Dopo le due promozioni in due anni che hanno riportato gli emiliani dalla serie C alla massima serie italiana, nella stagione in corso il Parma, guidato da Roberto D’Aversa, si sta affermando come una delle realtà più sorprendenti del campionato di Serie A. Una squadra che ha mantenuto i principi di gioco degli anni passati, ma con alcune piccole variazioni negli uomini e nelle esecuzioni tattiche durante le diverse fasi di gioco. Andiamo, però, ad analizzare la squadra di D’Aversa più nello specifico.
PRINCIPI DI GIOCO
Il Parma è una squadra piuttosto organizzata difensivamente, ma molto pratica e concreta in fase offensiva. Il modulo di partenza utilizzato è il 4-3-3, con due esterni molto larghi, un centravanti molto alto e forte fisicamente, un centrocampo a tre sempre molto stretto e una linea di difesa a quattro molto dinamica. L’atteggiamento è quello di un undici disposto al sacrificio, che ha nell’organizzazione e compattezza difensiva e nell’ossessivo attacco diretto della profondità i cardini del suo gioco.
FASE DI NON POSSESSO (MODULO 4-4-1-1)La squadra è molto bassa in fase difensiva: in generale, non c’è una ricerca asfissiante di recupero del pallone in zona avanzata, con un pressing praticamente nullo, ma con pochissimo spazio tra le righe. In fase di non possesso, infatti, uno dei due esterni si abbassa sempre sulla linea di centrocampo, andando a formare una linea mediana a quattro molto stretta.
O, addirittura, a ripiegare sono entrambi gli esterni d’attacco che si abbassano in copertura a stringere ulteriormente le possibili linee di passaggio per gli avversari sulle fasce. Avremo, allora, una sorta di 4-5-1 molto stretto e dinamico, con il centravanti a svolgere la controfase in avanti.
Altra caratteristica importante da notare è l’interpretazione della difesa a zona: D’Aversa ha dato un chiaro imprinting sacchiano ai suoi, con uno scaglionamento difensivo quasi sempre ben eseguito, soprattutto dalla linea mediana. La forma esteriore è sempre quella della linea mediana 4+1, con pochissimo spazio tra i due reparti di difesa e centrocampo.

FASE DI POSSESSO (MODULO 2-3-2-3)
Le armi in più di questo Parma 2018/2019 sono sicuramente i due esterni d’attacco, le due ali per essere chiari. Il principio cardine è, appunto, la ricerca della verticalità attraverso l’attacco diretto della linea difensiva avversaria. Molto spesso la costruzione dal basso viene saltata, privilegiando la soluzione lunga direttamente dai centrali di difesa, ma gli uomini di D’Aversa si affidano spesso e volentieri anche alle uscite dal basso.L’atteggiamento di partenza, con palla al portiere, con il mediano basso a fare il vertice alto di un triangolo assieme ai due centrali difensivi e i due terzini larghi a garantire l’ampiezza.

La verticalizzazione verso la linea d’attacco, in fase di sviluppo, non richiede più di due passaggi consecutivi: di norma, quando l’azione inizia dal basso, il primo obiettivo è uno dei due terzini che, una volta ricevuta la sfera, si trova a disposizione sempre una doppia soluzione: il mediano in appoggio o la verticale sulla fascia (per l’esterno d’attacco che viene incontro o per la mezzala che si apre in ampiezza). In fase di finalizzazione l’attacco diretto è la soluzione più utilizzata: si ricerca o il taglio dell’ala verso il centro dell’area o il movimento del centravanti a occupare lo spazio lasciato dall’ala sull’esterno.

Nella ricerca rapida della verticalità, tuttavia, il centravanti non è sfruttato come la classica punta boa, quanto piuttosto come un diversivo. L’attaccante centrale, diversamente da quanto accadeva nelle stagioni precedenti, è ora un giocatore che si muove molto senza palla, cercando di attirare su di sé le attenzioni dei difensori avversari per lasciare spazio agli inserimenti e delle due ali e delle due mezzali.
TRANSIZIONE
La squadra è sempre raccolta in pochi metri di campo e pronta ad accorciare sul lancio lungo verso l’attacco della profondità della linea d’attacco. Il lavoro aggressivo sulle seconde palle è, infatti, un altro punto di forza della squadra di D’Aversa: l’aggressione alta del pallone avviene solo in questa situazione, mentre, come visto in precedenza, negli altri casi si preferisce attendere l’avversario. La fase di transizione su cui si pone maggiore attenzione, quindi, è quella positiva, con immediata ricerca della giocata verticale sulle ali. Raramente, invece, il Parma si ritrova a dover far fronte a situazioni in cui la squadra si allunga e c’è molto più spazio tra i reparti.
PALLE INATTIVE
Tendenzialmente, le palle inattive a favore sono sempre ben sfruttate dalla squadra di D’Aversa. Una situazione ricorrente è quella che vede partire tre o quattro uomini fuori dall’area di rigore, lasciando due uomini al centro dell’area a bloccare sui difensori avversari.