Il Sassuolo di Mister Di Francesco, con il suo collaudatissimo 4-3-3, è una squadra molto equilibrata, con principi di gioco molto ben definiti.
Ma nonostante questo, nell’ottava giornata di campionato, la squadra neroverde esce vincente a fatica dal match contro il Crotone, riuscendo a trovare i gol vittoria solo nei minuti finali.
Andiamo quindi ad analizzare la partita del Sassuolo.
La squadra di Di Francesco, come già detto, si schiera inevitabilmente con il solito 4-3-3, come sotto riportato in foto, con il Crotone che si dispone praticamente a specchio, ma con le ali un po’ più basse, formando un 4-5-1, per cercare di colpire in contropiede.
Il Crotone però trova il gol del vantaggio subito ad inizio partita (2° minuto), cosa che inevitabilmente costringe i giocatori del Sassuolo a spingere molto in avanti, con invece quelli del Crotone rilegati per lo più in fase difensiva.
Ma partiamo dalla fase di non possesso dei neroverde.
In questa fase, inizialmente, si nota un cambiamento di posizione delle due ali esterne, che si abbassano e si stringono molto verso il centro andando a formare un 4-3-2-1 molto stretto, in grado di aggredire molto bene le linee avversarie.
Ma con l’avanzare della partita, questo schieramento in fase difensiva si modifica in un più classico 4-4-1-1, per coprire in maniera più efficiente i contropiedi avversari sviluppati unicamente per vie laterali, sopratutto a destra con Rosi. Per far ciò l’esterno sinistro Ricci si abbassa sulla linea dei centrocampisti, con Politano che invece si posiziona alle spalle della punta centrale.
Questo schieramento in fase di non possesso però subisce un ulteriore cambiamento nei minuti finali della partita, dopo che Il Sassuolo è riuscito a ribaltare il risultato e a portarsi in vantaggio. Infatti, come si può vedere subito dopo il gol del definitivo 2 – 1, la squadra si schiera con 4-1-4-1, con Magnanelli posizionato tra le linee di difesa e centrocampo, ed i due attaccanti esterni che si abbassano come esterni di centrocampo.
Durante la fase di non possesso, la squadra di Di Francesco crea sempre una grande densità intorno alla zona della palla, con una pressione mirata al recupero immediato del possesso, e mantenendo allo stesso tempo alcuni giocatori, principalmente Defrel e Politano, in posizione offensiva per sfruttare le eventuali transizioni positive.
Quando poi il Crotone gestisce il pallone nella propria metà campo, oltre allo stesso Defrel, i giocatori che effettuano maggiore pressing contro l’avversario sono i due interni di centrocampo, Pellegrini e Biondini, avanzando a volte anche fino al livello degli attaccanti. Si nota però che Pellegrini e Biondini effettuano pressing in maniera alternata, in base a chi è il più vicino alla palla, in modo da mantenere comunque un equilibrio tra i reparti.
Ma passiamo ora ad analizzare la fase di possesso palla della squadra modenese.
Il gioco del Sassuolo si sviluppa sin dalla linea difensiva, con i due difensori centrali che si alternano nel lavoro di impostazione, con l’altro che rimane in marcatura dell’unico attaccante avversario. Però, nonostante non ci sia uno dei due con il compito fisso di costruzione del gioco, si nota che tra i due quello che maggiormente gioca il pallone con i propri compagni è Acerbi, che non disdegna nemmeno lo spingersi in avanti a volte, con Cannavaro che il più delle volte rimane in copertura.
Dalla linea difensiva il pallone viene o giocato su un centrocampista, il più delle volte su Magnanelli, che si abbassa sempre in appoggio, oppure viene immediatamente verticalizzato verso gli attaccanti.
I due terzini invece giocano più alti rispetto ai loro compagni di reparto, con licenza di spingere in avanti in maniera alternata. Tra i due però è il terzino di destra Lirola quello più avanzato, specialmente da circa il 30° minuto di partita, momento in cui alza notevolmente la sua posizione in fascia e spinge in maniera più insistente rispetto al suo collega Peluso.
I 3 centrocampisti invece hanno un doppio compito: cioè fornire un appoggio ai compagni in possesso di palla e pressare immediatamente gli avversari in caso di perdita del possesso.
