In questo articolo andremo ad analizzare alcuni principi di gioco dell’Arsenal di Wenger.
I Gunners sono attualmente terzi in classifica con 40 punti in 19 partite, hanno passato il turno in Champions come capolisti del proprio girone davanti al PSG, ma sono stati eliminati in EFL Cup dal Southampton.
Andremo ad analizzare le partite di Premier contro il West Ham e l’Everton, entrambe fuori casa ma dagli esiti diversi, avendo ottenuto una larga vittoria per 5-1 al London Stadium contro gli Hammers, perdendo invece a Goodison Park per 2-1.
Il sistema di base è un 1-4-2-3-1 con Cech in porta, i centrali difensivi titolari Mustafi a destra e Koscienly a sinistra, Monreal terzino sinistro, Gabriel (un centrale difensivo di ruolo) adattato al ruolo di terzino destro.
Davanti alla difesa Coquelin e Xhaka, il primo con buone doti di interdizione, il secondo più abile a dettare geometrie. I trequartisti davanti sono Ozil centrale, Oxlade Chamberlain a sinistra, Walcott a destra. Sànchez è la punta avanzata, preferito spesso da Wenger a Giroud.
Stessa formazione contro l’Everton, con la sola eccezione del rientro di Bellerìn nel suo ruolo di terzino destro e Gabriel spostato al centro per sostituire l’infortunato Mustafi.
In FDP, quando la costruzione parte dai piedi di Cech, avviene maggiormente per giocate lunghe con la squadra che si compatta nella metà campo avversaria pronta a giocare sulle seconde palle, mantenendo molti effettivi avanzati.
Quando la costruzione parte dai piedi dei centrali, i terzini si aprono in ampiezza, con Monreal a sinistra più profondo.
Si predilige quindi il fraseggio corto cercando i due mediani che fungono da riferimenti in appoggio, Xhaka in particolare è il play con maggior visione e capacità d’impostare.
La bassa pressione del West Ham, che lascia giocare sino a metà campo creando densità centrale, permette circolazione di palla e linee di passaggio pulite sugli esterni.
Da segnalare altre due soluzioni:
– le giocate verticali dei centrali difensivi sui riferimenti avanzati nei corridoi interni (half spaces): Mustafi (destro naturale) su Ozil nell’half space di destra e Koscienly (quasi sempre forzatamente, essendo un destro naturale che gioca sul centro sinistra) su Sanchez o Chamberlain nell’half space di sinistra.
– le verticalizzazioni dei terzini sugli esterni offensivi di fascia, in particolare l’asse Monreal-Sanchez/Ozil a sinistra e Gabriel-Walcott/Ozil a destra.
Contro l’Everton, con il ritorno di Bellerin in fascia, entrambi i terzini avanzano sensibilmente la propria posizione in ampiezza e profondità, i mediani forniscono lo scarico per i centrali difensivi. In caso di marcature strette sugli appoggi, Ozil si abbassa con movimento corto in zona luce per fare il play aggiunto.
La manovra si sviluppa soprattutto cercando Xhaka e Ozil, giocatori che vantano il maggior numero di tocchi palla e precisione delle giocate (Xhaka 89%, Ozil 93%, Fonte: Wyscout) con quest’ultimo capace di garantire dinamismo su tutto il fronte d’attacco per partecipare alla manovra.
Frequente la giocata sul corto per Sanchez, che esce dall’ultima linea di pressione per ricevere e puntare la porta. La sua abilità nella difesa della palla e la rapidità nel girarsi richiedono marcature nella zona puntuali sulla trasmissione del passaggio, per sottrargli spazio e tempo.
In caso riesca a girarsi, cerca talvolta l’attacco diretto sul lato debole per l’esterno o la sovrapposizione del terzino, anche se predilige la triangolazione sul corto in rapidità, spesso con Ozil. Se la marcatura è larga, non rinuncia alla conclusione da fuori area (come nel 3° goal contro il West Ham).
I quattro giocatori offensivi dimostrano capacità di intercambiare le posizioni in base alla posizione della palla e dei compagni: quando Sanchez esce dalla linea, Ozil può puntare lo spazio centrale, o talvolta è Walcott a inserirsi scambiando la posizione con il tedesco a destra.
Tra i due esterni offensivi, Chamberlain è il più coinvolto in entrambe le partite osservate, si muove spesso nel corridoio interno di sinistra, è abile nell’1c1 e tende a crossare rientrando sul destro, il piede forte; spesso si accentra lasciando spazio al terzino di fascia che può rifinire l’azione con sovrapposizione e cross.
In genere ci sono sempre quattro giocatori che attaccano l’ultima linea difensiva distribuendosi negli spazi, a cui si aggiungono alternativamente i terzini, ma mentre Monreal tende a cercare la profondità all’esterno (è un mancino), Bellerin (destro naturale) mostra più propensione nella guida della palla centralmente, cercando sponde in velocità.
