Analisi realizzata da Emanuele De Laugier, Match Analyst associato AIAPC, abilitato presso il Corso Football Match Analyst – LongoMatch Certification: https://www.elitefootballcenter.com/prodotto/longomatch-fast-track/
Dopo aver raggiunto il nono (2019/20) e il decimo posto (2020/21) negli ultimi due campionati, l’Hellas Verona ha deciso di assecondare la volontà dell’allenatore Ivan Juric, nonostante avesse ancora due anni di contratto, di cambiare squadra e di cimentarsi in nuove sfide con il Torino. Al suo posto è arrivato Eusebio Di Francesco esonerato, tuttavia, dopo tre sconfitte in altrettante partite di campionato. Come rimpiazzo è stato scelto Igor Tudor, reduce dall’esperienza come secondo di Andrea Pirlo alla Juventus. L’allenatore croato si è ritrovato con una squadra all’ultimo posto in classifica e tutta da ricostruire visti i grandi movimenti di mercato avvenuti durante l’estate. Infatti i nuovi acquisti rappresentavano delle incognite con tutto da dimostrare (Simeone, Caprari, Montipò, Hongla, Casale, Sutalo), mentre alcuni dei giocatori importanti della squadra dell’anno precedente sono stati venduti (Zaccagni, Lovato, Silvestri,) unitamente a quelli che avevano terminato il loro periodo di prestito al Verona (Dimarco, Sturaro, Colley, Benassi). Tudor ha scelto come modulo per il rilancio dell’Hellas il 3-4-1-2 e, come chiave tattica, un’ idea semplice ma molto difficile da realizzare: non lasciare un attimo di respiro agli avversari. Infatti il Verona adotta un pressing molto intenso a tutto campo da parte di tutti i giocatori di movimento e questo, talvolta, può portare ad addirittura dieci 1vs1 sul campo di gioco.
La partita analizzata è Hellas Verona-Lazio (nona giornata del campionato 2021/22).
SISTEMA DI GIOCO INIZIALE: 3-4-1-2
TITOLARI:
POR: Montipò
DCD: Dawidowicz
DCC: Gunter
DCS: Casale
ED: Faraoni
CCD: Ilic
CCS: Veloso
ES: Lazovic
TRQ: Barak
ATT: Caprari
ATT: Simeone
RISERVE:
DCS: Ceccherini dal 45’ per Casale
DCC: Sutalo dal 68’ per Gunter
CCS/ES: Tameze dal 68’ per Veloso
CCS: Magnani dal 80’ per Lazovic
TRQ: Hongla dal 80’ per Ilic (con Barak CCD)
SISTEMA DI GIOCO FASE DI POSSESSO: 3/1-3-1-2
Durante la fase di possesso i difensori centrali si occupano della marcatura preventiva degli attaccanti avversari, praticamente sempre a uomo, perché non sono molto veloci. Tra i tre difensori, Gunter rimane più basso come vertice di difesa in caso di ripartenza avversaria su un errore d’impostazione. Uno dei due centrocampisti centrali, più spesso Veloso, si abbassa per impostare la manovra mentre l’altro rimane più alto insieme agli esterni di centrocampo. Il trequartista Barak si muove tra la linea dei centrocampisti e degli attaccanti su tutta l’ampiezza del campo in modo da essere pronto sia a ricevere palla daI centrocampisti sia per attaccare gli spazi in profondità tra i difensori avversari; inoltre Barak, per andare ad aiutare nell’impostazione della manovra, può cambiare posizione con Ilic che è anche molto bravo negli inserimenti. Caprari gioca sulla stessa linea di Simeone, ma si allarga sulla fascia sinistra per dialogare e per creare sovrapposizioni con Lazovic lasciando, così, il suo compagno di reparto come unica punta centrale.
