INTRODUZIONE
Il LIPSIA è una delle squadre più interessanti ed affascinanti del calcio europeo, infatti, pur essendo una società relativamente giovane (fondata nel 2009 dalla multinazionale tedesca RED BULL GMBH che acquistò il titolo sportivo del SSV MARKRANSTADT militante nella quinta divisione locale), è riuscita a bruciare le tappe vincendo i campionati quasi ogni anno ed arrivando a partecipare nel 2016/17 al suo primo campionato della massima serie tedesca, ovvero la Bundesliga.
Negli anni sulla panchina si sono via via seduti diversi tecnici tra cui Tino Vogel ,Zorniger e soprattutto Ralf Rangnick che fu l’artefice dell’approdo in Bundesliga e probabilmente, viste anche le altre cariche che ha ricoperto, è stato il vero stratega di questa squadra. Per il 1° anno di Bundesliga vengono fatti i primi acquisti di un certo rilievo economico, tra cui Keita e Timo Werner che oggi è sicuramente uno dei giocatori più importanti e il debutto fu ottimo visto il piazzamento finale al secondo posto.
Oggi il tecnico è Julian Nagelsmann, molto giovane (ha 32 anni ed è stato il tecnico più giovane di sempre ad aver esordito nella massima serie con l’Hoffenheim) e preparato, e per tanti già monitorato dai grandi club europei visti anche i trascorsi positivi in termini di risultati e di prestazioni che ha ottenuto sulla panchina dell’Hoffenheim.
Anche la rosa è formata da giocatori relativamente giovani tra cui spiccano:
- Dayot Upamecano, difensore centrale francese del 98, talento abile in marcatura e nel gioco aereo e molto veloce.
- Nordi Mukiele, laterale destro francese del 97, forte fisicamente e veloce.
- Amadou Haidara, centrocampista del Mali del 98.
- Lukas Klostermann, terzino destro o difensore centrale. Tedesco del 96, molto fisico e attento tatticamente.
- Christopher Nkunku, esterno offensivo sinistro o centrocampista, francese del 97 con buona tecnica, fa molti assist.
- Konrad Laimer, centrocampista austriaco del 97 di quantità e qualità, molto attento tatticamente.
- Dani Olmo, centrocampista offensivo spagnolo del 98, talento molto tecnico e abile nel dribbling.
- Timo Werner, attaccante tedesco del 96, fisico, tecnico e veloce, segna e fa assist.
- Patrik Schick, attaccante ceco del 96 molto tecnico.
- Ibrahima Konaté, difensore centrale francese del 99, talento ora infortunato.
Si aggiungono i più esperti:
- Willi Orban, difensore centrale ungherese del 92, capitano attualmente infortunato.
- Marcel Halstenberg, laterale sinistro o difensore centrale tedesco del 91, nazionale dotato di un buon sinistro
- Marcel Sabitzer, esterno offensivo destro o centrocampista, austriaco del 94, ottimo tiratore, fa gol e assist.
- Yussuf Poulsen, attaccante danese del 94.
- Emil Forsberg, esterno offensivo sinistro o trequartista, svedese, molto abile tecnicamente, segna e fa assist.
A completare la rosa rimangono: Peter Gulacsi, Yvon Mvogo, Angelino, Ampadu, Tyler Adams, Hannes Wolf e Kampl .
Il Lipsia di Nagelsmann ha utilizzato diversi sistemi di gioco per cui è una squadra complicata da definire a grandi linee, proprio per la sua mutevolezza e flessibilità, ma se volessimo definirla con una sola parola, potremmo accostargli il termine “AGGRESSIVA“ o “INTENSA“.
Infatti, una costante che si nota in ogni partita del Lipsia è questo concetto di intensità riportata in entrambe le fasi di gioco e più precisamente un pressing aggressivo e organizzato nella fase difensiva, che mira alla riconquista del pallone in zone interessanti e ad una circolazione di palla veloce e fluida che punta a trovare lo spazio ed il tempo giusto per verticalizzare utilizzando triangolazioni rapide.
Nagelsmann, inoltre, ama cambiare spesso sistema di gioco anche durante la stessa partita soprattutto in funzione dell’avversario da affrontare. Potremmo dire che nessuna squadra che affronta il Lipsia riesce a giocare un pallone in maniera semplice senza essere pressata a meno che la situazione non richieda di essere più attendista.
Pur non essendo una squadra ossessionata dal possesso palla, che ha nella verticalità la sua arma migliore, non viene lasciata al caso la costruzione dal basso che è importante e ragionata.