Xhaka e Coquelin rimangono a sostegno della manovra sulla tre quarti avversaria, con quest’ultimo che talvolta si inserisce in area, mentre i centrali difensivi applicano marcature preventive.
Le transizioni positive prevedono in genere verticalizzazioni rapide e dirette sugli esterni offensivi (Walcott e Chamberlain), per sfruttarne la velocità e l’abilità nell’1c1. Talvolta si cerca un riferimento avanzato, Ozil o Sanchez, che permetta la sponda per arrivare poi sugli esterni in seconda o terza battuta.
In caso di risultato passivo, Wenger aggiunge più soluzioni inserendo Giroud al posto di un trequartista e spostando Sanchez esterno, con Ozil arretrato (1-4-2-1-3), sfruttando così i centimetri del francese e l’abilità nel gioco aereo chiedendo più cross in area.
In FDNP la squadra adotta un atteggiamento molto aggressivo. In entrambe le partite, la prima contro una difesa a 3, la seconda contro una difesa a 4, si applica un pressing ultra-offensivo e offensivo volto a non concedere campo agli avversari tenendo alto il baricentro, con la prima linea di pressione alta e quella difensiva avanzata ma sotto la linea di centrocampo.
Ciò permette di sfruttare dei contrattacchi in situazioni in cui gli avversari sono più aperti, come nel 1° goal contro il West Ham.
Tendenzialmente è Sanchez ad aggredire il portiere o il centrale difensivo in possesso, Ozil marca il play, staccandosi in pressing sul secondo centrale difensivo quando riceve palla, mentre gli esterni escono in pressing sui terzini di parte.
Contro il West Ham il pressing appare più organizzato con buoni tempi di uscita in marcatura sugli appoggi, costringendo gli avversari a giocate lunghe. Si nota però talvolta il play avversario libero di ricevere quando Ozil esce in pressing sul centrale difensivo, venendo a mancare un compagno che scala su di esso, situazione più evidente contro l’Everton.
La squadra cerca sempre di mantenere due linee con 7 giocatori a difendere sotto la linea della palla con un esterno offensivo, di solito quello del lato debole, che scala a comporre una linea a 3 con i mediani Coquelin e Xhaka.
Se gli avversari attuano un possesso prolungato, o con risultato acquisito, la squadra ripiega a a maggior difesa della profondità difendendosi con un 1-4-4-2 o 1-4-5-1.
L’ultima linea difensiva ha sempre il riferimento sulla palla, i due centrali difensivi, soprattutto Mustafi e Koscienly, giocano su linee d’anticipo e padroneggiano il gioco aereo, concedendo poco agli avversari che cercano attacchi diretti centrali.
Buona la lettura della palla coperta/scoperta, difficile trovare spazi centralmente, grazie anche al lavoro di Coquelin davanti alla difesa che aggiunge aggressività e abilità in interdizione, mantenendo la posizione.
I pericoli maggiori si creano dalla fasce, dove in genere sono gli esterni offensivi a portare il raddoppio in aiuto ai terzini, questi ultimi con attitudini diverse: più aggressivo e su linee d’anticipo Bellerin, più votato alla difesa della profondità Monreal.
Su attacchi laterali, quando esce il terzino sul portatore, è in genere Xhaka a unirsi alla linea difensiva nello spazio tra centrale e terzino, formando talvolta 2 linee di copertura.
Si possono creare pericoli con inserimenti in questo spazio o cross nella zona cieca dei due centrali difensivi, dove l’Everton ha cercato la superiorità numerica trovando il primo goal.
In transizione negativa nella metà campo avversaria si cerca sempre la rapida riconquista della palla aggredendo il portatore e e marcando a uomo nella zona i possibili appoggi.
Se viene eluso il pressing di ritorna alla difesa di reparto.
La squadra subisce talvolta pericolose transizioni perdendo palla in zona sviluppo con gli esterni aperti e molti giocatori offensivi, si creano così situazioni in cui solo i mediani si ritrovano a fare filtro davanti alla difesa, con una seconda linea a due.
In sintesi l’Arsenal appare una squadra ben costruita, con una distribuzione di forze ragionata. E’ una squadra organizzata che cerca sempre di imporre il proprio gioco, offensivo e basato sulla tecnica a la rapidità, supportate da un’aggressività con cui riesce spesso ad assediare gli avversari per lunghi tratti di gara. Ciò richiede qualità condizionali importanti.
Alcuni giocatori chiave hanno già parecchie partite all’attivo, la sensazione è che quando si spengono Sanchez e Ozil il gioco ne risente parecchio, perdendo imprevedibilità e superiorità qualitativa che risolvono spesso situazioni di gara bloccate.
La premier ha alzato indubbiamente il livello quest’anno, tenere il passo delle grandi non sarà facile anche se la squadra di Wenger sta mostrando di potersela giocare con tutte.