SISTEMA DI GIOCO FASE DI NON POSSESSO: 4-3-1/2 o 3-4-1/2
Il Verona si difende con due linee di difesa scaglionate perché tendono a marcare a uomo tutti i giocatori di movimento avversari per aggredirli subito e recuperare il possesso della palla. Nella prima linea ci sono i tre difensori centrali con, in aggiunta, uno degli esterni di centrocampo (il più delle volte è Faraoni che si abbassa perché ha caratteristiche maggiormente difensive rispetto a Lazovic). Se la linea di difesa è a tre, Faraoni rimane più alto sulla linea dei centrocampisti. La seconda linea è composta dai due centrocampisti centrali e da uno o due esterni di centrocampo. Può accadere che uno dei centrocampisti si alzi per portare il pressing su un avversario lasciando un varco che viene coperto da Barak, se non sta pressando pure lui. I due attaccanti si occupano degli smarcamenti preventivi: Caprari si allarga sulla fascia e si abbassa un po’ verso la linea dei centrocampisti; mentre Simeone può fare movimenti diversi: può correre in profondità, può abbassarsi per fare da torre per i compagni che ripartono o per proteggere la palla con il fisico per far respirare la difesa.

FASE DI POSSESSO
– COSTRUZIONE:
L’azione del Verona incomincia con Montipò o con uno dei difensori centrali che cerca di passare il pallone o a Veloso, che allarga poi quasi sempre su Lazovic a sinistra, o direttamente a quest’ultimo. Sia il portiere che i difensori centrali, se pressati, lanciano lungo o mettono in fallo laterale per non perdere il possesso della sfera in una zona pericolosa del campo. Scelta necessaria perché sia Montipò che i difensori centrali non sono particolarmente abili tecnicamente e, quest’ultimi, anche molto lenti e, di conseguenza, non riuscirebbero a recuperare un avversario in velocità se diretto verso la porta. Viene anche utilizzata la costruzione diretta sia per Caprari, che si allarga in alto sulla fascia sinistra, sia per Simeone che può sia attaccare la profondità sia fare la sponda per i compagni.
– SVILUPPO:
Il gioco si sviluppa in velocità prevalentemente sulla fascia sinistra sull’asse Lazovic-Caprari, ai quali vengono in aiuto per eventuali scarichi Veloso e Barak. Il Verona cerca di fare densità sul lato sinistro per far si che la difesa avversaria si focalizzi su quei quattro giocatori (più Simeone e Ilic non troppo distanti). L’intento è di creare un grande spazio aperto sulla destra per Faraoni che, in caso di ricezione del pallone, può andare direttamente in porta, crossare o fare un traversone per la punta e tutti i giocatori che facevano densità sul lato opposto. Nel caso in cui Faraoni venga bloccato dalla difesa avversaria, lo sviluppo precedente non risulterebbe vano perché l’Hellas avrebbe comunque costretto ad allargare la difesa della controparte creando, così, spazi sulla fascia sinistra dove si concentra la maggior parte del potenziale offensivo del Verona.

– RIFINITURA E FINALIZZAZIONE:
La zona di rifinitura viene sfruttata sulla fascia sinistra per mettere traversoni o cross in mezzo per Simeone, sul secondo palo per il taglio di Faraoni, o al limite dell’area per l’arrivo a rimorchio del trequartista o di Ilic. In caso di sovrapposizione sulla fascia uno, Caprari o Lazovic, si accentra per provare il tiro a giro sul palo opposto, oppure per dialogare con la punta o con Barak per creare delle triangolazioni al limite dell’area. Ciò serve per poi tentare di concludere l’azione con un tiro dal limite o per inserirsi negli spazi in area di rigore, creati dal movimento dell’attaccante. La parte centrale del campo della zona di rifinitura viene usata soltanto quando il Verona parte in contropiede con Barak o Caprari che andranno a servire il taglio di Simeone tra i difensori avversari. Un altro modo utilizzato è sfruttare un lancio diretto da parte dei difensori o dei centrocampisti centrali per lo scatto in profondità di Simeone. Inoltre, durante l’azione offensiva dell’Hellas sulla fascia sinistra, Simeone può non attaccare l’area di rigore fermandosi, invece, al limite dell’area per ricevere palla e provare il tiro dalla distanza sia di potenza che di precisione.
