Sean Dyche arriva al Burnley nell’ottobre del 2012, dopo aver avuto una prima esperienza da allenatore nel Watford.
Dopo un anno di rodaggio, nella stagione 2013/14 ottiene un’inaspettata promozione in Premier League. Dyche forse non è ancora pronto: la prima stagione del suo Burnley nella massima serie inglese termina infatti con un diciannovesimo posto e conseguente retrocessione.
La società tuttavia crede in lui e lo conferma alla guida della squadra per la stagione 2015/16. Scelta che si rivela vincente perché da lì in poi è un susseguirsi di successi. Dopo aver vinto la Championship, dalla stagione 2016/17 il Burnley torna in Premier League. Questa volta però Dyche non si fa trovare impreparato e ottiene una prestigiosa salvezza, preludio di un’annata straordinaria.
È infatti nella stagione 2017/18 che il Burnley si rivela come autentica sorpresa del campionato, ottenendo una storica qualificazione ai preliminari di Europa League.
Dyche è un allenatore pragmatico e un grande motivatore, doti necessarie per chi chiede tanto ai suoi giocatori sia a livello fisico che mentale. L’allenatore inglese è riuscito a dare una forte identità ai Clarets, soprannome della squadra del Lancashire, puntando su un blocco di giocatori provenienti dalle isole britanniche. Dei 23 giocatori utilizzati nel corso della passata stagione fanno infatti eccezione solo l’islandese Gudmundsson, il belga Defour, il neozelandese Wood e il francese N’Koudou. Nei suoi anni al Burnley, Dyche ha saputo valorizzare singoli come Trippier (Tottenham), Keane (Everton), Ings (Liverpool), Gray (Watford) o Austin (Southampton).
Sistema di gioco
Nella prima parte della stagione Dyche ha spesso usato il 4-2-3-1, una variante del 4-4-2 che priva la squadra di un attaccante a beneficio di un centrocampista offensivo, solitamente Hendrick.
Nel finale di stagione l’allenatore inglese si è orientato in maniera definitiva sul 4-4-2, vista la grande disponibilità in fase difensiva dei suoi attaccanti.
Il Burnley, al di là degli interpreti, ha avuto per tutta la stagione principi di gioco chiari ed efficaci, che verranno di seguito analizzati in maniera articolata.
Caratteristiche principali del sistema di gioco
Guardando la posizione media dei giocatori si possono ottenere alcune informazioni primarie: gli attaccanti giocano vicini tra di loro, gli esterni di centrocampo si accentrano molto e un mediano gioca leggermente più indietro dell’altro.
Entrando più nello specifico gli interpreti del 4-4-2 di Sean Dyche hanno le seguenti caratteristiche:
I difensori sono tutti molto bravi nella marcatura a zona, i mediani sono poco portati all’inserimento, gli attaccanti particolarmente strutturati fisicamente e forti nel gioco aereo. Agli esterni di centrocampo, così come agli attaccanti, è richiesto grande sacrificio nella fase di non possesso.
Fase di possesso
Statistiche
In fase di possesso il Burnley mette in atto quello che nel gergo calcistico viene chiamato kick & rush. Il gioco dei Clarets non si sviluppa attraverso una fitta rete di passaggi, lo si può vedere dalle statistiche: Il Burnley è al 17esimo posto, tra le squadre della Premier League, per numero di passaggi fatti e all’ultimo posto per through balls, ovvero passaggi filtranti che superano la difesa avversaria.
Sean Dyche è consapevole di non avere una squadra di palleggiatori, per questo motivo fa di necessità virtù. L’allenatore inglese cerca di mettere i suoi attaccanti in condizione di poter lottare su palloni in zone avanzate del campo e con il supporto dei centrocampisti.
Il Burnley gioca prevalentemente attraverso lanci lunghi, è infatti la squadra del campionato che ha giocato il maggior numero di long balls.
Questo stile di gioco è un’evoluzione del cosiddetto long passing game. Evoluzione perché il gioco è molto più ragionato e raffinato tatticamente di quanto queste statistiche possano far presagire.
Costruzione e sviluppo
Quando l’azione inizia dai piedi del portiere si cerca uno dei due attaccanti con un lancio lungo. Diversi giocatori si posizionano nell’area dove cadrà il pallone, in modo da essere efficaci sulle seconde palle e conquistare il possesso nella metà campo avversaria.
