Alla 9° giornata di campionato il Milan ospita la Juve capolista. Contro ogni aspettativa, la squadra di Montella si ritrova tra le grandi, con 16 punti e il secondo posto in classifica, a pari merito con la Roma.
Il gioco non regala ancora spettacolo ma il Milan sta mostrando maggiore compattezza e uno spirito di squadra crescente che hanno portato prestazioni e punti.
Andiamo a vedere quali accorgimenti tattici sono messi in campo contro la corazzata di Allegri.
Fase di possesso
In FDP il Milan schiera un 4-3-3 con Paletta e Romagnoli difensori centrali, i terzini Abate a destra e De Sciglio a sinistra, il centrocampo composto da Locatelli davanti alla difesa, Bonaventura e Kucka avanzati. I tre giocatori offensivi sono i titolari Bacca, punta centrale, con gli esterni Niang a sinistra e Suso a destra.
In fase di costruzione il Milan ricorre a due assetti tattici ricorrenti.
Il primo prevede la difesa a 4, con i due centrali difensivi davanti al portiere e i terzini avanzati in ampiezza, sulla stessa linea dei due centrocampisti bassi, ovvero Bonaventura e Locatelli.
Kucka è il vertice alto del triangolo di centrocampo, perno avanzato e riferimento per potenza e abilità nel gioco aereo, il suo compito è di permettere alla squadra di salire e giocare sulle seconde palle.
Il pressing offensivo della Juve, che porta subito densità intorno agli uomini di regia, costringe spesso Donnarumma a lanciare lungo per lo slovacco, in alternativa la manovra avanza sulle fasce, soprattutto sulla catena Romagnoli-De Sciglio, quest’ultimo costretto poi a verticalizzare su Kucka o le punte per eludere il pressing.
Il secondo assetto, il più interessante introdotto da Montella e già visto a Verona contro il Chievo, è un 3-4-3 con difesa a 3 composta da Paletta, Romagnoli e De Sciglio. La linea difensiva a tre ha il vantaggio di agevolare la trasmissione di palla contro le due punte della Juve, trovando con maggior facilità Locatelli.
Inoltre Abate avanza la sua posizione combinando con Suso un movimento corto-lungo sulla fascia destra.
Degna di nota la prestazione di Locatelli in regia che mostra grande personalità partecipando attivamente alla manovra.
Nonostante commetta degli errori in fase di costruzione, con il rischio di pericolose transizioni negative a ridosso della propria linea difensiva, ha coraggio nel cercare giocate anche difficili, come verticalizzazioni rapide in spazi stretti che spesso saltano linee di pressione avversarie. Apprezzabili inoltre gli inserimenti in zona offensiva dove dimostra ottime capacità di finalizzare andando al tiro.
Il goal arriva con un’azione sviluppata su Kucka che permette alla squadra di salire sulla seconda palla. Filtrante per Suso in ampiezza e profondità, abile nel rompere la linea difensiva avversaria, Locatelli attacca lo spazio centrale e con un gran tiro batte Buffon.
Bonaventura è l’uomo che dà sviluppo alla manovra, tecnico e dinamico, abile a smarcarsi tra le linee, funge spesso da raccordo tra i reparti, anche se poco incisivo su manovra organizzata e più penalizzato quando la costruzione è affidata al lancio lungo. Più utile invece quando Locatelli è libero di impostare e sulle transizioni positive, quando la squadra cerca immediate verticalizzazioni, è lui che spesso rifinisce sugli esterni offensivi per sfruttarne la qualità nel 1<1.
Prova di sacrificio di Niang che trova un difficile antagonista in Barzagli ma si fa apprezzare nelle ripartenze creando problemi alla difesa juventina.
Poco incisivo invece Bacca, che si fa trovare in modo scostante quando la squadra cerca un appoggio avanzato per salire e mai veramente pericoloso.
Fase di non possesso
In FDNP il Milan mantiene il suo 4-3-3 attivando il pressing in zona offensiva, Bacca porta pressione su Bonucci, disturbando la trasmissione di palla sulla linea difensiva a tre della Juve, Suso e Niang più arretrati escono sui centrali laterali delle rispettive fasce.
Bonaventura diventa il vertice alto in un triangolo di centrocampo, con il compito di impedire la giocata su Hernanes in regia, marcandolo o mettendolo in ombra.
Si forma così un 4-2-3-1 con 6 giocatori votati alla fase difensiva e 4 giocatori pronti a ripartire sfruttando la parità numerica con i 4 della Juve (tre difensori + Hernanes).
Sulle mezzali di centrocampo avversarie, Pjanic e Khedira, il Milan porta in pressione i centrocampisti arretrati, Kucka a destra e Locatelli a sinistra con il compito di contrastare la giocata centrale.
I terzini della Juve trovano però spazi diversi: Alves a destra è affrontato da De Sciglio che esce spesso in pressione con i tempi giusti, permettendo a Locatelli di chiudere la catena marcando Khedira quando si propone in sostegno; in caso si abbassi la punta, Dybala o Higuain, con movimento fuori dalla linea incontro al portatore, è un centrale difensivo, in genere Romagnoli, a seguirla per non permettere appoggi facili.
A sinistra Alex Sandro trova più spazi, grazie anche alla posizione avanzata di Pjanic, che costringe Abate e restare arretrato.
Sono i movimenti corto-lungo di Pjanic e Dybala che galleggiano tra le linee a creare i maggiori problemi al Milan, come nell’esempio qui sotto di una giocata in 5° battuta che nasce e si conclude a sinistra su Alex Sandro, in grado poi di rifinire con un cross.
In generale la prestazione del Milan in fase difensiva è buona, con linee strette, efficace applicazione del fuorigioco, e portando talvolta anche gli esterni offensivi sotto la linea della palla in situazioni di maggiore sofferenza collettiva, formando un 4-1-4-1.
Autorevole la prestazione di Donnarumma e dei centrali difensivi, attenti nelle chiusure sui cross, bravi a limitare Higuain, e puntuali in copertura quando le giocate di qualità delle Juve riescono a superare il pressing del centrocampo.
Nel finale, l’inserimento di Mandzukic nella Juve porta Montella a coprirsi di più con Gomez al posto di Locatelli e la difesa che passa a 5 nel 5-4-1.
Pur soffrendo, la squadra di Montella mostra una buona organizzazione dei reparti che ha prodotto dei miglioramenti in fase difensiva, non subendo goal.
Da evidenziare anche la capacità di sfruttare meglio le poche occasioni avute (indice di pericolosità offensiva del 25% contro il 13% della Juve).
Non vi è dubbio che Montella stia inventando accorgimenti tattici che ben si legano con le caratteristiche dei giocatori, oltre ad un gran lavoro sulla testa e la fiducia del collettivo.
Sarà interessante seguire la crescita di alcuni giovani che stanno già mostrando grandi potenzialità e carisma per crescere e far crescere questa squadra.