Un’altra stagione è andata, un altro giro di Eredivisie si è appena concluso.
Per il quarto anno di fila ,l’Ajax è costretto a guardare le sue rivali storiche festeggiare.
Una stagione iniziata e finita nel segno del PSV, che si è issato in testa al campionato dalla prima giornata e non l’ha mai lasciata. La squadra di Cocu si è rivelata mentalmente più pronta dei lancieri nei momenti chiave della stagione.
L’Ajax del dopo Bosz ( finale di Europa League appena 11 mesi fa) riparte con il nuovo tecnico Keizer, ma senza alcuni giocatori chiave della splendida squadra della scorsa stagione; partiti Tete,Sanchez,Riedewald,Traorè e capitan Klaassen, spazio ai giovani di casa come De Ligt,Wober,Van de Beek,De Jong e sopratutto i gioiellini Kluivert e David Neres.
Il mercato estivo porta in dote anche 2 giocatori molto esperti come Siem De Jong e soprattutto il “cacciatore” Huntelaar di ritorno nella squadra che l’ha definitivamente consacrato.
Partenza shock con la doppia eliminazione nel mese di agosto dai preliminari di Champion’s League ed Europa League (contro Nizza e Rosenborg),i lancieri sono costretti a riversare tutte le forze sul campionato che da troppo tempo manca da quelle parti.
Il modulo di base è il 4-3-3. Un mantra, un dogma, una religione.
Cambiano gli interpreti ma la voglia di gestire il pallone e dominare il campo è proprio nel DNA di coloro che hanno reso famoso il Totalvoetball.
Sin dalle giovanili, dall’età di 7 anni , in casa Ajax s’imparano prima i principi del 4-3-3 che la storia moderna.
Viene cosi creata un fiocina di talenti che da decenni escono da questi campi e trovano fortune in giro per l’Europa. Ma tutto questo ha un costo; non economico ma di continuità di risultati.
Ogni anno chi siede sulla panchina ajacide, deve “ricominciare” con giocatori nuovi nei nomi , ma non nei concetti base.
Ricerca dell’ampiezza, centrocampisti maestri nel possesso palla, ali veloci e abili nel dribbling, prima punta capace di sfruttare questa mole di gioco che ogni anno,ogni partita viene prodotta.
A dicembre ,nonostante un sonoro 3-0 alla capolista PSV ed un 4-1 in casa dei campioni in carica del Feyenoord qualcosa non funziona in questa squadra. Enorme talento , ma non la solita sinfonia biancorossa in campo Tanti punti lasciati per strada e decisione drastica di cambiare la guida tecnica; fuori Keizer ( al quale non sono state perdonate le debacle europee) e dentro il tecnico ex Utrecht, Erik ten Hag.
Pronti via e subito vittoria 2-0 alla Johan Cruijff Arena contro il Feyenoord nel “De Klassieker” del calcio olandese.
1-4-3-3 il modulo ovviamente scelto dal tecnico nella sua gara d’esordio.
Tra i pali il giovanissimo ma promettentissimo camerunense Onana, linea a 4 con a destra il capitano Veltman a sinistra il neo acquisto Tagliafico e coppia di centrali costituita dal neo nazionale De Ligt (classe 99) e Frankie De Jong. Torneremo dopo sulla decisione di schierare De Jong al centro della difesa.
Davanti la difesa, a gestire le operazioni di costruzione bassa l’esperto Schone coadiuvato dal talentuoso Ziyech,regista offensivo della squadra e da colui che ha preso il posto di Klaassen come incursore e centrocampista box-to-box, Van de Beek.
Davanti il punto di riferimento è Klaas-Jan Huntelaar , pronto a sgomitare e lasciare campo ai tagli e alla classe di Justin Kluivert e del brasiliano David Neres, schierati entrambi con il piede invertito rispetto alla posizione di partenza.
La squadra di ten Hag vuole essere padrona del campo e lo fa , arretrando De Jong, che nasce centrocampista, qualche metro più indietro , lasciando contemporaneamente tutti e 3 i palleggiatori del centrocampo per sfruttare al massimo il controllo del ritmo gara.
