Nel cuore dell’Europa calcistica, in quell’ Olanda figlia della scuola di Johan Cruijff, terra di dominio assoluto di Ajax, PSV Eindhoven e Feyenoord, negli ultimi 50 anni, solamente due club sono riusciti ad interrompere questa egemonia: l’AZ Alkmaar nella stagione 2008/2009 allenato da Louis Van Gaal e il Twente nella stagione successiva, approfittando di una fase di ricostruzione delle tre potenze dominanti. Nelle annate successive la squadra di Alkmaar, oggetto di questa analisi si è sempre posizionata alle spalle delle tre squadre dominanti, riuscendo in due occasioni ad arrivare terza ma con molti punti di distacco dalle prime due. La stagione in corso sembra quella della svolta, non tanto per acquisti faraonici o per l’arrivo di un allenatore esperto in panchina. L’AZ infatti ha cambiato ben poco; in panchina Arne Slot, nella passata stagione era il viceallenatore di John Van Der Brom, mentre la rosa è rimasta praticamente la stessa, favorendo la crescita e quindi l’esplosione di giocatori come Boadu, Idrissi e Stengs su tutti. L’unico rinforzo importante per il modello tattico di Slot è il trequartista De Wit arrivato dall’Ajax che gioca alle spalle dei tre giovani gioielli. L’aria ad Alkmaar però è cambiata, i biancorossi sanno giocare a calcio, spesso rischiano costruendo dal basso, ma i risultati prima della sosta forzata parlano chiaro: primo posto in classifica a pari punti con l’Ajax (battuto negli scontri diretti), secondo miglior attacco dietro ai lanceri e soprattutto miglior difesa con solamente 17 gol subiti nonostante un assetto molto offensivo.
FORMAZIONE (1-4-2-1-3)
Bizot, Svensson, Wijndal, Hatzidiakos, Wuytens, Midtsjo, Koopmeiners, De Wit(dal 56’ Sugawara), Boadu(dal 86’ Drujf), Stengs, Idrissi( dal 76’ Ouwejan).
L’ AZ Alkmaar scende in campo con un modello tattico molto offensivo, l’1-4-2-1-3. In porta troviamo l’esperto Bizot, non solo sicuro tra i pali, ma anche fondamentale vertice basso per l’inizio della manovra biancorossa. I difensori centrali sono Hatzidiakos e Wuytens, vista l’assenza del più navigato Vlaar, i terzini sono a destra il norvegese Svensson e a sinistra Wijndal. Davanti alla linea difensiva operano il capitano e cervello della squadra Koopmeiners con licenze maggiori di costruzione e il compito di battere tutti i calci piazzati, compresa la punizione del primo gol, e l’altro norvegese Midtsjo, importantissimo in fase di interdizione e ripartenza con la sua forza fisica. Davanti a loro troviamo il trequartista De Wit che è il vero equilibratore della squadra, bravo a farsi trovare tra le linee ma anche ad inserirsi alle spalle della punta centrale e a chiudere linee di passaggio pericolose in fase di non possesso. Ma è da qui in su che troviamo la spiegazione del miracolo AZ, la punta centrale è il 2001 Boadu (capocannoniere del club con 14 reti, oltre agli 8 assist) a segno per il 3-0 definitivo, quasi immarcabile grazie al suo continuo movimento e una sentenza dal punto di vista realizzativo grazie alla sua concretezza sotto porta, a destra agisce Stengs, autore di 8 assist, con licenza di accentrarsi e a sinistra il marocchino Idrissi, imprendibile nel duello uno contro uno e autore di un gol capolavoro, che si somma ad altri 12 centri e 5 assist Le sostituzioni avvengono con la partita ormai indirizzata verso la vittoria, e servono a dare più equilibrio e copertura alla squadra di Slot. Al 56’ sul risultato di 2-0, Sugawara prende il posto di De Wit e l’AZ si posiziona in campo con un 1-4-4-2, con il giapponese e Idrissi come esterni di centrocampo, al 76’ l’esterno marocchino viene sostituito da Ouweian, che ha caratteristiche meno offensive, ultimo cambio al 86’ con Boadu che lascia il posto al pari ruolo Drujf.
SISTEMI DI GIOCO
BASE: 1-4-2-1-3 (dal 56’: 1-4-4-2)
FASE DI POSSESSO: 2/3-3-2 o 2/1-4-3
FASE DI NON POSSESSO: 4-2-3-1
FASE DI POSSESSO
In fase di possesso l’AZ Alkmaar segue una linea ben definita in tutte le sue fasi: palla a terra, passaggi corti e tanto movimento senza palla.
