Gli ultimi anni sono un periodo di grandi esperimenti ed innovazioni tattiche, innovazioni che le squadre italiane hanno dovuto necessariamente introdurre per rimane al passo con le loro colleghe straniere, e restare così competitive anche in Europa, oltre che a livello nazionale.
Tra le tante novità tattiche, una di quelle più interessanti è la scelta di far occupare le due fasce laterali ad un singolo giocatore per ciascun lato, senza quindi che questo abbia il sostegno di nessun compagno sulla stessa fascia, ma solo un appoggio centrale.
Ma la vera particolarità di questa scelta sta proprio nell’affidare le fasce a dei terzini puri, ovvero a giocatori che nascono difensori esterni, e non a giocatori magari più offensivi, esplosivi ed efficaci nel dribbling, ovvero quei giocatori che ti possono risolvere la partita con una singola giocata sulla fascia.
Ma vediamo nel dettaglio chi effettivamente in Italia effettua questa scelta di schierare il terzino a tutta fascia, analizzando i due casi più significativi.
La Juventus di Massimiliano Allegri
Mister Allegri si ritrova una squadra con delle eccellenti individualità nella zona centrale del campo, a partire dalla difesa, dove il terzetto Barzagli – Bonucci – Chiellini risulta essere alquanto intoccabile, e persino a centrocampo, con giocatori molto tecnici e bravi nel possesso palla, ma purtroppo nessuno di questi risulta essere veramente efficacie nelle corsie esterne.
La Juventus si trova così senza giocatori esterni veramente efficaci dalla metà campo in sù, ad eccezion fatta del solo Cuadrado, che comunque ha dimostrato di tendere anche lui ad accentrarsi molto per cercare spesso il tiro in porta.
Questa mancanza sembra essere molto deleteria per la squadra, basta pensare anche al recente passato della Juventus stessa, che con giocatori di fascia come Nedved e Camoranesi riusciva sempre a mettere in difficoltà le avversarie.
Ma se riguardiamo proprio a quelle due leggende bianconere sopra citate, con loro in campo la Juventus era costretta ad inserire in formazione anche due difensori laterali in modo da dare copertura alle loro azioni offensive. Questo è proprio quello che non può permettersi di fare la squadra di Allegri, perché inserire 4 giocatori sulle corsie laterali vorrebbe dire rinunciare a giocatori essenziali in mezzo al campo, il vero punto forte della Juventus.
Così Allegri sceglie di inserire come esterni nel suo 3-5-2 due terzini come Lichtsteiner ed Evra (in alternanza con Alex Sandro), ovvero giocatori molto intelligenti tatticamente, che sanno difendere, ma che sanno pure attaccare gli spazi che si creano in avanti, ma sopratutto sono giocatori molto dinamici e generosi.
Loro infatti sono chiamati a gare di grande sacrificio, poiché in fase di non possesso fungono da veri e propri terzini, difendendo fino alla propria area di rigore, mentre in fase di possesso palla si spingono in avanti fino ad arrivare ad effettuare molti cross e/o traversoni dal fondo.
Ciò è possibile infatti grazie alla grande densità di giocatori di qualità che la Juventus ha in mezzo al campo, questi infatti, avendo spesso loro il controllo della palla, attirano la pressione dei giocatori avversari verso di loro, liberando così inevitabilmente un enorme spazio sulle corsie laterali, che diventano quindi terra di conquista per Lichtsteiner ed Evra.
Inoltre ciò è permesso anche dalla grande solidità del trio difensivo bianconero, che spesso è in grado di affrontare l’attacco avversario in parità numerica, senza quindi aver bisogno di un eccessivo supporto dei due terzini.
Ma nonostante ciò, c’è quasi sempre un grande equilibrio tra i due terzini, ovvero, nonostante la grande spinta in avanti che garantiscono entrambi i terzini, non si avventurano mai in avanti contemporaneamente, ma si alternano a seconda della fascia su cui si sviluppa il gioco, in modo da mantenere sempre un quarto giocatore difensivo in caso di improvviso contropiede avversario. In caso contrario è un centrocampista a rimanere in copertura.
