Gonzalo Gerardo Higuain nasce a Brest (Francia) il 10 Dicembre 1987, nonostante la sua stella cominci a brillare sotto le urla del “Monumentàl”, nei “Los Millonarios”del River Plate dove ha militato nella prima squadra per tre anni dal 2004, andando in gol in 15 occasioni. “El Pipita” è un predestinato ed il Real Madrid se ne accorge su indicazione dell’allenatore Fabio Capello. Militerà nei Blancos dal 2007 al 2013, mettendo a segno 107 reti in 190 partite di Liga ed 8 gol in 48 presenze in Champions League. Dal 2013 si trasferisce campionato italiano, dove veste la maglia del Napoli fino al 2016. 71 gol e 16 assist in 104 partite di campionato, 15 gol in 30 presenze tra Champions ed Europa League ma, soprattutto, mette a segno nella sua ultima stagione ai Partenopei 36 gol in 35 partite, spazzando via il record di Nordahl di gol in una sola stagione (il quale resisteva dal 1950). Nel Luglio del 2016 passa alla Juve per la cifra capogiro di 90 mln di euro, piazzandosi tra gli acquisti più costosi della storia del calcio. Nella sua prima stagione alla corte della squadra torinese mette a segno 32 gol in 55 partite, dei quali 5 in Champions League. Higuain si è preso la Juventus e la sta aiutando anche nella stagione corrente 2017-2018 a raggiungere ambiziosi obiettivi.
Caratteristiche Tecniche
Higuain è uno tra i 9 più forti della propria generazione. Attaccante totale, dinamico, potente fisicamente. Animale da area di rigore, tuttavia propenso ai ripieghi a centrocampo per proteggere la squadra in fase di non possesso. Dotato di un ottimo assist e di una eccellente tecnica di base, spesso si palesa come il regista offensivo della squadra. Concretezza, determinatezza e sangue freddo sono tra le qualità più apprezzate dai tecnici che ha avuto. Celebre il suo movimento a smarcarsi preventivamente rispetto al difensore adibito alla marcatura, che lo ha reso tra i 9 più spietati al mondo in zona gol.
Fase di Possesso
Nella Juventus di Massimiliano Allegri, Higuain viene prevalentemente schierato come terminale unico offensivo nel 4-2-3-1. Il suo dinamismo e la sua voglia di cercare costantemente il pallone, lo porta spesso ad abbassare il proprio baricentro per affiancarsi al trequartista. In fase di costruzione gli si affida il pallone in momenti di particolare difficoltà, fungendo quindi da boa atipica (per via dell’altezza non imponente). Quando la squadra è pressata alta e le fonti di gioco principali non sono in condizione tattica ottimale, i difensori ed i centrocampisti lo cercano costantemente (sia con palloni in profondità, sia con passaggi corti) affinchè possa far salire la squadra o tentare l’azione in solitaria al fine di ricercare un vantaggio numerico utile davanti.
L’eccellente tecnica di base e l’ampia visione di gioco, permettono all’ argentino di trovare spazi e linee di passaggio notevoli per superare le linee di difesa avversarie. Ciò avviene grazie all’assoluta imprevedibilità dei suoi movimenti, a volte incontro al centrocampo per poi realizzare un cambio di gioco, a volte in profondità, altre sul corto per favorire l’avanzamento del trequartisti e degli esterni sul campo aperto.
In zona di realizzazione è in costante movimento, alternando in maniera magistrale movimenti corti e lunghi per disorientare il proprio marcatore. Tende spesso a cercare lo scatto alle spalle dei difensori, sollecitando i centrali di centrocampo a realizzare lanci lunghi in profondità (nella “mid zone” tra l’ultimo difensore ed il portiere) da zone prettamente centrali.
Ciò che rende Higuain speciale in zona gol è il suo primo controllo, sempre orientato a facilitare una conclusione netta e di potenza, spesso imparabile. Tuttavia il primo controllo nasce da un ottimo posizionamento iniziale finalizzato ad eludere interferenze avversarie sulla sua linea di controllo e, conseguentemente, di tiro. Tenta sempre di staccarsi rispetto al difensore di riferimento per acquisire un vantaggio tecnico e di pensiero sull’avversario, il quale spesso si trova inerme dinanzi alla velocità di esecuzione di calcio dell’argentino.
Raramente tenta il dribbling strappa applausi, anche per la sua indole prettamente pratica. Tuttavia quando esegue tale giocata lo fa per permettere ai compagni di sfruttare la disattenzione dei difensori adibiti alle marcature (i quali saranno concentrati sulla zona palla e sull’eventuale pericolosità di Higuain in campo aperto), fungendo quindi da “catalizzatore” che permette agli altri di realizzare movimenti più pericolosi in virtù della libertà da una marcatura continua ed asfissiante.
Fase non Possesso
La nomea di grande bomber per Higuain non va in contrasto con un’applicazione notevole in fase di non possesso. Con la Juventus ha imparato ad abbassarsi parecchio anche fino a ridosso della propria area di rigore, per uno spirito collettivo di sacrificio in fase difensiva. In fase di pressione tende a creare una barriera che renda più difficoltoso per la squadra avversaria entrare in zona di rifinitura o finalizzazione se non con giocate tecniche individuali o attacchi diretti spesso preda dei difensori centrali. Per realizzare ciò si abbassa affianco al trequartista e l’esterno di riferimento per creare una sorta di 5-2-3 estremamente difensivo in fase di non possesso.
Non di rado si fa notare in lotte feroci nella propria metà campo per la conquista di un fallo o di una rimessa laterale sulla transizione bianco nera. La “garra” sudamericana, gli permette spesso nel breve ed usando il fisico non leggero a proprio vantaggio (soprattutto grande potenza esplosiva delle game sul corto), di recuperare metri ad avversari più brevilinei e veloci.
Punti Deboli
- Colpo di testa non eccellente, non tanto in zona di finalizzazione, quanto durante la manovra: quando la Juventus non gioca lungo su Mandzukic, prova a farlo su Higuain, il quale spesso si fa anticipare su questo fondamentale.
- Velocità sul lungo non all’altezza di quella sul breve, anche a causa di un fisico mutato profondamente nel corso degli anni
- Sbalzi di condizione fisica durante la stagione, soprattutto quando vi sono impegni con le nazionali
- Agilità non ottimale, prediligendo piuttosto l’esplosività nel breve
- Insofferenza quando è lasciato troppo solo in fase offensiva e di pressing alto