“Un ottimo giocatore, un campioncino. Ha grandi prospettive, è velocissimo e molto diretto. Gioca un calcio relativamente semplice, non prova giocate strane, bada al sodo e vede la porta. Interpreta le partite come se fosse un giocatore dell’Atletico Madrid. Assomiglia molto a Icardi: è un terminale offensivo, anche se secondo me si sbatte più per la squadra” – Gianluca Vialli.
Giovanni Pablo Simeone, figlio del famoso Diego Pablo, è un attaccante giovane, forte fisicamente e terribilmente interessante. Nato a Madrid il 5 luglio 1995, Giovanni Simeone cresce calcisticamente in Argentina, dove il padre muove i primi passi come allenatore. E’ proprio Diego a portarlo con sé al River Plate nel 2008, facendo assaggiare a Giovanni Pablo l’aria dei Millionarios.
Fin dai primi vagiti calcistici si distingue per le sue qualità tecniche e per la sua visione di gioco. Proprio per queste sue qualità e per un’ottima facilità di corsa viene impiegato dagli allenatori argentini largo a destra in un tridente offensivo, scacchiere offensivo tipico delle giovanili sudamericane. Giovanni Pablo dimostra però quasi subito un certo feeling con la porta, tanto da spostarsi progressivamente verso il centro dell’attacco. Le buone prestazioni, condite da alcuni goal sia con il River Plate che con la nazionale Under20 dell’Argentina, convincono il Genoa a portarlo in Italia. Ed è proprio con indosso la casacca genoana che il grande pubblico inizia a conoscere Giovanni Simeone, un centravanti di assoluto interesse.
Caratteristiche tecniche:
181 centimetri per 80 kilogrammi di peso, Giovanni Simeone è un attaccante dinamico, forte fisicamente, rapido e con un fiuto del goal fuori dal comune, specie per un 21enne. Destro naturale, Simeone è un centravanti moderno, difficile da incasellare in un solo ruolo del fronte offensivo. Nasce come esterno d’attacco e si trasforma ben presto in una prima punta atipica, capace sì di attaccare la profondità e difendere il pallone, ma allo stesso tempo è abile a giocare con i compagni e non disdegna allargarsi sull’esterno per sfornare assist ai centrocampisti che s’inseriscono da dietro. Pur venendo dalla scuola argentina, quella dei Batistuta e dei Crespo, tanto per capirci, Simeone è un attaccante maggiormente versatile. In carriera ha giocato come terminale offensivo sia in un sistema a due punte che in un tridente. Questo lo rende versatile e capace di interpretare i corretti movimenti contestualmente al sistema di gioco in cui viene schierato.
Simeone è un giocatore totalmente diverso da suo padre, per ruolo e caratteristiche di gioco. Tuttavia ha ereditato una caratteristica dai geni paterni, il tempo nel gioco aereo. Il ragazzo scuola River Plate, infatti, pur non essendo dotato di un’altezza fuori dal comune, è decisamente abile di testa, sia nelle sponde aeree per i compagni che, soprattutto, in fase realizzativa. Da professionista, nonostante la giovane età, ha realizzato già 27 reti fra tornei sudamericani, europei e con le giovanili della nazionale albiceleste. Di questi 27 ben 10 sono stati segnati con un colpo di testa, spesso tagliando sul primo palo a togliere il tempo al marcatore avversario, proprio come il suo celebre genitore amava fare.
Fase di possesso:
Simeone ama giocare attaccando la profondità. Non è un centravanti che vive per avere il pallone tra i piedi o giostrare l’azione, piuttosto è abilissimo a far valere la sua rapidità e la sua tecnica nello stretto. Sa offrire sempre soluzioni ai compagni, svariando sull’intero fronte offensivo e rendendosi poco marcabile dai centrali avversari. Proprio per non essere stretto nella morsa di questi ultimi, giocando a Genova come unico terminale offensivo, Simeone tende ad allargarsi sulla destra per attaccare la profondità e favorire l’inserimento degli esterni e delle mezze ali.
