La Juve Stabia di Fabio Caserta si presenta come una squadra quadrata, compatta e molto abile a chiudere gli spazi agli avversari nella fase di non possesso e capace di ripartenze veloci con rapide verticalizzazioni in seguito alla riconquista del pallone. A 4 giornate dal termine è in testa nel girone C di Serie C 2018/2019 con la miglior difesa (solo 13 gol subiti, tra le migliori difese d’Europa) e il miglior attacco, 54 gol fatti. Il bilancio parziale finora ottenuto è di 19 vittorie, 12 pareggi e 1 sconfitta. Il sistema di gioco di base che viene adottato è il 4-3-3, con il passaggio a un 4-5/1 in fase di non possesso con gli esterni d’attacco che scendono sulla linea dei centrocampisti a contenere la manovra avversaria. Nella partita analizzata, Juve Stabia-Catanzaro del 13/2/2019, tuttavia Caserta decide di optare per un cambio del sistema di gioco dopo circa 30’, vedendo i suoi in difficoltà a contenere le ripartenze di un Catanzaro molto offensivo. La Juve Stabia riesce quindi a passare in modo molto efficace a un 3-5-2 in cui i “quinti” di centrocampo sono l’esterno destro offensivo Melara e il terzino sinistro Allievi. Questo cambio di disposizione tattica permetterà alla Juve Stabia di contenere meglio le avanzate offensive degli avversari e di avere due riferimenti offensivi oltre la linea del pallone per le ripartenze veloci.
Nella partita analizzata verranno descritti gli aspetti tattici relativi ad entrambi i sistemi di gioco adottati, evidenziando eventuali cambiamenti.
FORMAZIONE: Branduani; Vitiello, Marzorati, Troest, Allievi; Mastalli, Calò, Carlini (69’ Elia); Melara (69’ Mezavilla), Paponi, Torromino (75’ El Ouazni).
SISTEMA DI GIOCO
BASE: 4-3-3; cambio in corso in 3-5-2
POSSESSO: 3-4-3
NON POSSESSO: 4-1-4/1; al cambio modulo si passa a un 5-3/2
FASE DI POSSESSO
COSTRUZIONE: Con la squadra disposta a 4-3-3 i due DC Troest e Marzorati si allargano al limite dell’area, mentre il mediano Calò si abbassa per ricevere palla; i due terzini Vitiello a destra e Allievi a sinistra si alzano fin quasi alla linea di centrocampo. C’è sempre un tentativo di costruzione dal basso, ma se pressati il DC e il MED optano per un lancio lungo a cercare l’esterno offensivo Melara o la punta centrale Paponi. Nella seconda fase del match, con il 3-5-2 la scelta non cambia: i due centrali di destra e di sinistra, rispettivamente Vitiello e Troest si allargano per ricevere il pallone e il mediano Calò si abbassa. In questo caso però viene sempre ricercata la verticalizzazione per la sponda di una delle punte Paponi o Torromino.
SVILUPPO: In fase di sviluppo il punto di riferimento è Calò che dialoga spesso con le due mezzali Carlini e Mastalli, che si alzano e vanno a occupare la zona alle spalle della linea mediana avversaria, predisponendosi alla ricezione in una forma di centrocampo scaglionato a V. Per questa ragione il mediano, in questo caso Calò e nella fase finale della partita il subentrato n. 34 Mezavilla, ricercano spesso la giocata in verticale per le mezzali stesse o per l’inserimento della punta centrale nel 4-3-3 o di una delle due punte nel 3-5-2.
RIFINITURA: In zona di rifinitura si hanno delle differenze sostanziali a seconda del sistema di gioco adottato. Nella prima fase del match, con la Juve Stabia schierata a 4-3-3 in fase di possesso, Carlini e Mastalli entrano in zona di rifinitura per supportare l’azione della punta centrale Paponi. Con il cambio tattico a 3-5-2 nella zona di rifinitura si trovano le due punte Torromino e Paponi e si verifica spesso l’inserimento dell’interno di centrocampo del lato debole, che attacca la profondità.
FINALIZZAZIONE: Nel 4-3-3 di partenza i due esterni offensivi sono Torromino a sinistra e Melara a destra. Torromino gioca a piede invertito, quindi le due fasce propongono soluzioni differenti in termini di finalizzazione. Con la palla sull’esterno sinistro infatti il numero 25 cerca più spesso il dribbling a rientrare per tentare la conclusione da fuori area, mentre dalla parte opposta Melara opta più spesso per una soluzione di cross in area a cercare Paponi, Torromino e l’inserimento di una delle due mezzale, in particolare il n.29 Carlini. Con il passaggio a un sistema di gioco a due punte il cross rimane la soluzione principalmente ricercata dai quinti di centrocampo; in più in area ad attendere il traversone si inseriscono l’interno di centrocampo del lato opposto e il quinto di centrocampo, sia esso Allievi se il cross proviene da destra o Melara viceversa. Una soluzione che viene ricercata frequentemente, è la verticalizzazione per il taglio del n.10 Paponi ad attaccare la profondità. Come si vede nell’immagine sotto, il movimento è favorito da El Ouazni (subentrato a Torromino), che viene incontro al portatore di palla, muovendo la linea difensiva del Catanzaro e permettendo l’inserimento del numero 10.