Ad esempio, nella gara casalinga contro il Benfica, il Lipsia, nella costruzione dal basso, impostava con 3 giocatori (Upamecano, Ampadu e Klostermann) mentre i 2 esterni erano molto alti (Saratti a sx e Sabitzer a
dx) e in zona centrale quasi sempre si trovava Demme mentre Laimer da una parte e Forsberg dall’altra andavano a creare superiorità nella trequarti giocando vicino a Werner e Nkunku.
I 3 centrali quindi, davano inizio alla manovra con lo scopo di servire gli esterni e lavorare poi sulle catene (a sx Saratti, Forsberg, Werner e a dx Sabitzer, Laimer e Nkunku ) oppure ricercare Demme, il quale poi apriva sugli esterni o poteva avere le opzioni di passaggio più interne per Forsberg o dalla parte opposta per Sabitzer e Laimer che alternavano molto le posizioni tra di loro (uno più interno spesso negli half space e l’altro più esterno). Durante il 2° tempo, invece, questo principio cambia perché bisognava recuperare il risultato negativo del 1°tempo, per cui Nagelsmann decide di togliere Ampadu ed inserire Mukiele sull’out di destra con lo spostamento di Klostermann al centro come difensore centrale per alzare il baricentro. Quindi, la costruzione bassa venne affidata ai 2 centrali, ossia Klostermann e Upamecano per cui nella fase di possesso la squadra si è schierata con un 2-4-4 a differenza del 1° tempo dove invece adottava un 3-1-4-2. Mentre, se andiamo ad analizzare quello che è successo nella partita disputata fuori dalle mura amiche, si nota che anche in questo caso la costruzione inizia dal basso con i 2 difensori centrali Orban e Konate, mentre i terzini Halstenberg e Mukiele sono già molto alti a formare una linea di 4 con Demme e Laimer. Più alti troviamo Forsberg, molto dentro al campo proprio per favorire le discese di Halstenberg e lasciare anche spazio a Werner, che spesso parte dall’out di sinistra, Sabitzer leggermente più largo a destra e Poulsen che invece occupa una posizione più centrale.
Da tutto ciò si evince che la squadra di Nagelsmann sa adottare caratteristiche geometriche (magari anche asimmetriche) differenti in base alla situazione ed all’avversario di turno e proprio questo gioco sopraffino di posizioni e questa flessibilità rendono il Lipsia più pericoloso e più difficile da affrontare per qualsiasi avversario. Questa naturalezza che ha nel cambiare e riadattarsi a diverse circostanze è sicuramente dovuta ad
allenamenti fatti ad alta intensità e studiati in ogni minimo particolare, che hanno portato il Lipsia ad avere molte soluzioni sia nella fase di possesso che nella fase di non possesso. L’idea di fondo di Nagelmann, è che la squadra debba ricercare la verticalità, arrivandoci il più velocemente possibile affidandosi a questo intelligente gioco posizionale tramite fraseggi corti e veloci grazie anche all’utilizzo del terzo uomo nelle triangolazioni, ma anche tramite attacchi diretti sul lato debole, anche se questa soluzione è meno usata. Generalmente, il Lipsia è una delle squadre che utilizza meno il lancio lungo. Un’altra caratteristica del Lipsia è il pressing feroce su palla persa in zona offensiva rimanendo quasi sempre ben coperto tramite una serie di marcature/coperture preventive, anche se a volte corre dei rischi, e, se riesce il recupero del pallone, soprattutto nella zona centrale, si evidenzia tutta la qualità che i giocatori del Lipsia hanno nell’impostare quelle devastanti ripartenze con triangoli, giochi a muro e attacchi dello spazio.
Tutto questo porta ad avere quella solidità difensiva che dimostra avere questo Lipsia e il tutto riesce solamente se si ha una grande determinazione ed un ottima componente psicologica, merito sicuramente ascrivibile a questo affascinante allenatore Julian Nagelsmann.
Il Lipsia quest’anno sta disputando un’ottima Bundesliga e fino a qualche settimana fa era prima in classifica, mentre ora, complice qualche pareggio, è scivolata al terzo posto con 50 punti in 25 gare, 62 gol all’attivo e una media gol a partita di 2,48 e solamente 26 gol subiti con una media di 1,04 a partita che dimostra la solidità difensiva nonostante il gioco propositivo e offensivo.
