Il Senegal ritorna a calcare il palcoscenico della Coppa del mondo dopo 16 anni dalla sua prima e ultima apparizione. La squadra allenata da Aliou Cissè, ex centrocampista della nazionale dei Leoni, ha una rosa di buona qualità con alcune individualità davvero interessanti. Insieme ai due nomi di spicco della rosa quali Manè, esterno del tridente che ha fatto sognare i tifosi del Liverpool, e Koulibaly, difensore del Napoli, troviamo giocatori importanti che potranno risultare molto utili alla causa in questo torneo. Tra questi ci sono Gueye, regista dell’Everton, insieme a N’Diaye e Kouyatè a centrocampo, oltre a diversi giocatori offensivi che fanno del dinamismo la loro arma quali Keita Balde, ex Lazio, e Niang. Il Senegal, inserito nel girone H, potrebbe essere una delle piacevoli sorprese di questa manifestazione.
SISTEMI DI GIOCO
Diversi i sistemi di gioco provati da Cissè durante la qualificazioni per cercare di sfruttare a pieno la potenza offensiva della sua squadra: 4-3-3, 4-2-3-1 e 4-4-2 sono stati utilizzati nelle ultime uscite della nazionale senegalese.
Per questa prima partita del torneo il Senegal è sceso in campo con un classico 4-4-2.
In fase di possesso la squadra si dispone con un 4-2-4 o con un 3-3-4 con le due ali che si portano sulla linea degli attaccanti e uno dei due terzini o entrambi, e in questo caso con un centrocampista centrale che si abbassa a prendere palla, che si alzano per sostenere la manovra.
In fase di non possesso invece vediamo gli 11 di Cissè disposti con un 4-4-2 ben organizzato con i due attaccanti che portano la prima pressione in prossimità della metà campo e con le due linee di centrocampo e di difesa disposte in maniera ordinata.
Importanti sono le transizioni offensive di questa squadra che possono risultare letali grazie alle caratteristiche dei singoli, quali i sopracitati Manè, Keita Balde o Niang ad esempio, che fanno del talento, ma anche del fisico e della corsa, la loro forza.
FASE DI POSSESSO
In fase di costruzione il Senegal predilige quasi unicamente uno sviluppo diretto: il portiere, ogni volta che ha la palla tra i piedi, effettua un lancio lungo a cercare uno dei due attaccanti. In questi casi gli esterni si alzano sulla linea degli attaccanti pronti a buttarsi nello spazio o comunque a cercare di recuperare le seconde palle per attaccare subito, se possibile, la profondità.
Nella fase di sviluppo la squadra, cercando di rimanere molto ordinata, mantiene un possesso palla con passaggi per lo più orizzontali alla ricerca del momento giusto per attaccare. Nel caso in cui la squadra avversaria sia chiusa e non ci siano molti spazi, gli uomini di Cissè non disdegnano anche di appoggiarsi sui difensori cercando di mantenere il controllo della palla senza provare a forzare la giocata. Questo possesso palla alla ricerca di spazi si concretizza maggiormente sulla fasce laterali dove il Senegal mostra il suo potenziale offensivo.
Una volta arrivati nella zona di rifinitura la squadra può trovare diversi modi per attaccare la linea difensiva avversaria e cercare la finalizzazione. Come detto prima, i pericoli maggiori arrivano dagli esterni. Qui si lavora principalmente per catene laterali con il terzino che porta superiorità andando in sovrapposizione e con l’esterno che ha così la possibilità di scegliere la giocata: la palla per il terzino che va al cross o un’imbucata per l’attaccante che taglia davanti al suo marcatore.
In alcuni casi anche l’attaccante, spesso Niang, esce dalla sua zona di competenza e si sposta vicino alla corsia laterale, così da portare superiorità per la solita giocata tramite catene laterali e permettendo a Manè di avere più libertà.
Se non c’è spazio per attaccare sull’esterno si ricomincia con il possesso palla orizzontale cercando di aprire il gioco sul lato opposto o magari arrivando alla conclusione con un tiro da fuori, soluzione questa attuata di rado.
Quando invece la squadra avversaria è più scoperta e porta pressione in zona palla il Senegal, a differenza della canonica costruzione vista precedentemente, va alla ricerca di giocate più rapide volte ad attaccare il lato debole con situazione di 1 vs 1 per arrivare subito al cross.
FASE DI NON POSSESSO
La fase difensiva inizia dai due attaccanti che portano una pressione al portatore di palla solo quando questa arriva all’altezza della metà campo. Il centrocampo e la difesa restano in linea e abbastanza compatti lasciando poco spazio tra i reparti. L’atteggiamento difensivo della squadra è volto principalmente a temporeggiare durante lo sviluppo dell’azione da parte dell’avversario. Sporadiche sono le uscite dei centrocampisti (e dei difensori) in pressione e questo avviene maggiormente in occasione di palla coperta, dove le possibilità di recupero o comunque di limitare la giocata all’avversario sono abbastanza alte.
Importanti diventano invece l’intensità e il pressing quando si parla di cercare di recuperare le seconde palle o palle sporche in zone cruciali del campo.
Se la squadra resta ordinata e compatta, gli unici veri rischi sono i tagli degli esterni avversari che mettono in difficoltà la retroguardia che si fa sorprendere proprio a causa del tipo di disposizione tenuto dal pacchetto difensivo. Invece, se la squadra si allunga e si “perdono” le due linee, il Senegal lascia maggiori spazi centrali. I difensori sono costretti, in questi casi, ad uscire e ad andare a prendere l’avversario che riceve palla spalle alla porta per evitare di lasciare una più pericolosa palla scoperta nella propria trequarti campo e per permettere il recupero della posizione dei compagni.
TRANSIZIONE OFFENSIVA
La riconquista palla dovuta sia a intercettamenti di passaggi durante la costruzione di gioco avversaria con la squadra ordinata e in attesa, sia a recupero palla tramite pressing nei casi sopracitati, porta a veloci ripartenze dove tutti gli effettivi offensivi attaccano la profondità. È in queste situazioni di campo aperto dove il Senegal mostra transizioni offensive letali, che sfruttano al meglio le peculiarità del reparto avanzato.
TRANSIZIONE DIFENSIVA
Nel caso in cui la squadra perda il controllo della sfera, il giocatore più vicino all’azione va in pressione sul portatore avversario alla ricerca di un recupero rapido, se possibile, o per lo meno in modo tale da dare tempo ai suoi compagni di riposizionarsi e di sistemarsi in maniera ordinata.