Scaricato il pallone si porta rapidamente verso il centro dell’area di rigore con un movimento tanto semplice quanto intelligente. Finta di attaccare la profondità in verticale per poi spostarsi con piccoli e rapidi passi orizzontali verso il dischetto del rigore per ricevere i servizi che arrivano dagli esterni.
La più evidente capacità di Simeone è quella di rendersi difficilmente marcabile dai difensori avversari. Non li perde mai di vista, ama svariare ed è tremendamente intelligente nel posizionarsi in mezzo ai due marcatori, costringendo la difesa alla scalata. L’intento è ovviamente quello di riuscire a prendere il primo difensore alle spalle e bruciare sul tempo il secondo centrale che accorre in chiusura.
A differenza di grandi centravanti del passato, penso ad esempio al francese Trezeguet, Simeone raramente cerca di prendere posizione davanti al difensore. Piuttosto ama giocare qualche centimetro alle sue spalle, fintando un movimento d’anticipo verso il primo palo per poi smarcarsi alle spalle del diretto marcatore.
Pur disponendo di un buon tiro e di un’eccellente tecnica di base, Simeone non è un centravanti che segna da fuori area. Tutti i suoi goal, fino ad oggi, sono infatti stati segnati da dentro l’area di rigore, con una spiccata predilezione per il centro destra.
Quando è fuori dall’area di rigore si prodiga per i compagni, cercando di fornire loro la giusta assistenza con sponde aeree o passaggi in profondità, specie quando gioca in coppia con un altro attaccante.
Questo suo modo di giocare generoso e sempre partecipe alla manovra rende Simeone un centravanti poco propenso ad andare in fuorigioco. I numeri lo certificano chiaramente, se paragoniamo il genoano con il suo connazionale Higuain, pescato in off-side quasi il doppio delle volte nel corso di questa stagione. Simeone, infatti, non predilige giocare sulla linea dell’ultimo difensore avversario, ma piuttosto è interessato a smarcarsi alle sue spalle e colpirlo come il morso di un cobra.
Fase di non possesso:
Senza palla ha l’attitudine di pressare i difensori avversari, costringendoli al retropassaggio, al lancio lungo o all’errore, recuperando quindi il pallone nei pressi dell’area di rigore avversaria. La zona in cui predilige effettuare questa pressione in fase di non possesso è quella centrale, infilandosi fra i due centrali difensivi avversari.
In generale la sua generosità è evidente. Corre e lotta anche correndo all’indietro, pressando nel tentativo di recuperare il pallone.
Talvolta la sua generosità lo porta ad eccedere con scivolate un po’ al limite, che in alcuni frangenti lo hanno portato a concedere falli e prendere un cartellino giallo.
Come affrontarlo:
Simeone è un centravanti dinamico, difficile da arginare. Non solo è forte fisicamente, con un buon fiuto del goal e un’ottima capacità di posizionamento, è anche agonisticamente cattivo e determinato. La sua generosità lo rende un cliente difficile per qualunque difensore, specie nei duelli aerei affrontati in quasi tutte le zone del campo.
Il consiglio per un marcatore è quello di non lasciargli spazio e non farsi prendere alle spalle. Velocità e tempo di gioco sono dalla sua, pertanto è sconsigliabile giocare in anticipo. Il rischio è infatti quello di permettergli di frapporre il suo corpo fra marcatore e pallone e causare un fallo in una posizione pericolosa o in area di rigore. La coppia di centrali che lo va ad affrontare dev’essere affiatata e con una grande intesa nelle scalate difensive. I suoi continui movimenti in orizzontale sono tanto astuti quanto efficaci nel far cadere la difesa avversaria nella dicotomica situazione del “vai tu, vado io”.
Simeone va quindi affrontato di posizione, facendo attenzione a non concedergli il tiro con il piede destro. Il suo movimento, infatti, è quello sempre di cercare la conclusione con il destro. Il difensore deve pertanto frapporre il corpo in modo da costringerlo a calciare con il sinistro, piede con cui è riuscito a segnare solamente 5 goal in carriera, fino ad oggi.