Anche in Champions League la squadra è andata ben oltre i pronostici, riuscendo a qualificarsi in un girone con compagini sicuramente più esperte e blasonate come il Lione, il Benfica e lo Zenit. Agli ottavi ha pescato il Tottenham di Josè Mourinho imponendosi all’andata per 1-0 con gol di Werner.
La partita che andremo ad analizzare è proprio il ritorno di questo ottavo di finale.
TABELLINO GARA LIPSIA-TOTTENHAM 3-0
LIPSIA (3-4-3): Gulacsi, Halstenberg, Upamecano, Klostermann, Laimer, Sabitzer, Angelino, Mukiele (54′ Tyler Adams), Nkunku (58′ Haidara), Schick, Werner. A disposizione: Mvogo, Lookman, Poulsen, Forsberg, Dani Olmo.
TOTTENHAM (3-4-2-1 ): Lloris, Dier, Alderweireld, Tanganga, Aurier (91′ Walcott), Winks, Lo Celso (80′ Gedson Fernandes ), Sessegnon, Lamela, Lucas Moura, D.Alli. A disposizione: Gazzaniga, Vertonghen, Ndombelè, Skipp, Parrott.
- Marcatori: 10′, 21′ Sabitzer, 86′ Forsberg.
- Ammoniti: Sessegnon, Winks, Laimer, Tanganga, Sabitzer, Alli.
SISTEMA DI GIOCO
- Statico: 3-4-3
- Offensivo: 3-1-3-3/3-1-4-2
- Difensivo: 5-3-2
FASE DI POSSESSO
Ovviamente, essendo una partita che si giocava sui 180 minuti e si partiva dal vantaggio di una rete ottenuta al di fuori delle mura amiche, era fondamentale un approccio giusto ed anche una certa prudenza da parte del Lipsia, perché un gol della squadra avversaria avrebbe complicato di molto la gara.
Costruzione e sviluppo
Bisognava giocare in maniera intelligente senza dare vantaggi all’astuto Mourinho, che ha cercato di bloccare la zona centrale che tanto ama il Lipsia facendo molta densità ma con scarso ritmo.
Nelle prime battute si è visto un Lipsia che, nonostante ami costruire dal basso tramite i suoi centrali difensivi, ha costruito quasi sempre da Upamecano centralmente e più largo a sinistra Halstenberg e Klostermann sulla destra con Laimer che rimaneva davanti ai 3 difensori in modo da formare una sorta di rombo. Si è preferito, complice la pressione alta a chiudere le linee di passaggio per Laimer o Sabitzer, superare la prima pressione avversaria con lanci lunghi anche con l’aiuto del portiere, come accaduto nell’azione che ha portato al gol del vantaggio.
In questo frangente, Mukiele serve in verticale Schick defilato leggermente a sinistra che viene incontro, mentre Werner è pronto ad attaccare lo spazio centrale con alle sue spalle e vicino Nkunku (attaccanti sempre vicini per duettare come vuole Nagelsmann), sul lato debole ma molto alto e largo Angelino pronto ad inserirsi.
Qui si nota una “costante “ del Lipsia che, oltre ad uno scaglionamento ottimale con giocatori molto vicini nella zona forte che permette di avere questa velocità e fluidità di manovra, porta sempre almeno 2 uomini a muoversi in funzione del possessore e spesso fanno movimenti contrari che permettono triangolazioni rapide.
Per cui, Schick viene incontro, riceve e scarica su Sabitzer che va a sostegno, il quale successivamente di prima intenzione serve nello spazio Laimer che arriva da dietro.

In questa partita Nagelsmann, forse prevedendo l’intasamento delle zona centrale, ha pensato bene di sfruttare le corsie laterali tramite la ricerca dell’uomo isolato appositamente sul lato debole.
Proprio sfruttando questo principio, i biancorossi hanno messo in difficoltà i relativi rivali, Mukiele sull’out di destra e soprattutto Angelino a sinistra (sempre un po’ più alto del collega di fascia destra) che ha imperversato sul
Aurier. Infatti, da un suo cross è nato il gol del 2-0.
Quello che emerge da questa partita è che il Lipsia predilige una costruzione bassa sicura e di qualità e uno sviluppo fluido grazie soprattutto ai continui movimenti e contromovimenti di Laimer e Sabitzer insieme agli esterni Mukiele e Angelino, i quali non fanno altro che aprire spazi e linee di passaggio che portano il più rapidamente possibile la squadra a giocare vicino la porta avversaria.

