Dopo l’entusiasmante secondo posto ne LaLiga Santander della stagione 2002/03, dietro solamente al Real Madrid dei “galacticos” di Zidane, Ronaldo, Roberto Carlos e Raùl, per la Real Sociedad inizia una fase calante che la porta al fallimento economico ed alla retrocessione in Segunda Divisiòn nella stagione 2006/07 dopo quaranta stagioni consecutive in Primera.
Da quel momento la Real Sociedad comincia a puntare tutto sul settore giovanile, già tra i più attrezzati d’Europa, ed arriva a qualificarsi per la Champions League al termine della stagione 2013/14 con una formazione impregnata di giovani fatti in casa come Illarmendi, Iñigo Martínez, Xabi Prieto e ovviamente Griezmann.
Dalla stagione successiva approda sulla panchina della formazione B il tecnico Imanol Alguacil, ex terzino con tendenze offensive proprio della Real Sociedad in cui ha militato per 9 anni della sua carriera, e vi resta fino al finale di stagione del 2018, quando subentra ad Asier Garitano.
Un allenatore fatto in casa come Alguacil può essere la giusta personalità per guidare questa nuova Real Sociedad, che è la squadra più giovane de LaLiga con 25,6 anni di media e presenta 14 giocatori su 25 che provengono dal settore giovanile. In poche parole il tecnico basco si ritrova ad allenare molti dei giocatori con cui aveva lavorato nella formazione B, con l’aggiunta di alcune giovani scommesse che si sono rivelate vincenti e sono definitivamente esplose in questa stagione: Alexander Isak (pagato 6,5 milioni dal Borussia Dortmund), Portu (proveniente dal Girona per circa 10 milioni), Januzaj (in arrivo dal Manchester United per 7,5 milioni) e Odegaard (in prestito biennale dal Real Madrid).
L’idea calcistica di Alguacil è propositiva ed improntata al mantenimento del possesso ma si fonde con le caratteristiche tipicamente basche di una squadra aggressiva, veloce, atletica e verticale, creando un connubio di gioco creativo e frizzante in fase di possesso con un continuo interscambio di posizioni e di interpreti, ma anche capace di fare male in transizione positiva. Nessuna squadra negli ultimi 10 anni (dalla stagione 10/11) ha vinto più volte contro il Barcellona (5 come il Real Madrid), a testimonianza di questa filosofia di ricerca del bel gioco indipendentemente dall’avversario. Infatti la Real Sociedad è la squadra che in questa Liga è andata più volte in vantaggio (20 volte su 27 partite) e non ha segnato solo in 4 partite (tutte giocate in trasferta). Con 45 gol fatti è il terzo miglior attacco del campionato e solo l’11,1% di essi è arrivato da fuori area.
La grande maturazione e miglioramento di tutti i giovani, unito ad alcuni innesti di esperienza come Monreal e la sempre crescente acquisizione dei principi tattici di Alguacil, hanno portato la Real Sociedad a totalizzare 14 vittorie, 4 pareggi e 9 sconfitte, per un totale di 46 punti che al momento la collocano al quarto posto (e in un’agguerritissima lotta Champions) a -1 dal Siviglia terzo, a pari punti con il Getafe ed a +1 dall’Atletico Madrid. Inoltre la Real Sociedad ha raggiunto la finale di Copa del Rey, che si contenderà con i rivali baschi dell’Athletic Bilbao, eliminando il Real Madrid ai quarti di finale (3-4 al Bernabeu) e vincendo sia andata che ritorno nelle semifinali contro il Mirandès.
Il modulo di gioco base della Real Sociedad è molto variabile e camaleontico vista la tendenza al gioco di posizione, e possiamo evidenziarne principalmente tre: 1-4-2-3-1 (utilizzato per un totale di 926 minuti nell’arco di tutto il campionato), 1-4-3-3 (804 minuti), 1-4-1-4-1 (683 minuti). Ma vista la modernità di gioco non è tanto importante la disposizione di partenza quanto l’interpretazione di ogni singolo giocatore al determinato compito assegnatogli da Alguacil.
