L’Udinese ha iniziato questa stagione con Delneri come allenatore, poi a causa di risultati considerati non all’altezza dalla proprietà (4 vittorie e 8 sconfitte nelle prime 12 partite) dal 21/11/2017 Delneri è stato sostituito da Massimo Oddo. Nelle prime cinque partite con il nuovo allenatore la media punti dell’Udinese è passata da 1 punto a partita a 2,4 punti a partita, infatti con Oddo alla guida la squadra bianconera ha perso solo la prima gara in casa con il Napoli 0 a 1 vincendo poi 4 gare consecutive (0 a 3 a Crotone, 2 a 0 con il Benevento, 1 a 3 contro l’Inter a San Siro e 4 a 0 in casa con l’Hellas Verona). La mano di Massimo Oddo sulla squadra è stata quindi importante fin da subito, questo è evidente oltre che analizzando la media punti, anche osservando le statistiche di giocatori come Barak che ha segnato 4 dei suoi 6 gol sotto la gestione Oddo, Jankto che ha trovato una nuova collocazione che ne esalta le caratteristiche e Lasagna che ha cominciato a segnare con continuità (4 reti delle sue 6 totali le ha realizzate nelle ultime 4 partite). Vediamo quindi quali sono le caratteristiche che Oddo ha portato a Udine per dare vita a questa partenza sprint.
L’udinese si schiera in campo con un 3-5-2 con Bizzarri in porta; la difesa composta da Stryger Larsen (giocatore rapido e con un buon senso dell’anticipo), Danilo (giocatore dotato di grande esperienza capace di governare i movimenti della linea difensiva) che è anche il capitano della squadra e Nuytinck (difensore abbastanza rapido e dotato di buone capacità di palleggio); la linea di centrocampo è composta da i due esterni Widmer a destra e Ali Adnan a sinistra che lavorano su tutta la fascia (entrambi sono giocatori completi, con una grande capacità di resistenza che gli permette di essere al contempo difensori quando serve e di spingere con continuità sulla fascia dando ampiezza all’attacco dell’Udinese), il mediano davanti alla difesa Behrami (giocatore di esperienza e con un’importante capacità di corsa) è questo giocatore a dare equilibrio in mezzo al campo all’Udinese in quanto grazie alla sua notevole capacità di resistenza riesce sempre ad arrivare a coprire le zone di campo che rimangono scoperte quando gli altri centrocampisti si buttano in avanti, i due interni di centrocampo sono Jankto (giocatore molto rapido, bravo nel palleggio e nelle percussioni palla al piede) e Barak (è il giocatore più talentuoso della squadra capace di giocare con grande efficacia in zona di rifinitura e di attaccare l’area di rigore inserendosi senza palla per andare a concludere); gli attaccanti sono Lasagna (giocatore rapido, bravo a tagliare alle spalla dei difensori e dotato di un buon tiro dalla media distanza) e uno tra Maxi Lopez o de Paul a fargli da spalla.
In fase di possesso palla quando la squadra di Oddo si distende nella metà campo avversaria il sistema di gioco diventa un 3/1-2-4 con i tre centrali di difesa che marcano preventivamente la punta avversaria o si rendono disponibili come appoggi arretrati; Behrami messo in una posizione di mezzo tra la difesa e il resto della squadra; Barak e Jankto che si muovono continuamente in zona di rifinitura in modo da dare sempre soluzioni ai compagni e una line di 4 attaccanti con Lasagna e Lopez (o de Paul) che attaccano l’area e Widmer e Ali Adnan che danno ampiezza all’attacco.
In fase di non possesso invece l’Udinese si dispone con un 5-3/2 con Widmer e Ali Adnan che si abbassano diventando veri e propri terzini e formando con i tre centrali la linea di 5 difensori; Barak, Behrami e Jankto che formano la linea di metà campo (con Behrami che lavora più davanti alla difesa e gli altri due che si allargano o si stringono in base alla posizione della palla); Lasagna e il compagno di reparto rimangono invece smarcati preventivamente in modo da farsi trovare pronti come sponde in caso di contropiede.
Fase di possesso
Per quanto riguarda la fase di possesso una prima caratteristica dell’Udinese è quella di non buttare mai via la palla ma di cercare sempre una costruzione “ragionata”; gli esterni si allargano e alzano in modo da prendere tutta la larghezza del campo e la squadra sfrutta il fatto di avere tre difensori centrali in modo da poter palleggiare con calma, avendo sempre un passaggio appoggiato disponibile e muovendo la palla da un lato all’altro guadagnando campo in modo da far arrivare il possesso al terzino che si trova ad avere più spazio e che potrà poi dialogare con Barak o Jankto per proseguire l’azione. Quando gli avversari cercano di alzarsi per mettere in difficoltà i tre centrali nella costruzione uno dei tre centrocampisti si abbassa venendo a partecipare al palleggio per assicurare sempre la superiorità numerica.
Nella fase di sviluppo diventa fondamentale per la squadra di Oddo sia il lavoro degli esterni, che spingendo su entrambe le fasce costringono gli avversari a difendere su tutta la larghezza del campo (aumentando gli spazi a disposizione), sia il grande movimento senza palla di Barak e Jankto che si propongono continuamente ai compagni formando continui rombi e triangoli di costruzione che assicurano all’Udinese un palleggio fluido fatto di triangolazioni veloci per spostare gli avversari e poi premiare l’attacco dello spazio da parte degli esterni.
