Il Monza 2020/21 di Brocchi è un caso atipico nel calcio italiano: una delle poche ‘matricole’ della serie B, ovvero neo promossa dalla serie C, che parte con l’obiettivo dichiarato di compiere il doppio salto in due anni, dalla C alla serie A. Dopo gli ultimi anni vissuti tra alti e bassi, ma più tra ombre che luci, con la squadra sprofondata fino alla serie D, il duo Galliani-Berlusconi ha deciso di rilevare la squadra con la quale Galliani aveva iniziato la sua carriera decenni fa, sfiorando con essa proprio la promozione in A, e di provare a ripetere in Brianza i successi avuti al Milan negli anni passati. E’ stata quindi allestita una corazzata che ha vinto la serie C pur in periodo Covid, venendo promossa per il vantaggio accumulato sulla seconda a campionato congelato, squadra poi rivoluzionata in serie B per ambire subito alla promozione in A. La conduzione tecnica è stata affidata a Cristian Brocchi, ex calciatore anche del Milan, molto legato a Galliani e Berlusconi, che dopo aver centrato il primo obiettivo ha ora il compito non facile di vincere anche il campionato cadetto, al primo tentativo.
Dopo un avvio difficile, caratterizzato dall’utilizzo soprattutto del modulo 4-3-1-2, che però non ha portato i risultati sperati, Brocchi ha trovato la quadratura del cerchio con il passaggio al 4-3-3, che sfrutta al meglio le caratteristiche dei giocatori in rosa, e proponendo un calcio molto offensivo. Boateng, inizialmente utilizzato come trequartista, è stato spostato in posizione di esterno destro d’attacco, con Balotelli (o Gytkjaer) a fungere da punta centrale; a sinistra agisce Dany Mota Carvalho o il neo arrivato Diaw, ma l’ampia scelta in avanti permette di variare molto il tridente offensivo.
Nel 4-3-3 di Brocchi, i terzini salgono molto, diventando quasi centrocampisti aggiunti, mentre il mediano (quasi sempre Barberis) si abbassa a copertura dei due centrali di difesa. Di contro le mezzali salgono molto, proponendosi come attaccanti esterni aggiunti. Questo ha permesso al Monza, seppur con qualche incidente di percorso di troppo, di portarsi fino in zona promozione. Merito anche dei tanti campioni arruolati in rosa, un vero lusso per la serie B come Balotelli, Boateng, Barillà, Scozzarella, Paletta, Bellusci e così via.
FASE DI POSSESSO
COSTRUZIONE
In fase di possesso palla, la costruzione avviene quasi sempre dal basso, con il portiere che inizia l’azione con i piedi, cercando il compagno più vicino. Questo accade quasi sempre a gioco in corso, quando la squadra preferisce ripartire da dietro e scaricare la palla sul portiere, che poi con i piedi serve il compagno smarcato più vicino. Mentre se il portiere viene pressato o deve effettuare un rinvio dal fondo, è probabile che vada allora al lancio lungo.
SVILUPPO
In fase di sviluppo del gioco il Monza si schiera con un centrocampo scaglionato e i terzini alti, con Barberis che spesso si abbassa a ricevere palla. In questa fase la squadra si schiera con una sorta di 2-3-2-3 con i due centrali di difesa che restano dietro, i terzini molto alti che affiancano il mediano (Barberis) che scende a ricevere palla, il centrocampista destro (Frattesi) si apre e si alza in posizione di attaccante destro, il centrocampista sinistro (Barillà) si alza in posizione di trequartista di fianco all’attaccante destro (Boateng) che intanto si è abbassato in posizione di trequartista; completano il tridente offensivo la punta centrale (Balotelli) e l’esterno sinistro (Mota Carvalho). Raramente si cerca il lancio lungo, piuttosto si mira a mantenere il possesso palla e il giro palla, anche ripartendo da dietro e dal portiere se necessario, per far ripartire la manovra sugli esterni o cambiando gioco.