De Jong che fisicamente è brevilineo e non eccelle certo per le doti fisiche , ma bensì per quella capacità di leggere le situazione che solo nei grandi del calcio abbiamo visto a questa età.
Affiancandolo al roccioso De Ligt, in fase di costruzione bassa è spesso De Jong a portare su palla permettendo alle catene laterali formate da Van De Beek- Kluivert e Ziyech-Neres di scambiarsi spesso di posizione , andando ad occupare gli half-spaces. Schierando un difensore centrale come Veltman,adattato a destra, si garantisce quell’equilibrio necessario , per poter permettere le sovrapposizioni senza palla sull’out sinistro di Tagliafico pur senza rinunciare alle geometrie in seconda battuta di Schone, abile a coprire la zona quando De Jong porta su palla, offrendo sempre uno scarico sicuro ed un opzione in più per uscire dalla morsa del pressing avversario.
Proprio questa situazione di doppio play costituito dalla coppia De Jong-Schone permette all’Ajax di muovere velocemente la palla e di conseguenza la difesa avversaria per poter trovare quegli sbocchi tra le linee che gli inserimenti di Ziyech ed i tagli di Kluivert sempre più spesso ricercano.
Neres invece preferisce ricevere palla sull’esterno , lasciando il centro a Ziyech , che viene spesso coinvolto in dai e vai proprio con il brasiliano ,abile sia ad andare sul fondo , ma sopratutto a rientrare sul suo mancino per andare a concludere.
Difendere contro l’Ajax risulta tatticamente molto complesso in quanto oltre a portare molti giocatori sopra la linea del pallone esternamente, la scelta di optare sulla fisicità di Huntelaar costringe i centrali difensivi avversari ad accorciare verso la propria porta, creando quelle zone luce tra le linee, che sono la manna per i vari Van De Beek (12 gol), Ziyech (8 gol) ,Kluivert (9 gol) e Neres (11 gol).
Tutta questa enorme produzione offensiva, non sempre viene finalizzata e cosi quando perde palla l’Ajax si trova spesso in inferiorità numerica sulle transizioni avversarie.
De Ligt nonostante la giovanissima età sta migliorando partita dopo partita, ma ancora non può essere considerato un maestro dell’1 vs1 che questo sbilanciamento tattico , ovviamente deve concedere.
Spesso i ripiegamenti difensivi sono lenti e non sempre il pressing viene effettuato con convinzione nella trequarti avversaria,lasciando spazi facilmente attaccabili , sopratutto esternamente, applicando la zona pura in fase di “scappata” in situazione di palla scoperta.
Paradossalmente ten Haag ha preferito migliorare la fase difensiva inserendo un regista in più proprio De Jong (che come sua ammissione si sente un centrocampista ed ha accettato questa nuova soluzione seppur in via temporanea per avere continuità in campo) al posto di centrali di ruolo come l’esperto Viergever o il robusto austriaco Wober.
I risultati sono subito arrivati e l’Ajax fino a fine febbraio ha rosicchiato punti importanti al PSV, poi il grave infortunio proprio a De Jong ha un po interrotto le velleità di rimonta dei lancieri che hanno lasciato punti pesanti su vari campi prima della sconfitta decisiva per 3-0 ad Eindhoven che ha consegnato il titolo al PSV.
La conferma di ten Hag non è del tutto scontata ,complice il non aver saputo valorizzare il gioiellino che la scorsa estate mezza Europa si contese, il danese Dolberg , apparso lontano parente da quel killer spietato visto con Bosz.
Una cosa è certa, come ogni anno l’Ajax sarà li a competere per il titolo e soprattutto a far crescere e svezzare giocatori dal talento innato che sono destinati a diventare grandi altrove nei prossimi anni. Siamo pronti a scommettere che talenti come Ziyech,van de Beek,De Jong,Kluivert,Neres e Di Ligt potrebbero seguire le orme dei vari Ibrahimovic,Eriksen,Van Der Vaart,Suarez,Seedorf,Davids,Milik,Sneijder,Chivu solo per citare alcuni dei campioni che l’accademia Ajax ha saputo sfornare negli ultimi 20 anni.