Rifinitura e finalizzazione
Come detto, il Lipsia è una squadra propositiva e molto verticale per cui nel corso di una partita arriva spesso a giocare nella trequarti avversaria dove, sia con gli esterni e con almeno un centrocampista a supporto, va a creare ampiezza e superiorità numerica. È una squadra che ama giocare nelle zone centrali dove, con l’ausilio di un attaccante forte fisicamente come Poulsen o Schick che funge da boa, riesce a trovare triangolazioni con l’attaccante vicino e/o un centrocampista che ha accompagnato l’azione in grado di andare a finalizzare con 2/3 passaggi.
Nella partita contro il Tottenham, questa soluzione è stata trovata poche volte, avendo preferito invece usare le corsie laterali da dove sono nati i 2 gol. Entrambi i gol sono di Sabitzer e questo dimostra che, oltre la grande importanza di questo calciatore che sembra sdoppiarsi in tutti i ruoli, i centrocampisti accompagnano l’azione offensiva e sono anche bravi ad inserirsi in area di rigore. E poi c’è Werner, giocatore a parte e libero nella fase offensiva di scegliere la posizione, spesso ama partire da sinistra ed inserirsi nello spazio senza palla o con palla al piede essendo molto dotato tecnicamente e fisicamente. A lui sono lasciati gli strappi palla al piede, il compito di scardinare difese chiuse saltando l’uomo e creare superiorità numerica. È un giocatore difficile da marcare perché non si sa mai da dove può partire quindi crea sconquassi anche a difese organizzate .
Emblematica l’azione che porta al 3° gol di Forsberg, appena entrato, dove, con un classico sviluppo del Lipsia, viene saltata la prima linea di pressing tramite un lancio lungo del portiere per Haidara, prontamente smarcatosi sulla linea di centrocampo che serve subito Werner, libero sulla sinistra, pronto all’1vs1 convergendo verso il centro. Conseguente la sovrapposizione di Angelino che con un traversone manda Forsberg in porta.
A prescindere da come si arriva alla finalizzazione, il Lipsia è comunque una squadra che porta sempre molti uomini in area ben dislocati. Però, nonostante tutte queste soluzioni offensive manovrate, il vero principio in cui la squadra di Nagelsmann eccelle e sa essere letale sono le ripartenze in campo aperto, che si basano sempre sui principi dell’attacco posizionale ma che esaltano ancora di più in spazi aperti le qualità di Werner e compagni.
TRANSIZIONI POSITIVE
Come detto, il Lipsia è una squadra che fa un pressing feroce e molto organizzato proprio con l’intento di recuperare palla in tutte le zone del campo. L’idea è sempre quella della schermatura delle linee di passaggio centrali e quindi indirizzare il gioco sugli esterni dove poi si va al recupero della palla. Una volta recuperata, l’input è il passaggio subito in avanti per un compagno preventivamente smarcato ed in questo fondamentale è maestro, grazie alla sua intelligenza e furbizia, Werner, che ha una reattività nel leggere queste situazioni fuori dal comune (sembra capire dove e quando ci sarà l’errore prima di tutti).
Contro il Tottenham, l’applicazione di questo principio lo si nota al 26′ del primo tempo quando Laimer, dopo aver recuperato il pallone, lancia lungo verso Werner che si è preventivamente smarcato con un taglio ad uscire sulla destra accompagnato da Schick e Sabitzer che partono da posizione centrale e fanno movimenti in profondità ad incrociare.
FASE DI NON POSSESSO
Questa grande organizzazione che hanno nella fase di possesso contribuisce a far si che i biancorossi riescano a difendersi anche molto bene.
Il Lipsia è una squadra a cui piace il pressing alto uomo su uomo con l’obiettivo di schermare le linee di passaggio centrali e indirizzare il gioco sulle corsie laterali con la prima linea di pressione portata da Schick con Werner e Nkunku stretti .

Tutto questo comporta che la squadra avversaria cerchi una giocata difficile o provi un attacco diretto facilmente leggibile dalla linea difensiva che è sempre molto attenta e concentrata a rientrare con i tempi giusti.
Nel caso in cui l’avversario riesca a superare la prima linea di pressione, il Lipsia dimostra di sapersi difendere molto bene, rimanendo sempre aggressiva col sacrificio di tutti orientandosi sempre sull’avversario ma anche sulla posizione dei compagni. Ad esempio, se un compagno esce in marcatura, prontamente uno o più compagni retrocedono in copertura.
Solitamente, davanti alla propria area di rigore, il Lipsia difende con una linea di 4/5 giocatori, i 3 centrali sempre molto aggressivi nelle uscite e i 2 laterali, garantendo sempre una linea di copertura .