SISTEMi DI GIOCO ED INTERPRETI
Modulo di base: 1 – 4-3-3
Modulo in fase di possesso palla: 1 – 3-2-3-2
Modulo in fase di non possesso palla: 1 – 4-4-2
La Real Sociedad per la sfida contro il Valencia parte di base con Remiro in porta, Zaldua terzino destro, Nacho Morneal terzino sinistro ed Elustondo e Le Normand sono i due centrali da destra a sinistra.
A centrocampo Zubeldia è il vertice basso mentre Mikel Merino agisce da mezzala sinistra e Odegaard in una posizione ibrida tra la mezzala destra e il trequartista, formando così un comparto mediano scaglionato su tre linee già nella formazione di base.
Il tridente è formato da Januzaj che agisce da ala sinistra che può rientrare e sfruttare il mancino per il tiro, mentre Oyarzabal, anch’esso mancino, converge sul mezzo sinistro del campo per agire da rifinitore e liberare la corsia per il terzino. A partita in corso possono anche cambiarsi di fascia con Januzaj sulla snistra pronto a sfruttare le doti nell’uno contro uno per puntare il fondo e mettere il cross e Oyarzabal che da destra può convergere sul mancino e fraseggiare con i compagni in zona di rifinitura.
Alexander Isak è la punta del tridente basco. Lo svedese di origini eritree è alto 190 cm, ma nonostante ciò, fa della progressione palla al piede e del fraseggio coi compagni le sue armi migliori: è un ottimo attaccante di manovra.
Ad Alguacil piace molto cambiare gli interpreti offensivi, soprattutto perchè ha a disposizioni giocatori altrettanto validi, ma con caratteristiche differenti a quelli sopracitati.
Per esempio in attacco le principali alternative sono Willian Josè (capace di segnare 16 dei suoi 56 gol ne LaLiga Santander di testa) per poter sfruttare i cross dall’esterno e Portu, ala destra di piede destro molto abile ad attaccare la profondità e dotata di una grande rapidità.
Insolitamente anche i centrali di difesa ruotano spesso: nessuno ha giocato da titolare più del 70% delle partite (Diego Llorente, assente con il Valencia, è quello che ne ha disputate in maggior numero). Per il reparto arretrato la continuità è importante, ma Alguacil non è ancora soddisfatto della sua retroguardia.
FASE DI POSSESSO
In fase di possesso la disposizione in campo della Real Sociedad è 1 – 3-2-3-2 con Zubeldia, Elustondo e Le Normand sulla linea difensiva; Zaldua e Monreal larghi sulla mediana; Odegaard, Merino e Oyarzabal sulla trequarti; Januzaj ed Isak in attacco.
Costruzione: In fase di costruzione si alzano i terzini e si abbassa il centrocampista centrale sulla linea dei difensori. Ciò però viene spesso fatto in maniera asimmetrica, ovvero Zubeldia al posto che collocarsi in mezzo ai due centrali, si posizione sul centro-destra, lasciando agire Elustondo al centro e Le Normand sul centro-sinistra. Tuttavia anche questo dettame tattico può variare a seconda degli interpreti. Ad esempio quando Guevara, che ha spesso fatto anche il centrale di difesa, va ad agire da mediano, è lui che, durante la costruzione, va a collocarsi al centro rispetto ai due difensori centrali.
Come altro tipo di soluzione abbiamo un’altra costruzione asimmetrica nella quale il terzino sinistro Nacho Monreal si abbassa sul centro sinistra, il centrocampista centrale Zubeldia si propone centralmente sulla mediana e Zaldua, ovvero l’altro terzino si allarga e si alza sulla destra. Non è da escludere che questa soluzione venga attuata sulla destra, ovvero con Zaldua sulla linea dei difensori e Monreal più alto, ma è molto meno frequente.

Si predilige sempre una costruzione bassa con un giropalla finalizzato a trovare libera una delle due mezzali che possono impostare e sviluppare l’azione (preferibilmente Odegaard, ma quando è marcato stretto rimane alto ed è Merino ad andare ad agire da regista).
