INTRODUZIONE
La squadra italiana più rappresentativa oggi nel mondo ha un nome ed è JUVENTUS. Rocciosa, rapida, tecnica, cinica, incredibilmente organizzata e tatticamente maniacale. Non a caso vicina al conseguimento del 3° titolo nazionale con Massimiliano Allegri, non a caso ormai una delle realtà più forti al mondo, non a caso artefice dell’eliminazione dei pentacampioni d’Europa del Barcellona, grazie ad una partita perfetta al Camp Nou ed una incredibile allo Juventus Stadium. Partita incredibile che studieremo nella presente video analisi tattica dove scopriremo la squadra con un totale di soli 2 goal subiti in tutta la competizione europea (11 partite ad oggi).
I bianconeri si ritroveranno di fronte l’assist man della competizione Neymar con 8 assist all’attivo ed il capocannoniere Messi, con 11 goal segnati. Un’analisi accurata delle statistiche sulla stessa competizione delle due squadre a confronto, permette di evincere che la squadra di Allegri mostra più equilibrio in fase di possesso e non possesso, distribuendo il gioco su tutte le aree del campo, secondo il numero di palloni persi, recuperati, etc., in casa e fuori casa. La squadra di Lui Enrique, invece presenta un netto atteggiamento differente nelle partite giocate in casa rispetto a quelle fuori. In casa prevalgono i dati che indicano una volontà a dominare il gioco con baricentro alto, passaggi corti e precisi, imprecisioni prevalentemente nella trequarti del campo. Fuori casa, aumentano i lanci lunghi, le imprecisioni dalle retrovie, il baricentro più basso, etc. In ogni caso però i giocatori più pericolosi risultano sempre 2: Messi e Neymar, i due esterni d’attacco.
L’efficienza sotto rete è molto elevata ed è dimostrata dal rapporto goal/tiri dei blaugrana (1 ogni 5 tiri), la squadra torinese invece si presenza con un efficienza minore (1 ogni 10 tiri). I numeri raccolti ad oggi sui finalizzatori delle due squadre dicono che Dybala diventa particolarmente pericoloso sull’esterno destro interno dell’area di rigore, mentre Higuain e Mandzukic nella zona centrale presso il dischetto. Per i catalani, i due uomini con maggiori segnature rimangono sempre Messi e Neymar, ma sorprendentemente il brasiliano è molto più pericoloso dal limite dell’area con i suoi tiri a giro, che al suo interno.
L’ultimo dato interessante riguarda la fase di impostazione. In trasferta il Barcellona, lasciando iniziare la manovra in costruzione bassa al portiere Ter Stegen, perde palla quasi l’85% delle volte, dato da non sottovalutare.
Le formazioni
Le squadre si presentano con un modulo di base costituito da un 4-2-3-1 per la Juventus ed un 4-3-3 per i catalani. Lo stesso iniziale viene interpretato in fase difensiva con addirittura 2 tipologie differenti di variazione, in base al risultato della partita e alle condizioni psico-fisiche dei giocatori in campo, mentre con uno ulteriore in fase offensiva. Le squadre si presentano in campo con i seguenti schieramenti:
FASE DI POSSESSO
La fase di possesso palla della squadra di Allegri mostra la volontà di costruire il gioco già dalla zona bassa del campo, ma non come esclusiva metodologia di inizio dell’azione. Le indicazioni dettate dal mister livornese mostrano in maniera evidente una gerarchia costituita da differenti tipologie di impostazione di gioco da seguire, elencate in basso in ordine di preferenza:
- ricerca del vertice arretrato Pjanic per l’impostazione. Il bosniaco viene cercato da Buffon o dai difensori (sia i centrali che i terzini), per far partire l’impostazione della fase offensiva. In fase di sviluppo a sua volta alla ricerca dell’arretramento della punta Higuain a fare sponda nella fase di sviluppo del gioco sugli allargamenti degli esterni Mandzukic e Cuadrado, se il gioco lo consente, o sui loro inserimenti nello spazio generato alle sue spalle. Se gli stessi si presentano difficili da raggiungere per marcatura preventiva attuata dalla squadra avversaria o comunque mancanza di spazio-tempo, allora il gioco dell’argentino si indirizza su uno dei due centrocampisti centrali (nuovamente Pjanic o Khedira) o sul difensore centrale Bonucci per il lancio nello spazio del giocatore attaccante la profondità;
- In caso si sia impossibilitati alla giocata su Pjanic, si decide di lasciare l’impostazione al secondo centrale di centrocampo Khedira, esperto negli inserimenti in zona luce e nello spazio, con lo scopo di servire le punte.
