Il 16 dicembre 2017, il giorno prima dell’ufficialità di Aurelio Andreazzoli come allenatore, l’Empoli di Vivarini era quinto in campionato, aveva perso cinque volte in diciannove partite. La scossa è stata proprio l’esonero dell’ex Latina. Il 17 dicembre entra in carica quello che fino a quel momento era un uomo dello staff di Spalletti all’Inter. Cambia immediatamente il destino della squadra toscana che inanella una serie incredibile di record: promozione con quattro giornate d’anticipo, 23 partite senza sconfitte (+5 della precedente gestione tecnica), 17 partite segnando almeno 3 goal. Accantonato il 3-5-2, spazio al 4-3-1-2, modulo già ampiamente conosciuto da questo club per il passato recente di Maurizio Sarri e Marco Giampaolo. Il rombo come figura geometrica dominante, squadra corta, attenzione difensiva soprattutto sul cono centrale e baricentro medio spostato in avanti per aggredire i portatori di palla avversari.
Andreazzoli punta sulla sul giro palla rasoterra, movimenti senza palla continui per creare e sviluppare linee di passaggio utili ad arrivare il prima possibile verso la metà campo avversaria; da lì, spazio alle imbucate filtranti, all’attacco della linea difensiva con tanti uomini e la presenza costante dei terzini a supportare il gioco.
Tutti a parlare nuovamente di Empoli, con Andreazzoli, che dopo Sarri e Giampaolo, ha riportato l’estetica del calcio ad un livello superiore.
SISTEMI DI GIOCO
Formazione iniziale: 1-4-3-1-2.
Formazione in fase di possesso palla: 1-2-4-1-2.
Formazione in fase di non possesso palla: 1-4-1-2-1-/2 (dall’80’ 1-4-4-1-1).
FASE DI POSSESSO PALLA
L’Empoli cerca sempre di utilizzare i due difensori centrali per iniziare le azioni. La costruzione difensiva sistema la squadra con un 1-2-1-4-1-2. Il Mediano rimane leggermente più alto rispetto ai difensori centrali (salvo scalare quando uno dei due si porta avanti con la palla), i terzini si allargano e si alzano sulla linea delle mezzali per ricevere in ampiezza e creare lo spazio per lo sviluppo della manovra. Si forma un rombo tra MED-TD-TS-TRQ all’interno del quale si stringono i centrocampisti. Il movimento del mediano per smarcarsi dagli avversari è costante. Se non dovesse riuscirci, il compito di sviluppo passa alla mezzala, che si abbassa, permettendo al terzino di avere campo sull’esterno.
La fase offensiva, nello sviluppo e in finalizzazione, prevede giocatori in continuo movimento alla ricerca di linee di passaggio pulite per permettere al portatore di palla di avere diverse soluzioni: in ampiezza, ed in verticale. Il terzino in zona palla tende ad allargarsi sulla corsia, mentre l’esterno su lato debole stringe la sua posizione verso il semispazio di competenza. Il gioco delle mezzali è analogo, quella in zona palla si allarga verso il terzino di catena (sempre più alto), l’altra invece rimane vicina al portatore di palla per lo scarico corto; si crea così una disposizione a rombi che permette al regista o al difensore centrale che si sgancia in avanti, di avere una varietà di soluzioni, tra passaggi corti, filtranti per le punte (una incontro e una ad attaccare la linea difensiva) e conclusione da fuori.
FASE DI NON POSSESSO PALLA
La pressione dell’Empoli parte direttamente dai due attaccanti che non permettono la giocata corta al portiere. Se i difensori avversari sono più di due, il lavoro di pressing viene svolto anche dal trequartista che si alza sul difensore centrale, permettendo alle due punte di allargarsi e coprire sugli altri uomini preposti alla costruzione dal basso.
Durante la fase di sviluppo avversaria, l’Empoli si caratterizza per una grande densità in zona palla, per cercare di recuperare immediatamente il possesso.
Se questo non avviene, superata la prima linea di pressione, la squadra di Andreazzoli cerca di ricompattarsi a protezione della porta. Una volta schierato, il centrocampo dell’Empoli difende con un rombo sul portatore di palla avversario; tale atteggiamento ha la duplice funzione di ostruire diverse traiettorie di passaggio e portare più uomini sulla palla. La difesa è schierata sempre in linea a quattro, molto stretta nel reparto con una marcatura a uomo nella zona dei due centrali, i terzini sono all’interno dello spazio delimitato dall’area e vanno in uscita sull’esterno con l’aiuto della mezzala di riferimento.
TRANSIZIONI POSITIVE
Nella maggior parte delle azioni sono le mezzali a recuperare il pallone e a far ripartire la transizione. Il centrocampista senza palla si butta nello spazio per ricevere ed attaccare la linea difensiva palla al piede. Gli attaccanti corrono in profondità, insieme al trequartista e ai terzini.
TRANSIZIONI NEGATIVE
L’Empoli cerca subito di recuperare palla con diversi uomini. Partendo da colui il quale ha effettivamente perso il pallone. Le mezzali vanno in pressione insieme al terzino in zona palla. Il Mediano rimane invece più bloccato, pronto a scappare se un avversario scatta verso la propria metà campo. Dalla parte opposta all’azione, il terzino su lato debole corre all’indietro per recuperare la posizione.
LE CATENE LATERALI
Molto importante per l’Empoli è il lavoro delle corsie esterne. Le sovrapposizioni dei terzini che sono in costante proiezione offensiva e le mezzali che danno ampiezza per poi tagliare verso il centro.
Quando è attaccata sugli esterni, la squadra, sempre molto attenta a non concedere spazio sul cono centrale, allarga la mezzala in zona palla e il terzino in caso di raddoppio offensivo.
A volte i tempi di uscita laterali sono tardivi, situazione che poi rischia di creare una inferiorità numerica laterale, spesso sopperita dalla densità di uomini centrale.
PUNTI DI FORZA
- Qualità nel fraseggio
- Movimenti continui senza palla
- Compattezza difensiva cono centrale
- Pressione alta
PUNTI DI DEBOLEZZA
- Ricerca eccessiva della manovra elaborata
- Gestione transizione negativa
- Concretezza sotto porta