Zlatko Dalić diventa commissario tecnico della Croazia il 7 ottobre 2017. La sua missione è tutt’altro che facile: preparare in soli due giorni la delicata sfida di Kiev contro l’Ucraina dove, proprio contro i padroni di casa, si decide chi arriverà secondo nel gruppo I di qualificazione al mondiale (piazzamento valido per accedere ai play-off qualificazione).
La Croazia vince 0 a 2 grazie ad una doppietta di Kramarić, guadagnandosi la possibilità di giocarsi l’accesso ai mondiali in un doppio confronto con la Grecia.
La squadra di Dalić supera brillantemente il suo avversario nel doppio incontro, giocando una gara di andata quasi perfetta e qualificandosi così per Russia 2018.
Dalić è stato bravo a non stravolgere le idee di gioco del suo predecessore, Ante Čačić, ridando certezze ad una squadra che sembrava averle perse.
Sistema di gioco
Il sistema di gioco di base della Croazia è il 4-2-3-1. Una particolarità che salta subito all’occhio è che gli interpreti scelti da Dalić ricoprono quasi tutti la stessa posizione anche nelle rispettive squadre di club, seppur con sfumature tattiche diverse. A nessun giocatore è richiesto di stravolgere il proprio modo di giocare.
La Croazia ha un centrocampo di livello tecnico altissimo (Modrić e Rakitić su tutti, ma anche Kovačić e Brozović) e degli esterni di centrocampo molto forti fisicamente che diventano molto importanti nelle uscite dal pressing con lanci lunghi (Mandžukić e Perišić, rispettivamente alti 1,90 m e 1,87 m).
Fase di possesso
Costruzione e sviluppo
La Croazia normalmente prova a costruire l’azione partendo dai piedi di Rakitić. Il centrocampista del Barcellona si abbassa sulla linea dei difensori centrali, con i quali forma una linea a 3. I terzini si allargano per dare ampiezza alla squadra, Brozović si posiziona sul centrosinistra e Modrić rimane vicino all’attaccante per non schiacciare la squadra. Kalinić e Perišić, che spesso rimane largo a sinistra, sono i giocatori che danno profondità alla squadra.
Fondamentale è il lavoro dell’esterno destro di centrocampo (Kramarić o Mandžukić) che sistematicamente accentra la sua posizione per dare una soluzione di passaggio a Rakitić. Kramarić, ricevuta la verticalizzazione di Rakitić, crea insieme a Modrić e a Vrsaljko un 3 contro 2 in quella zona del campo.
Rakitić al di là di questa soluzione ha altre possibilità, determinate dalla disposizione dell’avversario e dai movimenti dei compagni. La ricerca di soluzioni di gioco corto verso gli altri centrocampisti (Brozović, Modrić o Kramarić) sono alternate a lanci lunghi verso Perišić o verso Vrsaljko (che sfrutta lo spazio libero sulla destra).
La Croazia in determinate fasi della partita, per esempio quando è in vantaggio, vuole azzerare i rischi di subire una transizione difensiva nella propria metà campo. In questo caso il portiere rinvia lungo su uno degli esterni di centrocampo.
Con Kramarić (destra) e Perišić (sinistra) il lancio sarà destinato all’esterno dell’Inter. Con la contemporanea presenza in campo di Mandžukić (destra) e Perišić(sinistra), Subasić può lanciare indifferentemente a destra o a sinistra.
La Croazia logicamente fa densità nel lato in cui cadrà la palla. L’attaccante e l’esterno di centrocampo opposto si avvicinano al giocatore che riceverà la palla, formando una linea a 3. I due mediani con il terzino formano una linea a 3 di copertura preventiva. Il trequartista si posiziona tra le due linee.
La bravura nel gioco aereo di Perišić e Mandžukić fa sì che essi vincano molti duelli, favorendo così lo sviluppo della manovra croata nella metà campo avversaria.
Rifinitura e finalizzazione
L’obiettivo della Croazia è quello di fare in modo che i centrocampisti, in particolare Modrić, possano ricevere e giocare palloni nella metà campo avversaria.
I centrocampisti croati, una volta in possesso della palla, solitamente cercano di mettere in condizione Perišić e i due terzini di crossare o di provare l’1 contro 1 sulla fascia.
L’esterno destro (Kramarić o Mandžukić) in questa fase del gioco tende ad accentrarsi e giocare più vicino alla punta, favorendo così le sovrapposizioni del terzino destro (Vrsaljko).
La Croazia attacca prevalentemente la difesa avversaria con dei cross in area, che vengono effettuati dai terzini o dall’esterno sinistro.
Le costanti che si trovano in queste situazioni di gioco sono relative ai movimenti in area dell’attaccante e degli esterni.
Indipendentemente dalla fascia di provenienza del cross, il centravanti (Kalinić) attacca sempre il primo palo, mentre l’esterno destro (Kramarić) attacca la zona del dischetto.
L’esterno sinistro (Perišić) attacca il secondo palo solo se il cross proviene dalla destra.
Al giocatore che crossa è richiesta abilità nella lettura dell’azione. Non viene cercata sistematicamente una determinata zona dell’area, ma in base al piazzamento e al movimento avversario il giocatore decide come crossare. Se per esempio la linea si abbassa molto, il cross può essere all’indietro verso il giocatore che attacca il dischetto.