La costruzione viene fatta sempre dal basso, la ricerca della palla giocata a terra e corta è talmente spasmodica che in certe situazioni il rischio di perdere il possesso è molto alto, l’idea principale è quella di far alzare e scoprire la squadra avversaria per poi trovare il varco per saltare la prima linea difensiva. Il portiere Bizot inizia sempre l’azione servendo uno dei due centrali, Hatzidiakos e Wuytens che, anche grazie alle nuove regole si abbassano a ricevere palla anche sul lato corto dell’area di porta. Il capitano koopmeiners fa sempre da vertice alto del rombo che si viene a creare, i terzini Svensson e Wijndal salgono molto larghi per dare una soluzione in caso di pressione alta della squadra avversaria.

La fase di sviluppo del gioco avviene sempre con palla bassa, dopo una fitta rete di passaggi il trequartista De Wit e l’esterno destro Stengs si muovono tra le linee e ricevono molti palloni giocabili e la punta centrale Boadu si abbassa spesso a ricevere la palla per non dare punti di riferimento ai difensori avversari e lasciare libero il fronte d’attacco all’esterno sinistro Idrissi che si muove in ampiezza , ma anche agli stessi Stengs e De Wit che attaccano la profondità centralmente. I terzini accompagnano sempre l’azione così come i due mediani pronti a recuperare le eventuali seconde palle.

La fase di rifinitura è dunque la conseguenza di una squadra corta e di giocatori che fanno tanto movimento senza palla, e quindi in grado di creare superiorità numerica e di posizione. Scambi rapidi consentono di arrivare molto frequentemente in zona gol con passaggi filtranti e passanti, la rapidità e l’imprevedibilità dei suoi attaccanti consentono di vincere i duelli e smarcare molti giocatori per la conclusione, le sovrapposizioni in ampiezza dei terzini danno il tempo di riempire l’area di rigore a quattro uomini pronti a concludere
L’AZ Alkmaar finalizza in diversi modi, diversi gol, compresi quelli di Idrissi e Boadu nella partita analizzata, sono il frutto della convinta ricerca del palleggio, dell’attirare fuori la squadra avversaria e delle giocate basse, i biancorossi cercano di arrivare alla conclusione senza perdere il possesso palla dalla propria area. I sette gol su rigore del capitano Koopmeiners fortificano ulteriormente il dato della presenza di duelli in area avversaria. Ma la velocità dei suoi attaccanti risulta letale anche su palla riconquistata nella metà campo avversaria
Le catene laterali sono molto ben sincronizzate, gli attaccanti esterni, Stengs principalmente, stringono verso il centro del campo, i terzini sono lo sbocco principale in ampiezza e sfruttano lo spazio lasciato libero per inserirsi, per andare sul fondo, ma anche alla conclusione. Sette assist ed un gol a testa in stagione rendono l’idea della partecipazione in zona gol dei due terzini.
Le transizioni positive variano a seconda della zona di campo in cui avvengono. Se i difensori o i due mediani riconquistano palla nella propria metà campo viene consolidato il possesso, se la riconquista avviene nella metà campo avversaria si cerca la giocata rapida su uno dei tre attaccanti abili nel frattempo a smarcarsi in zone diverse di campo.
FASE DI NON POSSESSO
In fase di non possesso le idee di Arne Slot sono ben definite e perfettamente messe in pratica dai suoi giocatori. La volontà principale è quella di non far giocare dal basso la squadra avversaria e costringerla al lancio lungo.
Nella fase di impostazione della squadra avversaria, e quindi di prima difesa, la punta centrale Boadu va in pressing sul portatore di palla, compreso il portiere, il trequartista De Wit e i due esterni Stengs e Idrissi marcano gli appoggi vicini e chiudono le linee di passaggio centrali costringendo il portatore di palla al lancio lungo. I due mediani Midtsjo e Koopmeiners formano una diga davanti alla difesa e assieme alla linea difensiva riconquistano le palle lunghe per poi consolidare il possesso. Ma il compito più importante, i due mediani lo svolgono quando viene saltata la prima linea di difesa, non si contano i palloni recuperati e trasformati in possessi grazie al senso della posizione e alla forza fisica del norvegese e del capitano.