È una squadra irruenta a tutto campo dove è possibile vedere uscite in marcatura dei centrali di difesa anche in zone molto alte di campo e con continui raddoppi. A volte avviene un vero e proprio accerchiamento del portatore, isolato dal pressing organizzato del Lipsia.
Sicuramente la difesa, soprattutto dentro la propria area di rigore, deve migliorare, perché a volte i difensori perdono i propri riferimenti e magari, stanchi per l’eccessivo sforzo, tendono a stancarsi. Ovviamente, come detto, uno stile difensivo che richiede cosi tanto sacrificio nella flessibilità e interscambiabilità dei ruoli dei giocatori è molto rischioso, perché basta che un ingranaggio non funzioni e si è esposti a situazioni di 1vs1 pericolose di palla scoperta e quindi di ripartenze avversarie.
TRANSIZIONI NEGATIVE
Avere un gioco propositivo che mira a portare diversi giocatori a ridosso della trequarti avversaria comporta una serie di rischi, tipo offrire corridoi interessanti e anche parecchio campo dietro l’ultima linea difensiva che possono essere evitati o quantomeno ostacolati da adeguate coperture necessarie affinché la squadra mantenga sempre un certo equilibrio.
Con il sistema di gioco adottato contro gli Spurs si è notato che le coperture più importanti venivano sempre garantite da Laimer, che rimaneva davanti alla linea difensiva o andava anche spesso a coprire le avanzate di Angelino sulla sinistra, alternandosi con Sabitzer che giocava leggermente più alto del compagno. Ma, come detto, ci sono stati altri frangenti in cui Sabitzer copriva Laimer occupato nella costruzione e anche lo stesso Nkunku, stringendo molto in mezzo al campo, ha contribuito a dare equilibrio a centrocampo.
Comunque, essendo il Lipsia una squadra che fa un calcio manovrato fatto di passaggi corti grazie alla vicinanza dei giocatori che si trasmettono il pallone, fa si che subisca poco questo principio, perché perde difficilmente il pallone e quando lo fa va subito alla riaggressione del possessore con sempre più di un giocatore e spesso riconquista la sfera o sporca la giocata avversaria.
Il rischio più grande che questa squadra corre avviene quando perde il possesso nei pressi della propria area di rigore quando costruisce dal basso.
Nonostante tutto, però, anche in questi casi la squadra si comporta sempre bene e riesce a rimediare all’errore, infatti, c’è subito l’aggressione al portatore e il ricompattamento a stringere per evitare palle filtranti.
CONCLUSIONI
La squadra di Nagelsmann sta sorprendendo tutti perché sta riuscendo ad essere una compagine dura da affrontare, vincente ed anche spettacolare.
Certo, ha anche avuto dei momenti difficili, dopo una grande partenza in campionato si è fermata al cospetto di squadre di rango inferiore, infatti, lo stesso tecnico ha dovuto capire ambiente e giocatori cambiando frequentemente sistema di gioco.
Di questa squadra sorprende la tenuta fisica, perché corre bene, grazie alla ottima dislocazione di tutti, e gioca un calcio dispendioso oltre che divertente. Riesce in ogni contesto a mantenere la calma, proprio grazie alle innumerevoli armi che ha a disposizione, e cambia atteggiamento senza trovarsi impreparata, passando, ad esempio, da una costruzione bassa ad una costruzione diretta e giocando sulle seconde palle.
Fondamentali per questa squadra e cresciuti molto con questo allenatore sono sicuramente: Upamecano, giocatore imprescindibile, bravo nelle letture difensive, con un buon piede per impostare anche se può sbagliare sotto pressione, Laimer e Sabitzer, i due pendoli, fondamentali per garantire equilibrio, giocatori con grande gamba, intelligenza tattica e qualità e Werner, cresciuto tantissimo anche al servizio dei compagni come uomo assist. Ci sarebbe anche Forsberg, giocatore di qualità e quantità ma in questo momento sta giocando poco. Per migliore ancora di più la rosa, forse, servirebbe qualche elemento di maggiore qualità sulle corsie esterne.
Dopo la partita vinta 3-0 con il Tottenham, il Lipsia è nella storia perché, per la prima volta, è entrata a far parte delle prime otto squadre d’Europa.
Complimenti..analisi fatta da una persona molto competente
Lipsia grandissima realtà calcistica!! Straordinaria la scalata ai vertici del calcio in così pochi anni!! Mentalità innovativa e dinamica! Forza Lipsia analisi perfetta