FASE DI NON POSSESSO
– PRIMA AZIONE DIFENSIVA:
Il Verona porta un forte pressing partendo dal limite dell’area di rigore della controparte su tutti i giocatori di movimento avversari lasciando, però, il portiere libero di decidere come giocare il pallone. Ciò porta spesso l’estremo difensore avversario a lanciare lungo dove l’Hellas può sfruttare l’altezza e il fisico dei difensori per recuperare il pallone. Quando il portiere avversario gioca la palla su uno dei suoi compagni di movimento, tutti i giocatori del Verona, tranne i tre difensori centrali che rimangono nei pressi della linea di metà campo, inseguono la propria marcatura in profondità nella metà campo offensiva per favorire il recupero del pallone. Però ciò espone i difensori centrali dell’Hellas, quando viene superato il pressing, a un 3vs3 o tre 1vs1 (a seconda della distanza tra di loro) con gli attaccanti avversari che, se sono veloci, possono superare Gunter e compagni ed involarsi, senza essere più ripresi, verso la porta veneta.
– ZONA CENTRALE:
La linea di centrocampo si presenta sempre scaglionata perché il Verona continua con il suo forte pressing in ogni momento ( a meno che non finiscano le energie). Non ci sono regole precise sui movimenti che devono fare i centrocampisti dell’Hellas, basta inseguire e pressare gli avversari per recuperare il pallone, a cui può venire ogni tanto in aiuto una delle due punte ( più Caprari di Simeone) alle spalle del portatore di palla avversario.

– ZONA LATERALE:
I due esterni di centrocampo (più Faraoni che Lazovic) in fase difensiva possono unirsi ai tre difensori per formare una linea a quattro dietro. Ma devono ancora inseguire la propria marcatura anche nella propria metà campo, così come facevano in quella offensiva. Ciò va a creare della diagonali lunghe tra l’esterno e il primo difensore sul proprio lato che può essere attaccata dalla squadra avversaria e, se l’attaccante avversario è veloce e rapido, può creare grandi problemi ai tre difensori centrali lenti dell’Hellas nonché costringerli ad allargare la linea di difesa.
– ZONA DIFENSIVA:
Il fulcro della linea difensiva sono i tre difensori centrali che, tuttavia, succede spesso siano scaglionati tra loro. Gunter rimane più basso nella linea di difesa mentre accade che Casale e Dawidowicz si alzino per inseguire la propria marcatura creando spazi tra la linea difensiva che possono essere sfruttati dagli avversari. Oppure può succedere il contrario ovvero che si alzi in marcatura Gunter lasciando, così, spazi centrali per un eventuale inserimento degli attaccanti avversari.
TRANSIZIONI
– OFFENSIVA:
La transizione si basa sul recupero della palla e sul lanciare su Caprari sulla fascia sinistra o centralmente per il taglio di Simeone. In alternativa la ripartenza può avvenire con un contropiede di squadra nella zona centrale portato avanti dai centrocampisti (Ilic) che vanno a servire nella zona di rifinitura Caprari o Barak che andranno a concludere da soli o serviranno Simeone che taglierà tra in difensori avversari.
– DIFENSIVA:
Il contropressing è la prima arma che il Verona adopera per recuperare il pallone e per evitare una ripartenza avversaria. Questo pressing è effettuato da chiunque si trovi nei pressi del pallone con esclusione dei difensori centrali. Se il pressing viene saltato capita che i tre difensori centrali rimangano soli ad affrontare gli attaccanti avversari. Per prevenirlo, i difensori si abbassano verso la propria area sia per impedire che la loro debolezza, la velocità, venga usata contro di loro e sia per temporeggiare per permettere il recupero da parte dei compagni di squadra.
PUNTI DI FORZA:
- Pressing a tutto campo se porta al recupero del pallone e se non permette di far creare gioco alla squadra avversaria
- Velocità di esecuzione della manovra sulla fascia sinistra e nel contropiede
- Stato di forma degli attaccanti sotto Tudor: Simeone segna in tutti i modi (di testa, di destro, di sinistro, da fuori area); Caprari segna e fa tanti assist per il suo compagno di reparto
- Intensità durante la partita
PUNTI DI DEBOLEZZA:
- Velocità dei difensori centrali
- Errori durante l’impostazione del gioco nella costruzione e nello sviluppo della manovra
- Errori di distrazione quando sono in vantaggio nel punteggio
- Spazi aperti lasciati se il pressing viene superato e sulle diagonali lunghe in difesa
- Gioco molto dispendioso dal punto di vista fisico