Arnaldo Franzini tecnico classe ’68 siede sulla panchina piacentina dall’estate 2015, quando la squadra militava nel campionato di Serie D. Nella stagione 2015-2016 Franzini riporta il Piacenza in Lega-Pro vincendo il campionato con sei giornate di anticipo, stabilendo il record assoluto di punti nella storia della Serie D e il maggior numero di vittorie. L’anno passato il suo Piacenza si è classificato sesto al termine del campionato di Lega Pro, qualificandosi per i play-off uscendo però agli ottavi di finale contro il Parma.
Il sistema di gioco base statico del Piacenza utilizzato nelle ultime partite è un 4-3-3 che a volte può variare in un 4-1-4-1 come accaduto prima di queste ultime giornate.
Solitamente negli undici in campo troviamo tra i pali Fumagalli, nei quattro di difesa c’è Mora a destra, Masciangelo a sinistra, Pergreffi e Silva (capitano) i due centrali. Davanti a loro in mezzo al campo c’è Della Latta, Morosini come mezz’ala sinistra e Segre come mezz’ala destra. I tre attaccanti sono Romero punta centrale, Nobile sulla destra e Scaccabarozzi o Corazza sulla sinistra.
Nella prima parte di questo campionato il Piacenza è però andato in campo con un 4-1-4-1.
I terzini danno costante supporto durante la fase dello sviluppo del gioco e davanti alla difesa Della Latta fa da schermo. Masciangelo terzino sinistro tutto mancino si comporta da terzino fluidificante e all’occorrenza in questa stagione è stato anche usato come esterno d’attacco. Sempre quest’ultimo possiede una rimessa molto lunga che a volte viene sfruttata per trasformare appunto alcune rimesse dalla sinistra in veri e propri calci d’angoli. A destra invece Mora accompagna l’azione quando questa si sviluppa dalla sua parte, ma è meno offensivo rispetto a Masciangelo e raramente attacca la profondità.
I due centrali difensivi sono entrambi capaci di fare partire l’azione con palla al piede. Pergreffi è mancino mentre Silva è destro. Le due mezzali – Morosini e Segre – sono dinamiche, corrono molto e accompagnano sempre l’azione finendo spesso per cercare l’inserimento. Morosini soprattutto lo si vede con frequenza andare attaccare l’area di rigore sui traversoni provenienti dalle fasce, diventando a tutti gli effetti un attaccante aggiunto. L’attaccante esterno di destra Nobile gioca molto largo dando ampiezza alla manovra, ma raramente lo si è visto attaccare l’area senza palla. A sinistra invece Corazza o Scaccabarozzi tendono ad accentrare molto il loro raggio di gioco, Corazza più da seconda punta, Scaccabarozzi più da rifinitore. Quest’ultimo può essere utilizzato anche come mezzala, come già accaduto in più di un’occasione quest’anno.
Pur non avendo dei centroavanti bomber, grazie al gioco sono riusciti a portare diversi uomini a segnare dei goal. Nelle prime 17 partite di campionato sono ben 13 i giocatori della rosa che hanno segnato almeno un goal.
Il rigorista della squadra è Morosini: ha calciato tre rigori in questa stagione segnandone due. Uno calciato e segnato alla destra del portiere e due calciati (uno sbagliato) alla sinistra dell’estremo difensore. Quando però Pederzoli (centrocampista che gioca davanti alla difesa) è in campo, il rigorista è lui. Fino ad ora ha calciato due rigori segnandone entrambi alla sinistra del portiere. Nell’ultima partita contro il Livorno, in assenza sia di Morosini che di Pederzoli, il rigorista è stato Corazza che ha segnato il rigore calciandolo alle destra del portiere.
Un dato certamente curioso sono le sette espulsioni avute dai giocatori piacentini fino al ora, tutte avvenute nelle ultime nove partite.
Dei 23 goal subiti dal Piacenza, 4 sono su calcio di rigore, 2 su conclusioni provenienti da calcio d’angolo, 7 (1 su punizione) su tiri da fuori area, 9 con tiri scoccati da dentro l’area di rigore e uno è un’autorete.
Dei 24 goal fatti dal Piacenza, 5 sono su calci di rigore, 4 su conclusioni provenienti da calcio d’angolo, 3 su tiri da fuori area e 12 su tiri da dentro l’area di rigore.
Fase di Possesso
In fase di costruzione gioco per i giocatori del Piacenza l’obiettivo primario è quello di non buttare mai via la palla e il possesso a volte può prolungarsi notevolmente con il giro palla tra i difensori. Se non trovano spazio continuano a far girare la sfera da un lato all’altro del campo nel tentativo di trovare il compagno di squadra in grado di smarcarsi.
Quando avviano l’azione i due terzini si alzano e si allargano mentre il metodista – Della Latta – gioca più basso rispetto alle due mezzali.
