SISTEMI DI GIOCO
- Statico: 1-4-3-3;
- Possesso: 1-2/3-5;
- Non Possesso: 1-4-1-4/1;
INTRODUZIONE
La nazionale italiana propone un 1-4-3-3 molto accorto e attento principalmente alla fase di non possesso, il primo obiettivo è quello di impedire agli avversari di avvicinarsi all’area di rigore, solo in secondo piano vi è la fase offensiva, che solitamente si basa su ripartenze rapide e con molti uomini.
Nel sistema di gioco statico si riscontra Donnarumma fra i pali, i due centrali difensivi sono Caldara e Rugani, entrambi abili nelle letture delle situazioni e nell’uno contro uno, Rugani è più presente nel gioco aereo, entrambi con discrete doti tecniche in fase di possesso. I due difensori esterni sono Barreca a sinistra e Calabria a destra, più difensivo il primo, più propenso a partecipare alla fase di possesso il secondo. Il centrocampista centrale è l’interista Gagliardini, giocatore duttile e abile in tutte le fasi, in questo ruolo viene un po’ vincolato dai compiti difensivi assegnatogli dal mister, il centrocampista interno sinistro è Pellegrini, quest’ultimo ha un’ottima corsa e ottimi tempi di inserimento, sul lato destro c’è benassi, capitano della squadra e leader della stessa, abilissimo nelle letture delle varie situazioni che si vengono a creare oltre ad avere un buon livello tecnico. La linea dei tre attaccanti a partire dal lato sinistro è composta da Chiesa, (chiaramente adattato in questa posizione, solitamente gioca sul lato opposto) giocatore di grande corsa e molto caparbio, Petagna in posizione di attaccante centrale ha il compito di tenere occupati i due centrali difensivi avversari, un po’ lento e “macchinoso”, molto abile però nella protezione della palla. Sul lato destro si trova Bernardeschi, sicuramente il giocatore con il tasso tecnico più elevato della squadra, parte molto defilato ma non ha vincoli di posizione, spesso lo si può anche trovare nel corridoio centrale del campo.
In fase di possesso la squadra “pare” voler proporre un 1-2/-3-5 con Rugani e Caldara che rimangono in una posizione arretrata occupandosi del gioco preventivo, la linea dei tre è composta da Barreca, Gagliardini e uno fra Benassi e Calabria. Barreca e Gagliardini si posizionano sempre piuttosto bassi in una posizione che possa garantire continuità all’azione offrendo il sostegno ai compagni, stesso compito viene effettuato da Calabria nelle (rare) occasioni in cui non sale, Benassi invece va a ricoprire una posizione un po’ più avanzata che può risultare fondamentale in transizione difensiva. La linea dei cinque è composta da Chiesa, Pellegrini, Petagna, Benassi ( occupa la posizione fra attaccante centrale ed attaccante esterno) nei casi nei quali alza la sua posizione oppure Calabria (quest’ultimo garantisce sempre la massima ampiezza del campo e talvolta anche la profondità), e Bernardeschi.
In fase di non possesso l’Italia presenta quasi sempre un 1-4-1-4/1, solo in alcune circostanze un 1-4-4-1/1.
In questo sistema di gioco 11 effettivi partecipano alla fase creando densità in ogni zona di campo. La linea dei quattro difensori è composta da Barreca a sinistra, Rugani (leader) del reparto sul centro/sinistra, Caldara sul centro/destra e Calabria in posizione di difensore esterno destro. L’incaricato di occupare la zona di rifinitura avversaria è Gagliardini, quest’ultimo talvolta nel momento in cui un centrocampista centrale esce in attacco palla rimane in una posizione statica e di conseguenza inutile, in posizione di centrocampista esterno sinistro c’è Chiesa e a destra Bernardeschi, entrambi molto dediti al sacrificio in non possesso nonostante le evidenti attitudini offensive. Sul centro/sinistra si posiziona Pellegrini e sul centro/destra Benassi, sono loro gli incaricati di accompagnare l’azione di Petagna nel pressing sui difensori centrali avversari a seconda del lato dell’azione.
La squadra in questa gara ha manifestato un eccellente organizzazione difensiva sino a quando è rimasta in 11 contro 11 subendo goal solo per una disattenzione individuale. In fase di possesso palla è mancata l’imprevedibilità che un calciatore come Berardi (assente) avrebbe sicuramente potuto fornire, la fase peggio interpretata è sicuramente la transizione difensiva nella quale spesso una volta saltata la prima linea di pressione sono stati concessi enormi spazi ai calciatori spagnoli.
Per la prima volta dopo molti anni vi erano molte aspettative per questa nazionale under 21 che non vince un campionato europeo dal 2004, ultimo dei cinque titoli conquistati dalla nostra nazionale. Ulteriore “novità” in positivo di questa squadra è la presenza massiccia di calciatori militanti in serie A, anche in squadre importanti come Milan, Juventus, Inter e Fiorentina, questo fattore negli ultimi anni era sempre venuto meno.
FASE DI POSSESSO
La squadra quando può costruisce dal basso, la costruzione avviene con i due centrali che si aprono e Gagliardini a posizionarsi da vertice, in questo tipo di situazione i due difensori esterni Calabria e Barreca occupano la massima ampiezza del campo. Il primo passaggio è sempre su Gagliardini il quale orienta la giocata esternamente sul difensore esterno, Benassi e Pellegrini mantengono una posizione centrale non offrendo una soluzione di passaggio ma garantendo il corridoio esterno libero a Barreca/Calabria. L’attaccante esterno sul lato debole mantiene una posizione in ampiezza per attaccare lo spazio alle spalle del difensore esterno avversario in fase di finalizzazione, l’attaccante centrale rimane fra i due centrali, questa posizione impedisce loro di andare in attacco palla sui centrocampisti che attaccano la zona di rifinitura, l’attaccante esterno lato palla viene dentro al campo per liberare il corridoio.
