L’allenatore portoghese Paulo Fonseca è arrivato allo Shakhtar Donetsk nel 2016 con l’arduo compito di gestire il dopo Lucescu, l’uomo da 22 trofei i 12 anni, capace di affiancare ad un dominio in patria raramente messo in discussione
dagli avversari, uno status internazionale senza eguali nel panorama calcistico dell’Est Europa.
Fonseca non ha stravolto la squadra, almeno nel modulo di gioco, ma ha portato i suoi principi:
la squadra deve provare sempre a dominare la partita, sia in casa che in trasferta e anche contro
avversari più quotati. Il modello di gioco è focalizzato sul possesso palla e su un calcio offensivo.
Il modulo utilizzato è il 4-2-3-1 con l’esperto Pyatov in porta, i terzini sono Butko a destra
(subentrato al capitano Srna dopo la squalifica per doping di settembre) e Ismaily a sinistra.
I centrali difensivi sono Rakitskiy, abile anche a impostare con il suo mancino e Ordets.
Le alternative principali sono Petriak e Azevedo, rispettivamente come terzino destro e sinistro,
mentre come centrali troviamo Krivtsov (titolare a inizio stagione e ora fermo ai box) e
Khotcholava. A centrocampo agiscono il brasiliano Fred e Stepanenko mentre sulla trequarti
troviamo i tre giocatori di maggior talento della squadra: i brasiliani Bernard e Taison (che partono
rispettivamente a sinistra e centralmente ma svariano e si scambiano spesso di posizione) e l’altro
brasiliano, naturalizzato ucraino, Marlos. Le alternative maggiormente utilizzate sono Kovalenko
sulla trequarti e Alan Patrick a centrocampo. La punta è Facundo Ferreyra, argentino con
passaporto italiano, autore al momento di 20 reti stagionali, sostituito all’occorrenza dal brasiliano
Dentinho. La filosofia di gioco del tecnico può essere riassunta in queste parole da lui citate:
“Non rinneghiamo mai la nostra identità, contro qualsiasi rivale. A noi piace avere il pallone,
dominare la gara”. In questa analisi si cercherà di mettere in evidenza le costanti tattiche del gioco
prendendo spunto anche dalla partita di Champions vinta in casa contro il Feyenoord.
Nella partita in questione, complice la squalifica di Rakitskiy, Fonseca ha schierato Khotcholava
come centrale difensivo con Il conseguente spostamento di Ordets sul centro sinistra.
In fase di possesso i terzini spingono sulle fasce alla ricerca delle sovrapposizioni e dei cross,
in particolar modo Ismaily sulla sinistra che sfrutta le sue doti di velocista dialogando con Bernard
e Taison. Stepanenko rimane più in copertura alla difesa abbassandosi anche tra i centrali in fase
di impostazione mentre Fred è libero di inserirsi in avanti sia nello sviluppo del gioco a
centrocampo, quando in genere si abbassa a ricevere Taison, che nelle transizioni offensive.
I trequartisti svariano molto e si scambiano di posizione per non dare punti di riferimento:
sono tre giocatori imprevedibili in grado di creare superiorità numerica e di cambiare il ritmo e
l’andamento di una partita.
Nella figura seguente è rappresentato il grafico delle posizioni medie tenute dai calciatori nella
partita presa in esame: si nota bene che Bernard e Taison si scambiano frequentemente di
posizione e agiscono in particolare sulla trequarti sinistra dialogando con Ismaily, in costante
proiezione offensiva al contrario di Butko.
In fase di non possesso la squadra di Fonseca adotta un atteggiamento ibrido che da una parte
lascia liberi i centrali avversari di impostare, con due attaccanti che si stringono per impedire la
ricezione ai registi avversari, ma dall’altra mantiene le linee di difesa e di centrocampo vicine tra
loro, strettissime orizzontalmente e altissime sul campo, praticamente a ridosso del centrocampo.
La squadra si compatta in un 4-4-2 con in genere Taison che affianca Ferreyra in fase di pressing
offensivo mentre Bernard e Marlos si abbassano sulla linea dei centrocampisti in aiuto anche ai
terzini. Quando l’azione si sviluppa nella trequarti difensiva, il solo Ferreyra rimane alto in
smarcamento preventivo in modo da farsi trovare pronto per l’eventuale ripartenza.
Fase di possesso
Costruzione
La costruzione del gioco avviene prevalentemente dal basso con Rakitskiy che si allarga a sinistra,
Ordets a destra e Stepanenko che si abbassa in mezzo a loro. Fred cerca di mettersi in zona luce
per ricevere palla mentre i terzini si alzano sulle fasce. Si cerca sempre di non regalare il pallone
anche contro squadre che pressano alto (come avvenuto anche a Napoli e a Manchester),
gestendolo fin dentro la propria area di rigore con l’obiettivo di trovare l’uomo libero
dietro le linee di pressione.