Come già detto in precedenza, Magnanelli si abbassa spesso a ricevere palla dai due difensori centrali, per poi impostare lui stesso il gioco. I due interni invece si allargano sulle fasce, creando una catena laterale a 3, insieme al terzino e all’esterno di attacco.
Con questo spostamento di una tra Biondini e Pellegrini verso l’esterno, nella zona laterale del campo si crea spesso una grande densità, che permette al Sassuolo di avere tante alternative nella costruzione del gioco, che comunque si sviluppa principalmente in verticale, sfruttando i movimenti delle ali.
I due attaccanti esterni infatti cercano continuamente la profondità, essendo loro i destinatari principali delle verticalizzazioni. Tra i due esterni però, si nota che il più cercato dai compagni è senza dubbio Politano, al quale viene spesso affidato il compito di rompere l’equilibrio difensivo avversario con un dribbling oppure con un taglio in profondità.
Oltre a questo, i due esterni d’attacco inoltre compiono un movimento verso la porta, cioè verso la zona centrale, favorendo in questo modo le avanzate dei due terzini. Questo si nota sopratutto a destra, ed infatti in alcuni momenti della partita la posizione di Lirola, terzino destro, è talmente avanzata che Politano è costretto a giocare quasi da trequartista, alle spalle della punta centrale.
Infine, un altro compito delle due attaccanti laterali è quello di giocare in velocità il pallone in fascia con la collaborazione degli interni di centrocampo e degli stessi terzini, che si sovrappongano costantemente, e vengono liberati al cross in area con frequenti triangolazioni.
Di Francesco però, con la sua squadra in svantaggio per quasi l’intera partita, cerca di aumentare ulteriormente le varianti tattiche d’attacco con l’inserimento dei giocatori dalla panchina.
È infatti grazie ai cambi che il Sassuolo riesce a vincere la partita, e non solo perché sono proprio due giocatori subentrati gli autori dei gol, ma anche per le varianti tattiche che hanno portato nel gioco.
Il primo cambio avviene all’inizio del secondo tempo, con Matri che entra al posto di Ricci, e va a posizionarsi come punta centrale, con Defrel spostato in fascia.
L’innesto di Matri porta vivacità nell’attacco del Sassuolo, con i due esterni che spesso si invertono di posizione, e con Defrel che si accentra spesso, quasi come seconda punta centrale, differentemente da come faceva Ricci, permettendo così a Peluso di spingere con maggiore intensità rispetto al primo tempo.
A volte poi, è lo stesso Matri che si sposta in una posizione più laterale per ricevere palla lasciando a Defrel e Politano il compito di attaccare lo spazio centrale da lui lasciato vuoto.
Politano inoltre aumenta ancora di più il suo raggio d’azione, spostandosi da un fascia all’altra e giocando quasi da trequartista, sopratutto nei momenti in cui Defrel affianca Matri in posizione centrale.
Al 66° minuto poi entra Sensi al posto di Biondini. Stesso ruolo ma diversa interpretazione, con Sensi molto più tecnico e propositivo in avanti. Lui si posiziona come interno di sinistra, spostando quindi Pellegrini come interno di destra.
Con questo cambio entrambi gli interni di centrocampo allargano ancora di più la loro posizione in campo, aiutando maggiormente i due terzini in fase di spinta.
Infine, al 73° minuto esce Defrel ed entra al suo posto Iemmello, che parte anche lui dalla posizione di esterno alto di sinistra, ma che finisce con l’accentrarsi praticamente fino a giocare come punta centrale a ridosso della porta, per sfruttare, insieme a Matri, le sue abilità nel gioco aereo sui cross dalle fasce.
Alla fine saranno proprio i 2 entrati Sensi e Iemmello a segnare i gol vittoria, rispettivamente al minuto 83° e 86°.
Da segnalare che tra le cose da rivedere nello schema tattico del Sassuolo ci sono senz’altro la fase difensiva dei due terzini, sopratutto durante una transizione negativa, ed il marcare gli avversari che giocano tra le linee.
Infatti il giocatore che ha messo più in difficoltà la squadra neroverde in questa partita è stato senza dubbio Palladino, che partendo dalla posizione di esterno in un centrocampo a 5 è riuscito ad impensierire più di una volta la difesa del Sassuolo con movimenti rapidi e precisi alle spalle del terzino.