L’11 agosto 2016 la Federazione Sportiva Russa ingaggiò l’ex portiere Stanislav Čerčesovc come nuovo allenatore della nazionale. Sotto la sua guida la squadra disputò, da nazionale paese ospitante, la Confederations Cup 2017. Malgrado il vittorioso debutto contro la Nuova Zelanda (2-0), i padroni di casa si arresero a Portogallo (0-1) e Messico (2-1), uscendo dunque al primo turno.
Da quella deludente Confederation Cup la Russia sembra essere rinnovata sia da un punto di vista tecnico che da un punto di vista atletico.
Al Mondiale russo 2018, dopo le due vittorie consecutive, la Russia è caduta contro l’Uruguay qualificandosi agli ottavi come seconda classificata del girone A.
La prestazione, sicuramente condizionata dall’espulsione di Smolnikov, non ha di certo spento l’entusiasmo dei tifosi confortati dalle due eccellenti prestazioni contro Arabia Saudita ed Egitto. In particolare, contro gli egiziani, la formazione di Čerčesovc ha dimostrato di aver meritato al 100% la qualificazione. A prescindere dal vantaggio ottenuto con un rocambolesco autogoal da parte di Fathi, due grandi movimenti hanno messo al sicuro il risultato: una grande falcata di Fernandes a favorire il terzo goal della competizione dell’ex Real Madrid Cheryshev prima, e un goal di grande tecnica di Dzyuba poi. La difesa ha saputo contenere un Salah irriconoscibile, il quale è riuscito a bucare la porta di Akinfeev solo grazie ad un calcio rigore.
Vediamo come si sviluppa il gioco della squadre ospitante il Mondiale 2018 analizzando il match contro L’Egitto di H.Cùper. La squadra si presenta con un 4-2-3-1 molto compatto: Akinfeev; Fernandes; Kutepov; Ignashevich; Zhirkov (Kuzyaev); Gazinskiy; Zobnin; Samedov; Golovin; Cheryshev (Kudryashov); Dzyuba (Smolov).
FASE DI POSSESSO
In fase di possesso la Russia adotta un modulo 2/4-3-1. I difensori centrali rimangono al di fuori della manovra offensiva. I terzini si posizionano alti a livello del centrocampo pronti a sfruttare le fasce tramite combinazioni con trequartista ed esterno. La punta (Dzyuba) è un punto di riferimento mentre il trequartista (Golovin) spazia in zona di rifinitura. I mediani partecipano parzialmente alla fase offensiva, concentrando le proprie energie in fase di copertura e di costruzione. Preferiscono rimanere bassi, molto vicini ai difensori centrali, in modo da arginare eventuali contropiedi avversari.
La costruzione della Russia è media-lunga. In fase di rinvio dal fondo Ankinfeev ricorre sistematicamente al rilancio lungo. I terzini non abbassano mai la propria posizione per ricevere palla, piuttosto avanzano fino a posizionarsi a ridosso della linea di centrocampo pronti a sfruttare lo sviluppo di gioco sulle catene laterali. Allo stesso modo i difensori centrali non sono propositivi nel ricevere palla in fase di costruzione. Quando vengono interpellati, tendono a favorire il lancio lungo. Se lasciati liberi cercano la soluzione più semplice, l’appoggio ai mediani.
La fase sviluppo della Russia non è particolarmente articolata. L’obbiettivo è quello di recuperare palla nella propria ¾ e aprire il gioco sugli esterni cercando di sorprendere la difesa avversaria con sovrapposizioni e cambi di gioco.
La soluzione del lancio lungo non viene di certo scartata. Dzyuba si abbassa sulla linea mediana per ricevere il lancio e proteggere palla in modo da permettere ai suoi compagni di avanzare. L’obiettivo è quello di favorire poi l’appoggio sui mediani, i quali servono prontamente Golovin tra le linee o gli esterni sulle catene laterali. In determinate occasioni è l’attaccante stesso a rendersi pericoloso. Il terzo goal della squadra di casa è infatti nato da un lancio di Kutepov dalla propria ¾ campo perfettamente ammaestrato da Dzyuba che, con un grande gesto tecnico, è riuscito a “bucare” la porta di Elshenawy. L’attaccante, nonostante l’ingombranza fisica, riesce ad essere mobile e tecnico. Il vero jolly di questa squadra è il ventiduenne Golovin. In fase di possesso alterna fasi in cui abbassa la propria posizione per ricevere palla a fasi in cui si propone in profondità. La sua qualità tecnica lo rende insidioso in molte situazioni, specialmente in fase di rifinitura e finalizzazione.
La squadra di Stanislav Čerčesovc sviluppa il proprio gioco sulle catene laterali grazie alle rotazioni terzino, trequartista, esterno.