Quando è Perišić a trovarsi in una situazione di 1 contro 1, grazie alle sue qualità individuali, oltre al cross può provare a saltare l’uomo e andare direttamente al tiro.
I centrocampisti centrali e il trequartista non si inseriscono sui cross e rimangono fuori dall’area.
Calci d’angolo a favore
Le palle inattive sono affidate a Modrić (destro), capace di disegnare traiettorie molto precise.
La Croazia nei calci d’angolo a favore solitamente alterna due giocate.
La prima è il cross sul secondo palo, usata soprattutto quando la difesa avversaria marca a uomo. Diversi giocatori (Kalinić, Lovren, Mandžukić) attaccano il primo palo attirando i propri marcatori. La zona del secondo palo è libera e viene attaccata da due giocatori (Vida e Perišić). Rakitić parte da dentro l’area per poi posizionarsi al limite.
La seconda giocata è lo scambio corto e viene usata dalla squadra di Dalić quando l’avversario marca a zona. Un giocatore riceve un passaggio corto da Modrić e inevitabilmente due avversari escono per andare a contrastare i due croati. A questo punto l’area sarà meno coperta e un cross potrà creare potenzialmente più pericolo.
Fase di non possesso
Pressione
La Croazia in fase di non possesso cerca di aggredire l’avversario, esercitando una pressione orientata nella metà campo avversaria. Orientata perché cerca di portare l’avversario da un lato per poi essere aggressiva chiudendo tutte le linee di passaggio corto.
Una volta portato l’avversario su un lato alcuni giocatori aggrediscono i diretti avversari, lasciando al portatore di palla il lancio lungo come unica soluzione.
Gli esterni di centrocampo e di difesa opposti si allineano con i centrali dei rispettivi reparti formando linee di copertura di 3 giocatori vicine tra loro. La difesa cerca di stare il più alta possibile.
Nell’immagine si può vedere tutto questo. Modrić aggredisce il portatore di palla chiudendogli la soluzione di passaggio verso il centrocampista. Kalinić impedisce che la palla venga scaricata all’uomo vicino, mentre Perišić e Strinić si avvicinano agli esterni avversari. Kramarić e Vrsaljko stringono e si allineano ai centrali di centrocampo e difesa.
Difesa bassa
La Croazia quando si trova a difendere nella propria metà campo si dispone con un 4-4-2 o con un 4-4-1-1, a seconda della posizione di Modrić.
In questa fase la difesa è molto stretta. Sia i centrali che i laterali di difesa sono molto aggressivi sui giocatori avversari che ricevono palla tra le linee.
Nell’immagine si vede come il terzino destro Vrsaljko esca dalla linea di difesa per aggredire l’avversario impedendogli di girarsi. Contestualmente Mandžukić si abbassa per coprire la zona di campo lasciata priva di copertura dal suo compagno.
Calci d’angolo contro
Sugli angoli a sfavore la Croazia posiziona alcuni uomini in marcatura ed altri a copertura della zona. Il numero di giocatori in marcatura a uomo dipende dal numero di avversari presenti in area.
In genere la Croazia in queste situazioni difende l’area con tutti i suoi 10 giocatori di movimento.
Transizioni Offensive
La Croazia ha i giocatori per essere pericolosa nelle transizioni offensive. I centrocampisti hanno le qualità tecniche per lanciare un giocatore con doti atletiche fuori dalla norma come Perišić, che spesso si smarca preventivamente in modo da essere efficace in queste circostanze.
Le verticalizzazioni immediate vengono tuttavia alternate a consolidamenti del possesso, a seconda del momento della partita e delle condizioni fisiche dei giocatori croati.
Il giocatore chiave in questa fase è Luka Mordić. Il centrocampista del Real Madrid nelle situazioni di transizione positiva gode di maggior libertà rispetto alle altre fasi di possesso. I suoi compagni una volta recuperata la palla lo cercano immediatamente ed è poi lui a decidere i ritmi di gioco della squadra (se cercare verticalizzazioni immediate oppure se consolidare il possesso palla).
Transizioni Difensive
I concetti di gioco che si trovano nelle transizioni negative sono coerenti con quelli della fase di non possesso: aggressività sul portatore di palla e tentativo di recupero del possesso in zone avanzate del campo.
La Croazia è consapevole di essere più vulnerabile quando viene schiacciata nella propria area, per questo motivo cerca di riconquistare la palla il più possibile lontano dalla sua porta.
Perso il possesso palla, la squadra di Dalić è subito aggressiva con centrocampisti e attaccanti, che aggrediscono il portatore di palla e creano densità in quella zona di campo.
La difesa in queste situazioni si compatta e, se necessario, si abbassa verso la propria area per difendere un’eventuale verticalizzazione immediata dell’avversario.
Analisi SWOT
Punti di forza
- Qualità di palleggio dei centrocampisti centrali
- Fisicità esterni di centrocampo
- Movimenti di esterni e centravanti sui cross
- Difesa nella metà campo avversaria
Punti deboli
- Difesa dentro alla propria area e in generale quando la squadra si abbassa molto
- Uscite dal pressing palla bassa dovendo coinvolgere i difensori centrali