Quando la linea di passaggio su Gagliardini viene tolta dalla pressione avversaria non rischiano quasi mai l’uscita corta, la palla lunga non ha un destinatario fisso, quando esso è un attaccante esterno il difensore esterno lato palla attacca la profondità (nel video Calabria), quando esso è l’attaccante centrale si alzano entrambi i centrocampisti centrali.
In fase di sviluppo non c’è mai la “fretta” di attaccare, si attende sempre il momento giusto per trovare l’uomo libero in zona di rifinitura sia in posizione centrale che in ampiezza, il quale a seconda della situazione alterna più giocate, dribbling, allarga il gioco, filtrante centrale e conclusione. In questa fase di gioco i centrocampisti rimangono scaglionati e cercano un continuo movimento con il fine di liberare una linea di passaggio verso la zona di rifinitura. I due centrali difensivi Caldara e Rugani rimangono sempre in una posizione di copertura con il doppio fine di effettuare gioco preventivo e soprattutto dare continuità all’azione nel caso non si trovino spazio e tempo per avanzare.
La finalizzazione solitamente arriva per mezzo di cross sia da fondo campo che dalla 3/4. Petagna si muove sempre fra i due difensori centrali o fra difensore centrale e terzino per tenere occupati due uomini, permettendo così ai due compagni di reparto Chiesa e Bernardeschi di avere l’uno contro uno e agevolare gli inserimenti dei centrocampisti. Quando il pallone arriva in ampiezza in possesso di un attaccante esterno l’area viene attaccata dall’attaccante esterno opposto, da Petagna e da un centrocampista interno, solitamente Benassi con Pellegrini che si posiziona in maniera da poter ricevere un’eventuale seconda palla.
Quando Chiesa e Bernardeschi vanno a giocare dentro al campo arriva con regolarità la sovrapposizione di Barreca e (soprattutto) di Calabria, quando ciò accade tutti e tre gli attaccanti esterni attaccano l’area di rigore, talvolta si inserisce anche Benassi, Pellegrini rimane sempre in “zona” seconda palla.
NON POSSESSO
In fase di non possesso l’Italia tiene il baricentro basso proponendo un 1-4-1-4-1 e un pressing difensivo durante lo sviluppo avversario. Al contrario quando la Spagna cerca di costruire dal basso avvalendosi anche del portiere il pressing diventa offensivo e a tratti ultraoffensivo andando a prendere gli avversari uomo contro uomo, l’obiettivo non è quello di conquistare palla in zona offensiva bensì forzare l’errore costringendo la giocata lunga. Quando questa pressione viene superata si ricompatta l’ 1-4-1-4-1 con l’obiettivo di impedire l’avanzamento avversario, quando ciò avviene si ripresenta l’uomo contro uomo a tutto campo per forzare la giocata.
Il primo riferimento per quanto riguarda i difensori è sempre l’uomo e solo in secondo luogo la palla. Ogni qualvolta un attaccante avversario tenta di smarcarsi sul corto o un centrocampista cerca di smarcarsi in zona di rifinitura sono sempre i difensori centrali a seguire il movimento, e quando è possibile a cercare l’anticipo, anche rischiando di “farsi tirare” fuori posizione concedendo spazio alle proprie spalle per un eventuale inserimento.
La squadra dimostra un’ ottima lettura delle palle scoperte, probabilmente è per questo che cerca continuamente di costringere gli avversari a giocare lungo. In questo tipo di situazione la linea difensiva rimane sempre perfetta, scappa con i tempi giusti togliendo la profondità agli avversari e dimostra una grande presenza sotto il punto di vista del gioco aereo aggiudicandosi quasi tutti i duelli.
Quando la squadra viene attaccata esternamente sul lato destro Calabria esce sempre in attacco palla sul portatore temporeggiando e attendendo il raddoppio (quasi sempre puntuale) di Bernardeschi, su questo tempo di gioco Caldara, Rugani e Barreca formano una linea di copertura all’interno dell’area di rigore. Calabria si occupa maggiormente di non farsi saltare esternamente in quanto sul lato opposto c’è il raddoppio del compagno di squadra, in queste situazioni le marcature sugli inserimenti da dietro avversari vengono effettuate da un centrocampista e l’attaccante esterno opposto.
TRANSIZIONE OFFENSIVA
Nelle situazioni di transizione offensiva la squadra sfrutta tutta la densità generata in fase di non possesso, nel momento della riconquista si cerca l’avanzamento immediato con l’intero blocco offensivo, questo permette anche un’eventuale nuova aggressione in caso di contro-transizione.
TRANSIZIONE DIFENSIVA
Nelle situazioni di transizione negativa la squadra cerca l’aggressione immediata sul portatore e allo stesso tempo la chiusura delle linee di passaggio, sullo stesso tempo di gioco però i due difensori centrali accompagnano i movimenti in profondità dei giocatori offensivi avversari. in virtù di ciò quando la prima pressione viene saltata si formano enormi spazi fra la linea difensiva e quella dei centrocampisti.
PUNTI DI FORZA
- Ottima organizzazione in fase di non possesso;
- Dedizione al sacrificio di entrambi gli attaccanti esterni;
- Livello tecnico di base individuale di ottimo livello;
- Spinta costante da parte dei difensori esterni.
PUNTI DEBOLI
- Interpretazione transizione difensiva;
- Poca presenza in area di rigore nonostante la finalizzazione arrivi quasi sempre da cross;