Analisi tattica del giocatore: Andrea Belotti
In questo articolo svilupperemo un’analisi su Andrea Belotti, giovane attaccante del Torino che guida la classifica marcatori di Serie A con 22 reti in 27 giornate.
Partendo dalla sua collocazione tattica nello scacchiere di Sinisa Mihajlović, approfondiremo aspetti di tattica individuale, cercando di capire quali siano i punti di forza di questo giocatore, capace di precedere cannonieri del calibro di Dzeko e Higuain.
Belotti vanta numeri all’altezza dei migliori attaccanti europei, con una media di 1 goal a partita (1 ogni 99,45′), oltre ad essere un elemento imprescindibile della squadra, è partito titolare 23 volte sulle 24 partite giocate.
E’ un classe 1993, 181 cm di altezza e destro naturale.
Originario di Bergamo, è cresciuto nelle giovanili dell’AlbinoLeffe, trasferendosi poi al Palermo nel 2014 e infine al Torino l’anno successivo, dove il suo rendimento è cresciuto in modo esponenziale, grazie anche a Ventura che lo ha lanciato.
Nel Torino di quest’anno Belotti è la punta centrale nel 4-3-3 consolidato di Mihajlović.
E’ il riferimento avanzato che permette lo sviluppo del gioco per vie centrali, consolidando il possesso e permettendo la rifinitura del gioco sulle corsie esterne, presidiate da giocatori più tecnici, abili nel dribbling e nel cross, come Iago Falque, Benassi e Ljajic, quest’ultimo vero jolly con libertà di movimento a tutto campo.
Il gioco del Toro segue spesso questa dinamica, con Belotti che padroneggia due tipi di movimento:
– in prima fase sul corto, o ‘fuori’, uscendo dalla linea per ricevere spalle alla porta, grazie alla capacità di proteggere palla mettendo fisico tra sé e marcatore diretto. E’ abile infatti nel gioco di sponda che spesso permette di sfruttare gli inserimenti delle mezz’ali o degli esterni, sia di reparto, sia i terzini in sovrapposizione, preposti a rifinire.
Regge il duello anche con i difensori più fisici, permette così di legare i reparti e garantisce alla squadra possesso palla, consolidamento della manovra, oltre che possibilità di alzare il baricentro;
– un secondo movimento conseguente al primo, sul lungo attaccando la profondità, o a tornare ‘dentro’, sempre puntando l’area di rigore, zona di campo che padroneggia in modo assoluto dove esprime al massimo le doti di finalizzatore.
Questi principi di gioco sono confermati dai numeri, secondo i quali Belotti ha segnato tutti i suoi goal in area di rigore , ad eccezione di uno.
Dei 22 goal fatti, 13 di piede (di cui 9 con il piede forte e 5 con il debole), e 8 di testa, più un rigore.
Numeri che svelano come sia migliorato nell’uso di tutto il corpo anche sul piano atletico (forza, elevazione, rapidità) e tecnico, aspetto essenziale per un attaccante che nel calcio moderno ha tempi e spazi sempre minori.
Belotti possiede fiuto del goal e intelligenza tattica nel trovare la posizione ideale per finalizzare, adattandosi alle difese sia a zona che a uomo.
In caso di schieramenti a zona, intuisce in anticipo lo spazio da attaccare, andando spesso a cercare la zona cieca della linea, con maggior frequenza sul lato opposto alla palla e sul filo del fuorigioco. Incredibile in tal senso l’efficacia realizzativa all’interno dell’area piccola, zona di competenza dei portieri.
In caso di marcatura a uomo, mostra una naturale abilità nello smarcamento e nel prendere posizione. Sia in corsa con il contromovimento, sia da fermo, Belotti sente la marcatura e usa il corpo per guadagnare la posizione sul tempo del passaggio, mettendolo il marcatore diretto in condizione di non poter più arrivare sulla palla.
Su calcio piazzato (6 goal) sa staccarsi dalla marcatura con movimento a mezzaluna e sa attaccare lo spazio giusto, sul filo del fuorigioco, con ottima scelta di tempo.
Nonostante non sia dotato di grande tecnica , mostra una rapidità di esecuzione eccellente, alternando entrambi i piedi nel controllo orientato e nell’esecuzione.
In genere non piazza la conclusione ma predilige la potenza, con entrambi i piedi.
La rapidità unita ad una buona coordinazione su tiro al volo e la ricerca del gioco acrobatico, gli permettono spesso di essere efficace sfruttando l’occasione e non concedendo tempo di intervento al marcatore. Belotti fiuta sempre la posizione della porta.
Sul piano agonistico, non è un giocatore che si risparmia, lotta su ogni palla e si sacrifica per la squadra, è sempre dentro il gioco riuscendo ad essere decisivo nell’arco di tutti i 95′. Al contempo è un giocatore corretto (solo 5 ammonizioni in stagione), altro pregio al servizio del collettivo.
Passando ai suoi punti deboli, non sempre è preciso nel passaggio, nel dosare la potenza sulla trasmissione di palla, ragion per cui è chiamato a giocare sul corto con passaggi brevi sui sostegni, non è un rifinitore.
Il gioco di sponda lo ha portato a migliorare molto nel tocco di prima, funzionale a sfruttare il tempo di inserimento dei compagni e velocizzare la manovra sulla trequarti.
Se l’azione rallenta e si trova a difendere palla con difesa schierata, palesa dei limiti in impostazione.
Sa condurre palla a campo aperto se gli viene lasciato spazio, ma il dribbling non è il suo punto di forza, difficilmente infatti crea superiorità saltando l’uomo, a riprova della sua identità di uomo d’area.
Deve migliorare senz’altro dal dischetto, avendo sbagliato 3 rigori su 4 in questa stagione. Questi errori gli hanno precluso la quota dei 25 goal, soglia che raggiunse Higuain nella scorsa stagione sempre in 27 partite (giocate tutte dall’argentino, contro le 24 giocate da Belotti quest’anno).
In sintesi, Belotti rappresenta l’attaccante moderno con il fiuto del goal che mancava da tempo in orbita nazionale. Letale in area di rigore e funzionale alla manovra, ben si integrerebbe con molti sistemi di gioco in Italia e non solo, per la capacità di legare i reparti.
Senza cercare per forza paragoni con attaccanti del passato, i numeri e le proiezioni di crescita di questo ragazzo, considerata l’età, fanno pensare ad una carriera d’alto livello. Sarebbe un grande risultato riuscire a trattenerlo in Italia i prossimi anni.
La clausola di 100 milioni valida solo per l’estero potrebbe forse agevolare le big italiane.
Fonte dati: FootStats