La vera arma in più dell’Udinese dall’arrivo di Oddo è però la fase di rifinitura. In questa fase Barak e Jankto (probabilmente i migliori giocatori della squadra) hanno la possibilità di mostrare tutto il loro potenziale, infatti, il sistema proposto da Oddo lascia a questi due giocatori grande libertà di movimento dando ai due talenti la possibilità di andare a giocare con costanza tra le linee posizione in cui possono poi andare sia a concludere calciando dalla distanza, sia cercare di liberare un compagno (molto spesso Lasagna) al di la della linea difensiva con un passaggio verticale dentro l’area.
Oltre alle conclusioni da fuori e alle conclusioni ottenute grazie a tagli e passanti premiati da passaggi verticali provenienti dalla zona di rifinitura, l’Udinese arriva spesso a calciare in porta in seguito a cross e traversoni dagli esterni. Questo è possibile grazie alla spinta continua che Widmer e Ali Adnan forniscono sulle corsie esterne, qui si trovano a poter dialogare con Jankto o Barak che si allargano per creare situazioni di superiorità numerica sugli esterni; oppure i due terzini arrivano sul fondo dopo aver ricevuto la sponda di uno dei due attaccanti che si era allargato per ricevere palla.
Fase di non possesso
In generale la fase di non possesso dell’Udinese vede la squadra di Oddo organizzarsi per pressare l’avversario e non permettergli di costruire un’azione ragionata, infatti oltre a Lasagna e Lopez (o de Paul) nella metà campo avversaria vanno spesso a dare fastidio ai costruttori di gioco o Barak o Jankto con Behrami che alterna momenti in cui scala in avanti a portare pressione a momenti invece in cui rimane più attendista per assicurare equilibrio tra chi pressa e la linea di difesa; quando la squadra scala in avanti per recuperare palla il più alto possibile uno dei centrali difensivi esce dalla linea per aiutare Behrami nella copertura preventiva e non costringerlo a coprire tutta l’ampiezza del campo da solo, quando però la squadra avversaria riesce ad uscire da questa pressione e portare palla nella metà campo dell’Udinese ecco che il centrale torna nella linea difensiva (che cerca però di rimanere sempre abbastanza alta) e Barak e Jankto rientrano per lavorare a centrocampo assieme a Behrami.
Quando la squadra avversaria deve ripartire con una rimessa dal fondo da parte del portiere, questa tendenza dell’Udinese a difendere in maniera aggressiva viene confermata, infatti i giocatori allenati da Oddo si dispongono in marcatura preventiva sui giocatori più vicini al portiere in modo da costringerlo a rinviare lungo. Il motivo per cui la squadra bianconera cerca sempre di costringere gli avversari al rilancio lungo è semplice da spiegare: avendo a disposizione una linea a 5 giocatori e tre centrali bravi nel gioco aereo, l’Udinese vuole che gli avversari lancino lungo in modo da staccare dalla linea un giocatore che va a contendere il contrasto aereo con l’avversario mentre gli altri 4 della linea rimangono più arretrati in copertura preventiva e uno dei centrocampisti si posiziona per essere pronto a ricevere un’eventuale seconda palla. Inoltre costringendo gli avversari a lanciare lungo si da più tempo a Jankto e Barak (che spesso scalano in avanti a pressare) di recuperare la posizione con calma senza dover correre dietro a un avversario che porta palla in conduzione
Concentrandoci invece su come la squadra di Oddo si difende quando la palla si trova su un lato, possiamo vedere come la linea difensiva a 5 scorre verso il lato della palla con il terzino che esce in marcatura aiutato dalla mezzala del suo lato, tutta la linea difensiva scorre verso il lato della palla mantenendo le distanze tra i singoli giocatori della linea, Behrami si posiziona a protezione della linea ma spostato verso il lato della palla e la mezzala del lato opposto si stringe rimanendo smarcata preventivamente per far partire un possibile contropiede. È quindi evidente come l’Udinese riesca a creare una forte densità da lato del pallone per non trovarsi mai a difendere in inferiorità numerica.
Transizioni
Per quanto riguarda le transizioni la squadra di Oddo conferma la forte aggressività e voglia di scalare in avanti mostrata nella fase di non possesso, infatti la transizione negativa dell’Udinese vede i giocatori cercare subito il recupero della palla il più vicino possibile a dove è stata persa (solo se questo non è stato possibile si scappa indietro per temporeggiare e ricompattarsi). Per quanto riguarda la transizione positiva della squadra bianconera è evidente come si voglia sfruttare la grande rapidità dei giocatori offensivi (Lasagna, Jankto e Barak in particolare), infatti appena intercettato un pallone la squadra di Oddo riparte con un contropiede veloce portando la palla in attacco il più rapidamente possibile (con 4-5 giocatori che seguono l’azione offensiva) in modo da poter colpire prima che la squadra avversaria abbia ricompattato il suo sistema difensivo.
In conclusione possiamo dire che Massimo Oddo è riuscito in pochissimo tempo a trovare il giusto assetto per esaltare le caratteristiche dei suoi giocatori, inoltre l’Udinese è molto difficile da affrontare in questo momento perché riesce ad attaccare sfruttando sia i lati che la zona centrale di rifinitura attaccando con tanti giocatori senza paura delle ripartenze ma cercando di recuperare la palla il più alto possibile in modo da assicurarsi sempre una nuova possibilità per andare a concludere. Vedremo se col passare delle giornate gli staff delle altre squadre in Serie A troveranno il modo migliore per mettere in difficoltà i bianconeri, ad esempio riuscendo con un palleggio fluido a superare la prima pressione dell’Udinese trovando così poi molto campo coperto dal solo Behrami e costringendo Jankto e Barak a spendere molte energie in fase di ripiegamento; oppure tenendo alti e aperti gli attaccanti esterni in modo da tenere Widmer e Ali Adnan bassi e togliere ampiezza alla squadra di Oddo.