Avendo Romero che è un attaccante alto due metri abile nel gioco aereo e dei terzini che spingono, soprattutto Masciangelo sulla sinistra – che accompagna l’azione anche se questa si sviluppa con l’altro terzino sulla destra – il tentativo del Piacenza è quello di riuscire a sviluppare il gioco sulle corsie laterali per poter poi rifinire il gioco con dei traversoni in area di rigore. L’area viene sempre attaccata da più uomini – tre a volte quattro- oltre a Romero ci sono Corazza, Morosini e qualche volta anche Segre che segue l’azione portandosi fino a dentro l’area di rigore.
Non è un caso infatti che sui 24 goal fatti finora ben 21 (tra goal su azione, rigori e calcio d’angolo) siano stati siglati da dentro l’area di rigore.
Nobile, l’attaccante esterno destro, gioca molto largo sulla destra e raramente entra in area o attacca la porta senza palla; preferisce che gli venga recapitato il pallone sui piedi nella sua zona di competenza. Al contrario di quello che succede sulla sinistra dove invece l’attaccante esterno – Corazza o Scaccabarozzi – gioca più interno, praticamente da seconda punta o rifinitore e la corsia viene lasciata quasi interamente alle scorribande di Masciangelo.
Un’alternativa al gioco sviluppato sulle corsie laterali, quando questo diventa difficoltoso, è il lancio dalla difesa per Romero che a sua volta tenta la giocata di sponda per i compagni.
Fase di Non Possesso
Quando la squadra non è in possesso della palla, i due attaccanti esterni tendono a rientrare sulla linea dei centrocampisti facendo si che il sistema di gioco muti in un 4-5-1.
I giocatori piacentini non effettuano un pressing alto ma si limitano ad una copertura dello spazio della propria metà campo. Talvolta è stato possibile vedere come sia una delle mezzali andare a turno in pressione solitaria sul centrocampista avversario che in quel momento è in possesso della palla davanti ai suoi difensori.
Quelle volte che i giocatori del Piacenza hanno deciso di effettuare una pressione sul tentativo di costruzione del gioco nella metà campo avversaria, spesso si è vista una pressione portata in maniera poco organizzata che ha permesso agli avversari di riuscire ad aggirarla.
Nelle ultime partite il Piacenza ha sofferto molto con squadre che hanno sviluppato il gioco sulla corsia destra piacentina, dove Mora – terzino destro classe ’97 – si è mostrato spesso in difficoltà contro gli avversari che hanno agito nella sua zona. Nelle ultime sei partite il tecnico Franzini ha sostituito Mora tre volte e nell’ultima è rimasto in panchina per tutto il match.
Transizioni positive
Appena i giocatori piacentini riconquistano il pallone, il tentativo è quello di andare in verticale nel minor tempo possibile e di andare in transizione con almeno quattro / cinque uomini, compreso il portatore di palla. Solitamente i giocatori che accompagnano la transizione sono, oltre ai due attaccanti esterni, anche la punta centrale e le mezzali. L’obiettivo primario è quello di portare quanti più uomini nel minor tempo possibile nell’area avversaria.
Se sulle corsie esterne c’è dello spazio, i giocatori che agiscono in quella zona di campo vengono cercati immediatamente da chi ha appena riconquistato palla.
Transizioni negative
Quando il Piacenza perde il possesso del pallone, i giocatori modificano il loro comportamento a seconda della situazione di gioco che si presenta in quell’istante.
Se la palla è scoperta, i difensori scappano in protezione della porta e i centrocampisti cercano un rientro nelle posizioni il più velocemente possibile, ricorrendo spesso anche al fallo tattico per interrompere l’azione avversaria.
Se invece la palla è coperta, a volte tentano una riaggressione immediata nei confronti del possessore di palla al fine di riconquistare velocemente il pallone attraverso una superiorità numerica in zona palla.
Il Piacenza è una squadra che nelle ultime partite a parte la partita contro il Livorno (prima della classe), ha avuto sempre molto possesso palla. Il gioco viene costruito partendo dalla difesa con i terzini che si aprono in ampiezza e il metodista che si abbassa rispetto alle due mezzali. Il gioco viene sviluppato prevalentemente sulle corsie laterali per poi rifinire con dei traversoni o cross in area di rigore, area che viene attaccata sempre con almeno tre e a volte anche quattro uomini. Talvolta quando la costruzione palla a terra risulti difficoltosa può succedere che Romero – la punta centrale – venga cercato con dei lanci lunghi.
In fase di non possesso il sistema di gioco muta da un 4-3-3 o 4-1-4-1 ad un 4-5-1, con i due attaccanti esterni che rientrano sulla linea dei centrocampisti. Non effettuano alcun pressing alto, ma si limitano ad una copertura degli spazi nella loro metà campo. Talvolta, quando hanno provato ad alzare la pressione per conquistare il pallone nella metà campo avversaria, questa non è stata fatta benissimo ma è sembrata un po’ disorganizzata.