Attraverso questi lanci, che possono pervenire anche dai difensori, si cerca di sfruttare al meglio il potenziale dei propri attaccanti, bravi nel far salire la squadra.
Quando l’azione parte dai difensori una soluzione ricorrente è l’attacco diretto: si cerca di sorprendere l’avversario con un lancio a superare la difesa, soprattutto se la squadra rivale non è ben posizionata.
In generale i difensori prendono pochissimi rischi in fase di impostazione, alternando lanci lunghi verso gli attaccanti a scarichi elementari verso i terzini o il centrocampista centrale più vicino.
Il gioco del Burnley prevede una principale alternativa alla ricerca immediata degli attaccanti con lanci dalla difesa: lo sviluppo sulle fasce.
L’idea è di mettere nelle condizioni i terzini di offrire agli attaccanti palloni pericolosi all’interno dell’area avversaria. Gli esterni di difesa si propongono in fase offensiva sfruttando gli spazi sulle fasce lasciati dai centrocampisti esterni, che tendono ad accentrarsi.
Per creare queste situazioni è molto importante il lavoro dei centrocampisti centrali, mai in linea tra loro nella fase di possesso per non essere schiacciati dalla pressione avversaria.
I centrocampisti centrali non verticalizzano praticamente mai sugli attaccanti ma cercano di allargare il più possibile il gioco su terzini ed esterni.
Una soluzione spesso usata è il cambio di gioco: con un lancio lungo viene attaccato il lato debole per cercare di mettere nelle condizioni l’esterno di crossare.
Rifinitura e finalizzazione
È con cross in area che il Burnley sa rendersi maggiormente pericoloso. Dei 36 gol che ha segnato in 38 partite, ben 32 sono stati segnati da dentro l’area, e nessuno di essi è stato segnato su calcio di rigore. Dei 32 gol segnati da dentro l’area 10 sono stati finalizzati con un colpo di testa.
Gli attaccanti del Burnley sono bravi a distribuirsi tra loro gli spazi in area, talvolta anche incrociando le posizioni. A protezione dell’area rimane un centrocampista centrale che non si inserisce ed è il primo difensore in caso di transizione negativa.
Palle inattive a favore
La freccia più pericolosa nell’arco di Sean Dyche è però sicuramente la palla inattiva a favore. Il tiratore è sempre Gudmundsson, capace con il suo mancino di disegnare traiettorie potenti e velenose. Di conseguenza se la palla inattiva è decentrata sulla destra la soluzione sarà a rientrare, nel caso opposto sarà ad uscire.
L’esterno islandese è uno dei giocatori chiave del Burnley: in 35 presenze si è reso protagonista di 10 gol (2 gol e 8 assist).
Ogni situazione di palla inattiva è importantissima per il Burnley.
Sulle punizioni a favore porta tantissimi uomini ad attaccare l’area, rischiando di conseguenza molto nelle transizioni negative. Si cerca sempre un cross e mai un passaggio corto all’uomo vicino.
Allo stesso modo delle punizioni, anche attraverso i calci d’angolo il Burnley sa rendersi pericoloso. Gudmundsson cerca principalmente il secondo palo e in alternativa la zona tra il dischetto e l’area piccola, sia che calci da destra che da sinistra. Il Burnley cerca spesso di liberare un giocatore attraverso una serie di blocchi.
Fase di non possesso
Statistiche
Il Burnley è una squadra che ha nella difesa il proprio punto di forza: in 38 partite ha subito 39 gol.
La squadra di Dyche non fa mai prolungate fasi di possesso palla e di conseguenza è costretta a subire l’avversario per lunghi tratti della partita.
La chiave della solidità difensiva dei clarets è nell’organizzazione e nell’intensità con cui tutti i giocatori interpretano la fase di non possesso.
È eloquente il dato sulle total clearances, cioè quando un giocatore allontana un pericolo rinviando: nel corso della Premier League 2017/18 solo l’Everton ha totalizzato un numero più alto di clearances.