- In caso di marcatura preventiva su Pjanic, l’alternativa all’impostazione dell’altro mediano è servire direttamente la punta Higuain in arretramento, uno dei due mediani (se marcati) intanto ha l’obbiettivo di smarcarsi. Lo sviluppo del gioco in questo caso è destinato a basarsi sulle giocate in velocità e di prima sui 4 giocatori con compito di attaccare gli spazi, Cuadrado, Mandzukic, Dybala e lo stesso Higuain a seguito della giocata arretrata, in attesa dell’inserimento aggiuntivo del centrocampista centrale Khedira.
I movimenti di Higuain tra le linee di difesa e centrocampo avversarie, costringono l’insorgere del dubbio di marcatura sul difensore centrale francese Umtiti, che consente di guadagnare tempo e spazio per la giocata offensiva. Quando il blaugrana si posiziona in marcatura preventiva sulla punta, lascia lo spazio scoperto alle spalle per gli inserimenti di Dybala o Cuadrado (quando il primo svaria sulla destra il secondo si sostituisce a lui in zona centrale). Quando il difensore preferisce la copertura preventiva, lascia il tempo e lo spazio ad Higuain di gestire la manovra offensiva con tranquillità, gestendo palloni per allargare la difesa avversaria con giocate in ampiezza. Altra giocata spesso ricercata è lo sviluppo dell’azione sul lato sinistro, dove poter sfruttare sul lato debole la velocità di Cuadrado in ripartenza, oppure l’inserimento centrale dalle retrovie di Khedira, Dybala o Higuain, per il tiro da fuori area. Quando la giocata si sviluppa invece sulla destra, si gioca sul lato debole sinistro sulla testa del croato, particolarmente abile nel gioco aereo.
In fase di rifinitura e di conclusione se la squadra avversaria è ben posizionata, si cerca il giro palla, i costanti passaggi corti tra le punte e il posizionamento tra le linee con movimento dei giocatori. Raramente i terzini salgono rischiando una ripartenza avversaria in caso di perdita del possesso, con alle spalle la possibilità di dare campo ai due esterni del Barcellona, Messi e Neymar, abilissimi in ciò.
TRANSIZIONE OFFENSIVA
L’interpretazione del modulo in fase offensiva vede i 2 terzini molto alti a comporre i laterali di centrocampo e il posizionamento di uno dei due centrocampisti centrali al centro tra gli stessi (generalmente Pjanic tra Alex Sandro e Dani Alves). Khedira prende posizione sulla trequarti avversaria assieme ad un altro attaccante (generalmente Higuain sceso precedentemente a dare sostegno al centrocampo per il gioco di sponda), componendo in avanti un posizionamento di 2 giocatori a limite dell’area di rigore e 3 in zona più avanzata. Quando Higuain prende posto al centro dell’area di rigore è Dybala a posizionarsi fuori dalla stessa in linea con Khedira. Raramente, a seguito di ripartenza veloce, possono presentarsi Pjanic o Dani Alves al posto del tedesco.
La fase di transazione offensiva conduce i bianconeri a formare un modulo 2-3-2-3, che graficamente costituisce sia nel reparto arretrato che in quello offensivo una “WW”. Ciò non può che avere storicamente riferimenti al “Metodo”, che vide sull’altra sponda di Torino il massimo successo tattico importato in Italia, a quel Bologna definito “la squadra che tremare il mondo fa“, a Vittorio Pozzo e Hugo Meisl.
Palle inattive in fase offensiva
Uno dei punti di forza di questa squadra è sicuramente la fisicità ed il mister toscano ne è a conoscenza. Allegri infatti decide di portare sistematicamente in avanti i 5 giocatori con stazza maggiore e abili nel colpo di testa, per far valere la netta differenza di abilità aeree tra le due squadre. Bonucci, Chiellini, Mandzukic, Higuain e Khedira sfiorano i 1.90 m d’altezza di media, contro i difensori blaugrana che vedono solamente Piquè (1.94 m) e Mathieu (1.90 m) giocatori con altezza ragguardevole a difendere. E’ infatti da una palla inattiva che nasce il 3° goal dei bianconeri, con una marcatura ad uomo di Mascherano (1.74 m) su Chiellini (1.90 m). Gli schemi offensivi su palle inattive della Juventus vedono sempre 3 uomini attaccare la zona centrale dell’area piccola di fronte al portiere e 2 uomini posti lateralmente ad attaccare ognuno un palo. Le palle inattive offensive, poste vicino al limite dell’area di rigore, spesso vedono i due specialisti Pjanic o Dybala, tentare il tiro in porta, potendo sfruttare sia il tiro di destro del bosniaco, che il sinistro dell’argentino.
