Lo scontro fra le due favorite del Girone A arriva alla prima giornata, con due squadre che per diversi motivi si assomigliano. Entrambe amano dominare il possesso palla (il PSG finora in campionato ha totalizzato il 62,4% di possesso palla media, mentre l’Arsenal il 54,85%), e tirano mediamente molto in porta. Entrambe si presentano alla partita con diverse sorprese nella formazione iniziale.
Emery decide di schierare il solito 4-3-3, con Matuidi nell’inconsueta posizione di ala sinistra, Maxwell sulla sinistra sostituisce l’infortunato Kurzawa, Cavani al centro dell’attacco, con Di Maria, faro della squadra, sull’out destro. Wenger per il suo 4-2-3-1 rinuncia ad una prima punta lasciando in panchina sia Giroud che Perez, con Sanchez falso centravanti, alle sue spalle Oxlade-Chamberlain a destra, Ozil a centro, e il giovane Iwobi a sinistra. In mediana Cazorla-Coquelin, confermata la difesa dell’ultima sfida di campionato, e a sorpresa Cech sostituito da Ospina.
Fin dalle prime battute si capisce come entrambe le squadre abbiano un modo simile di iniziare il gioco: quasi mai la palla viene lanciata lunga, e a giocarla ci pensano sempre i due centrali difensivi.
Il PSG in fase di possesso si dispone in un 3-4-2-1, con uno fra i 3 centrocampisti a turno (principalmente uno fra Verratti e Krychowiak) scende fra i centrali per facilitare l’uscita della palla, i terzini che vanno molto alti a formare una linea da 4 con gli altri 2 CC rimasti, e le due ali che stanno vicine alla punta.
La prima rete della partita nasce da un’azione tipica del PSG, la costruzione parte dal basso, con una serie di scambi veloci, Aurier viene lanciato in profondità da un grande lancio di Verratti. Il terzino con un cross preciso serve Cavani che non sbaglia.
Questo genere di combinazione, verrà riproposta più e più volte dalla squadra di Emery, soprattutto sulla destra dove Aurier è anche più libero di muoversi, vista la partita negativa di Iwobi, che tende spesso ad accentrarsi e lascia Monreal solo contro due avversari.
Determinante nel PSG il lavoro delle due ali, in particolare Di Maria, in fase di possesso viene sempre incontro alla palla, attraendo a sé un avversario, e lasciando spazio in profondità per Cavani, o per i terzini, mentre in fase di non possesso è sempre il primo ad andare a pressare il portatore di palla ad inizio azione.
Nelle scorse partite, quando Emery ha scelto una vera ala sulla sinistra (generalmente Lucas, o Jesé Rodriguez), il movimento di Di Maria è stato effettuato anche dal brasiliano e dallo spagnolo ed ha creato ancora più problemi alle squadre avversario. Contro gli inglesi invece Matuidi è stato scelto, probabilmente, per dare più copertura, e ovviamente la manovra offensiva ne ha risentito.
Il vantaggio ad inizio match ha condizionato la partita dell’Arsenal, che ha accusato la botta e non è riuscito per quasi tutto il primo tempo a trovare le misure difensive, continuando a soffrire sulla destra. Wenger ha chiesto ai suoi giocatori di schierarsi in un 4-4-2 ed effettuare un pressing alto in FDNP, e alla difesa di stare alta, ma i movimenti delle ali hanno creato molto problemi a Koscielny e Mustafi.
Ma è in fase di possesso che l’Arsenal ha sottolineato tutti i propri limiti, per tutta la prima frazione si notava un grande spazio fra i vari reparti dei Gunners, e soprattutto l’assenza di un punto di riferimento offensivo: la mossa Sanchez non ha funzionato, il cileno andava a schiacciarsi e a ricevere palla in linea con i trequartisti, rendendo facile la vita alla retroguardia parigina.
Il PSG in FDNP si chiude in un 4-1-4-1, che a tratti diventa anche 4-5-1, ed è pronto a ripartire con la velocità delle ali (o esterni) e dei terzini, e con i movimenti in smarcamento preventivo di Edison Cavani, che dopo il gol spreca un’altra grossa opportunità a porta vuota. L’Arsenal continua a non trovare spazio fra le linee strette e ben organizzate dei francesi.
Nel secondo tempo non cambia molto il copione della gara.
Nessuno dei due allenatori effettua delle sostituzioni, Wenger però sposta Chamberlain ed Iwobi, probabilmente preoccupato dalle continue sortite offensive di Aurier, innescato sempre bene da Di Maria e Verratti. La mossa ha un senso, ed in effetti l’Arsenal corre meno rischi, costringendo i padroni di casa a chiudersi ancora di più. Chamberlain cambia spesso la posizione con Sanchez, per non dare punti di riferimento agli avversari e l’Arsenal aumenta i ritmi.
Mentre il PSG continua ad affidarsi al gioco di contropiede, intervallato da momenti in cui la squadra tiene la palla, ma non crea moltissimo gioco, entra in campo Giroud, proprio per Chamberlain.
Il centravanti francese crea un duplice effetto: libera Sanchez, che può tornare a giocare nella sua posizione naturale, e il rendimento del cileno sale, e allunga la difesa del PSG, i due centrali sono molto più impegnati ed hanno un uomo in area da marcare. Proprio grazie a uno di questi movimenti, scaturisce il gol del pareggio.
Nell’immagine sopra si nota Sanchez che punta gli avversari, in seguito passerà la palla a Giroud che con il movimento allunga la difesa, l’azione si sviluppa sulla sinistra e Ozil trova Iwobi praticamente libero all’altezza del dischetto del rigore. Da notare come la difesa del PSG sia bassa. In seguito sulla ribattuta del portiere, sarà proprio Sanchez a segnare.
Il pareggio da fiducia ai Gunners, ma anche Emery sceglie di cambiare e inserisce Pastore (per Krychowiak) due minuti dopo il gol. Matuidi torna al ruolo naturale di mezz’ala, mentre l’argentino scatena tutto il suo talento e manda ancora un paio di volte in porta i compagni. Solo un Cavani sciupone e nega il raddoppio ai parigini.