Gli esterni di attacco (Samedov a destra e Cheryshev a sinistra) tagliano verso il centro del campo per favorire le sovrapposizioni dei terzini o l’inserimento in profondità del trequartista. Nell’immagine sottostante è possibile osservare una triangolazione tra terzino, trequartista e esterno sulla catena laterale di sinistra. Questo tipo di movimento sulle catene laterali è tipico della Russia e viene ricercato con frequenza. Seppur in maniera fortuita, il primo goal è nato in seguito allo sviluppo dell’azione rappresentata nella precedente immagine. Il tiro svirgolato di Zobnin sul cross respinto di Golovin è stato maldestramente deviato nella propria porta da Fathi. In maniera analoga, in occasione del secondo goal, Samedov si è allargato per favorire l’inserimento del terzino destro (Fernandes) che ha, a sua volta, servito il taglio in area di rigore dell’ex Real Madrid Cheryshev con un traversone impeccabile.
La fase di finalizzazione viene principalmente ricercata tramite triangolazioni e sovrapposizioni volte a liberare gli esterni (sia terzini che ali) per metterli in condizione di crossare o effettuare traversoni. In assenza di alternative la Russia ha dimostrato di avere le qualità tecniche per sfruttare il tiro da fuori area, specialmente con Cheryshev e Golovin. Una terza soluzione a disposizione è l’attacco diretto volto a superare due linee di pressione per cercare la prima punta.
FASE DI NON POSSESSO
In fase di non possesso la Russia si presenta con un 4-4-1-1. La squadra rimane molto compatta e si schiaccia nella propria trequarti. Dzyuba e Golovin, nel momento della prima pressione, esercitano una azione di disturbo nei confronti del portatore di palla. Nel primo tempo, Golovin, grazie a questo atteggiamento, è riuscito a recuperare palla e a rendersi pericoloso con un tiro da fuori area.
Il centrocampo presenta una disposizione scaglionata come è possibile vedere dal fotogramma sottostante. Allo stesso modo si comporta la difesa. I terzini si posizionano in linea solo nel momento in cui la Russia viene schiacciata nella propria area di rigore, diversamente si posizionano scaglionati rispetto ai difensori centrali in modo da essere pronti in caso di ripartenza.
La Russia è una squadra ben educata tatticamente e molto attenta in fase difensiva. Il ruolo dei mediani in questo senso è determinante. Zobnin e Gazinskiy sono molto abili in fase di interdizione e molto efficaci nell’esercitare pressione sui giocatori avversari; una volta che gli avversari entrano nella ¾ russa tentano di recuperare palla per far ripartire la squadra. Persino i due giocatori più offensivi ripiegano con frequenza nella propria la metà campo per effettuare raddoppi e supportare la pressione dei centrocampisti.
E’ interessante notare come, man mano che la squadra avversaria guadagna terreno, la squadra di Stanislav Čerčesov sia propensa a creare densità all’interno dell’area di rigore (fino a 6 giocatori). Questa caratteristica rende molto difficile sorprendere la formazione russa su cross, traversoni o contropiedi. Il tiro da fuori area può essere una soluzione efficacie per impensierire Ankinfeev.
TRANSIZIONI
La transizione positiva non ha un timing particolarmente rapido. Il recupero della palla avviene con maggior frequenza nella propria metà campo. I giocatori più aggressivi e che recuperano maggiormente palla sono i due mediani Zobnin e Gazinskiy. La ripartenza è spesso frettolosa, caratterizzata da lanci lunghi ingiustificati. Talvolta la transizione positiva si verifica nella metà campo avversaria grazie alle azioni di disturbo di Dzyuba e Golovin. I 4 giocatori citati sono sicuramente i più abili nel prevedere il movimento avversario. Come è possibile notare dalla seguente immagine Golovin quando non è coinvolto nella riconquista della palla, tende a smarcarsi preventivamente.
In seguito alla perdita della palla la Russia è pronta a ricompattarsi e a cercare la riconquista del possesso nella propria metà campo. (transizione negativa).
Un punto di forza di questa Russia è sicuramente l’eccellente forma fisica, tanto da attirare, nell’ultimo periodo, i sospetti dell’Agenzia Antidoping Statunitense (USADA). Difficilmente i giocatori si scompongono e perdono la propria posizione. Non è una formazione dotata di grandi doti di palleggio ma riesce a sfruttare al meglio le catene laterali. A volte è frettolosa nel far ripartire l’azione e spreca occasioni con lanci lunghi inefficaci. In ogni caso la Russia è una squadra molto difficile da affrontare. Contro la Spagna, agli ottavi di finale, dopo 120 minuti di sofferenza, la formazione di Čerčesovc è riuscita a centrare una miracolosa qualificazione grazie alla decisiva doppia parata di Akinfeev durante i calci di rigore. Tutta la Russia celebra la propria nazionale e il suo leader “silenzioso”: Stanislav Čerčesovc.