FASE DI NON POSSESSO
In fase di non possesso la squadra di Allegri attua un pressing alto e asfissiante sui difensori avversari in costruzione bassa, mettendo spesso in difficoltà i singoli, costretti a rinviare lungo sui compagni che spesso si trovano marcati preventivamente dai mediani o difensori della Juventus. La marcatura avviene praticamente ad uomo quando l’avversario è in fase di costruzione, e ciò si ripete sistematicamente comportando un ovvio elevato dispendio di energie. Il modulo in fase di pressing si presenta praticamente come un 4-3-3, con Cuadrado che diventa il 3° uomo di centrocampo, col fine di seguire incessantemente Iniesta. La marcatura sulla punta centrale del Barcellona Luis Suarez, è costantemente a uomo, Bonucci ha infatti come fine l’annullamento del riferimento offensivo per il gioco degli spagnoli, durante le fasi di gioco. Durante la fase di impostazione avversaria, il difensore italiano sale a centrocampo per rimanere in marcatura preventiva sul mediano aggiuntivo, che si crea con l’avanzamento del terzino destro del Barcellona, Sergi Roberto, a dar supporto alla linea di centrocampo. Dietro, i catalani, compongono così una difesa a 3 in fase di costruzione, composta da Piquè-Umtiti-Mathieu, a fronte delle 3 punte in pressione Mandzukic-Higuain-Dybala. Il tipo di marcatura dei bianconeri a seguito della fase di costruzione, diventa a zona.
A seguito del doppio vantaggio dei bianconeri cambia l’approccio alla fase di recupero della palla. Si decide di ridurre gli spazi di manovra alla squadra i Luis Enrique, di comporre delle linee di reparto strette e sincronizzare in maniera esemplare le uscite sul portatore di palla, effettuando continui scivolamenti laterali coordinati e raddoppi sistematici sugli esterni (Messi o Sergi Roberto, quando il primo spazia al limite dell’area di rigore avversaria, e Neymar). L’obbiettivo principale è soprattutto creare altissima densità nella zona 14, quella che gli inglesi amano chiamare “the hall”. Così facendo risulta impossibile per i catalani effettuare passaggi corti nello stretto, arte nella quale sono maestri, e inserimenti alle spalle dei difensori. Inizia forse ora la fase più spettacolare della partita, in cui la Juventus a parte qualche sbavatura, svolge una fase difensiva senza eguali. E’ qui che i giocatori di Allegri mostrano tutte le loro qualità tattiche, caratteriali, cognitive, umane e mentali necessarie per attuare e sostenere un determinato atteggiamento difensivo. E’ qui che ritornano in mente Sacchi, Gullit e Van Basten nella dimostrazione del mister ai 2 che “5 giocatori bene organizzati, possono batterne 10 disorganizzati”.
La squadra di Torino presenta a doppio vantaggio ottenuto, uno schieramento molto regolare, con due linee di difesa costituite dal modulo 4-4-2, che vede il croato Mandzukic e Cuadrado su gli esterni, Dybala e Higuain su quella d’attacco, a breve distanza mediani. Sono costanti i raddoppi di marcatura di Dani Alves e Cuadrado su Neymar sulla fascia destra, e di Alex Sandro e Mandzukic sulla sinistra (su Messi o Sergi Roberto), ma la cosa più interessante è notare come in aiuto ai 2 laterali, sia sempre presente il mediato centrale più vicino alla zona, dando vita ad una sorta di “catena difensiva”. A ciò si aggiunge il fatto che l’altro centrocampista centrale si posizione come centromediano metodista davanti alla difesa, per non dare mai possibilità di inserimento agli avversari nella zona di rifinitura. Mantengono quasi sempre posizione in zona centrale i 4: Bonucci, Chiellini, Pjanic e Khedira, per non dare spazio e tempo alle giocate di Messi quando situato in zona centrale, e mantenere la marcatura ad uomo su L. Suarèz. Solo al momento di giocata in zona centrale dei blaugrana, si attua immediatamente pressing centrale aggressivo, volto a non dare spazio e tempo all’uomo avversario di inventare.
L’atteggiamento ancora più interessante, si rivela l’ulteriore camaleontica variazione tattica che assume in fase difensiva la squadra quando a corto di energie o in un momento di sofferenza. L’esterno croato “tuttofare”, si abbassa addirittura sulla linea dei difensori, dando vita ad un 5-3-2, nel quale Mandzukic ha il ruolo di terzino sinistro e Alex Sandro si stringe al centro con Chiellini e Bonucci, lasciando sempre Dani Alves a destra. In casi di maggior sofferenza, la squadra riesce a stringersi maggiormente, creando addirittura un 6-2-2, con Cuadrado in posizione simmetrica a Mandzukic, a destra, e Dani Alves stretto a fare il 4° centrale difensivo.
