratterizzato dalla presenza di giocate codificate e dalla ricerca del passaggio verticale, risulta essere un calcio molto offensivo che ha portato la squadra ad essere il miglior attacco del campionato e, per contro, una delle difese maggiormente battute.
In porta gioca Alfonso. Linea difensiva a quattro con Sabelli a destra ed il nuovo arrivato Martella a sinistra, entrambi dotati di una grande corsa, buone abilità nel cross dal fondo e molto fiato per percorrere tutta la fascia nei novanta minuti. La coppia centrale di difesa è composta da Cistana ed il capitano Romagnoli, due giocatori con la tecnica e la personalità per impostare il gioco oppure portare palla attirando su di sé il pressing avversario. Il mediano è Tonali, probabilmente il giocatore più interessante dell’intero campionato cadetto. Classe 2000, il giovane centrocampista del Brescia è riuscito a mettersi in luce mostrando al mondo dinamismo, intelligenza calcistica ed una visione di gioco nettamente superiore alla media. Un altro giocatore importante per la squadra di Corini è la mezzala destra Bisoli, instancabile figlio d’arte di Pierpaolo Bisoli che nel corso del campionato ha mostrato ottime doti di inserimento. Sul centrosinistra gioca invece Ndoj, italoalbanese forte fisicamente e bravo a giocare nello stretto. Alle spalle delle due punte agisce Spalek, giocatore brevilineo dotato di una buona tecnica. Torregrossa e Donnarumma completano il reparto avanzato formando una coppia ben assortita capace di segnare ben 30 goal in appena 23 partite. Torregrossa è un giocatore forte fisicamente e bravo sia a giocare nello stretto che in rifinitura. Donnarumma invece è rapido e bravo ad attaccare gli spazi, da un paio di stagioni dimostra di avere il goal nel sangue e con i suoi 21 centri in 19 partite disputate è il principe dei cannonieri della Serie B.
FASE DI POSSESSO
In fase di possesso il sistema di gioco si trasforma in una sorta di 3-1-4-2 asimmetrico con i due centrali che si occupano dell’impostazione assieme al terzino situato sul lato forte; il mediano gioca più avanzato formando un triangolo con i difensori centrali mentre il terzino sul lato debole e le due mezzali si alzano sulla linea del trequartista.

Costruzione
Adottando il 3-1-4-2 in fase di possesso, la squadra di Corini cerca di costruire dal basso con i due centrali difensivi che sono a tutti gli effetti i primi registi della squadra mentre il mediano Tonali non si abbassa mai sulla linea dei difensori. Questo perché il triangolo tra i tre che viene a formarsi favorisce il gioco verticale che il mister ricerca. Spesso infatti la prima linea di pressione avversaria viene superata con un passaggio verticale di un centrale verso lo stesso Tonali oppure addirittura sulla folta linea a 4 creatasi sulla trequarti saltando ben due linee di pressione.
Una caratteristica importante del Brescia in costruzione è da ricercare nella attitudine dei due centrali a portare palla superando la prima linea di pressione e attirando su di sé il pressing degli avversari.
Una delle giocate codificate più ricorrenti del Brescia, utilizzata per favorire la costruzione dal basso, prevede che il terzino sul lato forte si alzi sulla linea del trequartista con la mezzala di parte che va a prendere il suo posto nella prima linea. Questi movimenti generano spazi sia per il passaggio sulla fascia che per quello sulla trequarti.
Sviluppo e Rifinitura
Lo sviluppo del gioco avviene prevalentemente mediante la ricerca del passaggio verticale verso le punte o il trequartista. Per favorire lo sviluppo le due punte giocano piuttosto distanti tra di loro in modo da allargare le maglie della difesa avversaria e allo stesso tempo occupare assieme al trequartista una porzione più ampia possibile del campo.
Massiccia è la presenza del Brescia in zona di rifinitura, cercata sia dal trequartista che dalle due punte Donnarumma e soprattutto Torregrossa, il quale può far valere il fisico e la sua abilità di giocare nello stretto. A turno uno dei tre cerca di farsi trovare libero in zona di rifinitura con il trequartista Spalek che immediatamente si alza a prendere il posto della punta che si è abbassata.

