INTRODUZIONE
Nella gara di ritorno degli ottavi di finale della Champions League 2018/2019, il Paris Saint Germain ospita il Manchester United. Forte dello 0-2 maturato all’andata, la squadra francese affronta la sfida convinta dei propri mezzi e decisa a chiudere presto il confronto. Alla guida della squadra c’è Thomas Tuchel chiamato a sostituire un deludente Unai Emery che nonostante una squadra piena di campioni non riesce ad incidere. La stagione è piena di aspettative con l’arrivo dell’allenatore tedesco che dal 2015 al 2017 aveva guidato il Borussia Dortmund dell’era post-Klopp con degli ottimi risultati e che aveva scelto di trascorrere un anno sabbatico prima di accettare la corte del PSG.
L’inizio di stagione non è brillantissimo: Dopo aver vinto la Supercoppa di Francia contro il Monaco, viene eliminato ai quarti della coppa di lega dal Guingamp in quel momento ultimo in classifica. In seguito si riprende e in campionato procede spedito in vetta alla classifica ad anche in Champions League vince un girone di ferro con Napoli, Liverpool e Stella Rossa.
Il 6 marzo allo stadio Parco dei Principi la squadra francese priva dell’infortunato Naymar si schieradi base con un 1-3-4-2-1: Buffon tra i pali, davanti a lui una difesa composta da Kehrer e Kimpebè ai lati del capitano Thiago Silva. A centrocampo la coppia centrale è composta da Verratti e Marquinhos (spostato a centrocampo a causa delle numerose assenze in quel ruolo), mentre sulle fasce agiscono Dani Alves a destra e Juan Bernat a sinistra. In attacco Di Maria e Draxler supportano Mbappè. La partita prende subito la piega voluta dall’allenatore tedesco con un continuo possesso palla che schiaccia il Manchester United nella sua metà campo incapace di tenere palla e con grosse difficoltà nelle ripartenze.
FASE DI POSSESSO PALLA
La costruzione del gioco parte dal basso con la palla che passa sempre dai piedi di Thiago Silva che la fa girare molto velocemente a che innesca principalmente gli esterni di centrocampo che tendono a ricevere palla in posizione molto avanzata modificando in fase di possesso palla, lo schema di gioco in un 1-3-2-4-1.

La ricezione della palla in posizione così avanzata fa in modo di saltare subito la prima linea di pressione dei due attaccanti avversari che si schierano con un 1-4-4-2 molto compatto. Lo sviluppo della manovra è affidato principalmente agli esterni di centrocampo che sono i primi destinatari dei passaggi dei difensori. Da qui c’è una frequente ricerca di triangoli sulle catene laterali che nella maggior parte dei casi sono formati dal centrocampista centrale, l’esterno di centrocampo e quello d’attacco.

Lo scopo di questo tipo di sviluppo è cercare la rifinitura tramite l’inserimento in profondità di uno dei giocatori che compongono questi triangoli andando al cross o cercando il taglio alle spalle della difesa come in occasione del gol del pareggio di Juan Bernat dove c’è l’inserimento di Mbappè in area di rigore. Nello sviluppo di questi triangoli c’è una rotazione delle posizioni per non dare punti di riferimento all’avversario e al momento in cui si crea lo spazio c’è un inserimento per attaccare lo spazio lasciato libero da queste rotazioni che tendono a portare il difensore fuori posizione. Meno frequentemente lo sviluppo passa attraverso una costruzione diretta e quindi con dei passaggi in verticale alla ricerca dell’attaccante esterno. Questo movimento ha lo scopo di portare i difensori fuori posizione e creare lo spazio per gli inserimenti degli altri attaccanti o dell’esterno di centrocampo.
Quando lo sviluppo sulle catene laterali non è efficace, sono i centrali di centrocampo che hanno il compito di dare un nuovo sbocco alla manovra. Attraverso una fitta rete di passaggi i centrali sono molto abili a spostare rapidamente il fronte del gioco o a cercare direttamente il taglio degli attaccanti. I due centrali si mostrano in posizione scaglionata e solitamente Marquinhos agisce in posizione più vicina alla difesa, mentre è Verratti il centrocampista che agisce in posizione più avanzata. In base alle necessità infatti il PSG modifica il proprio sistema di gioco in fase di possesso palla passando all’ 1-3-1-4-2: uno dei centrocampisti centrali (spesso Verratti) va a posizionarsi sulla stessa linea degli esterni di centrocampo e uno degli attaccanti esterni portando l’altro accanto alla punta centrale.
Raramente la rifinitura avviene tramite la ricerca dello spazio tra le linee in posizione centrale per due motivi: un posizionamento compatto e corto in fase di non possesso dell’avversario causando dal prolungato possesso palla nella metà campo avversaria e un sistema di gioco che predilige uno sviluppo sulle catene laterali.
Il prolungato possesso palla trova sbocco esclusivamente attraverso triangolazioni e conseguenti tagli o passanti come finalizzazione dello sviluppo sulle catene laterali. Inoltre l’elevato tasso tecnico e velocità degli attaccanti (Di Maria, Neymar, Mbappè su tutti) danno nell’uno contro uno una valida alternativa per trovare la superiorità numerica negli ultimi 16 metri. Triangoli e tagli sono però il marchio di fabbrica di Tuchel: appena gli esterni di centrocampo o di attacco entrano in possesso di palla c’è subito la ricerca della triangolazione e per andare al cross nel caso di posizione laterale o al tiro da dentro l’area di rigore.
FASE DI NON POSSESSO PALLA
Bisogna fare una premessa iniziale: il Paris Saint Germain è una squadra che fa molto possesso palla e non capita spesso di poterne ammirare le doti in fase di non possesso. Generalmente la squadra si schiera con un 1-4-4-2 con uno degli esterni di centrocampo (solitamente Juan Bernat sulla sinistra) che scala sulla linea difensiva ed un attaccante esterno che fa lo stesso sulla linea dei centrocampisti.