LATERALITA’
Il gioco sugli esterni è una prerogativa del 4-3-3 di Brocchi: quando il gioco parte dal basso, i centrali di difesa appoggiano sempre sui terzini alti, che a loro volta vanno a cercare il triangolo con il centrocampista più vicino per poi andare a sovrapporsi e cercare il fondo e il cross per gli attaccanti. Anche dall’altra parte il terzino destro (Donati) cerca lo scambio o la sovrapposizione con Frattesi, mettendo quest’ultimo in condizione di andare al cross o portandosi esso stesso sul fondo per crossare.
RIFINITURA
La zona di rifinitura è sfruttata al massimo dai calciatori di Brocchi: utilizzando molti giocatori offensivi, alcuni di questi si posizionano in posizione di trequarti, soprattutto Boateng e Barillà, di modo che i compagni che agiscono sulle fasce possono andare a cercare il triangolo con essi; oppure gli stessi calciatori che ricevono palla sulla trequarti possono cercare il tiro a rete, facilitati dagli attaccanti che portano via i difensori aprendogli lo spazio per il tiro.
FINALIZZAZIONE
In fase di finalizzazione, grazie alla gran quantità di uomini che porta in area avversaria, la squadra di Brocchi utilizza diverse soluzioni. Se la squadra è lanciata in contropiede, spesso attacca anche con 4 uomini: l’avanzato Barillà supporta la manovra dei tre attaccanti di ruolo, arrivato sulle trequarti può provare il tiro diretto o lo scarico per un attaccante esterno (o il terzino sovrapposto) che va poi al cross dentro. Il 2-0 contro la Salernitana per esempio arriva proprio da un inserimento di Barillà: ripartenza in 4, Frattesi va al cross, Balotelli porta via un difensore e Barillà trova la battuta a rete.

Se invece l’azione è costruita nella metà campo avversaria, si cerca molto il triangolo tra l’esterno e l’attaccante vicino per andare poi al cross o al tiro. La punta centrale funge spesso da boa per scaricare sugli esterni. L’attaccante esterno che penetra in area cerca spesso il tocco centrale; se invece c’è lo spazio gli attaccanti provano anche il tiro da fuori, soprattutto la punta centrale (Balotelli).
FASE DI NON POSSESSO
In fase di non possesso il Monza si schiera con un 4-1-4-1 con Barberis davanti la difesa e Balotelli unica punta (si veda immagine allegata) e un centrocampo scaglionato. La prima pressione viene portata dalla punta più avanzata e si attuano molto le marcature preventive, per cercare di intercettare palla e non far arrivare rifornimenti in attacco. Spesso infatti un giocatore riesce a intercettare il passaggio degli avversari per un compagni interrompendo sul nascere ogni tentativo di azione. Se l’avversario riesce a portarsi nella metà campo del Monza, la difesa si schiera a 4 in linea marcando a zona in area, talvolta si aggiunge anche il mediano (Barberis) portando a 5 gli uomini in area per aumentare la densità; i centrocampisti si schiacciano molto al limite dell’area chiudendo lo spazio di rifinitura e lasciando pochi spazi per le giocate avversarie.
A centrocampo il giocatore più vicino al portatore di palla avversario può tentare di portare pressione per rubare palla e partire in contropiede o indurre all’errore, ma in genere il resto della squadra si schiera a difesa della propria metà campo.

LATERALITA’
Nelle giocate sugli esterni, il giocatore più vicino va a portare la pressione sul portatore di palla per chiudergli lo spazio della giocata e intercettare palla, o per indurlo all’errore. Ma difficilmente si va al raddoppio di marcatura in quella zona del campo.
TRANSIZIONE OFFENSIVA
In transizione offensiva, quando il Monza ruba palla, si prova a lanciare il contropiede dei tre/quattro giocatori schierati in posizione avanzata, ma non si tenta quasi mai il lancio lungo: se la giocata non riesce piuttosto si riparte da dietro puntando sempre a mantenere il possesso della palla e operando il giro palla in attesa del movimento giusto del compagno.
TRANSIZIONE NEGATIVA
In transizione negativa, quando la squadra perde palla, se questo accade nella propria metà campo la difesa scappa in posizione mentre un centrocampista prova a chiudere il portatore di palla ed evitare il lancio lungo per i compagni d’attacco. Se invece si perde il possesso palla nella metà campo avversaria, la squadra va al pressing anche con due giocatori per provare a recuperare subito palla o costringere l’avversario all’errore.
PUNTI DI FORZA
- L’elevata qualità dei giocatori in rosa.
- La capacità di mantenere il possesso palla e azzardare poco la giocata difficile.
- L’attacco, che non dà punti di riferimento con i giocatori a cambiare spesso posizione.
- La posizione di Barillà e Frattesi, che spesso diventano attaccanti aggiunti.
PUNTI DI DEBOLEZZA
- La squadra è molto offensiva, gioca molto alta, e con un buon contropiede potrebbe andare in difficoltà con i soli centrali di difesa rimasti in copertura.
- I terzini si posizionano all’altezza del centrocampo, rubando palla si potrebbe andare all’attacco sugli esterni, lasciati vuoti dalle salite dei terzini.
- Quando Barillà sale a supporto degli attaccanti e Frattesi si apre a destra, la zona nevralgica del campo resta scoperta.