Presentazione
La stagione 2018-19 del Catanzaro ha avuto un inizio estremamente travagliato, basti pensare che all’inaugurazione della stagione sportiva la squadra disponeva di soli 7 tesserati; nonostante ciò è rimasta la ferma volontà della proprietà di allestire una rosa competitiva che non rinunciasse anche ad ambizioni importanti di classifica. Per realizzare questo progetto la società ha deciso di affidare la conduzione tecnica della squadra ad uno degli allenatori più esperti della categoria, nonché uno dei più vincenti: Gaetano Auteri. La storia di questo allenatore è ricca di successi in Serie C, ma ciò che più di tutto rende riconoscibili le squadre di Auteri è il sistema di gioco: un 3-4-3 molto solido ma anche molto propositivo. Gran parte delle soddisfazioni dell’allenatore siciliano sono dovute sia ai principi di gioco adottati – estremamente identificabili e coordinati – sia ad una proficua integrazione con le qualità dei singoli calciatori. Il rendimento prodotto sin qui dalla squadra calabrese, sia in termini di risultati che di gioco, sembra confermare le impressioni e le aspettative di inizio stagione.
FASE DI POSSESSO
Costruzione:
Come detto lo schieramento base del Catanzaro prevede un 3-4-3 aperto a diverse interpretazioni soprattutto per quanto riguarda i movimenti offensivi. Sulla rimessa del portiere si ricerca una costruzione bassa: i 3 difensori centrali si predispongono per ricevere palla dal portiere, i quinti si posizionano con i piedi sulla linea laterale per garantire l’ampiezza, mentre i due mediani agiscono sempre scaglionati ma spesso relativamente schiacciati sulla linea difensiva. Quest’ultimo aspetto è fondamentale perché evidenzia un principio di gioco finalizzato ad un determinato obiettivo da raggiungere in fase di sviluppo: una costruzione con il 3-2 (tre centrali più i due mediani a sostegno) con i quinti molto larghi, oltre a garantire una maggiore solidità al palleggio iniziale (costante superiorità numerica in zona centrale e in fascia), induce anche la fase difensiva avversaria, qualora volesse uscire in pressione forte, a svuotare la zona tra la linea difensiva e il centrocampo, liberando quindi lo spazio per un’occupazione degli attaccanti esterni che con movimenti a mezzaluna costringono uno dei difensori avversari ad uscire fuori posizione, lasciando gli altri in situazione di 1vs1 quasi a tutto campo.

Sviluppo:
I principi di gioco in fase di sviluppo vengono coordinati in base all’uscita palla dalla costruzione: si decide quindi se attaccare immediatamente la profondità (per sfruttare gli 1vs1) o se invece cercare l’ampiezza e un mantenimento più comodo utilizzando i quinti. In queste occasioni una costante è rappresentata dal movimento a sostegno del centrocampista che nello scaglionarsi si ritrova più vicino alle punte, e dai movimenti degli attaccanti stessi: infatti se si esce rapidamente dalla costruzione, una punta esterna rimarrà larga mentre quella opposta taglierà verso il centro (o per combinare con la prima punta o per aggredire lo spazio lasciato libero sempre dal movimento in contro della punta centrale), se invece la costruzione è più lenta allora verrà ricercata l’ampiezza data dai quinti con gli attaccanti esterni che convergono verso il centro alle spalle dei centrocampisti avversari, con l’obiettivo di tirare fuori posizione uno dei difensori centrali.
Rifinitura e finalizzazione:
Una dei principi di gioco classici del 3-4-3 è lo sfruttamento delle catene esterne: i centrali di difesa partecipano attivamente anche alla fase di rifinitura, consolidando il palleggio attraverso una superiorità numerica in fascia (supportata anche dal centrocampista di parte) che spinge in avanti i quinti. Infatti se in fase di costruzione e di sviluppo i quinti venivano utilizzati soprattutto per il mantenimento del possesso sfruttando l’ampiezza, in fase di rifinitura e finalizzazione seguono invece il macro principio dell’attacco alla profondità. Si registrano poi svariate situazioni in cui gli attaccanti esterni si ritrovano sulla stessa fascia (sempre al fine di creare superiorità numerica sulla trequarti avversaria), per cui il quinto lato forte può sfruttare le possibili combinazioni per arrivare al cross mentre l’esterno opposto attacca la porta in sinergia con la punta che non partecipa al cosiddetto “centro del gioco”.

FASE DI NON POSSESSO
Pressione alta:
Il Catanzaro per principio ricerca il controllo del gioco attraverso il possesso, per questo è solito operare forti pressioni sulle costruzioni avversarie utilizzando un sistema decifrabile come 5-2-3: i 3 attaccanti sono molto alti e pressano formando dei triangoli difensivi, in cui la punta centrale ne è sempre il vertice (sia che vada in pressione sull’ultimo centrale difensivo, sia che ripieghi in copertura sul mediano avversario), i quinti sono molto rapidi a uscire in pressione forte quando la palla entra nella loro zona, mentre centrocampisti giocano in linea coprendo la zona con movimento coordinati in avanti.
Sotto palla:
Anche in fase di sotto palla i 3 attaccanti per principio non ripiegano sulla linea dei centrocampisti, ma cercano di rimanere molto alti e stretti (sempre 5-2-3 dunque), in modo da predisporsi per un’eventuale ripartenza, obbligando così le squadre avversarie a marcature preventive molto corpose (solitamente gli i terzini avversari devono rimanere bloccati per evitare la parità numerica in difesa). I quinti si posizionano invece sulla linea difensiva, pronti però a dar manforte alla coppia di mediani che giocando inevitabilmente in inferiorità numerica, tendono ad essere scoperti sui lati. Più raramente, quando la pressione avversaria è forte, la squadra si mette con un 5-4-1 più coperto, con gli esterni d’attacco che si abbassano in linea con i centrocampisti.

Linea difensiva:
La linea difensiva come detto è principalmente a 5, con i quinti pronti a uscire (sia in pressione sia in copertura sulla mediana) mentre i 3 centrali si predispongono a zona cercando di stare sempre molto stretti a protezione del centro: quando c’è un’imbucata centrale che taglia fuori il centrocampo il principio dice che si marca l’uomo in zona mentre il centrale sul lato debole dà copertura. Sulle giocate provenienti dall’esterno invece il centrale lato palla copre sempre la zona del primo palo mentre gli altri due si impegnano nella marcatura.
TRANSIZIONI
Transizioni positive:
Nelle situazioni difensive di sotto palla i 3 attaccanti sono soliti rimanere molto alti e stretti: questo posizionamento è funzionale perché, una volta recuperato il pallone, permette di spostare rapidamente la palla dalla zona del recupero agli attaccanti, i quali posizionandosi centralmente oltre ad essere immediatamente reperibili per una verticalizzazione, hanno anche la possibilità di svariare lungo tutto il campo attraverso scambi molto rapidi. Infatti in queste situazioni si nota un elevato numero di interscambi tra gli attaccanti per togliere i punti di riferimento alla difesa avversaria. Anche il portiere ogni volta che recupera il pallone ricerca immediatamente le punte, cercando così di cogliere scoperta la linea difensiva avversaria.
Transizioni negative:
Il principio di gioco adottato in questa situazione impone che la palla sia sempre coperta: l’uomo che perde palla è il primo a chiamare la pressione (se il gioco rimane nella zona in cui si è perso il pallone), se la palla si muove rapidamente dal punto in cui si è persa allora si segue il principio della zona, cercando però sempre di coordinare i movimenti in avanti pressando forte l’uomo con la palla.