In caso di pressing offensivo da parte degli avversari, Pyatov va a cercare direttamente i terzini con
un lancio così da scavalcare la prima linea di pressione e ripartire velocemente, come successo
nell’azione che porta alla seconda rete dell’incontro.
Sviluppo
Il gioco si sviluppa principalmente palla a terra in velocità: in questa fase si distingue la tecnica dei
brasiliani Fred e Taison con quest’ultimo che spesso e volentieri si abbassa per costruire l’azione
svariando anche a sinistra e sfruttando poi la sovrapposizione di Ismaily mentre Bernard si
accentra. La squadra cerca di mantenere il possesso della palla per poi cambiare ritmo
improvvisamente sfruttando la velocità dei trequartisti e di Ismaily anche palla al piede.
Rifinitura
Sulla trequarti avversaria si cerca spesso di allargare il gioco sugli esterni e sfruttare le catene
laterali con le sovrapposizioni dei terzini per arrivare al cross dal fondo.
Altra giocata ricercata è la triangolazione e gli scambi stretti tra i trequartisti o appoggiandosi a
Ferreyra, abile a far salire la squadra e giocare di sponda sia con la palla alta che bassa, in modo da
scardinare la difesa avversaria e arrivare alla conclusione dopo aver creato superiorità grazie alle
doti tecniche e all’abilità nell’uno contro uno dei suoi migliori interpreti.
Finalizzazione
In fase di finalizzazione la squadra si affida spesso all’attacco diretto con Fred o Marlos che
innescano l’attacco della profondità tipicamente di Taison, Bernard o anche di Ismaily.
Da questa giocata sono nate ad esempio le reti di Bernard in Olanda o di Ismaily contro il
Manchester City, oltre alla rete del pareggio nella partita in esame.
Molto temibile è il trio dei trequartisti brasiliani che si affidano a triangolazioni nello stretto e alle
loro spiccate abilità tecniche per superare le difese avversarie in duelli uno contro uno per arrivare
alla conclusione.
Sfruttata parecchio anche in questa fase, come visto, è la zona laterale con cross e traversoni per
cercare gli inserimenti anche di Fred o per liberare lo spazio ai tiratori da fuori: Bernard con il
destro e Marlos con il mancino che si fanno trovare smarcati in zona luce a limite dell’area.
Transizioni positive
Una volta recuperata palla la squadra riparte velocemente con parecchi uomini per sorprendere
l’avversario: si cerca magari la sponda di Ferreyra che si stacca dalla marcatura venendo incontro
e favorendo gli inserimenti dei compagni.
Particolarmente sollecitati sono Taison e Bernard, uomini in grado di cambiare ritmo e portare
palla velocemente. Sulla sinistra Ismaily si lancia subito in sovrapposizione portando via avversari e
liberando così lo spazio per le incursioni dei compagni.
E’ costante la ricerca dell’uomo libero, ciò avviene attirando gli avversari sul portatore di palla e
premiando poi le sovrapposizioni dei compagni.
Fase di non possesso
La squadra in genere concede la costruzione bassa all’avversario senza attuare una pressione
super offensiva in modo da mantenere i reparti più vicini, inizia la pressione sulla trequarti
compattandosi in un 4-4-2 a zona e cercando di chiudere le linee di passaggio.
Quando l’attacco avversario si sviluppa sulla fascia, il terzino di zona si alza in pressione sul
portatore di palla e Stepanenko si abbassa in aiuto sulla linea dei difensori.
Transizioni negative
A palla persa la squadra cerca di recuperare subito il possesso aggredendo con più uomini il
portatore di palla. Se ciò non avviene possono concedere occasioni agli avversari poiché, data
l’impostazione di gioco prettamente offensiva e la grande presenza di uomini in fase di attacco,
non sono sempre velocissimi a rientrare nelle posizioni.
Punti di forza e debolezza
Lo Shakhtar è una squadra che non si snatura e gioca in maniera offensiva anche contro avversari
di spessore: i terzini e i trequartisti costantemente alti costringono gli esterni avversari a giocare
lontano dalla porta. Sicuramente è una squadra ostica da affrontare soprattutto in casa, il vero
punto di forza del club è rappresentato dalla folta colonia sudamericana che si integra bene con gli
elementi ucraini in rosa. Giocando insieme da un po’ di anni hanno acquisito una buona esperienza
anche in campo internazionale e creato dei meccanismi ormai oliati.
Tuttavia l’impostazione non è sempre perfetta e concede anche parecchio: con 33 tiri nello
specchio subiti è la squadra delle 16 qualificate agli ottavi che ha concesso di più.
Soffrono in particolare le verticalizzazioni dirette per l’attacco alla profondità delle punte
avversarie, anche a difesa schierata e questo, contro avversari temibili, potrebbe essere un limite.