Zona laterale
Un altro aspetto importante della squadra di Corini riguarda l’occupazione delle fasce laterali. Sia in fase di costruzione che durante lo sviluppo il Brescia cerca di avere sempre due giocatori in fascia sul lato forte in modo da occupare tutta la fascia costruendo più linee di passaggio possibile e costringendo la squadra avversaria a difendere larga. Ciò avviene prevalentemente grazie ai movimenti delle mezzali e, nell’ultimo terzo del campo, quelli del trequartista.
Le sovrapposizioni dei due terzini rappresentano una delle armi più pericolose a disposizione di Eugenio Corini. Grazie alla visione di gioco ed i piedi educati di giocatori come Tonali e Torregrossa spesso Sabelli e Martella riescono ad arrivare sul fondo e crossare con il piede preferito verso l’affollata area avversaria.
Finalizzazione
In fase di finalizzazione la squadra può contare sull’incredibile senso del goal di Donnarumma, capace di farsi trovare sempre pronto al momento giusto riuscendo a capire prima degli avversari dove cadrà il pallone. Le doti fisiche e la capacità di giocare nello stretto rendono Torregrossa un giocatore quasi insostituibile, allo stesso tempo uomo assist e temibilissimo colpitore di testa.
Il Brescia di Corini cerca di portare più uomini possibili all’interno dell’area di rigore. In tal senso preziosi sono gli inserimenti delle mezzali Bisoli e Ndoj oltre che dei terzini Sabelli e Martella. La presenza in area avversaria del Brescia risulta dunque essere massiccia con almeno 4 giocatori ad attaccare la porta sul cross dalla fascia laterale.
Ulteriori pericoli per gli avversari provengono dai tiri dalla distanza, specialità in cui eccellono Tonali e Spalek.
TRANSIZIONI NEGATIVE
La transizione negativa del Brescia di Corini si concretizza in un pressing ultra-offensivo facilitato dalla vocazione offensiva della squadra. Tuttavia la ricerca dell’ampiezza professata dal mister e l’elevato numero di giocatori situati al di sopra della palla fanno sì che la squadra resti scoperta soprattutto sul lato debole.
FASE DI NON POSSESSO
In fase di non possesso il Brescia si dispone con un 4-3-1-2 cercando di fare densità nella zona centrale del campo. In particolare la prima linea di pressione, composta dai tre giocatori offensivi e spesso situata sulla trequarti avversaria, concede spazi di manovra lateralmente confidando sul dinamismo delle proprie mezzali e dei terzini.
A difesa della porta sono chiamati 7 giocatori più il portiere mentre in via generale il reparto offensivo è esentato da compiti difensivi. In partite complicate oppure in momenti delicati del match anche il trequartista Spalek è chiamato a difendere scendendo al di sotto della linea della palla.
La linea difensiva adotta una marcatura a zona.

TRANSIZIONI POSITIVE
La scelta del mister di lasciare tre giocatori sopra la linea della palla in fase di non possesso risulta una mossa vincente per quanto riguarda le transizioni positive. Una volta recuperato il pallone la squadra di Corini cerca immediatamente il passaggio verticale verso il reparto offensivo della squadra, tentativo che spesso va a buon fine. Qualora non vi siano le condizioni per la giocata verticale, la squadra cerca di consolidare il possesso ripartendo da Tonali o dai due centrali.
ANALISI SWAT
Punti di forza
-Squadra organizzata con meccanismi di gioco ben oliati;
-Giocatori con resistenza e corsa nettamente sopra la media;
-Transizioni positive;
-Reparto offensivo completo che riesce a rendersi pericoloso in ogni modo;
Punti di debolezza
-Tenuta atletica a medio/lungo termine;
-Transizioni negative;