FASE DI NON POSSESSO
PRESSING/PRESSIONE: Sia nella prima fase di partita con il 4-3-3, che successivamente con il 3-5-2, la Juve Stabia effettua una pressione collettiva sui difensori centrali avversari in fase di costruzione, per chiudere le linee di passaggio in verticale. Tuttavia, nella prima fase di partita in alcune situazioni la pressione si fa più aggressiva e diventa finalizzata alla riconquista del pallone: in questo caso Paponi disturba il portiere avversario, Torromino scala sul DC avversario e Carlini esce sul difensore centrale destro del Catanzaro, costringendolo al rinvio lungo.
CENTROCAMPO: A livello del centrocampo le due mezzali nel 4-3-3 Carlini e Mastalli, poi interni di centrocampo nel 3-5-2, marcano a uomo i due centrali di centrocampo del Catanzaro, limitandone le giocate. Il mediano Calò è in posizione più arretrata fungendo da “filtro” davanti alla difesa in fase di non possesso. In generale nella zona centrale del campo la Juve Stabia alza il suo livello di aggressività, tenta un maggior numero di contrasti e conseguentemente recupera un buon numero di palloni.
DIFESA: Nella linea difensiva a 4 i difensori centrali, in particolare Troest a sinistra e anche Marzorati a destra, seguono l’uomo di riferimento anche fino alla linea mediana di campo, “rompendo la linea” e lasciando alle spalle una zona di campo libera per gli inserimenti avversari, che viene coperta dal terzino di riferimento.

Ciò avviene anche nella difesa a 3, dove però a un’uscita di Troest sul proprio uomo a centrocampo corrisponde un’immediata copertura sia del quinto di centrocampo Allievi che del centrale di difesa Marzorati. In fase di sviluppo della manovra avversaria la linea difensiva è piatta e sale in situazioni di palla coperta, mentre scappa verso la propria porta in occasioni di ripartenza avversaria, attendendo un intervento da parte di un centrocampista: solo quando la palla transita nei pressi del limite dell’area di rigore, aumentando la pericolosità dell’azione, il difensore di riferimento esce sul portatore di palla.
CORSIE LATERALI: Nel 4-3-3 abitualmente utilizzato sulle corsie laterali avviene il raddoppio portato dall’esterno alto di parte, mentre nel passaggio a 3-5-2 il quinto di difesa in uscita viene supportato dall’interno di centrocampo di riferimento.
TRANSIZIONI OFFENSIVE
Appena recuperato il pallone la Juve Stabia ricerca una verticalizzazione diretta per una ripartenza veloce, ricercando una delle due punte centrali a supporto nel 3-5-2 o l’inserimento di un esterno alto in caso di 4-3-3.
TRANSIZIONI DIFENSIVE
La Juve Stabia si riorganizza in modo differente a seconda della zona di campo in cui è stato perso il possesso. Se questo avviene nel terzo di campo avversario la squadra attua una copertura delle linee di passaggio con le due punte con il 3-5-2, mentre nel caso in cui la perdita del pallone accada a livello del centrocampo si effettua un contropressing aggressivo volto alla riconquista immediata del pallone, con un buon numero di uomini in zona palla.

PALLE INATTIVE A FAVORE
Nelle palle inattive a favore la Juve Stabia porta sempre 6 saltatori, tra cui i difensori centrali Troest e Marzorati. Nelle situazioni di calcio piazzato sulla trequarti, i saltatori partono da fuori area per inserirsi tra le maglie della linea difensiva avversaria attaccando il primo palo e la zona del dischetto di rigore. Nei calci d’angolo si vedono due soluzioni: nella prima i saltatori si dispongono a ridosso del portiere avversario a formare una mischia nell’area piccola per favorire l’inserimento sul secondo palo di Allievi, mentre nella seconda un sistema di blocchi permette a tre giocatori di attaccare il primo palo, mentre gli altri tre con un contromovimento virano verso il secondo palo smarcati.
PALLE INATTIVE CONTRO
Sui calci d’angolo a sfavore la Juve Stabia porta ben 8 uomini all’interno dell’area di rigore a ridosso dell’area piccola e due uomini nei pressi della bandierina per evitare uno scambio che farebbe muovere la zona difensiva. Gli uomini di Caserta si dispongono sostanzialmente in due file da 4 uomini ciascuna a coprire lo specchio della porta difesa da Branduani con un sistema di marcatura a zona pura. In situazioni di calcio di punizione da posizione decentrata con conseguente cross all’interno dell’area, i gialloblu si dispongono lungo la linea dell’area di rigore con un sistema di “uomo nella zona”.