Prima della settima giornata di Premier League il Tottenham e il Manchester City si trovavano in vetta alla classifica rispettivamente con 14 e 18 punti, il City si presenta a White Hart Lane da imbattuta. Da qui in poi ci concentreremo sull’analisi del Tottenham.
Pochettino schiera un 4-3-3 che nel corso della partita assumerà camaleonticamente altri moduli. LLoris a difesa dei pali, la linea a 4 formata da Walker, Alderweireld, Vertonghen e Rose, a centrocampo Eriksen, Wanyama e Alli, mentre il tridente è formato da Sissoko, Son e Lamela.
FASE DI POSSESSO:
Durante il primo tempo, il Tottenham inizia la manovra dal portiere giocando palla a terra, con i due centrali di difesa (Vertonghen e Alderweireld) che si dispongono sui vertici dell’area di rigore e Wanyama che si abbassa in mezzo ai due difensori per fornire un’altra eventuale linea di passaggio e dare fluidità alla manovra, mentre i terzini (Rose e Walker) salgono larghi fino alla linea di centrocampo. La caratteristica fondamenta della fase di possesso del Tottenham è cercare verticalizzazioni frequenti con un alta rapidità di esecuzione.
La prima linea cerca spesso Eriksen o Lamela che o verticalizzano subito o appoggiano sugli esterni larghi, la fase di costruzione risulta efficace infatti nell’azione del gol dove Rose effettua un traversone dalla trequarti e scaturisce l’autogol di Kolarov.
FASE DI NON POSSESSO:
La fase di non possesso della squadra di Pochettino è la chiave per la vittoria di questo match: in partenza il modulo usato è un 1-4-1-3-2 in cui Alli pressa molto alto sul portatore di palla, che molto spesso è Bravo, il quale grazie proprio al lavoro dell’inglese è costretto sempre a giocare con la palla coperta. Son impedisce la ricezione del giocatore più vicino, questi due giocatori formano la prima linea, la seconda è formata da Lamela, Eriksen e Sissoko scalano di conseguenza a seconda di come viene gestita la palla dagli avversari. Con questo sistema gli Spurs portano durante la fase difensiva molti giocatori nella trequarti avversaria affinché recuperino la sfera nel più breve tempo possibile in modo da essere efficaci durante la transizione offensiva.
Wanyama in posizione di mediano ha il ruolo di bloccare eventuali linee di passaggio in uscita dal pressing da parte del City, la linea di difesa a 4 rimane bloccata e i due centrali di difesa, per le loro caratteristiche, hanno il principale di intercettare i lanci lunghi degli avversari costretti dal pressing asfissiante del Tottenham.
Nel secondo tempo il canovaccio tattico è simile, ma possiamo notare alcune variazioni.
FASE DI POSSESSO:
Lloris predilige il lancio lungo rispetto a una costruzione con palla corta dal basso, questo perché anche i giocatori di Guardiola nel secondo tempo adottano un pressing più alto in vista del risultato sfavorevole di 2-0.
FASE DI NON POSSESSO:
Il Tottenham nel secondo tempo non rinuncia al pressing e al sistema adottato nella prima parte di gara, ma quando il City schiaccia la squadra di Pochettino nella sua metà campo adotta un 1-4-1-4-1 con Son che rimane alto sopra la linea della palla e non ha compiti in fase difensiva.
In conclusione possiamo sottolineare la grande prova di Alli non solo per aver siglato il gol del 2-0, ma soprattutto per lo sforzo fisico in fase di non possesso e la prova collettiva degli spurs che fisicamente hanno sovrastato gli avversari sin dall’inizio. Infatti la media dei passaggi consecutivi a partita dei Citizens prima di quest’incontro era di 5.6, mentre in questa partita è crollata a quota 3.Con questi accorgimenti tattici il Tottenham è riuscito a fermare l’imbattibilità degli uomini di Guardiola causando la loro prima sconfitta stagionale e impedendogli di segnare.