Negli assidui casi in cui la squadra vada per una giocata lunga, il rilancio (spesso effettuato da Remiro) è diretto sul centro-sinistra per sfruttare le capacità aeree di Merino (la sua media di duelli aerei a partita è di 5,3 , ovvero più del doppio di qualsiasi compagno di squadra eccetto Elustondo che però ne compie “solo” 3,3). Anche sui rinvii dal fondo, quando non è possibile partire a costruire dal basso la direzione del rilancio è quella.
Sviluppo: In questa fase del possesso palla è molto evidente lo scaglionamento del centrocampo con Zubeldia (il mediano) che spesso è addirittura sulla linea dei difensori o si propone molto basso e centralmente. Ma non è a lui che è affidato il compito di regista e costruttore del gioco; colui che ha questo incarico è senza dubbio Martin Odegaard, ex trequartista di qualità plasmato da Alguacil in mezzala che galleggia tra il centrocampo, dove può impostare l’azione, e la trequarti, dove può rifinarla con un passaggio decisivo o creando superiorità numerica. E’ lui il maggior indiziato a ricevere il pallone nella fase di sviluppo di gioco e appena lui si abbassa, Mikel Merino, cresciuto da trequartista nelle giovanili, va ad occupare la zona di rifinitura. In alcuni frangenti, in cui il classe ’98 norvegese è marcato stretto, si alza per portare via l’uomo, ed è il numero 8 ad andare incontro per l’inizio dell’impostazione.
Rifinitura: La zona di rifinitura è il vero fiore all’occhiello della Real Sociedad con addirittura quattro giocatori (le due mezzali e le due ali) che possono occuparla alternativamente in tre ed interscambiarsi di posizione per non dare mai punti di riferimento alle difese avversaire.

Questa disposizione è molto fluida e variabile, difatti, a turno, uno dei giocatori che riempiono la trequarti si va a disporre sulla linea degli attaccanti per creare spazi ed essere imprevedebili. Addirittura quando Isak viene incontro e si abbassa sulla linea dei trequartisti sono due i giocatori che vanno ad attaccare lo spazio lasciato libero dal movimento dell’attaccante. I più propensi a fare ciò sono Merino e Januzaj (o Portu quando è in campo). Di conseguenza si hanno sempre due giocatori che fanno movimento offensivo e gli altri tre che cercano di scambiarsi palla e trovare il varco giusto per la finalizzazione dell’azione. Le armi in più dei baschi sono sicuramente i tre mancini Oyarzabal, Odegaard e Januzaj che offrono grandissima qualità e abilità nel creare la superiorità numerica (con il norvegese su tutti vero fulcro tecnico della squadra), le capacità associative di Isak e le grandi doti di inserimento di Mikel Merino che sono ben visibili, di pari passo alla sua incidenza fisica e nei duelli aerei. Il primo gol della partita è realizzato proprio dal numero 8 che, appena recuperata palla in zona offensiva, si propone in area nello spazio libero tra i due difensori centrali e conclude in rete con un colpo di testa.
Finalizzazione: La finalizzazione dell’azione arriva spesso con passaggi filtranti da parte dei giocatori che occupano la trequarti, in favore di chi va ad occupare il ruolo di attaccante. Non è da sottovalutare l’arma del tiro da fuori, con i giocatori offensivi che sono tutti tiratori dotati di ottima tecnica, come conferma il terzo gol del match siglato da Januzaj. Tuttavia i dati citati nell’introduzione confermano il fatto che questa sia una squadra che spesso cerca di entrare in area di rigore per segnare. Solo un tiro su tre (33%) da parte della Real Sociedad è effettuato da fuori area e la formazione basca ha siglato tanti gol da fuori area quanti dall’interno dell’area piccola (5). Questo testimonia la gran ricerca di gioco da parte della squadra di Alguacil, che ha come alternativa al passaggio filtrante, il cross basso, effettuato dal fondo, o per l’attaccante che si inserisce, o per il trequartista che arriva a rimorchio.
Lateralità: Le catene esterne vengono sfruttate soprattutto dai terzini che si sovrappongono alle due ali, le quali convergono spesso verso il centro. Questa giocata è più frequente sulla sinistra viste le caratteristiche più associative di Monreal e Oyarzabal rispetto a Zaldua e Januzaj. Questo viene accentuato quando sulla destra gioca Portu poichè l’ex Girona preferisce giocare sul binario ed attaccare la profondità essendo di piede destro, rispetto a Januzaj che predilige rientrare dentro il campo per fare giocata con il mancino.