L’adozione di tale atteggiamento difensivo, ricorda personalmente molto le ideologie tattiche difensive del tecnico austriaco Karl Rappan, che lo propose per la prima volta negli anni ’30, successivamente importato in Italia dagli allenatori Mario Villini e Gipo Viani nel ’40, con l’intuizione dell’inserimento di un “libero” (avuta guardando le reti dei pescatori sul porto di Salerno). Solo successivamente trovò in Nereo Rocco e Helenio Herrera gli esponenti di maggior successo.
TRANSIZIONE DIFENSIVA
La transizione difensiva avviene soprattutto nelle fasi iniziali della partita, all’interno della quale l’atteggiamento di pressing alto costringe i bianconeri a effettuare le transizioni in maniera veloce, pulita ed attenta. Successivamente al vantaggio sono molto meno presenti. Essa avviene andando a comporre il modulo 4-4-2, con il ritorno di Khedira sulla linea dei mediani, a seguito dell’inserimento in fase offensiva, e l’arretramento degli esterni d’attacco Mandzukic e Cuadrado, che vanno a comporre i centrocampisti laterali del modulo. Dybala si pone a fianco di Higuain dandogli supporto anche in fase di pressing. Successivamente si passa in base alle necessità, ai moduli difensivi già sopra illustrati.
Palle inattive fase difensiva
In fase difensiva si dà il via al “gioco delle coppie”, marcatura ad uomo sui saltatori catalani (in realtà pochi quelli pericolosi per stazza e capacità nel colpo di testa), due uomini in area a marcare a zona e dare supporto ai compagni e un uomo posto al limite per uscire il pressing sugli avversari in caso di respinta del pallone.
Dall’analisi post-match dei passaggi sviluppati dal Barcellona si denota che la squadra sia stata costretta praticamente a cercare continuo spazio ragionando dalle retrovie, dove i passaggi tra i due difensori centrali risultano particolarmente frequenti. Rakitic e Mascherano presentano posizione media in mezzo al campo, nettamente differente rispetto a quelle aspettate. Uno risulta quasi un esterno destro, e l’altro sicuramente non ha aiutato la retroguardia come linea di copertura aggiuntiva, mantenendo una posizione da centrocampista centrale. Ciò evidenzia come fosse per loro difficile trovare spazio al centro con l’alta densità creata dagli avversari. Iniesta ha costituito sicuramente il regista di questa squadra. Suarez non ha avuto modo di giocare palloni arretrati sulla linea mediana in fase offensiva, i suoi passaggi indicano un gioco esclusivamente laterale sui 2 esterni.
Dalle statistiche di fine gara della squadra italiana, si nota subito che la punta Higuain ha dato un grande sostegno alla fase di costruzione del gioco, arretrando quasi sempre a sostegno dei registi, e che quest’ultimi siano rappresentati da Pjanic e Khedira (e non solo dal bosniaco come si potrebbe generalmente pensare). Mentre nella zona di Pjanic, Iniesta risulta essere stato mediamente a copertura di quella zona di campo, ciò non si può dire per Rakitic e Mascherano che hanno mediamente lasciato spazio al centro per l’impostazione dei due Khedira e Higuain, protagonisti con le azioni nate da quella zona del campo, che hanno successivamente portato alla realizzazione del vantaggio.
La squadra allenata da Allegri mostra un incredibile qualità individuale, esaltata dall’organizzazione di gioco e la versatilità di un allenatore che ha ben chiare le sue idee di gioco, che dimostra d’aver studiato nei minimi particolari l’avversario, riducendo l’efficacia dei suoi punti di forza (si vedano raddoppi su Messi e Neymar, marcatura ad uomo su Suarez, densità al centro e limitazione spazio-tempo su Iniesta). Allegri consente ai bianconeri infatti di essere tatticamente imprevedibile e di giocare a memoria (si pensi ai 4 cambi di modulo solo in questo match: 4-3-3 in pressione alta, 4-4-2 in fase di non possesso, successivamente 5-3-2 o 6-2-2, quello offensivo 2-3-2-3). Grazie a tutto ciò, dal punto di vista tattico, tecnico ed atletico la Juventus rappresenta oggi una delle migliori, più complete e temibili squadre al mondo da affrontare.