La linea di difesa si muove con sincronismi perfetti e segue con ordine preciso i riferimenti della difesa a zona (palla, porta, compagni, avversari), difficilmente viene colta di sorpresa, gli spazi concessi sono sugli esterni. I quattro difensori si osservano costantemente e ogni scelta del singolo è il frutto di un riconoscimento e di una condivisione della scelta, fatta dal difensore più vicino alla palla, che sia personale o indotta da un avversario. In caso di uscita del terzino, gli altri tre difensori accorciano sul lato forte. Nei rari casi in cui uno dei due centrali rompe la linea, sono bravi i terzini a stringere e dare copertura.

Quando i terzini sono costretti a stringere sul lato forte lasciando libera la zona esterna dietro di loro, gli attaccanti (Idrissi più di Stengs) scendono a coprire la zona di campo lasciata scoperta
Le transizioni negative seguono una regola ben precisa: recupero immediato della palla. Considerato l’alto rischio dovuto alla continua ricerca del palleggio, i giocatori dell’AZ sono consapevoli di quello che devono fare e grazie alla densità in zona palla il recupero avviene molte volte con successo. In caso contrario la squadra cerca il fallo tattico.
PALLE INATTIVE A FAVORE:
L’AZ, non avendo grandi saltatori preferisce giocare palla bassa anche in caso di palle inattive.
I calci d’angolo a favore vengono battuti da Koopmeiners, la prima scelta è muovere la palla vicino per creare situazioni di uno contro uno, in caso di palla in mezzo, il capitano attende l’arrivo dei centimetri dei difensori centrali.
Anche le punizioni laterali partono dai piedi di Koopmeiners e la situazione è uguale ai calci d’angolo, l’idea ben definita è quella di sfruttare l’abilità nell’uno contro uno
PALLE INATTIVE A SFAVORE:
Nei calci d’angolo a sfavore l’AZ si difende a zona, lasciando alto solo la punta centrale Boadu. Un uomo impedisce lo scambio corto, uno copre la giocata all’indietro, un giocatore si posiziona come vertice e uno dietro di lui. Se il corner è a rientrare un uomo presidia il secondo palo e i quattro rimanenti formano una mezza luna orizzontale che chiude verso la porta e si posizionano seguendo il punto di partenza dei saltatori avversari. Se il corner è a uscire, cinque uomini formano una mezzaluna verticale tra la linea dell’area di porta e quella di rigore, togliendo l’uomo sul secondo palo.
Nelle punizioni laterali la squadra si schiera con sei giocatori in linea a zona, pronti a scappare al momento esatto della battuta.
PUNTI FORTI:
- Il costante movimento senza palla crea sempre linee di passaggio libere;
- La sfrontatezza di un gruppo giovane che ha poco da perdere consente di tenere il baricentro alto, e di subire meno in fase difensiva;
- I due mediani supportano le carenze in fase di non possesso dei quattro giocatori avanzati, coprendo in mezzo e chiudendo anche sulla parte esterna del campo;
- IL dinamismo dei giocatori offensivi crea imprevedibilità e superiorità numerica;
- Buona occupazione della zona di finalizzazione con molti uomini.
PUNTI DEBOLI:
· Il giro palla molte volte è lento e con un pressing ben organizzato i palleggiatori possono andare in difficoltà;
· Gli esterni alti, soprattutto Stengs partecipano poco alla fase difensiva e il terzino spesso si trova in inferiorità numerica;
· I terzini non garantiscono qualità e precisione alla fase di impostazione;
· Facendo densità in zona palla, soffre i cambi di gioco se fatti in tempi rapidi.
CONCLUSIONI:
Nella partita analizzata troviamo in maniera ben definita tutte le caratteristiche che stanno rendendo questa squadra un piccolo miracolo calcistico, fatto non di nomi conosciuti e spese folli, ma di giovani interessanti, idee ben chiare e tanto entusiasmo. Queste sono le carte messe sul tavolo da un allenatore consapevole dei mezzi che ha a disposizione e conscio di avere un gruppo di giocatori che conosce bene e che lo segue alla perfezione. Arne Slot non ha l’esperienza e la fama dalla sua parte, ma è riuscito a trasmettere alla squadra i suoi principi di gioco, i giocatori sanno portarli in campo attraverso sviluppi quasi meccanici ma che lasciano libertà di pensiero e di scelta. Le premesse per farci divertire ci sono tutte.