Prendiamo in esame l’Udinese di Nicola, tecnico ex Crotone subentrato all’esonerato Velazquez a Novembre 2018.
Nel momento in cui ho affrontato lo studio, l’Udinese navigava in zone “ombrose” della classifica del campionato italiano. Dopo 21 giornate, infatti, i punti complessivi sono solamente 18 e le garantiscono il 16imo posto nella graduatoria.
L’analisi tattica è stata fatta analizzando la gara in esterna del 26 gennaio 2019 contro la Sampdoria di Gianpaolo a Marassi.
Statisticamente parlando, il sistema di gioco proposto da Nicola è 1-5-3-1-1.
Ai 3 difensori centrali Nuytinck, Troost-Ekong e Opoku si uniscono costantemente i quinti D’Alessandro a sinistra e Stryger Larsen a destra.
Centrocampo a 3 composto da Behrami, Fofana e Mandragora.
Davanti Rodrigo De Paul a supporto dell’unica punta Stefano Okaka.
SISTEMI DI GIOCO
BASE 1-5-3-1-1
IN POSSESSO 1-3-1-5-1
IN NON POSSESSO 1-5-3-1/1
Considerazione iniziale ma a mio avviso necessaria.
Che tipo di gara affrontava l’Udinese?
In cerca di punti, Nicola ha incontrato nel suo cammino una squadra in salute ed con grande entusiasmo.
Il chiaro intento è sembrato quello di mantenere in bilico la gara il più possibile, sperando in qualche giocata “illuminante” davanti. In questo scenario forse De Paul era il maggior indiziato per provare la giocata decisiva.
Per fare questo ha impostato una gara con approccio difensivo votato a togliere la profondità ai tre giocatori offensivi della Sampdoria (Saponara a supporto di Quagliarella e Defrel)
FASE DI POSSESSO
COSTRUZIONE
Non ci sono aspetti rilevanti da sottolineare se non la costante tattica in cui si evince la ricerca della costruzione passando dall’ampiezza garantita dai quinti D’Alessandro e Stryger Larsen.
In alternativa si cerca la giocata diretta per sfruttare la fisicità di Okaka in avanti con il sostegno di De Paul pronto ad intercettare le seconde palle.
SVILUPPO
Lo sviluppo della manovra è apparso “ragionato”, cercando continui cambi del fronte di attacco alla ricerca di uno spazio utile tra le maglie difensive avversarie.
A dire la verità, molto spesso i tempi di gioco sono sembrati molto lenti, rendendo inefficace questa strategia e consentendo sempre alla Sampdoria di riorganizzarsi senza problemi particolari.
Altra chiara costante tattica è la ricerca di De Paul tra le linee che come già detto, è sembrato l’unico vero collante tra reparto di centrocampo e d’attacco.
RIFINITURA E FINALIZZAZIONE
In questa fase di gioco, Okaka sembra essere il vero punto di riferimento coadiuvato dai continui inserimenti della mezzala Fofana.
De Paul, unito a Mandragora e Behrami (questi ultimi molto spesso si interscambiano la posizione) sono i calciatori preposti a cercare la giocata di rifinitura.
FASE DI NON POSSESSO
L’Udinese ha impostato la gara con un atteggiamento “attendista”. Prima pressione a ridosso della metà campo.
Note tattiche:
- La prima uscita sui terzini di Gianpaolo veniva apportata della mezzala di parte. Questo atteggiamento permetteva ai quinti di difesa, di potersi occupare del movimento in ampiezza di Linetty e Praet, molto ricorrente con il 4-3-1-2.

- I due centrali difensivi cercavano di essere in marcatura costante sulle due punte di riferimento, Quagliarella e Defrel. Questo atteggiamento aveva come scopo quello di limitare le combinazioni tecniche delle catene blucerchiate. Spesso però questo atteggiamento non ha pagato. Perché? Perdendo molto spesso il duello, infatti, tramite combinazioni veloci, i giocatori di Gianpaolo riuscivano ad entrare tra le maglie bianconere.


TRANSIZIONE OFFENSIVA
Le transizioni offensive non sono sembrate una possibile arma utilizzata dalla squadra di Nicola.
Sicuramente la testa poco libera non ha permesso ai giocatori bianconeri di essere pericolosi nel passaggio dalla fase di non possesso e quella di possesso.
In questo scenario do però molto merito all’organizzazione tattica della Sampdoria, constantemente scaglionata con le giuste coperture preventive (su Okaka principalmente).
TRANSIZIONE DIFENSIVA
Persa palla, raramente abbiamo visto l’Udinese votata alla riconquista immediata.
L’obiettivo principale è sembrato principalmente quello di ricompattare i reparti per togliere la profondità alla Sampdoria.
Scelta, che a mio avviso, salvo i singoli episodi dei primi due calci di rigore che hanno inciso sull’andamento complessivo della gara, stava pagando.
In alcuni frangenti del match, non appena l’Udinese ha provato a dare spinta alle sortite offensive, aumentando la “presenza” di giocatori nella metà campo blucerchiata, ha sofferto moltissimo le ripartenze.
Astuto l’atteggiamento di Quagliarella e Defrel (Gabbiadini dopo) che attaccavano in ampiezza i tre difensori di Nicola, usciti dalla prima linea di pressione dell’Udinese.
PALLE INATTIVE PRO
Attacco diretto alla porta con la ricerca, spesso sul secondo palo, della sponda di Okaka.
PALLE INATTIVE CONTRO
L’Udinese sostanzialmente si difende in zona mista.
Due uomini nei pressi del vertice e del palo, gli altri in marcatura.
In caso di punizioni laterali contro, i giocatori marcano a zona partendo sincronizzati su analoga linea, spesso a ridosso dell’area di rigore.
PUNTI DI FORZA
Squadra organizzata se il risultato è in bilico.
De Paul, anche da mezzala (nel secondo tempo) sembra avere la giusta qualità per alzare il tasso tecnico generale della squadra.
Fofana, sembra una mezzala “europea”, capace di coprire il campo nella sua interezza e attivo costantemente in entrambe le fasi di gioco.
PUNTI DI DEBOLEZZA
Squadra in generale apparsa remissiva.
Ok difendersi, ma è difficile sperare in una giocata del singolo in avanti per provare ad impensierire le difese avversarie.
Fase Difensiva: presa a campo “aperto” soffre eccessivamente.