La fase di non possesso parte spesso con un pressing della prima linea di attacco (in caso di costruzione dal basso) e una pressione del resto della squadra che tende a marcare a uomo tutte le possibili soluzioni del portatore di palla avversario.
Appena lo sviluppo della manovra avversaria passa per il centrocampo allora si innesca un pressing molto aggressivo con lo scopo di recuperare subito palla. La squadra resta sempre molto corta e questo agevola una migliore copertura degli spazi. Il centrocampo va sempre in marcatura sul portatore di palla avversario in zona centrale e raddoppio sulle corsie laterali sempre con lo scopo di recuperare palla il prima possibile.
La linea difensiva invece tende a coprire in situazione di palla scoperta. Se l’avversario elude la marcatura del centrocampo allora la difesa non sale per aumentare il pressing, ma scappa verso il portiere per diminuire lo spazio alle proprie spalle. I movimenti di squadra sono molto fluidi e i reparti si muovono molto bene singolarmente, ma anche a livello di squadra. Nel caso in cui ci sia una fase della partita particolarmente difficile il sistema di gioco prevede anche la soluzione con una difesa a 5 (gli esterni di centrocampo scalano entrambi sulla linea della difesa) ed un centrocampo che resta a 3.
TRANSIZIONE POSITIVA
Il sistema di gioco del PSG agevola intrinsecamente le transizioni. La fase di pressione della squadra mette in difficoltà l’avversario marcando ogni possibile soluzione del portatore di palla avversario. Con l’ausilio della linea difensiva molto alta, capita molto spesso che il pallone venga recuperato nella metà campo avversaria. La transizione positiva a questo punto innesca un movimento di squadra molto rapido negli inserimenti, tagli e occupazione degli spazi liberi. Avviene in questo caso che gli attaccanti esterni possono cercare lo spazio di rifinitura tra le linee per poi poter attaccare la difesa avversaria a palla scoperta. Diventano fondamentali gli smarcamenti preventivi in cui gli attaccanti parigini sono molto abili. Questa fase è molto curata ed è un punto cardine della filosofia dell’allenatore. Il recupero palla nella metà campo avversaria consente una maggiore probabilità di fare gol oltre che di tenere lontani gli avversari dalla propria porta.
TRANSIZIONE NEGATIVA
La fase di transizione negativa si unisce al concetto di aggressività delle linee di centrocampo e di attacco. Quando la squadra perde il possesso palla c’è subito una corsa frenetica per il recupero. Principalmente il centrocampo con l’aiuto degli attaccanti è molto aggressivo accerchiando il portatore di palla con pressing e raddoppi. Lo scopo è sempre quello di rientrare in possesso di palla rapidamente. I difensori guidati da un esperto Thiago Silva si dispongono sempre molto bene in marcatura preventiva lasciando poche soluzioni per la transizione avversaria.
ANALISI SWOT
Il PSG ha molti punti di forza che passano dall’alto tasso tecnico che permette un prolungato possesso palla, alla velocità nell’attaccare gli spazi e all’aggressività che si manifesta attraverso il recupero della palla o in fase di non possesso. Queste caratteristiche permettono di avere sempre la chiave del gioco in mano e concedere poco all’avversario. Tuttavia ogni tanto la squadra pecca di perdita di concentrazione. Il sistema di gioco imposta dall’allenatore sottopone la squadra a rischi nel caso in cui vengano trascurate alcune indicazioni importanti. Diverse volte si è assistito a sconfitte come nel caso dell’eliminazione dalla Champions League in cui la squadra ha dominato per lunghi tratti, ma che ha pagato la perdita di concentrazione e gli errori individuali che le sono costati maggiori traguardi in stagione.