La Svezia, dopo 12 anni di assenza, torna alla ribalta pronta per partecipare alla Coppa del Mondo. Il CT Andersson, senza il talento di Ibrahimovic, ha deciso, per questa competizione, di affidarsi al gruppo con cui si è guadagnato la qualificazione costruendo una squadra solida dove non spiccano giocatori affermati a livello internazionale, ma tanti buoni gregari e un paio di talenti interessanti.
Uno di questi, forse il giocatore di maggiore rilievo e da cui ci si può aspettare qualcosa in più, è sicuramente Emil Forsberg che potrà dare imprevedibilità alla manovra sempre nel rispetto dello scacchiere tattico costruito dal suo allenatore.
Il viaggio in Russia potrebbe far ricredere sul fatto che la Svezia sia di troppo in questo mondiale: la sua proposta di calcio può non essere particolarmente coinvolgente ed entusiasmante, ma potrebbe mettere in difficoltà diverse squadre.
SISTEMI DI GIOCO E INTRODUZIONE
Durante le partite di qualificazione e così in queste prime tre partite del mondiale, la Svezia è sempre scesa in campo con un classico 4-4-2. Questi gli 11 schierati, da destra a sinistra, per la partita contro il Messico: Olsen (POR), Lustig (TD), Lindelof (DCD), Granqvist (DCS), Augustinsson (TS), Claesson (ED), Larsson (CCD), Ekdal (CCS), Forsberg (ED), Berg (ATD) e Toivonen (ATS).
In fase di possesso la squadra si dispone con un 4-2-4 o con un 3-2-5 con gli esterni di centrocampo alti e che alternano giocate laterali a giocate in zona centrale per lasciare libere le corsie per le discese dei terzini.
In fase di non possesso, invece, ritroviamo gli 11 di Andersson schierati con un 4-4-2 molto compatto dove sono gli attaccanti a portare una prima pressione mentre il resto della squadra rimane ordinato e in attesa. I centrocampisti sono comunque sempre pronti ad uscire in pressing non appena si mostrano possibilità o di obbligare gli avversari a un lancio lungo, facile preda della difesa, o di un recupero palla per cercare di ripartire in contropiede.
Importanti infine, oltre alle ripartenze offensive appena citate con cui la Svezia si rende pericolosa e sa far male, sono le palle alte che provengono da cross e calci piazzati, il pezzo forte di questa squadra.
FASE DI POSSESSO
In fase di costruzione la Svezia preferisce maggiormente superare le prime linee di difesa avversaria tramite i lanci lunghi dalle retrovie. Questa fase, che ha quindi uno sviluppo diretto, va a sfruttare e capitalizzare al meglio la forza e le caratteristiche di questa squadra, che fa della fisicità dei suoi giocatori il suo punto di forza. Si va così alla ricerca dell’attaccante, in particolare Toivonen, con il compagno di reparto e i due esterni di centrocampo che vanno a supporto in alcuni casi stringendo verso il centro mentre in altri cercando di sfruttare tutta l’ampiezza del campo, pronti a raccogliere una sponda o ad attaccare la profondità una volta recuperato il possesso.
Nella fase di sviluppo vediamo una costruzione orizzontale non troppo ricercata fatta di pochi passaggi volti a trovare lo spazio giusto per effettuare il lancio in direzione degli attaccanti con gli avanti svedesi a supporto. Nel caso in cui il lancio vada a buon fine la squadra, una volta entrata nella zona di rifinitura, imbastisce l’azione, anche attraverso rapidi scambi e 1-2, principalmente lavorando tramite catene laterali per poter sfruttare al meglio i centimetri del pacchetto offensivo.
Sia i due attaccanti centrali che i due esterni di centrocampo sono molto mobili e spesso si scambiano di posizione, con un attaccante che non di rado arriva al cross o comunque lavora sulle corsie laterali per dare la possibilità agli esterni di accentrarsi e attaccare l’area.
Fondamentale è anche la spinta dei terzini che lavorano molto e quando c’è possibilità di “far male” si alzano o andando a sfruttare lo spazio creato dagli esterni che, come già accennato prima, vanno a giocare dentro al campo (principalmente Forsberg) o portando superiorità sulle corsie, il che permette spesso un 2 vs 1. Entrambe le soluzioni sono studiate per arrivare agevolmente al cross, che resta una delle armi principali di questa squadra che riesce sempre a portare almeno tre uomini all’interno dell’area.
FASE DI NON POSSESSO
La Svezia nella maggior parte dei casi non pressa alto ma compatta le sue linee in un solido 4-4-2.
Gli attaccanti cominciano a portare una prima pressione leggera a partire dalla trequarti avversaria, attenti in ogni caso a chiudere ogni linea di passaggio. Il centrocampo, sempre molto mobile ma comunque compatto, aiuta gli attaccanti con un pressing importante principalmente quando gli avversari ricevono palla spalle alla porta. L’obiettivo di questa pressione è cercare il recupero o comunque provare a portare il possesso palla avversario dove ci sono poche possibilità di manovra, obbligando così gli avversari a provare il lancio lungo, facile preda dei “giganti” svedesi.
La linea di centrocampo quindi lavora molto. In fase di costruzione della squadra avversaria tende spesso a stringersi per portare densità in zona palla rischiando di concedere un po’ di libertà sulle corsie laterali, consapevole della propria forza in area di rigore in caso di cross.
In generale la linea difensiva resta molto ordinata e compatta.
Quando invece la pressione viene superata o si hanno ripartenze veloci dove gli avversari riescono a trovare l’uomo tra le linee, si possono creare delle situazioni di potenziale pericolo. In caso di palla scoperta la linea difensiva temporeggia e si stringe centralmente. Altrimenti in caso di palla coperta spesso il difensore di competenza esce sul portatore di palla per mettere pressione portando l’avversario all’errore o cercando almeno di rallentare l’azione e permettere alla propria squadra di riorganizzarsi. Questa pressione fondamentale, se portata correttamente, consente un recupero palla anche nelle situazioni potenzialmente più complicate.
TRANSIZIONI
TRANSIZIONE OFFENSIVA
Insieme alle palle alte, che sono il marchio di fabbrica di questa squadra, le transizioni offensive sono decisamente importanti per il gioco della squadra di Andersson. Infatti i principali pericoli nascono dalle veloci ripartenze che gli svedesi riescono ad effettuare grazie al recupero palla avvenuto o tramite il pressing portato o in caso di palle sporche o seconde palle successive a lanci lunghi, queste fondamentali nel gioco della Svezia.
TRANSIZIONE DIFENSIVA
In caso di perdita del possesso la squadra reagisce in modo diverso in base alla situazione di gioco in cui si trova: una forte aggressione, portando superiorità in zona palla per un rapido recupero, in occasione di palla in gioco nella metà campo avversaria e di palla coperta, temporeggiamento, invece, in occasione di palla scoperta con la difesa che stringe cercando di rallentare l’azione.
PALLE INATTIVE
PALLE INATTIVE A FAVORE
Principalmente sono due i modi di attaccare degli svedesi sulle palle inattive. Nel primo caso troviamo la squadra schierata “a ridosso” del portiere portando densità per rendere più difficoltosa l’uscita all’estremo difensore. Nel secondo caso i saltatori partono fuori area pronti per attaccare lo specchio quando parte la battuta del calcio da fermo.
PALLE INATTIVE A SFAVORE
Sui calci d’angolo a sfavore invece la squadra, forte come detto dei suoi centimetri, è concentrata sulla copertura nei pressi dell’area piccola e, restando abbastanza schiacciata, lascia spazio in alcune occasioni per i tiri da fuori degli avversari.