Il Burnley interpreta la fase di non possesso alternando due fasi: una di difesa bassa e una di pressione orientata. Nella fase di difesa bassa la squadra di Dyche si schiera in partenza con un 4-4-2 molto corto e con tutti gli uomini dietro alla linea della palla.
Difesa bassa
La squadra in questa situazione è molto compatta e la difesa cerca di abbassarsi il meno possibile per togliere profondità all’avversario.
Quando l’azione si sviluppa e l’avversario guadagna campo, il Burnley cambia spesso disposizione, passando da un 4-4-2 a un 5-3-1-1.
Uno dei due esterni di centrocampo si abbassa sulla linea di difesa, che diventa così a 5, e l’esterno opposto stringe di molto la sua posizione andando a formare un centrocampo a 3. Una delle due punte si abbassa per difendere sui centrocampisti avversari e l’altra rimane in posizione avanzata per sfruttare eventuali transizioni offensive.
Sia l’esterno sinistro (Gudmundsson) che quello destro (Lennon) possono fare gli esterni di difesa. Uno dei due terzini si trova di conseguenza a fare il terzo centrale.
Questa rotazione difensiva permette al Burnley di difendere con tanti uomini dentro all’area di rigore, ed è questa una spiegazione della sua capacità (oltre alle bravura di lettura difensiva individuali) nel liberare l’area da situazioni di pericolo.
Dyche preferisce concedere l’1 contro 1 sulla fascia e avere più difensori a copertura della zona in area. La difesa è molto forte nel respingere i cross che provengono dagli esterni.
Pressione
L’alternativa alla difesa bassa usata dal Burnley è una pressione orientata. La strategia di Dyche consiste nel far rinviare i difensori o il portiere avversario in maniera imprecisa e affrettata. Questo perché il Burnley è consapevole della propria forza nelle headed clearences. È infatti la prima squadra del campionato per numero di allontanamenti di testa totali.
I clarets alzano la pressione quando c’è una possibilità di schiacciare l’avversario. Un esempio può essere nelle rimesse laterali a sfavore battute non lontano dall’area di rigore avversaria. In queste situazioni sono capaci di portare tanti giocatori in pressione nel lato forte.
Palle inattive a sfavore
Nei calci d’angolo a sfavore il Burnley difende con tutti i suoi giocatori alternando marcature a zona e marcature a uomo. Nel caso in cui l’avversario batta un corner corto, escono i due giocatori in marcatura a zona più vicini alla bandierina, creando così un 2 contro 2 sulla fascia.
Transizioni Offensive
Nel gioco del Burnley le transizioni offensive sono molto importanti.
Quando la squadra di Dyche recupera il possesso nella metà campo avversaria cerca di aprire il gioco e crossare in area.
Quando invece il recupero del pallone avviene nella propria metà campo, si cerca di verticalizzare subito su uno dei due attaccanti, al quale è richiesto di far salire la squadra.
I Clarets difendendo con tanti uomini faticano a essere pericolosi in queste situazioni. Uno dei due attaccanti si smarca preventivamente per ricevere un passaggio, ma spesso si trova in situazione di inferiorità numerica e difficilmente crea un pericolo.
Transizioni Difensive
Il Burnley prende pochissimi rischi in fase di costruzione e sviluppo, di conseguenza perde pochi palloni nella propria metà campo.
Quando si trova nella metà campo avversaria, una volta perso il possesso della palla, i giocatori del Burnley di norma cercano di recuperare le posizioni. L’obiettivo è quello di coprire le zone centrali del campo orientando la manovra dell’avversario sulle fasce.
La squadra di Dyche è invece particolarmente vulnerabile quando subisce una transizione difensiva sugli sviluppi di una palla inattiva.
Attaccare la porta con tanti uomini è un’arma a doppio taglio: da un lato permette di essere pericolosi, dall’altro espone a contropiedi potenzialmente fatali.
Analisi SWOT
Punti di forza:
- Palle inattive
- Gioco areo
- Fisicità e aggressività
- Capacità di difendere nella propria area
Punti deboli
- Transizioni negative su sviluppi di palle inattive
- Limiti difensivi di Lennon come quinto di difesa
- Cross sul secondo palo quando la difesa non è schierata a 5 (cioè quando ci sono solo 3 difensori in area invece di 4)
- Possesso palla