Quest’anno Lichtsteiner, indiscusso padrone della fascia destra bianconere degli ultimi anni, si dovrà giocare il posto con il nuovo arrivato Dani Alves, giocatore molto più sfrontato ed offensivo rispetto allo svizzero, anche se in realtà anch’egli come ruolo nasce terzino.
Senza dubbio la squadra di Allegri potrà permettersi la maggiore spinta offensiva fornita da Dani Alves, grazie all’ottimo equilibrio che ha trovato con i suoi difensori, ma possiamo star pur certi che nelle partite in cui mister Allegri avrà bisogno di un giocatore tatticamente più equilibrato si affiderà senza dubbio al terzino ex Lazio.
La Fiorentina di Paulo Sousa
Mister Sousa invece nella sua Fiorentina non schiera una formazione ugualmente distribuita sulle fasce, cosa che invece si nota nella Juventus di Allegri, che risulta essere perfettamente simmetrica ed equilibrata.
Il tecnico portoghese infatti, partendo dal modulo 3-4-2-1, ha lavorato molto sul movimento dei suoi singoli giocatori e non invece, come spesso fanno i suoi colleghi, sul movimento di reparto, tant’è che lui per primo si sente a disagio a parlare di formazioni e modulo di gioco, poiché ha “liberato” alcuni suoi giocatori dal concetto di ruolo definito, tra cui infatti il terzino di fascia sinistra.
Ora mi spiego meglio.
Sousa schiera come esterni di centrocampo due giocatori completamente opposti tra di loro.
L’esterno destro, Bernardeschi o Tello, è un giocatore prettamente offensivo, considerato addirittura come un attaccante adattato al ruolo di esterno, a cui però viene affiancato il difensore centrale di destra, Tomovic o l’anno scorso Roncaglia, che scivola spesso in posizione di terzino destro per dare una mano in fase di costruzione, ma sopratutto in fase di contenimento, fase in cui notoriamente un giocatore come Bernardeschi pecca molto, nonostante la grande generosità.
Al contrario però, a sinistra Sousa era solito schierare Marcos Alonso, un vero e proprio terzino, con ottime doti difensive ed una grande forza fisica, ma dotato anche di un buon spunto in avanti e di un tiro potente e preciso.
Alonso infatti parte sempre da una posizione di terzino puro, ovvero di quarto difensore a sinistra, con gli altri 3 difensori che scalano a formare una classica difesa a 4. Ma da questa posizione, il giocatore spagnolo ha tutta la fascia a sua disposizione, con licenza di spingere, forte della copertura data dai suoi compagni.
Questo suo movimento continuo su tutta la fascia è reso possibile anche grazie ai movimenti precisi ed intelligenti di Borja Valero, che è bravo a far muovere gli avversari liberando la fascia al suo compagno, oltre a fornirgli un ottimo appoggio centrale.
È stata senza dubbio questo ruolo a tutta fascia confezionato su misura ad Alonso uno degli elementi che ha permesso alla squadra di Firenze di impressionare così tanto nella prima parte della scorsa stagione, sorprendendo le difese avversarie e resistendo in maniera solida in fase difensiva.
Quest’anno Marcos Alonso è stato ceduto al Chelsea di Conte, e per questo deve ringraziare sopratutto il suo vecchio allenatore, che lo ha messo in condizione di poter dimostrare di essere assoluto padrone della sua fascia di competenza, sia in fase possesso che di non possesso.
Senza un giocatore con le stesse caratteristiche di Alonso, quest’anno l’allenatore della Fiorentina sembra meno convinto di poter sfruttare la soluzione del terzino a tutta fascia, anche se per il momento sembra volerla ancora adottare, come dimostrano le prestazioni di Milić contro il Chievo Verona e Roma e quelle di Maxi Olivera contro il Genoa e Paok Salonicco.