FASE DI NON POSSESSO
In fase di non possesso la Real Sociedad applica un pressing offensivo e tiene la difesa alta. La disposizione tattica in fase di non possesso è 1 – 4-4-2 con Odegaard che si alza in pressione a fianco di Isak e le due ali Oyarzabal e Januzaj che si abbassano a fare gli esterni.
Nella prima fase di pressione, contro una difesa a 4 come quella del Valencia, e come prediligono 21 delle 22 differenti squadre che la Real Sociedad ha fronteggiato in questa stagione (19 in Liga e 3 di Segunda Divisiòn in Copa del Rey, ovvero tutte quelle affrontate ad eccezione del Leganès), Isak e Odegaard escono forte sui due centrali mentre gli esterni si occupano dei terzini. Mikel Merino è ancora un’importante chiave tattica perchè è lui che ha il compito di uscire alto sul regista avversario andando così in posizione più avanzata rispetto a Zubeldia che rimane in copertura.

L’obiettivo è quindi quello di recuperare palla il più velocemente e nella zona di campo più offensiva possibile.
Anche i difensori sono molto aggressivi, soprattutto con palla coperta, e vanno subito alla ricerca della riconquista del pallone.
Saltato il primo e consistente pressing, per la squadra avversaria si liberano spazi e i difendenti rimasti devono scappare verso la porta e stringere, poichè la situazione può diventare potenzialmente pericolosa. A testimoniare però l’efficacia del pressing abbiamo il dato delle sanzioni disciplinari, ovvero solo 51 ammonizioni (la squadra che ne ha raccolte di meno) e una espulsione in tutto l’arco del campionato. Questo vuol dire che i giocatori della Real Sociedad sono poco avvezzi a commettere falli tattici in situazione di potenziale pericolo, ma anche che il pressing è molto ordinato e programmato e si ritrovano raramente a dover rincorrere gli avversari lanciati in contropiede.
Tra i due difensori centrali è Elustondo quello che va più a duello ed esce più alto mentre Le Normand gli dà copertura.
Sulle palle laterali in fase difensiva la difesa si dispone su due linee di copertura, vista la tendenza a voler rimanere alta, e in occasione di un’uscita, viene applicata la diagonale corta.
TRANSIZIONE POSITIVA
Appena recuperato il pallone, e soprattutto nel caso questo venga fatto in fase offensiva, la tendenza della Real Sociedad è quella di cercare la verticale e trovare qualche trequartista tra le linee che possa poifare giocata. La ripartenza è una delle armi principali della formazione basca, malgrado sia una squadra a cui piace tenere palla, quando parte in velocità e gioca rapido in verticale può mettere in difficoltà moltissime squadre, come successo nel primo gol di Mikel Merino.
TRANSIZIONE NEGATIVA
Persa palla l’obiettivo della Real Sociedad è quello della riconquista immediata e ciò è enfatizzato se ci si trova nella metà campo avversaria da un pressing molto organizzato di tutto il comparto offensivo supportato dai centrocampisti.
ANALISI SWOT
Punti di forza: L’interscambiabilità e la qualità dei giocatori offensivi della formazione basca, unita alla velocità e rapidità di esecuzione delle loro giocate rende la Real Sociedad una squadra temibile in fase d’attacco. Oltre a ciò il pressing è molto organizzato e ben eseguito quindi il disimpegno per la squadra in costruzione è molto complicato.
Inoltre la Real Sociedad sbaglia molto raramente l’approccio alla partita. Ne è una prova lampante la partita analizzata in cui si chiude il primo tempo sul 2-0.
Punti di debolezza: La giovanissima età media della squadra e il loro modo di giocare, che comporta un gran dispendio fisico e mentale, portano la Real Sociedad ad avere un calo nella prestazione complessiva come testimoniano gli 8 gol subiti nell’ultimo quarto d’ora di partita. Inoltre la difesa molto alta (e spesso senza continuità negli interpreti), e la tendenza a commettere pochi falli tattici, potrebbe portare la formazione basca ad esporsi a contropiedi improvvisi.